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martedì 4 marzo 2014

Card. Müller: "Non comprendere la dottrina sul matrimonio non è una buona scusa per cambiarla"

 Sul matrimonio indissolubile e sul divieto della comunione ai divorziati risposati, torna a insistere il Card. Müller, richiamando quello che già aveva affermato chiaramente e senza eccezioni (qui).
Forse ora si incominciano a intravedere i motivi per cui Papa Benedetto XVI lo volle alla guida della Dottrina della Fede. 
Roberto

 Card. Müller: "Non comprendere la dottrina sul matrimonio
non è una buona scusa per cambiarla"

da il Timone del 04.03.2014

Sul matrimonio e la Comunione dei divorziati risposati si è accesa la ridda delle opinioni. Ma il magistero della Chiesa è chiaro e netto e immutabile. Lo spiega il card. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, custode dell'ortodossia. In modo papale papale...

  • «Il divorzio non è un cammino per la Chiesa, la Chiesa è per l'indissolubilità del matrimonio. Io ho scritto molto, anche la congregazione per la Dottrina della fede ha fatto tanti documenti, il Concilio Vaticano II ha detto molto sul matrimonio e la dottrina della Chiesa è molto chiara».
  • «Abbiamo la dottrina della Chiesa che è espressa anche nel catechismo, nel concilio di Trento, nel concilio vaticano, in altre dichiarazioni della nostra congregazione. La pastorale non può avere un altro concetto rispetto alla dottrina, la dottrina e la pastorale sono la stessa cosa. Gesù Cristo come pastore e Gesù Cristo come maestro con la sua parola non sono persone diverse».
  • «La misericordia di Dio non è contro la giustizia di Dio. Il matrimonio è un sacramento che fonda il legame indissolubile tra i due coniugi. Nuove strade e nuovi cammini devono approfondire il sapere della dottrina. Tanti non lo conoscono e pensano che il matrimonio sia solo una festa che si celebra nella chiesa, ma i coniugi si danno la parola di vivere insieme integralmente, nel corpo, nel sesso, nell’anima, nella fede, nella grazia di Dio. Dobbiamo aiutare anche quelle persone che sono in una situazione molto difficile, ma se il matrimonio è indissolubile non possiamo sciogliere il matrimonio. Non c’è una soluzione poiché il dogma della Chiesa non è una qualsiasi teoria fatta da alcuni teologi, ma è la dottrina della Chiesa, niente altro che la parola di Gesù Cristo, che è molto chiara. Io non posso cambiare la dottrina della Chiesa».
  • «È deprecabile che non conoscano la dottrina della Chiesa. Ma non possiamo ridurre la rivelazione e la parola di Gesù Cristo perché tanti cattolici non conoscono la realtà. Ci sono tanti che non partecipano alla messa domenicale perché non sanno che valore ha per la loro vita. Non possiamo dire, come conseguenza, che la messa è meno importante! Sarebbe paradossale se la Chiesa dicesse: poiché non tutti conoscono la verità, la verità non è obbligatoria per il futuro».
  • «La dottrina della Chiesa è molto chiara. Dobbiamo cercare come sviluppare la pastorale per il matrimonio, ma non solo per i divorziati risposati, per coloro che vivono nel matrimonio. Non possiamo focalizzarci sempre su questa unica domanda, se possono ricevere la comunione o no. I problemi e le ferite sono il divorzio, i bambini che non hanno più i loro genitori e devono vivere con altri che non sono i propri genitori: questi sono i problemi».


