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venerdì 2 novembre 2012

La Forza Della Verità: Padre Tomas Tyn, un aiuto nell’anno della Fede, l'intervento di Francesco Bernardini ( ultima parte )

Pubblichiamo l'ultima parte dell'intervento di Francesco Bernardini sulla figura di Padre Tomas Tyn che si è tenuto a Rieti il 19 ottobre scorso.



3.      La sottolineatura sul fatto che tale rito rende “somma gloria a Dio”
E’ da poco tempo che nell’ambito ecclesiale sono venute alla luce in maniera visibile anche ai non addetti ai lavori, si sono presentate se non al grande pubblico almeno al pubblico dei fedeli più attenti, le denunce ai deleteri effetti che il cosiddetto “spirito del Concilio” ha apportato alla Fede di tutta la comunità ecclesiale. 
Pensatori come De Mattei, mons. Ghelardini, padre Vanzetta, padre Cavalcoli, etc … sulla scia dell’allarme lanciato dal Santo Padre con l’invito ad usare “l’ermeneutica della continuità” nella lettura del CVII  hanno sollevato più di un punto interrogativo e più di una critica alla interpretazione del CVII che la Vulgata modernista ha data e continua a dare dei documenti conciliari, le critiche sono state tanto più incisive in quanto costruite oltre che su aspetti teologici anche e soprattutto su aspetti pratici andando ad analizzare i frutti velenosi che tali interpretazioni hanno generato. In questa piccola riflessione mi limiterò alle critiche in ambito liturgico. 
Se è vero, come è vero, che niente della liturgia cosiddetta riformata viene direttamente dal CVII in particolare dalla “Sacrosantum Concilium” costituzione sulla liturgia, è anche vero che senza il CVII e la sua cattiva interpretazione certe storture non sarebbero nate. In questo ambito varrei esaminare solamente la deriva “antropocentrica” che la liturgia ha intrapreso e che tuttora miete vittime nella Fede dei semplici fedeli. 
La sottolineatura che padre Tyn fa sul fatto che il rito antico rende “somma gloria a Dio” è esplicita critica alla liturgia riformata che non renderebbe somma gloria all’Onnipotente. 
Effettivamente molti sono i punti che nel rito della Messa riformata hanno fatto perdere ai fedeli, forse anche al di là delle intenzioni, il senso del Sacro e dell’irriducibilmente Altro che tale rito dovrebbe infondere. 
L’insistenza maniacale sul concetto di “assemblea” di “popolo di Dio” con cui i fedeli sono stati educati in questi ultimi 45 anni ha portato i suoi frutti (velenosi). Se ci si riunisce la domenica come assemblea è evidente che l’iniziativa è nostra che formiamo un insieme di persone, siamo noi che “scegliamo Lui” e non è più Lui che “ha scelto noi”, la nostra buona volontà è evidente e quindi siamo già praticamente salvi, ovvero non abbiamo pienamente bisogno di tutti i tesori di Grazia che dal Sacrificio Eucaristico ci vengono elargiti, questi tesori ci sono concessi non per Grazia ma perché la nostra partecipazione ci ha guadagnato dei meriti. A questo proposito vorrei raccontare un piccolo episodio accaduto a me a Livorno. Ero andato, insieme ad alcuni amici, in una parrocchia dove padre Lanzetta avrebbe tenuto una conferenza. 
La conferenza fu preceduta da una veglia Eucaristica che finì con l’invito del sacerdote a cantare in coro ritmato e saltellare una strofa da stadio di calcio: “Chi non salta peccatore è” . Tutti, o quasi, si misero a saltare, evidentemente non si sentivano peccatori, io in uno slancio di onestà intellettuale non saltai. 
