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giovedì 15 dicembre 2011

(Eccessive?) Indicazioni liturgiche per l'accoglienza dell'Evangeliario ambrosiano. A quando equivalenti istruzioni per il Santissimo Sacramento?

Un nostro lettore ci ha segnalato questo articolo, aggiungendo, come commento personale, che sembra "roba da chiese luterane".
Inizialmente ci era sembrata un'annotazione un po' eccessiva.
Leggendo però le istruzioni divulgate dall'Arcidiocesi alle Parrocchie, ci pare che il lettore non sia andato troppo lontano.
Quello che ci preoccupa, sia ben chiaro, non è il dovuto rispetto riservato ai Sacri Vangeli! Il Vangelo è la Parola di Dio che ci nutre, è la Buona Novella del Maestro, è il Verbo di Dio, Nosto Signore Gesù Cristo, che si è fatto uomo e ci salva con il sacrificio della Croce. E' la Verità che ci fa liberi. E' Cristo SPIRITUALMENTE presente tra noi.

A preoccuparci è che questo rispetto sia portato all'eccesso. Ad allarmarci è l'eccessiva venerazione per il libro (che, se pur il "Libro" per eccellenza, resta solo e sempre un significante!) e per la parola (con la p minuscola!).


A farci soffrire è la (conseguente) eccessiva carenza di un'adeguata e decorosa Adorazione dell'Ostia Santissima (che, dopo la consacrazione diviene il "rappresentato": Gesù Cristo!).
In questi ultimi tempi è fin troppo evidente la macroscopica sproporzione tra l'attenzione alla Parola (se pur dovuta) e l troppa superficialità e sufficienza con cui si tratta la Santissima Trinità presente nel Santissimo Sacramento dell'Altare.
Preti e fedeli si inginocchiano sempre meno davanti al Santissimo, sia quando è esposto sull'altare, sia quando Vi passano davanti, sia quando è Gesù stesso che passa loro davanti. Addirittura tolgono le panche con gli inginocchiatoi! I preti trattano le Particole consacrate come fossero biscotti. Le travasano, da una pisside all'altra, come un croupier mischia le carte. Sbattono corporali e purificatoi come fazzoletti pieni di briciole. L'incenso alla consacrazione o all'adorazione eucaristica è bandito e, se usato, spesso è ridotto ad un filino di fumo (per non infastidire i nasi dei fedeli). Il Tabernacolo, Casa della Trinità, dimora dell'Altissimo, e porta del Cielo sulla Terra, è relegato sempre più spesso in un cantuccio buio e poco visibile delle chiese (sempre più garage!).
Insomma, si è perso di vista il fuoco dell'orizzonte.
Eccessiva venerazione alla parola (la cui proclamazione dà modo, fin troppo ampio, ai "creativi" di esaltare il protagonismo e l'ego smisurato di certi lettori -siano essi laici o suore o ministri
in sacris-) toglie la più giusta e essenziale adorazione a Gesù Cristo REALMENTE presente tra noi, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, nelle Santissime Specie Consacrate.

Era quindi necessario istruire i già fin troppo "parolai" preti ambrosiani su come "accogliere" quello che, pur degno di rispetto, è solo un libro? Sì, perchè di nuovo c'è solo la traduzione dei testi! Non quello che esso rappresenta e contiene! Questo dovrebbero già saperlo bene i preti!
Con riferimento alla Parola del Signore (e non al libro) i sacerdoti dovrebbero già riservare un decoroso e dignitoso rispetto per i Sacri Libri degli Evangeli. Il rispetto per la Parola dovrebbe essere già tributato! Una simile istruzione la avremmo capita se fosse stata inviata a seguito di sciatteria o superficialità riscontrate nelle chiese a danno del Vangelo.
Ma invece no. E allora: era proprio utile e necessaria questa istruzione? Perchè queste indicazioni son state inviate in occasione della pubblicazione di un'edizione rinnovata di un libro? Perchè son state inviate ora, quasi a segnare un qualcosa di diverso, un qualcosa di più rispetto a prima? Perchè questa premura nell' accogliere un libro, in occasione del rinnovamento di un supporto cartaceo? Forse si è sbagliato per eccesso di zelo?
Magari siamo noi a non percepire la bontà dell'iniziativa dei liturgisti ambrosiani, ma ci sembre che stiamo percorrendo un crinale scosceso.

