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mercoledì 23 maggio 2012

Nostalgie sessantottine : "meno Messe...più Messa" . Nihil novum sub sole



Fra i tanti “slogan” post conciliari uno è attribuito al Card. Jean Marie Villot, avendolo sbandierato nel 1977 al XIX Congresso Eucaristico di Pescara : “ Meno messe.. più messa” .
Ricordo che il "mondo tradizionalista" di allora gridò, vox clamantis in deserto, allo scandalo teologico e devozionale … ma nessuno volle ascoltare e le celebrazioni delle Sante Messe diminuirono .
Per attuare quel perverso disegno chiusero tantissime Chiese, sia pur insigni per storia e per devozione, mentre si osservava, senza far nulla, il calo a picco delle vocazioni sacerdotali unitamente alle troppe richieste di "riduzione allo stato laicale" di una schiera di ex Sacerdoti ed ex Religiosi...


L’Autore di questo post ha analizzato un articolo apparso su un bollettino parrocchiale che sembra un residuato di quasi 35 anni fa …


Come pia riparazione alle nostalgie sessantottine del giovane parroco l’Autore segnala un libro che riporta la celebrazione della Santa Messa nella giusta dimensione ecclesiale e teologica.
A.C.


MENO MESSE... PIU' MESSA!
Da rimanere sbalorditi: un giovane prete, parroco novello, scrive un editoriale per il bollettino parrocchiale di netta matrice sessantottina.
Tralasciamo il lapsus di definire Cardinale il compianto Mons. Maggiolini, eccolo esordire con uno slogan inquietante: “Più messa e meno messe”.
Niente messe basse ed elitarie, meglio piuttosto tutte sciatte.
Guai a messe con pochi fedeli, quasi come se il Santo Sacrificio della Messa perdesse il suo valore a causa di un numero esiguo di fedeli ed acquisisse diritto ad essere celebrata solo in presenza di una folta “assemblea […] convocata e radunata”.
D’altronde, asserisce codesto pretonzolo, “la celebrazione della messa non è un solo fatto di preti”.
A quasi 50 anni dal Concilio Vaticano II, ancora lontano pare il traguardo della “maturità celebrativa” da parte dei fedeli laici.
Beh… dobbiamo ammettere che tale espressione era proprio pari pari contenuta nella Sacrosanctum Concilium e costituiva l’obiettivo primario che si proponeva di conseguire.
I fedeli non assistono, leggiamo ancora, ma “ogni battezzato celebra”.
Cristo no va più di moda ed ecco il tanto abito frutto della rivoluzione liturgica: “Tutti siamo protagonisti!”.
Ed ecco che in tale ottica divengono “necessarie” ai fini della buona riuscita e dell’autenticità della lode a Dio anche dei lettori preparati e dei ministri straordinari, onde non compromettere una fluida distribuzione eucaristica.
Pare non esser più vero che ad ogni Messa sia presente la Chiesa intera, terrena e celeste, bensì essendo la celebrazione di una comunità è bene che essa si raduni quanto più possibile.
Ma tenetevi forte, qualora gli argomenti esposti non fossero stati convincenti una minaccia incombe sui parrocchiani: “la dispersione a tutti gli orari proprio no”.
Lontano dai pasti potete leggere l’articolo in originale, che trovate come immagine allegata.
C'è invece chi grazie a Dio ha capito il vero senso della Santa Messa e ne ha fatto la sua vita.
La sua testimonianza vi offriamo consigliandovi quest'opera, frutto di esperienza vissuta.

Paolo Risso
LA MESSA E’ LA MIA VITA Ed. Cantagalli, 1999
Questo libro è dedicato alla meraviglia delle meraviglie operata da Gesù per tutti e per ciascuno di noi: quella meraviglia che si realizza in ogni celebrazione della Santa Messa. L'opera rappresenta un poema di teologia e di alta poesia spirituale.
E' un incontro con Gesù Cristo sempre ricco di grazia, di serenita e di pace, una risposta a tutti i problemi che assediano i fedeli cristiani e l'umanità intera.
Una risposta chiarificatrice per ogni esigenza del cuore umano, specialmente di oggi e di sempre.
L'autore con questa opera accoglie con grande cuore e pronta, filiale docilità, il ripetuto richiamo del Santo Padre a prepararsi quanto meglio possibile al tramonto del secondo millennio e all'aurora del terzo.
L'autore richiama l'attenzione sul momento piu`sublime del mistero eucaristico, la Santa Messa, dov'è Gesù Cristo stesso, non diversamente da quando sulla croce pregava agonizzando e morendo, liberandoci con la sua morte dalla nostra morte.
La Santa Messa infatti per Paolo Risso non rappresenta una mera liturgia, bensì un momento in cui è tangibile la presenza di Cristo.
* * *Nato a Costigliole d'Asti nel 1947, laureato in lettere all'Università di Torino, abilitato in filosofia e storia, è stato docente nella scuola elementare e media, al liceo classico e psico-pedagogico.
Ha all'attivo parecchie biografie di Santi, Beati e Servi di Dio e libri di catechesi, nonchè la collaborazione con numerose riviste di santuari e congregazioni religiose ed in passato con l'Osservatore Romano.
J.H.


( Per MiL, si rigrazia l’Autore )


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