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giovedì 16 agosto 2012

La " Riforma " protestante : 'inizio della decadenza dell'Europa ( parte prima )



Riceviamo e volentieri pubblichiamo uno studio per il nostro blog sullo stato spirituale dell'Europa.
Tratto dal libro di Gianfranco Amato edito "Fede e Cultura", dal titolo "I nuovi Unni. Il ruolo della Gran Bretagna nell'imbarbarimento della cultura occidentale". (Pagg. 19-29)
Lo ringraziamo di cuore.


A.C.



Prima parte .

L'inizio della decadenza dell'Europa possiamo farlo risalire alla Riforma protestante, figlia dell'Umanesimo, con l'esaltazione del rapporto personale tra l'uomo e Dio e con l'affermazione del "libero pensiero" in materia di religione, elevando la ragione al di sopra della fede, finendo per divinizzare (come oggi si può constatare) lo stesso uomo, considerato l'unico arbitro di ciò che è vero, un dio che non sbaglia mai.
Il primo effetto di quel movimento religioso fu quello di sovvertire l'ordine naturale della società.


Si trattò di una vera e propria rivoluzione, madre della serie di sconvolgimenti che hanno attraversato la civiltà occidentale passando dalla rivoluzione francese alla rivoluzione di Ottobre in Russia fino alla rivoluzione sessantottina dove lo scardinamento dei valori è arrivato a livello di massa.
Il conte De Maistre (1753-1821) imputava alla riforma protestante "l'introduzione del germe dell'individualismo portatore di disordine e conflitto e origine della successiva deriva illuminista che, attraverso l'esaltazione del valore irriducibile del singolo individuo, portò al prevalere della "ragione individuale sulla ragione universale".
William Cobbett (1763-1835) arriva a dire che la rivoluzione francese è stata la "Quinta Riforma", perchè a suo dire la prima fu quella luterana, la seconda quella puritana di Oliver Cromwell, la terza, la rivoluzione inglese (1688-1689) di Guglielmo d' Orange, la quarta la rivoluzione americana.
Tutti questi avvenimenti, secondo Cobbett, sono riconducibili direttamente alla prima riforma, quella protestante.
E noi, col senno del poi possiamo aggiungere la sesta e la settima: la rivoluzione di Ottobre in Russia e quella sessantottina.
Secondo molti studiosi la riforma protestante fu quella che seminò lo spirito del dubbio, il liberalismo religioso (oggi cattolicesimo adulto) , il libero esame (in particolare nella Sacra Scrittura), l'origine della rivolta contro l'autorità ecclesiastica, incarnata nella rivolta contro il Papato.
Non pochi documenti della Chiesa cattolica riconobbero il nesso tra la Riforma protestante, la rivoluzione francese e i successivi sviluppi del pensiero che portarono fino all'ateismo.
Leone XIII nella "Vigesimo quinto anno" denuncia il filosofismo orgoglioso e beffardo del secolo XVIII da dove uscirono i funesti sistemi del razionalismo e panteismo, del naturalismo e materialismo che non sono altro, sotto nuovi modi, che errori antichi già confutati vittoriosamente dai Padri della Chiesa nei primi quattro, cinque secoli.Pio X con la "Pascendi Dominici grecis" denuncia gli errori del modernismo (oggi diffuso tra gli stessi religiosi in modo preponderante) che conducono all'ateismo e alla distruzione di ogni religione.
Secondo questo Pontefice "l'errore dei protestanti diede il primo passo in questo sentiero; il secondo, è del modernismo: a breve distanza dovrà seguire l'ateismo".
Pio XII, nel 1952, parlando all'Azione Cattolica denunciava il pericolo di queste ideologie nemiche divenute sempre più concrete, le quali proclamavano: Cristo si, la Chiesa no.
Poi: Dio si, Cristo no.
Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi Dio non è mai stato.
Da qui il tentativo di edificare la struttura del mondo senza fondamenti, che non esitava ad additare come uno dei principali responsabili della minaccia che incombe sull'umanità: una economia senza Dio, (il risultato è quello che sta sotto i nostri occhi) un diritto senza Dio, (un nuovo diritto, il quale non solo era sconosciuto in precedenza, ma per di più di un aspetto si distacca sia dal diritto cristiano, sia dallo stesso diritto naturale) una politica senza Dio (basterebbe contare le decine se non le centinaia di milioni di morti ammazzati dalle varie ideologie del ventesimo secolo per convincersene).