La stessa chiarezza, mons. Müller l'ha manifestata nella lectio magistralis svolta a Milano il 13 febbraio per l’inaugurazione dell’Anno Accademico della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, aperto dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo del capoluogo lombardo. In quell'occasione, il prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ha sottolineato:
  • «Il rigore critico della teologia deve anzitutto sgomberare il campo dalla superficialità di chi si lascia assecondare dai luoghi comuni creati dalla pressione dei media e di mentalità non compatibili coi contenuti autentici della fede: pensiamo a quanta leggerezza nel teologare intorno a temi come il sacerdozio femminile, l’autorità nella Chiesa, l’accesso ai sacramenti da parte di chi non è in piena comunione con la Chiesa…
    «E, guarda caso, quanti applausi da parte dei media nei confronti di certi teologi e di opinioni teologiche non radicate fino in fondo con i capisaldi dottrinali della fede. In tal senso, attorno a certi temi, vi è oggi più che mai il rischio di una deriva sentimentale della fede, anche a livello di espressione teologica. Logos e Agape, che sono inseparabili coordinate dell’essere umano nel mondo, vengono sovente contrapposti, e spesso un amore male inteso viene utilizzato per offuscare, se non oscurare, la verità».
  • «Ogni protagonista che voglia essere tale, all’interno dei legittimi dibattiti teologici, deve in primo luogo autenticare le sue prese di posizione, specie se pretendono di porsi con accento di novità, testimoniando anzitutto una sostanziale fedeltà alla vivente trasmissione della fede apostolica, le cui fonti – Scrittura, Tradizione e Magistero – sono insuperabili e inaggirabili».
  • «Mai come oggi occorre una rinnovata riflessione intorno ai contorni autentici di sensus fidei, sensus fidelium, sensus Ecclesiae. Qui la teologia oggi può e deve dare molto. E non vi è chi non vede la scorrettezza e la miopia, a questo proposito, dell’impiego di tecniche di e-mailing per sondare indiscriminatamente nella rete, via internet, l’opinione dei più… Ben altri sono i forum e le agorà di cui necessita la Chiesa oggi per rinvenire ed esprimere, in modo genuino, quel sensus fidei da cui è, in ogni tempo, rinvigorita e ringiovanita.
    «L’aver sostituito l’opinione della rete ai luoghi propri del sensus fidelium rivela non solo un misunderstanding intorno a ciò che costituisce la Chiesa ma induce persino a pensare che nella formazione ecclesiale si ritengono, in fondo, più efficaci alcune tecniche di pressione politica piuttosto che i criteri mutuati dalla stessa fede. E anche di fronte a questo pericolo – che la politica conti più della fede anche nella Chiesa – la teologia ha oggi un compito profetico insostituibile. Si tratta di un compito oggi quanto mai profetico e “martiriale”, nel senso letterale di martyria…».

38 commenti:

  1. GRAZIE CARD. MUELLER.

    LA CONFUSIONE STA DEVASTANDO LA VIGNA DEL SIGNORE. E' ORA DI DIRE BASTA!

    VOGLIAMO MORIRE CATTOLICI NON PROTESTANTI!

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  2. Speriamo che duri al suo posto e non lo facciano fuori come al suo connazionale che l'ha messo lì.....

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  3. Grande. Almeno adesso siamo certi che non sono impazziti tutti.

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  4. Dopo un anno di confusione le parole chiare del card. Mueller ci confortano .La Chiesa non può essere una barca senza nocchiero in cui tutti comandano. Un grazie al card. Mueller.

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  5. Io non direi "grande Müller": a suo tempo qualche vaccata (mai veramente rettificata) l'ha detta anche lui.

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    1. E tu hai mai sparato vaccate nel passato della tua "grande" esistenza??? Significa che sei un cretino ancora adesso???

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  6. ma muller non era un eretico??? http://blog.messainlatino.it/2012/07/card-muller-nuovo-prefetto-della.html

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  7. Quando sottolineai l'ambiguità grave di alcune affermazioni di Mueller, ebbi a dire - come del resto anche per il Papa - aspettiamo e speriamo nella grazia di stato. Mueller mi sembra che, almeno in materia di morale, stia ribadendo la retta dottrina della Chiesa. Auguriamoci che continui su questa strada, anche in altri campi.

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  8. che palle con questa diatriba sulla comunione ai divorziati risposati. A Salerno due preti convivono e si uniscono carnalmente senza suscitare tutto questo putiferio...altro che grazia di stato.....ipocriti!

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    1. E con ciò? Ammesso che si uniscano carnalmente (li hai visti dal buco della serratura?), manca il putiferio perché si è perduto il senso del peccato. Siamo arrivati alla situazione della Semiramìs dantesca che libito fe' licito in sua legge/ per torre il biasmo in cui era condotta.
      Siccome due preti son presunti sodomiti, alè, diventiamolo tutti o almeno diamo la comunione ai concubini etero.

