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venerdì 21 febbraio 2014

Trento: “Quando l’Alleluja diventa reggae”

Le devote e sagge parole  pronunciate ieri da Mons. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, sulla Liturgia che : " Non dev'essere spettacolarizzazione, ma sobria. Si riscopra il dinamismo silenzioso " purtroppo in Trentino non hanno trovato la doverosa e giusta accoglienza . 
Un Fedele di Trento, afflitto, ci ha mandato infatti un articolo  ...

“Trento, domani ( 22 febbraio 2014 N.d.R. ) alla Chiesa di San Carlo, in Clarina, la prima messa sui ritmi di Bob Marley 
di Katja Casagranda
TRENTO. Dopo la messa rock (fedeli e  cultori della Musica Sacra, ridotti ad una specie di razza aliena dalla disobbedienza dei chierici , commentarono con le parole del Magistero immutabile della Chiesa quel tristissimo "evento"  QUI , QUI , QUI  e QUI  N.d.R.) della Chiesa di Albiano in Valle di Cenbra, arriva nel cuore della città la Messa Reggae, o meglio il progetto Reggae Worship, sigla con cui da circa un mese sta girando il tam tam nei social per l’evento in Chiesa di San Carlo. 
Non una band promotrice dell’evento, ma un’idea nata all’interno del Gruppo giovani della Parrocchia assieme a Don Lino Zatelli che in Clarina ha adottato una pastorale di innovazione e modernamento, capace di attirare i giovani, tanto da animare la messa con canti reggae. ( Da internet effettivamente apprendiamo che lo stesso Parroco aveva proposto " la prima Misa Flamenca che sia mai stata svolta in Italia nella sua forma completa di canto, chitarra e danza" N.d.R.)  
Ore 20,30 sabato tutta la funzione religiosa sarà accompagnata dai canti liturgici adattati in chiave reggae di cui Don Lino dice «L’Alleluja suonato e adattato in musica reggae è bellissimo, così come il Santo e tutti i canti. 
E’ da un mese che tutti i mercoledì vengono fatte le prove qui in parrocchia dalle 20 a mezzanotte e posso assicurare che la musica reggae è godibile, allegra, gioiosa e ballabile.
Abbiamo lavorato sodo e abbiamo trascritto tutti i canti della messa con questo ritmo che ne ha dato un valore aggiunto in dolcezza e armonia. 
Lo scopo è quello di arrivare ai giovani, di portare il messaggio cristiano fuori dalle mura della chiesa, adottare linguaggi diversi per trasmettere un pensiero di fede in linea con le ultime lettere di Papa Francesco (quali sarebbero queste " lettere " del Santo Padre ??? N.d.R.) e della Pastorale Giovanile della Diocesi». 
Il progetto è nato dal gruppo giovani della chiesa di San Carlo in Clarina che hanno coinvolto amici musicisti, che arrivano anche dalle valli del Trentino, nonché coristi di altre parrocchie per un organico di chitarra, pianola, piano,basso, batteria e chitarra elettrica, di cui Mauro Iseppi, Luca Raffaelli, Piero Giacomuzzi, Matteo Conci, Andrea Conci, Francesco Lanzingher, le voci di Franco Lacchin, Aura Zanghellini e Sara Bertò a cui si somma un coro di una trentina di coristi che hanno scelto il reggae quale musica a cui affidare i testi della liturgia cantata e poi sempre il reggae per il concerto a fine messa. 
Dopo la funzione infatti le mura della chiesa di San Carlo ospitano il concerto di cover della reggae band americana Cristafari. 
Band che dal 1990 ruota attorno alla personalità del ministro religioso Mark Tansoback Mohr, rasta fino all’età di 17 anni che dopo incontro con la fede cristiana promuove attraverso la sua musica il messaggio e la fede cristiana a tutte le persone compresi i rastafariani, ossia i seguaci del credo rasta. 
«Il messaggio reggae - dice don Lino- è un messaggio positivo di pace e amore che ben si sposa con la fede cristiana. 
Pensare che il reggae sia un mondo dove si spinella e si ciondola è da persone bigotte culturalmente, così come è successo con il rock della Messa rock ad Albiano, dove solo chi è chiuso mentalmente può aver associato la musica rock al satanismo o al male». 
I quarantacinque minuti di messa avranno sabato sera otto brani cantati in ritmo a levare cui seguirà un ulteriore concerto di quarantacinque minuti. 
«Il grande lavoro attorno a questo progetto ha già l’invito di altre parrocchie per un bis, e immagino che ci sarà una registrazione della serata visto che la chiesa sarà preparata con tutta l’attrezzatura per la riuscita del concerto compresa amplificazione e fonico». 
21 febbraio 2014  Trentino Corriere 

A.C.