Nel saggio "L'Europa e la fede" lo scrittore inglese Hilaire Belloc (1870-1953) intravvide il più nefasto effetto della Riforma nel concetto da lui definito come "l'isolamento dell'anima". Applicato alla vita sociale, spiega lo scrittore inglese, risveglia nella società un nuovo, furioso aumento di forza e la rottura di ogni equilibrio stabile, nel mondo fisico come nella vita sociale, libera una prodigiosa riserva di energie potenziali: la forza che teneva unite insieme le parti del tutto si trasforma in un'altra che le separa violentemente; è l'effetto di un'esplosione.
Anche per questo è vero che la Riforma ha dato spinta a tutta una serie di progressi materiali, ma si è trattato di una "spinta caotica", su linee divergenti che potrebbero solo concludersi in un disastro.
E' attraverso questa analisi che Belloc identifica nella Riforma la "radice unica del razionalismo del XVII secolo, continuato dal materialismo del secolo XIX. Tutti movimenti, continua Belloc, che scaturirono dal bisogno dell'anima senza appoggio di crearsi da sola un sistema traendolo dal proprio intimo".
Con la Riforma nasce la visione assolutistica dello Stato moderno, di una deflagrante prospettiva di rottura rispetto alla respubblica christiana medievale, tanto che Belloc ci ricorda che un altro effetto della Riforma fu "l'adorazione dell'autorità civile", una sorta di "deificazione dello Stato e della Legge", di "adorazione dell'esecutivo", cui si sottomisero "i grandi corpi delle società umane, intossicati dagli splendori e dagli effetti vivificanti del comando".
Infatti un altro effetto della Riforma è la ricerca del lusso.
La sua prospettiva individualista contribuisce in maniera sostanziale anche allo sviluppo e alla diffusione del concetto di lusso, che nel medioevo, aldilà dell'agiata opulenza dei signori medievali, il lusso non era appannaggio di privati cittadini, ma era per lo più riservato al culto, ai palazzi pubblici e nelle pompe dei magistrati.
E' la rivoluzione luterana che accentua un approccio egoistico nella gestione dei beni terreni, sviluppando la tendenza alla loro ostentazione.
Furono tre le dottrine protestanti che ebbero un effetto devastante nei rapporti sociali: quella della Sola Scriptura, quella della Sola Grazia e quella della Sola Fede.
Con la prima si stabilisce che solo la Bibbia è l'unica vera ed autorevole guida del cristiano, il quale entra in personale e diretto rapporto con Dio, senza mediazioni ecclesiali.
Con la seconda e la terza dottrina si nega il libero arbitrio, fondamento di ogni responsabilità morale, e si proclama il principio secondo cui alla salvezza dell'anima basta la fede o la grazia divina, senza la necessità di compiere buone opere.
Queste tre teorie furono poste a giustificazione di un irrefrenabile egoismo per tutto il corso della modernità e saranno all'origine della logica del puro profitto capitalista e dello sfruttamento dei lavoratori, duramente condannati dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Lo scrittore cattolico Iginio Giordani (1894-1980) nel suo messaggio sociale del cristianesimo ha elaborato un' attenta analisi degli effetti sociali dell'individualismo protestante: "Il principio del tutti per uno e uno per tutti si sostituiva con ognuno per se e Dio per tutti. La cristianità era divisa e gli uomini non si sentivano più saldati l'uno all'altro come organismo umano-divino, ma giustapposti: ciascuno la sua Bibbia, ciascuno prete a se stesso, regolandosi come la coscienza individuale gli dettasse".
Non più famiglia , con capi il Papa e l’Imperatore, ma gruppi chiusi e Stati indipendenti.
F.V.

( Fine prima parte )

Foto : Londra, XXX Olimpiadi. 27 luglio 2012 : gli enormi e spaventosi simboli dei cosiddetti cospirativi Illuminati nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2012 di Londra.

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