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sabato 21 dicembre 2013

Bugie! Sono stata ingannata!

Nell'omelia quotidiana del 20 dicembre il Papa ha presentato Maria Santissima come icona del Silenzio che copre il Mistero di Dio. Facendo riferimento all'atteggiamento di fede della Vergine Maria al Calvario, il Pontefice si è espresso con queste parole:

Il Vangelo non ci dice nulla: se (Maria) ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”.
Due domande sorgono alla mia mente.
La prima domanda è certamente dettata dalla mia ignoranza: in quale documento/discorso Giovanni Paolo II ha attribuito queste parole alla Vergine Maria?
Cercando qui e là ho potuto rileggere questa riflessione di Giovanni Paolo II:
"Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv 19,25). Il Concilio afferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata», in questo modo Maria «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce»: l'unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell'angelo al momento dell'annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Sarà grande..., il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre..., regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Ed ecco, stando ai piedi della Croce, Maria è testimone, umanamente parlando, della completa smentita di queste parole. Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori...; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is 53,3). Quanto grande, quanto eroica è allora l'obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «si abbandona a Dio» senza riserve, «prestando il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà» a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l'azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l'influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. Infatti, «Gesù Cristo, ... pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini»: proprio sul Golgota «umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce» (Fil 2,5). Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata. Sul Golgota Gesù mediante la Croce ha confermato definitivamente di essere il «segno di contraddizione», predetto da Simeone. Nello stesso tempo, là si sono adempiute le parole da lui rivolte a Maria: «E anche a te una spada trafiggerà l'anima»" (Redemptoris Mater 18).
Salvo miglior giudizio, non mi pare affatto che le parole di Giovanni Paolo II corrispondano a quelle attribuitegli da papa Francesco. La fede di Maria viene è detta "eroica" e "ben più illuminata" rispetto a quella degli altri discepoli. Nessuna allusione a eventuali dubbi della Vergine.
La seconda domanda riguarda invece il più ampio contesto della Rivelazione e della teologia: su quali argomenti teologici si basa il Pontefice per pronunciare un giudizio così prorompente sulla Beata Vergine Maria? Non ci è dato saperlo.
Se i dubbi e le domande di Maria (che, così formulate, non esiterei a definire blasfeme) non trovano supporto nella Rivelazione, si collocano invece perfettamente nel contesto del pensiero bergogliano più volte espresso.
La fede, per essere autentica deve conoscere l'incertezza:
"Sì, in questo cercare e trovare Dio in tutte le cose resta sempre una zona di incertezza. Deve esserci. Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. Per me questa è una chiave importante. Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui. Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per se stesso. Le grandi guide del popolo di Dio, come Mosè, hanno sempre lasciato spazio al dubbio. Si deve lasciare spazio al Signore, non alle nostre certezze; bisogna essere umili. L’incertezza si ha in ogni vero discernimento che è aperto alla conferma della consolazione spirituale" (intervista alla Civiltà Cattolica).
Il papa ha conosciuto l'incertezza:
"Chi di noi – tutti, tutti! – chi di noi non ha sperimentato insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede? Tutti! Tutti abbiamo sperimentato questo: anche io. Tutti. E’ parte del cammino della fede, è parte della nostra vita. Tutto ciò non deve stupirci, perché siamo esseri umani, segnati da fragilità e limiti. Tutti siamo fragili, tutti abbiamo limiti: non spaventatevi. Tutti ne abbiamo!” (Udienza generale, 30 ottobre 2013).

Si oserà allora strappare la Madonna ai dubbi e all'incertezza, attribuendole una fede autoreferenziale, dogmatica e perciò, inautentica? Non sia mai!
DR

1 commento:

  1. Alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà e non c'è e non ci sarà nessuna "incertezza"...non manca molto...

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