10 commenti:


  1. È la conseguenza della perdita del senso di cosa sia la messa: si cerca di sostituirlo con un senso purchessia, raccattato nel mondo circostante. Qui si è attinto al revival anni Settanta, altrove abbiamo visto che si è andati a pescare negli spettacoli circensi o nelle sagre paesane. Presto forse arriveranno parroci sportivi che metteranno due pali e una rete intorno all’altare e inviteranno i fedeli a tirarvi un pallone dopo esserselo passato. E l’esempio lo danno i cardinali che fanno allegramente le ole negli stadi. Con questa tenebra che avanza inesorabile è veramente un delitto che quanti possiedono ancora sentimento del sacro si mettano a bisticciare e recriminare fra di loro su questioni marginali invece di unire le loro forze per cose molto ma molto più importanti

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  2. Esatto!
    Combattiamo le lebbies malthusiane!
    Contrastiamo l' ideologia gender che i programmi dell' UNAR propaganderanno nelle scuole ai nostri bambini!
    Con i soldi della gente ignara di tutto!

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  3. Però bisognerebbe distinguere. Le pagliacciate sono una cosa, adattare i testi liturgici di sempre a melodie anche contemporanee può ossere fruttuoso. Anche le messe di Mozart o Vivaldi o altri erano contemporanee a suo tempo, però viverle nella liturgia è qualcosa di fantastico. Ho ascoltato la Missa criolla. Respira veramente il sacro. Che si critichi le fantasie liturgiche mi sta anche bene, però adattare i testi di sempre a melodie contemporanee non mi sembra essere las tessa cosa.

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    1. Paragonare Vivaldi e Mozart alla musica reggae dei cannaioli jamaicani è una cosa che grida vendetta al Cielo!

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    2. Perchè griderebbe vendetta? Perchè sono cannaioli? O per la qualità della musica?

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  4. Però ci dovrebbe essere un limite, e del buon senso, perché adattare il Padre nostro a The sound of silence di Simon and Garfunkel, fa tanto Sister act, ma offende il senso di sacralità che non andrebbe mai dimenticato, le messe sono per celebrare il Signore, non i nostri mutevoli gusti....o no?

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  5. Siamo due giovani dell'Arcidiocesi di Trento, e abbiamo osservato con dispiacere che questo "evento" (e non assolutamente Santa Messa!) non sia altro che la goccia che fa traboccare il vaso nell'ambito dei moltissimi abusi liturgici che anche in questa diocesi sono molto diffusi fra il Clero. Ci domandavano -essendo ancora molto giovani- se non fosse il caso che qualcuno di più maturo inviasse una relazione su ciò alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in quanto è al limite del sopportabile (citando Paolo VI) ... Matthaeus ac Joannes Marcus

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  6. una figata invece!potrei pure tornarci in chiesa per una cosa del genere!100000 di questi preti!bravo!!!

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  7. Siamo due giovani dell'Arcidiocesi di Trento, e siamo un po' preoccupati per l'evento (e non certo Santa Messa!) svoltosi sabato 22/02 nella chiesa di S. Carlo. Preoccupante è il fatto che è l'ennesimo degli abusi liturgici, molto radicati anche nella nostra diocesi, e che il volantino che pubblicizzava l'evento (guardatelo, lo trovate su Immagini, è un orrore) è stato pubblicato sul sito dell'Arcidiocesi! Inoltre, se cercaste, potreste trovare molti articoli di giornale che esaltano l'evento. La mentalità che c'è dietro è ancora peggio di quello che hanno fatto! Ci chiedevamo quindi se qualcuno di più maturo di noi non ritenesse di fare una relazione su ciò alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti... Matthaeus ac Joannes Marcus

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    1. Andiamo a Messa perché troviamo Gesù che è lì per noi, non perché ci piace la musica o perché il prete è "alternativo". Non mi pare che nell'ultima cena N. S. si sia divertito, né abbia strimpellato motivi allegri per attirare giovani e meno giovani. Mi fa piacere che voi, ragazzi, abbiate le idee chiare su questi argomenti. Spero che la quaresima ci aiuti tutti ad entrare con la mente e con il cuore in questo grande dono che Gesù ci ha fatto.

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La Redazione