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    2. Nel blog di Colafemmina, lei ha scritto in un post
      DANTE PASTORELLI
      GENNAIO 23, 2014 AT 7:52 PM
      "Ben tornato, Francesco, con la tua lucidità e capacità di sintesi"
      ecco dove si trova il suo commento dove esprime i complimenti: http://www.fidesetforma.com/2014/01/23/motus-fine-velocior/

      In questo post nel quale lei ringrazia, il colafemmina riporta il link (è sotto) nel dare notizia dei due preti. Ricordo di nuovo che lei ha ringraziato Colafemmina per QUESTO link, ESATTAMENTE QUESTO

      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/scarano-ano-ano-don-luigi-noli-il-prete-arrestato-oggi-a-salerno-era-da-70406.htm

      Chiedo: se la notizia era attendibile quando lei ringraziava Colafemmina (che di sicuro non era dietro la porta a vedere dal buco della serratura) perchè ora questa notizia non le va più? Prima ringraziava per la lucidità di Colafemmina, ora che questa notizia è di un altro non le va più bene.

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    3. Poi, per Bacco! si può anche cambiare idea e lei non deve annunciare questo suo cambiamento di idee, però nemmeno dire una cosa da una parte e l'esatto opposto dall'altra: converrà che non sarebbe serio un simile atteggiamento, sarebbe lecito, ma non serio. Grazie

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    4. Ma ho forse detto che i preti sodomiti debbano rimaner necessariamente in esercizio sacerdotale e continuar nel contempo a viver nel peccato? No, non rinnego niente di quanto scritto, ma semplicemente non accetto che si dica "che palle con questa diatriba sulla comunione ai divorziati risposati...", come se il tristo esempio di due preti autorizzi a dire: facciamola finita e diamo ai divorziati e risposati la comunione, tanto c'è di peggio.
      E' questa parte del discorso che contesto.
      Inoltre Colafemmina, se ben ricordo, disegnava un panorama ben più vasto della decadenza morale nella Chiesa in cui inseriva anche la convivenza di due preti e non sproloquiava vanamente, ed usava un linguaggio più appropriato, da par suo.
      La lucidità di Francesco era quella espressa in tutto l'articolo, sintetico ma esauriente, non in questo o in quel particolare. Ed il mio compiacimebnto era dovuto in primis al suo ritorno in rete dopo un lungo silenzio.

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  9. Ma san Paolo non era un persecutore di cristiani??? Eh sì, però capita a volte che la gente cambi, aiutata dalla grazia. E mai come oggi ne abbiamo bisogno.

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    1. possono cambiare san Paolo e i preti che si uniscono aiutati dalla Grazia. Bene. Pero i divorziati risposati no, loro non possono essere aiutati dalla Grazia. La Grazia a senso unico. Io non voglio fare polemiche e dico fino in fondo quello che penso:hanno ragione sia Kasper che Muller e dico perchè. R.deMattei dice nel suo articolo che Kasper non aveva citato le fonti patristiche- ho lettosul Foglio tutto l'interventodi Kasper e alla fine lui cita precisamente tutti i passi patristici. I Padri devono essere letti insieme, non solo uno (Agostino), e nemmeno alcuni separati dagli altri (come fa un po' Kasper). E allora? qui si tratta di cercare la Verità di Cristo, non "chi ha ragione". Il matrimonio è un sacramento, invece la liturgia attuale lo fa sembrare un accordo di comune volontà tra gli sposi che infatti sono i ministri del Matrimonio. Il primo matrimonio è sacramento, solo quello. Noi poi crediamo che Dio è onnipotente, cioè Gesù Cristo porta il perdono di Dio, e io quando pecco non posso rimediare ai miei peccati, ecco perchè Egli ESPIA SULLA CROCE IL PECCATO CHE SFIGURA IL MONDO, creazione di Dio. Muller ha ragione quando dice che il matrimonio è un sacramento, Kasper ha ragione quando dice che la Misericordia di Dio può perdonare tutti i peccati: entrambi gli insegnamenti sono la Verità di Gesù Cristo. Quando uno pecca è sempre peccatore, davanti a Dio non c'è il peccato grave: o sei in comunione con Lui oppure no- le differenze sono utile per noi esseri umani, non per Dio- infatti G.C. dice che chi guarda una donna desiderandola ha già peccato, cioè è fuori della comunione con il Padre.
      I PECCATI SI PERDONANO, ecco allora la Chiesa.
      Il Magistero si insegna con CHIAREZZA, ecco allora la Chiesa.
      Insieme sono il Kasper e il Muller.