Per inciso il sacerdote di cui parlo è quello che ha preso la bella iniziativa apparsa anche sui giornali nazionali di fare in modo che la parrocchia adottasse una bambina che altrimenti sarebbe stata uccisa nel seno materno. La posizione del sacerdote durante la celebrazione ha sicuramente un connotato antropocentrico. Il senso ultimo è l’autosufficienza, la chiusura, il celebrante guarda i fedeli, i fedeli il celebrante ed il cerchioo è chiuso, ci siamo tutti e non abbiamo bisogno di Altro … tutto è compiuto. Nel rito antico, con il sacerdote rivolto insieme ai fedeli verso l’altare e quindi verso Gesù che si offre, si esprime, davvero questa volta, l’unità dei fedeli che radunati da Lui e guidati dal Sacerdote sono in cammino verso l’incontro Eucaristico. 
Gregge in cammino verso l’unico Pastore. Si dirà che è apparenza, materialità ? 
Ma cosa è la Sacra Liturgia se non materia significante verità sublimi di Fede ? Ma lo stesso Signore avrebbe potuto donarsi a noi in qualsiasi modo avendone ovviamente il potere e la capacità, ma ha voluto farlo con la materia del Suo Corpo e del Suo Sangue mirabilmente ottenuta con la Transustanzazione del pane e del vino. 
Non lasciamoci prendere perciò dallo “spiritualismo” come rifiuto assoluto della materialità, tale modo di vedere la realtà è un sentimento ferocemente anti-cattolico. Per inciso l’abbandono degli altari per i “bassari” (altari piccoli e brutti) non ha certo contribuito a migliorare le cose. 
Anche la partecipazione attiva di tanti fedeli al rito, e fatta senza la minima preparazione, aumenta il senso di antroprocentrismo, ognuno porta il suo piccolo contributo ed ecco organizzata la cena, la festicciola, alla fine invitiamo anche Lui ma siamo noi che organizziamo e facciamo. 
Non ci crederete ma mi è capitato di sentir dire che la domenica si va alla Messa per “incontrare gli amici”, e se vogliamo fare un sondaggio vedremmo che è molto più sentito tra i fedeli il concetto conviviale che non quello di Sacrificio, sarebbe ingiusto incolparli, i fedeli, di avere queste strane idee, le colpe sono di altri. 
Anche la formula recitata prima della Comunione dei fedeli è stata volutamente storpiata per rendere l’idea della nostra centralità anche nell’accostarci all’Altare per ricevere l’Eucarestia. Le parole sono quelle del centurione a Gesù che va a sanare il servo, ma mentre nel Vangelo l’attore è Gesù: “Signore non sono degno che tu venga nella mia casa …” nella formula recitata l’attore sono io: “Signore (io) non sono degno di partecipare (io) alla tua mensa …”. Sembrano quisquilie, ma trattandosi di Celebrazione Eucaristica niente è quisquilia, tutto si tiene … Tralascio per brevità di affrontare il problema della comunione in piedi e sulle mani, il problema dei canti scesi a livelli da balera e degli strumenti usati che sono punti più evidenti e sui quali vi prego di porre, quando lo vorrete, la vostra attenzione. 
Colpo definitivo alla vittoria della causa antroprocentrica della Celebrazione Eucaristica è dato dalla serie innumerevole e raccapricciante di abusi che si compiono, abusi di tutti i tipi arrivando fino allo spregio del Corpo e del Sangue di Cristo … se è vero che tali abusi non derivano direttamente dal rito è anche vero che il rito tali abusi li facilita in quanto lascia troppe libertà al celebrante. Sugli abusi se ne potrebbero raccontare, purtroppo, tantissime ed ognuno di noi ne ha visti di tutti i colori. 
Preghiamo perché qualcuno intervenga per porre almeno dei limiti perché certe cose offendono profondamente i fedeli ed è inutile richiedere il rispetto per la nostra Fede se sono i sacerdoti stessi a non aver rispetto per le Cose Sacre. Il movente degli abusi è quasi più farneticante degli abusi stessi, è la ricerca del folklore, del sensazionale per soddisfare gli uomini a scapito di Dio
4.      La bellezza del rito e l’accoglienza dei singoli fedeli  
Contrariamente a quanto si crede la diffusione della Messa Antica non è ostacolata tanto dalla scarsa accoglienza tra i fedeli quanto dall’ostruzionismo, più o meno velato, più o meno forte da parte dei vescovi e degli apparati diocesani, potrei raccontare l’episodio accaduto a me, ma per carità di patria (o di diocesi) non lo farò. 
