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martedì 1 novembre 2011

Lo "spirito di Assisi" di cui il papa diffida



Da Sandro Magister

La formula ha grande fortuna sui media ed è il mantra dei francescani e della Comunità di Sant'Egidio. Ma le autorità vaticane non la ripetono più. E Benedetto XVI ancor meno
di ***

CITTÀ DEL VATICANO, 31 ottobre 2011 – Ha scritto sul quotidiano "Europa" Aldo Maria Valli, vaticanista della televisione di Stato italiana: con il primo incontro di Assisi del 1986 "nacque lo 'spirito di Assisi', che poi divenne una formula: bellissima per alcuni, devastante per altri".

In occasione del "pellegrinaggio" con cui Benedetto XVI ha voluto celebrare il venticinquesimo anniversario di quell’evento, la formula "spirito di Assisi" è stata ripetutamente ed enfaticamente evocata nel circuito dei media.

Lo hanno fatto in molti. Per esemplificare: il priore del monastero di Bose Enzo Bianchi su "La Stampa"; il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo in un editoriale di prima pagina sul quotidiano dei vescovi italiani "Avvenire"; il fondatore della stessa comunità Andrea Riccardi sul "Corriere della Sera" e su "Famiglia Cristiana", il più diffuso settimanale cattolico d'Italia; il sottosegretario del pontificio consiglio delle comunicazioni sociali Angelo Scelzo sul "Mattino"; il cardinale Roger Etchegaray, principale organizzatore dell'incontro del 1986, patrocinando un volume scritto da Sant’Egidio intitolato proprio "Lo spirito di Assisi”; i frati francescani e il vescovo di Assisi; il quotidiano cattolico francese "La Croix"; il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nel corso dell’evento stesso...

Dal tripudio mediatico sullo “spirito di Assisi” sono risultate contagiate anche le cronache de "L'Osservatore Romano" e della Radio Vaticana. Ma non gli editoriali dei direttori dei due media della Santa Sede, Giovanni Maria Vian e padre Federico Lombardi.

Il loro silenzio è stato un caso oppure è frutto di una precisa volontà?

Nel preparare il venticinquesimo anniversario di Assisi, lo scorso mese di luglio "L’Osservatore Romano" ha pubblicato una serie di articoli che avevano l’obiettivo di spiegare bene l’evento, raccolti poi in un libro.

Gli articoli erano firmati da tutti i capi degli uffici vaticani implicati nell’organizzazione dell’evento, e cioè dai cardinali Tarcisio Bertone, Jean-Louis Tauran, William J. Levada, Kurt Koch, Peter K. A. Turkson e Gianfranco Ravasi.

Ebbene, in nessuno di questi loro scritti ricorre una sola volta la formula “spirito di Assisi”. Che invece compare in tre degli altri quattro articoli della serie pubblicata da "L'Osservatore Romano", affidati a persone esterne alla curia.

La formula compare, cioè, nell'articolo del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, in quello di Riccardi e in quello della presidente del movimento dei Focolari Maria Voce. Ma non in quello del leader di Comunione e Liberazione, don Julián Carrón.

E Benedetto XVI? Lui che da cardinale è stato uno dei pochi porporati curiali a non aver mai partecipato agli annuali, frequentatissimi meeting interreligiosi di Sant’Egidio intitolati proprio allo “spirito di Assisi”, ha usato la formula non più di un paio di volte.

Una di queste due citazioni di papa Joseph Ratzinger – la seconda – è stata inserita nel filmato commemorativo che è stato mostrato ai partecipanti al pellegrinaggio di Assisi e allo stesso papa lo scorso 27 ottobre, durante l'evento.

Il filmato è stato prodotto dalla televisione di Stato italiana e curato dal vaticanista don Filippo Di Giacomo e da Giuseppe Corigliano, già portavoce dell'Opus Dei. Sulla sua confezione non sembra che la Santa Sede abbia avuto voce in capitolo.

Ma va notato che la prima e più importante volta in cui Benedetto XVI ha usato la formula "spirito di Assisi", nel settembre del 2006, è stato proprio per spiegare come intenderla correttamente, affinché "non si prestasse ad interpretazioni sincretistiche, fondate su una concezione relativista".

In ogni caso, da quando Benedetto XVI ha annunciato di voler celebrare il venticinquesimo anniversario di Assisi, non ne ha mai evocato una sola volta lo “spirito”.

Non l’ha fatto all’Angelus del 1° gennaio 2011 quando rivelò a sorpresa la sua intenzione.

Non l’ha fatto in nessuno dei suoi successivi interventi e saluti pronunciati su Assisi e in Assisi.

Non l'ha fatto neppure all'Angelus della domenica successiva al pellegrinaggio del 27 ottobre.

Insomma, per riprendere le categorie di Valli, per Benedetto XVI la formula “spirito di Assisi” non sarà forse “devastante” come pensano i lefebvriani. Ma gli appare talmente carica di ambiguità – come d’altronde quella dello “spirito del Concilio” – da far di tutto per evitarla.