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    2. Mi sembra che tu faccia una grande confusione. Misericordia e giiustizia non possono scindersi. Nella parola di Cristo sono uniti perfettamente. I peccati vengon perdonati dopo il pentimento. E cosa significa che davanti a Dio non c'è il peccato grave? Rubare 10 euro o ammazzare una persona è lo stesso peccato?
      Mueller non nega affatto la Miserifordia, ma ripropone la verità sempre professata: va' e non peccar più, i tuoi peccati ti sono stati rimessi. Kasper vuol con la prassi di misericordia bypassare la dottrina della Chiesa: chi continua a viver nel peccato sente il bisogno di unirsi a Dio, e allora diamogli la comunione! Che sarebbe un sacrilegio.
      I divorziati risposati posson accostarsi alla comunione se pentiti, perdonati sacramentalmente e per questo si separino o promettan di viver come fratello e sorella.

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  10. Bravo Card. Mueller, principi forti, chiari in perfetta linea con la Tradizione.
    A questo punto però c'è da chiarire alcune questioni sollevate dal Concilio Vaticano Secondo: libertà religiosa, collegialità, ecumenismo. Kasper ad esempio punta sul cambiamento su questi argomenti per giustificare altri cambiamenti.
    Se il Card. Mueller vuole controbattere deve risolvere questi problemi. Così come deve chiarire quanto scritto nei sui libri...

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  11. http://www.lastampa.it/2014/02/25/esteri/vatican-insider/it/mueller-divorziati-risposati-la-dottrina-della-chiesa-chiara-TrHQI3aLFVWcOb8JIkmewL/pagina.html

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  12. "Kasper ha ragione quando dice che la Misericordia di Dio può perdonare tutti i peccati"
    a mio avviso Kasper dimentica di dire a quali condizioni la Misericordia di Dio perdona i peccati, solo dopo il pentimento e proponimento di non più commetterne, diversamente c'è la presunzione di salvarsi senza merito, altro peccato grave.
    Secondo me Kasper è un rattoppatore che cerca di tenere in piedi una sua Chiesa che non ha motivo di esistere. Tutt'altro stampo il card, Muller

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    1. Il pentimento e il desiderio di santità sono le due condizioni che tutti coloro si accostano alla confessione e alla Comunione nutrono. Potrebbero farlo anche i divorziati risposati, penso.

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    2. Il pentimento implica l'intenzione di non commettere più quel peccato. "Va 'e non peccare più." Se non c'è tale intenzione, non c'è pentimento. I divorziati risposati che non hanno l'intenzione di correggere la sua situazione non sono veramente pentiti.

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  13. Benedetto ha parlato per bocca di Ludwig
    Antiquario

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  14. MI pare manchi la nozione di cosa sia il pentimento. Certo tutti si possono pentire e ottenere la misericordia divina che è infinita, ma il pentirsi sul serio implica cambiare vita e impegnarsi a non ricadere nello stesso errore. Dire "sono pentito" e ricominciare come prima è una burletta, non un pentimento. Anche chi ruba, si dichiara pentito e poi va subito a commettere un altro furto commette sacrilegio facendo la comunione.

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  15. Dopo le parole del card Kasper tutti correranno a separarsi appena le cose andranno un pò male.

    Tanto c'è la seconda possibilità.

    Che meraviglia: i cinquantenni potranno, abbandonare la moglie ormai vetusta e ritornare in pista a cercarsi una Zerlinetta qualunque.

    Questo sì che è sano cristianesimo: la Croce di Nostro Signore? No meglio la misericordia del card Kasper.

    Ma card Kasper, mi scusi, secondo lei quando Gesù (non so se si ricorda chi fosse) parlava di adulterio di colui che abbandona il coniuge per sposarne un altro forse intendeva dire esattamente il CONTRARIO!

    La chiesa conciliare è ormai puro pattume rinasca la Chiesa cattolica!

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    1. Se vogliamo arrivare a qualcosa di buono bisogna usare il rigore. Nonsolo vietare la comunione ai divorziati ma non limitare l'ANNULLAMENTO che usato così diventa una specie di divorzio.

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  16. La Chiesa Cattolica è sempre più tedesca e latino-americana e troppo poco "Romana"...
    In ogni caso grazie (per il momento) al card. Mueller.

