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martedì 18 giugno 2013

"Catechismo medioevale" : la Chiesa di Santa Maria Assunta di Muggia (Ts)

Dal blog  Traditio Liturgica proponiamo il filmato che, prendendo spunto dall'interno  della chiesa medioevale di Santa Maria Assunta di Muggia (Ts) che risale al X secolo, ci offre "una sorta di "catechismo medioevale".
Nel video vediamo gli elementi arredativi per la Liturgia " ...il pulpito, sul quale si cantava il vangelo e si teneva l'omelia e il santuario nel quale trovavano posto i cantori attorno al leggìo. Su quest'ultimo era sistemato il libro graduale, in cui erano contenuti i pezzi variabili del canto per la Messa. ...
Il santuario, visto dall'alto del pulpito, risultava chiuso da due cortine mentre un velo stava sull'altare: il primo velo (quello che copriva il calice e la patena), il secondo velo (quello che racchiudeva il luogo attorno all'altare), il terzo velo (attorno al presbiterio). 
Queste cortine al di fuori del tempo della Messa o semplicemente della liturgia, rimanevano chiuse. 
Della loro esistenza ne parla Innocenzo III (1160-1216) in una sua famosa opera liturgica: Il De Sacro Altare Mysterio. 
Nell'epoca rinascimentale queste divisioni cadono in desuetudine (rimane solo il velo sul calice che oggi è praticamente sparito). 
Avviene questo perché, penso non a caso, il rinascimento ha posto in ombra gli aspetti della mistica ben presenti nel mondo medioevale. 
Mentre l'uomo medioevale rimaneva estasiato e rapito nella contemplazione della bellezza del cosmo e di una chiesa (che lo riassumeva), all'uomo rinascimentale pare inopportuno assumere quest'atteggiamento e si fa sempre più manipolatore della natura. 
Nulla ferma il suo sguardo e la sua curiosità indagatoria, al punto che questo ha una ricaduta pure nell'ambito della stessa liturgia: spariscono i veli!
Quello che per il mistico mediovale era necessario velare, affinché nel simbolo Dio si manifestasse, per il rinascimentale è necessario vedere, quasi in preda ad un'ansia di possesso degli arcani della natura e del Divino ad essi soggiacente. 
Ma con quest'atteggiamento il Dio ricercato si allontana e la chiesa ha il non remoto rischio di trasformarsi in "museo dell'ateismo", come si diceva significativamente nella Russia sovietica. ...
... E' questo che spiega quel senso di desolazione che si sente oggi entrando in non poche chiese. ...la liturgia, è bene ripeterlo, non è assolutamente concepibile se non all'interno della chiesa stessa. 
Detto diversamente, l'unico "contenitore" della liturgia non può che essere la chiesa, in quanto edificio, in tutta la sua valenza simbolica. 
 Pensare di fare una liturgia all'aperto (come si fa oggi in Occidente e, in qualche raro caso, in Oriente) sarebbe stato come pensare di far correre il sangue umano al di fuori del corpo”. 



Si ringrazia la Redazione del blog Traditio Liturgica.

1 commento:

  1. Il video è interessante però vorrei segnalare che quello che viene menzionato come "pulpito" in realtà è l'ambone, che è il luogo proprio della proclamazione del Vangelo.
    Il pulpito venne introdotto successivamente al Concilio di Trento ad opera di S. Carlo Borromeo per una maggiore efficacia della predicazione della Parola di Dio, ma non per la lettura del Vangelo.
    Infatti, a differenza del Medioevo e dell'epoca paleocristiana, dopo il Concilio di Trento il Vangelo veniva proclamato all'altare (Cornu Evangelii) per "evidenziare" con maggior enfasi la riattualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo sulla Croce e quindi nella presenza reale nel SS. Sacramento dell'eucarestia celebrato sull'altare.
    Se infatti ci facciamo caso la stragrande maggioranza dei pulpiti è a metà navata proprio per agevolare l'ascolto della predica, cosa che sarebbe impensabile per la lettura del Vangelo per cui i presbiteri e i chierici stavano prettamente nel presbiterio mentre i fedeli laici stavano al loro posto nelle navate, proprio per sottolineare anche la differenza dei ruoli, e quindi per contrastare quella che è stata una delle più tragiche e rovinose ferite all'interno della Chiesa: la rivoluzione protestante.

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