Premesse queste considerazioni, e rinnovato il concetto che si deve tributare il giusto rispetto al Vangelo, però possiamo capire il nostro lettore ha ragione: stiamo rischiando di diventare troppo luterani e poco cattolici. E questo perchè? Si è dimenticato il Concilio Ecumenico di Trento. E pensare che anche il Concilio Vaticano II richiama più e più volte l'accento sull'Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana (Cost. Lumen gentium, 11)
Ma si sa: anche del Concilio VII si prende solo quello che fa comodo. E si tralascia ciò che è peculiarmente, ontologicamente, cattolico.

A quando allora istruzioni equivalenti per istruire i fedeli e i preti di inginocchiarsi davanti al Santissimo?


Roberto

***
Durante la messa «nella notte» del Santo Natale 2011 le comunità ambrosiane
accoglieranno ufficialmente e solennemente il nuovo Evangeliario Ambrosiano.



L’accoglienza dell’Evangeliario Ambrosiano, rinnovato sul Lezionario ambrosiano in vigore e donato alle comunità ambrosiane dal cardinale Dionigi Tettamanzi a conclusione del suo servizio episcopale in Diocesi, avverrà per tutte le comunità durante la messa «nella notte» del Santo Natale 2011 nel modo seguente:
1. L’Evangeliario verrà portato dal sacerdote celebrante nella solenne processione d’ingresso e posto ritto al centro dell’altare, con la parte frontale volta verso l’assemblea. Là dove è consuetudine portare processionalmente la statua del Bambino, questa sarà portata da una coppia di sposi e precederà l’Evangeliario portato dal sacerdote.
2. Al Canto al Vangelo, il diacono o il sacerdote, prenderà l’Evangeliario dall’altare e in forma processionale solenne si recherà all’ambone (o al pulpito) per la proclamazione, in recitato o in canto (*) del Santo Vangelo. L’Evangeliario sarà accompagnato da due candelieri, verrà intronizzato solennemente e incensato. Prima che inizi l’alleluia un commentatore potrebbe, secondo l’opportunità, pronunciare una breve monizione con queste o simili parole:Il Signore viene fra i suoi, fra quanti lo hanno accolto, ai quali ha dato il potere di diventare figli di Dio. In questa notte santa l’Evangeliario ambrosiano, donato a tutte le comunità diocesane e ambrosiane dal cardinale Dionigi Tettamanzi, è portato solennemente in processione all’ambone (sul pulpito), da dove risuonerà l’annuncio dell’incarnazione del Verbo. La nostra assemblea si unisca nella lode al Signore.
3. Terminata la proclamazione, in recitato o in canto, del Santo Vangelo il diacono o il sacerdote bacia l’Evangeliario e lo mostra aperto all’assemblea. Lo rinchiude e, prima di iniziare l’omelia, lo ripone disteso su un lato dell’altare, dove resterà fino al termine della comunione. Al termine della comunione, insieme con i vasi sacri anche l’Evangeliario verrà tolto dall’altare e portato in un luogo adatto.
Avvertenza per le comunità di rito romano
È significativo che anche le comunità di rito romano della diocesi nella notte di Natale valorizzino il dono ricevuto. Data la corrispondenza della pagina evangelica con quella nel giorno di Natale del rito ambrosiano, per la proclamazione il ministro incaricato dovrà semplicemente sostituire la formula iniziale ambrosiana con quella romana (dal Vangelo secondo Luca).
Prima del canto dell’alleluia il commentatore potrebbe, secondo l’opportunità, pronunciare una monizione con queste o simili parole: "In questa notte santa l’Evangeliario, donato a tutte le comunità della diocesi dal cardinale Dionigi Tettamanzi, è portato solennemente in processione all’ambone, da dove risuonerà l’annuncio della nascita di Gesù, il Verbo di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi. La nostra assemblea si unisca nella lode al Signore."

(*) Per facilitare l’esecuzione in canto qui sotto è possibile trovare lo spartito del Vangelo della messa nella notte e la registrazione in MP3.

fonte: sito diocesi di Milano



foto: dal blgo Fides et Forma, alcune immagini tratte dal nuovo evangeliario ambrosiano da accogliere e intronizzare come da istruzioni.

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