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  17. Forse la Chiesa dovrebbe approfondire la situazione del coniuge tradito e abbandonato e che non avrebbe mai voluto sciogliere il matrimonio perché profondamente credente. Che ne sarà di lui/lei? Dovrà scontare un peccato a lui/lei non imputabile? Forse in questo la dottrina cattolica dovrebbe essere più precisa....

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    1. Non è colpevole di nulla e non deve scontare nessun peccato: solo non può risposarsi perché è già sposato/a. Non vedo una soluzione che non sia intaccare l'indissolubilità del matrimonio.

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    2. Esattamente, Confratello. Umanamente sembra ingiusto, ma è la croce che si deve accettare.

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  18. E vorrei ribadire, riguardo al mio post precedente, che tutto questo è dovuto alla scellerata legge sul divorzio e a tutto il ciarpame post-sessantottino!!! Preservare l'indissolubilità del matrimonio avrebbe consentito a molti fedeli di non perseverare nel peccato....

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    1. Concordo sia su questo che sul post precedente, anche se in merito al precedente c'è da dire che talvolta può accadere che chi lascia può anche essere vittima di abusi, maltrattamenti, ecc...
      Quindi non è sempre vero che chi è lasciato è sempre "vittima" (anche se stiamo realmente parlando di percentuali infinitesimali). Penso comunque che bisogna valutare bene ogni caso...

      In ogni caso non mi sembra una priorità della Chiesa il riammettere alla comunione sacramentale i divorziati/risposati: l'immagine è quella dei pastori che, mentre dormivano o pensavano ad altro, cercano di riacciuffare il gregge che nel frattempo si è disperso nelle ideologie di "questo secolo".

      Credo che la famiglia debba essere una priorità ma dal punto di vista educativo e formativo, quello che un tempo nella maggioranza dei casi era sottinteso (in termini di dottrina, liturgia, catechismo, morale...) perchè era profondamente conosciuto e creduto oggi non lo è più. Semplicemente i preti di questi argomenti ne parlano poco e male, divagano e sono preoccupati più dalle problematiche psicologiche, sociali, affettive ed emotive, invece di quelle elencate prima (cioè dottrinali, liturgiche, morali, ...).

      La pastorale ha spodestato la dottrina divenendo lei dottrina più aggiornata, più nuova ed attraente. La comunicazione (cioè la pastorale) è diventata IL messaggio e il risultato finale è sotto gli occhi di tutti...
      Non si vuole "cambiare" la dottrina, si vuole solo "aggiornare" la prassi: fino ad oggi facevamo così, da domani faremo cosà.

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    2. problematiche psicologiche, sociali, affettive ed emotive
      ---------------
      gli aggettivi andrebbero preceduti da uno"pseudo"

      La pastorale ha spodestato la dottrina divenendo lei dottrina più aggiornata, più nuova ed attraente
      --------------
      vedi Vaticano II

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    3. Grazie Emminenza !!!

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  19. Avete letto l'intervista al Corsera del vdr? Signore perdona loro perché non sanno quello che fanno....

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  20. Quando si perde il senso del ridicolo è grave.

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  21. Assistiamo ad una accelerazione verso il basso, segno eloquente di come il degrado morale e spirituale stia, ormai, prendendo dimensioni inquietanti. E' il segno dei tempi, l'ultimo stadio di una malattia devastante, non immune dalle istanze mediatiche. Manca l'ultimo passo. Si è sull'orlo del precipizio. In una lettera inviata a Maritain nel 1969, il grande esperto di media e sociologo Marshall Macluhan, avanzò forti riserve sul ruolo mediatico nei confronti del Concilio, affermando che i media hanno costruito una sorta di facsimile del Corpo Mistico, pura caratteristica e impostura anti-cristica! La frase, seppur colma d'ironia, spiega benissimo la sostanza: 'il principe di questo mondo è un ingegnere elettronico'! Il post-concilio è stato caratterizzato da una violenta propensione mediatica, preoccupata più di piacere al mondo che a fare il bene delle anime, che vede la Chiesa, non solo nella figura dei Sommi Pontefici, come una sorta di spettacolarità mondana, connotata da ogni risma imbevuta di banalità! Non si guarda più al Papa in quanto tale, ma al nome e alla personalità del Papa. Non più il Vicario di Cristo Gesù successore di Pietro ma a un uomo capace di aprirsi, con misericordia, al mondo, al pacifismo, al femminismo, al modernismo, al socialismo, al liberalismo, ecc... E' proprio quello che volevano i nemici della Chiesa: una Chiesa in caduta libera è facilmente controllabile e attaccabile. Il risultato di questo processo degenerativo non poteva non sfociare a quanto assistiamo in questi tempi. Naturalmente gli aspetti politici non vanno sottovalutati: avrà pur significato il fatto che la scristianizzazione e la demolizione della cattolicità dell'Italia è avvenuta sotto l'imperante presenza della DC, la quale, per quarant'anni, ha governato producendo disastri su disastri nella società civile italiana. Dio, ogni volta che ha voluto interagire con il mondo, non ha mai usato parole interpretabili o opinabili, applicabili all'ermeneutica: ha sempre parlato in modo semplice, chiaro e netto. Meditino i suoi Ministri, che sono i nostri pastori, perchè l'esempio del Re di Francia pende sulle loro teste. Quando la Chiesa di Cristo, il quale ha combattuto e vinto il mondo, accelera verso il basso aprendosi al mondo, il risultato non può non essere ciò che la Vergine disse a La Salette.

