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mercoledì 31 luglio 2013

Francescani dell'Immacolata : il Comunicato del Coordin. Naz."Summorum Pontificum"

Il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum (CNSP) preso atto con filiale rispetto del particolare momento di riflessione chiesto dalla Sede Apostolica alla Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata, volendo evitare ogni indebito giudizio in questioni interne ad un Istituto Religioso di diritto pontificio, esprime, tuttavia, viva preoccupazione che le nuove disposizioni relative alla celebrazione della forma straordinaria del rito romano da parte dei RR. Padri della Congregazione possano in qualche modo privare numerosi coetus fidelium del prezioso servizio liturgico sin qui loro assicurato. 
Una simile circostanza rischierebbe, in concreto, di ostacolare l’esercizio di un diritto dei fedeli – riconosciuto e regolato dalle norme generali del Motu Proprio Summorum Pontificum e dall’Istruzione Universae Ecclesiae - a suo tempo disposto dalla mente di S.S. Benedetto XVI a maggior gloria di Dio e a santificazione del Suo Popolo, “discordiam vitando et totius Ecclesiae unitatem fovendo” (SP - art. 5, § 1). 
Il CNSP confida, pertanto, che gli Ecc.mi Vescovi e le altre Autorità Ecclesiastiche competenti vogliano provvedere con paterna sollecitudine ad assicurare la regolarità delle celebrazioni delle SS. Messe nella forma straordinaria e in particolare per quei coetus fidelium finora affidati al fecondo apostolato della Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata, affinché tutti i fedeli che lo desiderano possano continuare a vivere la loro Fede secondo il ritmo della forma straordinaria della Sacra Liturgia, in un vero sentire cum Ecclesia. 
Per sostenere questo impegno, il Coordinamento invita ad elevare fervide preghiere alla SS.ma Vergine Maria Immacolata perché i tanti coetus fidelium che si stanno costituendo ricevano sempre l’attenta cura pastorale dei loro Ordinari e il Motu Proprio sia pienamente applicato in ogni Diocesi.
Piacenza, 30 Luglio 2013. 
Per il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum 
Emanuele Fiocchi

5 commenti:

  1. Non capisco perché la messa Novus Ordo viene sempre definita Rito Ordinario e la Messa Tridentina Rito Straordinario.
    Come se la prima fosse quella vera, quella ordinaria, quella normale e l'altra qualcosa di particolare, di strano, legata a una Chiesa particolare come ad es quella di rito Armeno o quella Greco cattolico.
    Invece è il contrario.
    Ordinaria è la Messa tridentina, quella millenaria, di sempre, modificata è la Messa di Paolo VI.
    Secondo me bisogna anche evitare di chiamarla Messa in latino in contrapposizione alla Messa in lingua volgare.
    Perché questo fa pensare che siano la stessa Messa mentre non è così.
    La Messa tridentina, in latino, ripropone ogni volta il Sacrificio di Cristo crocifisso per la nostra salvezza (accetta quest'Ostia Immacolata)al quale il popolo assiste raccolto, silenzioso e inginocchiato.
    La Messa di Paolo VI è una cerimonia nella quale si ricorda solamente l'Ultima Cena.
    In essa il popolo dialoga, partecipa cantando, suonando chitarre e talvolta ballando.
    Per rendere giustizia e valorizzare la Messa tridentina e sottolineare le differenze occorre smettere di chiamarla Messa in latino e chiamarla appunto Tridentina, Preconciliare, Messa di sempre e chiamare l'altra Messa di Paolo VI o Postconciliare o Nuova messa, sottolineandone la recente istituzione

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    1. I nomi "Forma ordinaria" e "Forma straordinaria" li ha utilizzati Papa Benedetto XVI.

      Quindi: tacere e riflettere.

      Oremus pro Pontifice nostro Francisco.

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    2. Appunto. Li ha creati un papa conciliare che si è inventato il Summorum per abbindolare i cattolici renitenti alla Messa conciliare e contrastarne l'allontanamento.
      E, in linea con le sua convinzioni, ha definito ordinaria la Messa (semi-protestante) conciliare, quella che piaceva a lui (per valorizzarla) e straordinaria, quindi di secondo ordine, una cosa da fare una tantum, la vera Messa (per sminuirla).
      Francisco ora le ha assestato la prima mazzata. Colpirne uno per educarne cento.
      Come può amare la Messa tridentina uno che fa ballare i suoi vescovi sotto la guida di uno sbarbatello, simili ai bagnanti al mare o ad una festa in famiglia quando tutti sono brilli?
      Io sono sicuro che è stata una sua pensata e si divertito da matto a vederli dimenarsi. Quello è un gesuita, attenti.
      Perciò, almeno sui siti che amano la Messa di sempre, smettiamola di utilizzare le definizioni straordinaria ed ordinaria per identificare le due Messe, ma definiamole preconciliare o tridentina la prima e conciliare o di Paolo VI la seconda.
      Smettiamo di chiamarla Messa in latino, definizione che può farla sembrare un rito élitario, da snob, cosa che non è.
      Mia nonna era contadina con la terza elementare, recitava le preghiere in latino e capiva tutto, ascoltava la Messa in latino e capiva tutto.

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    3. Il rito antico con il suo rapporto mistico con il sacrificio del Cristo mi aveva fatto riavvicinare alla Chiesa e per qualche anno mi sono sentito veramente un'altra persona.
      Ora con tutto questo stato confusionale ,le cattiverie che noto da parte di una parte del clero contro un'altra parte,hanno fatto in modo di allontanarmi di nuovo.
      Sinceramente a me non piace questo Papa Pop;andrà di moda ma a me non piace proprio,quindi preferisco allontanarmi in buon ordine.
      Piergiorgio Buglioni

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  2. L 'esempio educa più di mille parole, cominciasse Franceschina a tacere e riflettere.

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