13 commenti:

  1. Non c'erano le parole ma tutto quello che è seguito al primo incontro si Assisi  c'era tutto. Ora gli ascari non si sbraccino a far vedere bianco dove vi è il marrone. Il danno è stato fatto ed il grande pubblico non ha recepito le sottigliezze ma il fatto che il papa  pregava con gli esponenti di tutte le altre correnti religiose. Ed il sincretismo avanza.

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  2. Ma quando ha pregato? Io l'ho solo visto in ginocchio davanti al Tabernacolo e alla tomba di S. Francesco!
    E, sinceramente, non penso nemmeno che "il pubblico" sappia che il Papa si è recato ad Assisi!

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  3. E comunque, se noi giudichiamo l'operato del Papa (così come di chiunque altro) in base a quello che "il pubblico" recepisce non faremo molta strada. Mi spiego:
    il "pubblico" ha recepito che il Papa sostiene le tesi negazioniste: ergo BXVI ha sbagliato a levare la scomunica ai vescovi lefebvriani;
    il "pubblico" ha recepito che il Papa vuole tornare indietro negli anni; ergo, BXVI ha sbagliato a pubblicare il Summorum Pontificum;
    il "pubblico" ha recepito che il Papa è contro la salute: ergo BXVI ha sbagliato a dire ciò che ha detto in Africa sui preservativi;
    il "pubblico" ha recepito che il Papa è contro i musulmani: ergo BXVI ha sbagliato a fare il discorso a Ratisbona;
    e così per innumerevoli altre cose che il Papa ha fatto e il "pubblico" non ha capito (o non ha voluto capire)

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  4. ...o i soliti papaveri hanno fatto in modo e maniera che non fosse capito...

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  5. Come tutte le cose , anche gli incontri di Assisi avranno la loro fine normale, quello che speriamo che possano portare meno danni possibili alla Chiesa Cattolica di nostro Signore Re dell'Universo. Alla fine il bene che la buona battaglia della FSSPX sta' portando avanti incontrando mille difficolta' dara' alla Chiesa i suoi frutti. Per i profeti di sventura che hanno lavorato contro la vigna del Signore per tutti questi anni Nostro Signore avra' una immensa pieta' e fara' vedere loro la grandezza di Dio e della Sua Chiesa, che protetta dallo Spirito Santo, cantera' il suo Gloria. Cristo vince sempre, non dimentichiamo mai che la Chiesa sotto la Croce era Maria e pochissime persone, cioe' solo chi voleva bene a Gesu' e soffriva come Lui. Piuttosto che una grande Chiesa eretica, ci e' sufficiente per convertire gli atei, una piccola Chiesa come ai tempi dei primi Cristiani che si riunivano nelle catacombe e sono stati fatti Martiri. Non dimentichiamo S. Stefano protomartire che ha dato per primo il sangue per Cristo. E noi siamo pronti a qualunque sacrificio pur di servire Dio e il Papa Suo Rappresentante sulla terra.

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  6. Daniele: se il Papa cambiasse strada, tradirebbe Cristo. Mentre il Papa ha capito che la Chiesa non puo' e non deve complottare con chi non crede, ma deve mettere in atto solo il Vangelo  e cioe' deve convertire al cristianesimo a costo di qualsiasi sofferenza e addirittura di qualsiasi martirio. Ma la chiesa non e' forse piena di Santi e di Martiri? Rifletti.

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  7. Carissimi confratelli e Padri, stiamo pregando intensamente per la Fraternita' e per ognuno di Voi affinche' prendiate una decisione saggia e giusta sul documento dottrinale del 14-9. Ogni errore potrebbe fare dei danni gravissimi alla Santa Chiesa Cattolica. Cercate di pregare lo Spirito Santo che Vi ispiri e Vi sproni solo per il bene della Chiesa. Il Papa sa' che in noi c'e' la vera fede. Bernardo.

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  8. a giudicare dal commento dell'ospite avanza piuttosto il sincretinismo

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  9. Berni Francesco, vero?

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  10. ma se sto pubblico non capisce proprio mai, non è che è il Papa che non si sa spiegare?

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  11. se "<span>il Papa ha capito che la Chiesa non puo' e non deve complottare con chi non crede, ma deve mettere in atto solo il Vangelo  e cioe' deve convertire al cristianesimo a costo di qualsiasi sofferenza e addirittura di qualsiasi martirio"</span> perché è andato a Assisi?

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  12. Prego, apriamo le danze! Allora, se la mettiamo così, anche Nostro Signore non si sapeva spiegare! A vedere il pubblico che lo acclamava crocifisso!!!!!

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  13. Sappiamo tutti il motivo, ossia per evitare danni maggiori. E mi pare sia perfettamente riuscito nel suo intento!

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La Redazione