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sabato 4 agosto 2012

Il Santo Curato d'Ars prega per i tutti i Sacerdoti !

Il Beato Giovanni Paolo II nel corso del suo lungo pontificato ha dimostrato una forte devozione verso San Giovanni Maria Vianney. 
Nel 1986, bicentenario della nascita del Santo, gli ha voluto dedicare la Lettera ai Sacerdoti del Giovedì Santo  in occasione della giortata dell'istituzione della Santissima Eucaristia e del Sacerdozio Cattolico . 
Ha inoltre parlato del Santo Curato d'Ars inoltre nel libro "Dono e Mistero", edito in occasione del suo 50 anniversario dell'Ordinazione Sacerdotale. Recandosi pellegrino ad Ars nell'ottobre del 1986 il Beato Giovanni Paolo II ha predicato ai sacerdoti presenti un ritiro spirituale presentando il Curato d'Ars come modello di vita sacerdotale.
" San Giovanni Maria Vianney offre una risposta eloquente a talune rimesse in discussione della identità del sacerdote, che si sono manifestate nel corso degli ultimi vent'anni. 
Ora tuttavia sembra che si stia arrivando a posizioni più equilibrate. 
Il sacerdote trova sempre, ed in maniera immutabile, la sorgente della sua identità in Cristo Sacerdote. 
Non è il mondo a fissare il suo statuto, secondo i bisogni o le concezioni dei ruoli sociali. 
Il prete è segnato dal sigillo del Sacerdozio di Cristo, per partecipare alla sua funzione d'unico Mediatore e Redentore. 
A causa appunto di questo legame fondamentale, si apre al sacerdote il campo immenso del servizio alle anime, per la loro salvezza nel Cristo e nella Chiesa. 
Un servizio che dev'essere completamente ispirato dall'amore per le anime, a somiglianza di Cristo che offre per loro la sua vita. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi, che nessuno di quei piccoli si perda (cfr. Mt 18,14). 
« Il sacerdote dev'essere sempre pronto a rispondere ai bisogni delle anime», diceva il Curato d'Ars (Nodet, p. 101). 
«Egli non è per sé; è per voi» (Nodet, p. 102).
Il sacerdote è per i laici: egli li anima e sostiene nell'esercizio del sacerdozio comune dei battezzati - messo così bene in rilievo dal Concilio Vaticano II -, e che consiste nel fare della vita un'offerta spirituale, nel render testimonianza allo spirito cristiano nella famiglia, nel farsi carico degli impegni temporali, e nel partecipare alla evangelizzazione dei fratelli. 
Tuttavia, il servizio del sacerdote è di un altro ordine. 
Egli è ordinato per agire nel nome di Cristo-Capo, per far entrare gli uomini nella vita nuova inaugurata da Cristo, per renderli partecipi dei suoi misteri - Parola, perdono, pane di vita -, per radunarli nel suo Corpo, per aiutarli a formarsi dall'interno, a vivere e ad agire secondo il disegno salvifico di Dio. In sintesi, la nostra identità di preti si manifesta nel dispiegamento «creativo» dell'amore per le anime comunicato da Cristo Gesù. I tentativi di laicizzazione del sacerdote sono dannosi per la Chiesa. 
Ciò non significa affatto che il prete possa restare lontano dalle preoccupazioni umane dei laici: deve esservi vicinissimo, come Giovanni Maria Vianney, ma da prete, sempre in una prospettiva che sia quella della loro salvezza e del progresso del Regno di Dio. 
Egli è il testimone ed il dispensatore di una vita diversa da quella terrena. 
E' essenziale per la Chiesa che la identità del sacerdote sia salvaguardata, con la sua dimensione verticale. 
La vita e la personalità del Curato d'Ars ne sono una illustrazione particolarmente illuminante e vigorosa" 
Beato Giovanni Paolo II : dalla Lettera ai Sacerdoti in occasione del Giovedì Santo del 1986.

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