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sabato 13 ottobre 2012

L’abbé Barthe sulla messa del Cardinal Cañizares in San Pietro a Roma: «Una riunione di famiglia» L'invito ai Cori e ai cantori


Il Coetus Internationalis Summorum Pontificum ha recentemente annunciato il programma della giornata conclusiva del Pellegrinaggio “Una cum Papa nostro”, che si terrà a Roma dal 1° al 3 novembre 2012. 
Senza eccessivo clamore, il CISP svela così anche il nome del celebrante della messa di chiusura del pellegrinaggio, sabato 3 novembre alle h. 15 nella basilica di San Pietro a Roma: niente meno che il Prefetto del Culto Divino, il Cardinale Antonio Cañizares Llovera. Per comprendere la portata di tale celebrazione, abbiamo chiesto al cappellano del pellegrinaggio, l’abbé Claude Barthe, il senso della partecipazione del Prefetto del Culto Divino al pellegrinaggio stesso. Abbè Barthe: Considerati i fini spirituali della celebrazione nella Basilica Vaticana, il fatto che il celebrante sia il Cardinale Antonio Cañizares Llovera è particolarmente commovente. 
Sappiamo, infatti, che la celebrazione è destinata: - ad offrire una S. Messa nella forma straordinaria di ringraziamento e di supporto filiale al Santo Padre nel quinto anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum; - a manifestare l’amore dei pellegrini per la Chiesa e la loro fedeltà alla Sede di Pietro; - ad esprimere visibilmente il contributo della liturgia tradizionale alla nuova evangelizzazione che il Santo Padre intende promuovere con l’Anno della Fede. 
 Ora, la qualità del celebrante, che è il responsabile della Liturgia romana in nome del Papa, dà a questo omaggio un particolare rilievo. Il Card. Cañizares Llovera, infatti, ha già celebrato più volte e in diversi luoghi la Messa nella forma straordinaria, segnatamente in occasione di ordinazioni sacerdotali, nella maggior parte dei casi su invito delle Comunità Ecclesia Dei, ma anche per i Francescani dell’Immacolata, e sempre con grande benevolenza. 
Ma oggi c’è di più: la messa sulla Tomba di Pietro sarà certamente solenne, ma anche “popolare”
Infatti, la folla di coloro che, grazie al Motu Proprio Summorum Pontificum, possono beneficiare nelle loro parrocchie della messa nella forma straordinaria – sacerdoti in cura d’anime, fedeli e seminaristi diocesani – si ritroverà intorno al card. Canizares che, in quanto delegato del Santo Padre per la liturgia, in quel giorno sarà un po’ come il “parroco” universale di tutti loro. 
Sacerdoti, fedeli e seminaristi canteranno la Missa de Angelis in San Pietro a Roma, proprio come fanno, o dovrebbero ormai poter fare, ogni domenica nelle loro parrocchie. 
Per chi conosce il carattere sensibile e affettuoso del cardinale, nonché il credo liturgico che questi semplici e comuni fedeli testimonieranno riconoscenti al Santo Padre, la celebrazione accanto a Don Antonio assume l’aspetto di una calorosa riunione di famiglia.


omissis pro opportunitate ( N.d.R.)