Alla opposizione dei vescovi si somma quella della maggioranza del clero locale e dei personaggi che io chiamo “professionisti della liturgia”, coloro che a vario titolo girano intorno alla Messa riformata; parlo dei lettori, degli animatori liturgici, dei cantautori, dei suonatori di strumenti improbabili come chitarre, tamburelli, sassofono etc, dei declamatori delle intenzioni proprie alla preghiera dei fedeli, dei ministri straordinari dell’Eucarestia, che ormai non solo sono ordinari ma molto spesso non hanno nessun mandato e vengono chiamati a svolgere il loro compito li per li, nominati seduta stante dal parroco che stanco dalla Celebrazione fa bella mostra di sè sul trono al centro dell’altare. 
Tutta questa gente si sente importante, ognuno nel proprio compito, e vede come il fumo negli occhi la possibilità di tornare ad essere “semplice fedele”, chi vi parla ha vissuto tanti anni in tali ambienti. Per ultimo c’è la stampa cosiddetta cattolica con capofila in Famiglia Cristiana che fa di tutto per nascondere ai fedeli la possibilità offerte della “Summorum Pontificum”. 
C’è stato qualche mese fa il caso clamoroso del teologo di Famiglia Cristiana, per inciso è di Pisa e lo conosco, che rispondendo ad un fedele che chiedeva informazioni ha fatto intendere ai lettori che la Messa Antica veniva celebrata solamente dai lefevriani, la cattiva fede era evidente … gli scrissi indignato e non si scusò, anzi mi accusò di essere poco “politico”. 
La bellezza del rito è tale che non è descrivibile a parole, i fedeli molto spesso sono prevenuti dalla cattiva informazione ricevuta , ma la mia esperienza mi dice che se si riesce a portarli alla celebrazione, magari più di una volta, alla fine capiscono e si appassionano, innamorati dalla bellezza che trasuda in ogni singolo atto del Rito antico. 
Mi viene in mente l’amore, la compostezza, la presa di coscienza di quello che accade, la precisione con cui i chierichetti di Livorno servono alla S. Messa domenicale, sono ragazzini da 12 a 6 anni, eppure guardarli intorno all’altare scalda il cuore e l’anima, non finirò mai di ringraziare il Signore per la Grazia che ci dà anche da questo punto di vista. Se poi la Messa è cantata , oppure solenne, oppure pontificale si raggiungono dei vertici di bellezza incredibili.
5.       Piccola polemica sulla sua soppressione pratica 
Dice padre Tyn “… Non ho mai potuto capire, e neanche adesso riesco a capire, perché tanta bellezza debba esser stata espulsa dalla Chiesa … “ effettivamente non è facile capirlo, ma solo se non allarghiamo lo sguardo a quello che è accaduto alla Sacra Liturgia. 
Non voglio ovviamente interpretare padre Tyn ma penso, lasciatemelo pensare, che la sua affermazione fosse retorica, penso che il padre capisse e capisse perfettamente. 
C’è stato, subito dopo il CVII, il tentativo in parte riuscito di svuotare la Liturgia Cattolica della propria identità. Il nuovo rito è stato fin dall’inizio criticato dalla parte più accorta della Gerarchia come un preoccupante allontanamento dalla Tradizione Cattolica, queste voci sono rimaste inascoltate e si è proceduto sulla strada della banalizzazione e della protestantizzazione dei Sacri Riti. La vicenda della comunione sulle mani è emblematica, tale  pratica, nata come sperimentale e con l’opposizione della metà della CEI, è passata come pratica definitiva senza nessuna approvazione ufficiale. 
E’ tanto invalsa la banalizzazione della distribuzione dell’Eucarestia ai fedeli che per qualche tempo sono stato ripreso dal mio parroco perché mi avvicinavo al Santissimo con le mani giunte in preghiera  e facevo la Comunione in ginocchio ed in bocca. 
Ogni tanto mi accade ancora quando per svariate ragioni assisto alla Messa riformata in luoghi diversi dalla mia parrocchia. 
Si leggono sulla rete, non sono in grado di verificarne l’autenticità, casi di sacerdoti perseguitati dai propri vescovi perché celebravano, magari di nascosto, secondo il rito antico. 
Lo stesso San Pio ha sempre celebrato secondo il rito antico, questo fatto è naturalmente censurato.
6.       Polemica rovente con la componente modernista che tale rito non accetta 
Padre Tyn sembra volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe, ha centrato pienamente da dove nasce l’idea modernista oggi come ieri, nasce dall’insofferenza di una casta intellettuale ed autoreferenziale verso un’idea di Fede che non distingue la nonnina che recita il Rosario tutti i giorni dal teologo alla moda, anzi la Fede Cattolica deve molto di più alla prima che non al secondo. 
Uno dei problemi che stiamo vivendo in maniera drammatica e che i teologi hanno coperto il vuoto di potere nato dal defilarsi della Gerarchia. 
Da una Chiesa apostolica siamo passati di fatto ad una Chiesa intellettualica … brutto termine … Chiesa fondata su una classe intellettuale anzichè sui successori degli apostoli. 
La  classe dei teologi, che di per sè non dovrebbe avere nessun potere, ha di fatto capito come fare a guidare la Chiesa. Si parte con il lanciare sui mass-media una idea, si pubblicizza come esigenza di modernizzazione, si squalifica chi ha il coraggio di opporsi dopo di che si opera come se l’idea fosse stata approvata da chi dovrebbe farlo. Dopo un poco di tempo l’idea viene accolta dai fedeli ed il gioco è fatto. Naturalmente la classe degli intellettuali aborre e combatterà fino alla morte ogni ritorno alla sana Tradizione e quindi il ritorno dei fedeli al rito antico. Tale ritorno suona loro come sconfitta dello “spirito del Concilio” che vede come cosa buona e giusta ogni cambiamento purchè proceda nel senso desiderato dal mondo. In modo che sia la Chiesa a seguire il mondo e non il mondo la Chiesa. Una Chiesa del genere sarebbe finalmente perfettamente integrata nel mondo e non sarebbe più segno di divisione e Sacramento di salvezza, Corpo Mistico di Cristo irriducibilmente altro rispetto ad ogni società umana anche la più perfetta.
Vorrei rivolgere in ultimo un appello agli amici reatini qui presenti ma anche a coloro che non sono qui. Cercate in ogni modo di formare un gruppo stabile per riuscire ad avere anche in questa vostra Diocesi, vicina a San Francesco, una celebrazione della S.Messa Vetus Ordo almeno una volta la settimana. Il compito non sarà facile, ma è esaltante. 
Per arrivare ad ottenere qualcosa occorre pubblicizzare l’idea, spiegare ai male informati, portare i più tiepidi ad assistere alle celebrazioni etc . 
Per iniziare questo cammino io e l’amica Giuliana Calastri abbiamo, questa estate, fatto due mattinate di volantinaggio in 2 supermercati della città, qualche risultato l’abbiamo avuto … Gianni l’ho conosciuto così. 
Occorre insistere. 
Potete fare riferimento all’amica Giuliana scambiandovi l’indirizzi mail e quanto prima vedervi o vederci tutti insieme per cominciare ad organizzare la cosa. 
Per quanto mi riguarda assicuro tutta la collaborazione mia e del “Circolo Ragionar Cattolico” e magari anche degli amici di Livorno che più di me seguano attualmente la cosa nella nostra città toscana. 
Lavoriamo nella piena coscienza di fare cosa gradita a Gesù Cristo Nostro Signore e affidiamo questo nostro/vostro tentativo alla protezione della Vergine Maria.