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  22. IL DRAMMATICO BIVIO DI BERGOGLIO. VOGLIONO SPINGERLO ALLA DEMOLIZIONE DELLA CHIESA, MA IO PENSO…
    Antonio Socci
    ...
    Si sente puzza di bruciato se i giornali delle multinazionali osannano la Teologia della liberazione. Ma ancor più se il Vaticano la riabilita. E proprio nei giorni in cui Ratzinger – in un libro intervista su Giovanni Paolo II – spiega:

    “La prima grande sfida che affrontammo (con Giovanni Paolo II) fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz’altro. Ma era un errore. La fede cristiana veniva usata come motore per questo movimento rivoluzionario, trasformandola così in una forza di tipo politico(…). A una simile falsificazione della fede cristiana bisognava opporsi anche proprio per amore dei poveri e a pro del servizio che va reso loro”.

    Di recente un importante esponente della Tdl, Clodoveo Boff, ha dato ragione a Ratzinger per quello che (a nome di Wojtyla) fece trent’anni fa:

    “egli ha difeso il progetto essenziale della teologia della liberazione: l’impegno per i poveri a causa della fede. Allo stesso tempo, ha criticato l’influenza marxista. La Chiesa non può avviare negoziati per quanto riguarda l’essenza della fede… Siamo legati ad una fede e se qualcuno professa una fede diversa si autoesclude dalla Chiesa”.

    Invece “nel discorso egemonico della teologia della liberazione”, riconosce Clodoveo Boff, “ho avvertito che la fede in Cristo appariva solo in background. Il ‘cristianesimo anonimo’ di Karl Rahner era una grande scusa per trascurare Cristo, la preghiera, i sacramenti e la missione, concentrandosi sulla trasformazione delle strutture sociali”.

    Oggi però il Vaticano riabilita quella Teologia della liberazione. E lo strappo rispetto a Wojtyla e Ratzinger riguarda anche altro.
    ...
    Kasper rappresenta quella sinistra martiniana che vorrebbe fare come le chiese protestanti del Nord Europa: calare totalmente le brache davanti al mondo (infatti quelle chiese si sono suicidate e oggi sono pressoché inesistenti).

    Per questo la relazione di Kasper sovverte completamente nella pratica ciò che Gesù (Mt 5, 32 e Mt 19, 9) e la Chiesa hanno sempre insegnato.

    Con l’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati (che ribalta tutto il Magistero, specie quello di Giovanni Paolo II) di fatto si prospetta l’abolizione del peccato.
    ...
    Francesco è davanti a un bivio: da una parte la demolizione della Chiesa a cui vogliono spingerlo poteri, logge e lobby mondane. Ma io penso (e spero) che lui sceglierà l’altra, quella del vero Concilio, di De Lubac, di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, una via gloriosamente ortodossa ed evangelica, che porta all’odio del mondo e a volte al martirio.

    http://www.antoniosocci.com/2014/03/il-drammatico-bivio-di-bergoglio-vogliono-spingerlo-alla-demolizione-della-chiesa-ma-io-penso/
    m

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  23. Ancora non vi siete accorti che avete snaturato il blog??????

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione