per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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lunedì 31 ottobre 2011
l'Avvenire del 30 ottobre 201, pag. 13 : le iniziative alternative ad halloween
Alle 18 l'incontro con l'arcivescovo Nosiglia e una tavola rotonda con altre personalità, poi la messa,i canti, l'adorazione.
da Torino, Federica Bello
L'iniziativa è dell'Ufficio di pastorale giovanile dell'arcidiocesi subalpina che anche quest'anno alla vigilia ai Ognis¬santi rilancia l'invito a seguire un cam¬mino di santità. «Rispetto al passato -spiega don Maurizio De Angeli, direttore dell'Ufficio giovani - abbiamo "allungato" l'iniziativa: non ci si ritrova più alle 22, ma già alle 18 con un momento di riflessione e dialogo. Una prima occasione per trasmettere ai giovani il messaggio che la santità è anche im¬pegno concreto per il bene comune; non è un percorso disincarnato dal quotidiano, ma la meta di un cam¬mino che, radicato nel Vangelo e nella preghiera, si esprime poi nell impegno concreto per la società».
La «Notte» inizierà dunque alle 18 preso il Centro incontri della Regione Piemonte (corso Stati Uniti, 23): protagonisti l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, l'ex rettore del Politecnico di Torino e ora presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Francesco Profumo, il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, e il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero. Si confronteranno e dialogheranno con i giovani a partire dal tema «Camminare insieme: uniti per il bene comune del nostro Paese», collegato anche ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Dalla riflessione alla preghiera: alle 21 nella chiesa della Santissima Annunziata, in via Po, una delle vie del centro più frequentata la sera dai giovani, che confluisce in piazza Vittorio all'altezza dei Murazzi, l'arcivescovo celebrerà la Messa.
«Nell'Eucaristia infatti - prosegue don De Angeli - fondiamo il nostro cammino, celebriamo e festeggiamo i santi, troviamo la forza per guardare a cose grandi, per continuare a crescere guardando in alto».
Al termine della celebrazione, sia la chiesa dell'Annunziata sia l'altra chiesa della stessa via Po, San Francesco da Paola, resteranno aperte sino alla mezzanotte proponendo momenti di adorazione eucaristica guidata, preghiere e canti organizzati grazie alla collaborazione di nu¬merose associazioni impegnate nella pastorale giovanile (le Senti¬nelle del Mattino, il Tic, il Centro diocesano vocazioni, il Movimento dei Focolari, l'associazione Pier Giorgio Frassati, la Noi Torino, la Hopeel'Agesci). «Chi lo desidera - conclude don De Angeli -potrà così soffermarsi dopo la Messa per prolungare la preghiera o per confessarsi, inoltre davanti alla porta delle due chiese alcu¬ni giovani inviteranno i coetanei "di passaggio" a entrare a farsi raccontare cosa si sta facendo e festeggiando. Per non dimenticare poi che la "Notte dei santi" è una festa e che i Santi non vivevano fuori dal mondo, altri giovani, sempre dalle 22 alla mezzanotte si esibiranno su un palco in fondo a piazza Vittorio da dove si accede ai locali dei Murazzi». Proposte musicali e di cabaret con Francesco Sportelli, i Cometha, Giampiero Perone e Gigi Cotichella per invitare i giovani torinesi a divertirsi in allegria, senza scomodare zucche e fantasmi.
Leggere anche dal sito della Stampa la dichiarazione che ieri ha fatto al riguardo l’Arcivescovo di Torino S.E.R. Mons. Cesare Nosiglia : “«La prossima festa dei Santi e la commemorazione dei fedeli defunti, tanto care alla tradizione anche familiare del popolo cristiano, da anni sono contaminate da Halloween. Mi auguro che i genitori e gli educatori rigettino l'illusione che questa festa importata dagli Stati Uniti sia, tutto sommato, una carnevalata allegra e innocua, che non lascia traccia. E comprendano invece il rischio che comporta l'assecondare una festa che fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore. Tale festa non ha nulla a che vedere con la visione cristiana della vita e della morte; e il fatto che si tenga in prossimità delle feste dei Santi e del suffragio ai defunti rischia sul piano educativo di snaturarne il messaggio spirituale, religioso, umano e sociale che questi momenti forti della fede cristiana portano con sé».
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/427318/ N.D.R.)
Sempre dalla stessa pagina di Avvenire
iiristica con canti e preghiere, (A. Tor)
Lettera pastorale di mons. Eleuterio FAVELLA
domenica 30 ottobre 2011
Echi tridentini in Goethe - II parte (2 Novembre e 25 dicembre)
Preghiera comune ad Assisi III? Guardate un po' qua
1° Novembre ore 10 S.Messa solenne del sacerdoate novello don Federico Maria Pozza (ICRSP) chiesa di Gesù e Maria al Corso, Roma
martedì 1° novembre 2011, gloriosa ricorrenza liturgica di Ognissanti
Rettoria di Gesù e Maria al Corso - Roma
ore 10.00,
SANTA MESSA solenne nella forma extraordinaria del rito romano
celebrata da don Federico Maria Pozza,
novello sacerdote dell'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote (I.C.R.S.P.).
Il rito si avvarrà della presenza di alcuni seminaristi nonché del Rev.do Don Gilles Guitard, attuale priore romano dell'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote.
I cantori della Cappella Musicale dell' "Opera San Gregorio" eseguiranno la "Missa sine nomine" a quattro voci, di Giovanni Pierluigi da Palestrina guidati dal Maestro Direttore Simone Baiocchi.
All'organo "Giovanni Battista Testa 1750" il Maestro Andrea Moncada organista titolare e direttore artistico della prefata Cappella Musicale.
Con l'occasione si estende a tutti i fedeli l'invito a partecipare quanto più numerosi possibile alla solenne Liturgia.
Salga unanime con la lode all'Altissimo Iddio, il nostro più fervido ringraziamento per la sospirata grazia di questo Suo novello ministro.
Possa la faustissima occasione divenire chiave di vòlta e testata d'angolo per un'opera di saggio e lungimirante recupero della veneranda tradizione polifonica della "Schola romana" ed al contempo sugellare l'avvio di un rinnovato e partecipe interesse verso la Musica sacra la quale ardentemente desideriamo presto veder ripristinata alle sue vicarie funzioni di sentinella ed araldo della Bellezza e della Sacralità della Liturgia Cattolica.
Voglia l'Onnipotente benignamente a noi tutti concedere una rinnovata e feconda messe di ineffabili grazie e celesti benedizioni.
+ AD MAIOREM DEI GLORIAM +
(A.C.)
Festa di N.S. G. Cristo Re
et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.
Et adorabunt eum omnes reges terrae
omnes gentes servient ei.
***
si veda qui, sul blog CoordinamentoToscano, il bello e ben fatto saggio di Daniele di Sorco
Le osservazioni del prof. de Mattei sull'incontro di Assisi
sabato 29 ottobre 2011
Amicizia Sac. Summorum Pontificum: a Roma, febbraio 2012, esercizi spirituali con Mons. Schneider
Qui avevamo dato già la notizia. Ma la ripetiamo, volentierissimo, questa volta corredata anche dalla locandina.
A Roma, dal 12 al 18 febbraio 2012, si svolgeranno gli esercizi spirituali per sacerdoti organizzata da Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum.
Il luogo del ritiro sarà la Casa degli Esercizi spirituali dei PP. Passionisti dei Ss. Giovanni e Paolo, Salita di San Gregorio al Celio - ROMA
Predicatore: S.E.R. Mons. Athanasius Schneider
Assisi III: alcune considerazioni
di don Alfredo M. Morselli
Le differenze con Assisi 1986.
È stata esclusa ogni azione che assomigliasse anche lontanamente a una preghiera comune. Nel 1986 invece il beato Giovanni Paolo II aveva usato l’espressione stare insieme per pregare [1], contrapposta a pregare insieme, volendo escludere ogni partecipazione formale a qualsiasi culto acattolico: egli aveva dichiarato dunque, come unico elemento comune della preghiera, la concomitanza spazio-temporale.
Purtroppo si verificarono, nel 1986, degli atti oggettivamente scandalosi: polli sgozzati sull’altare di santa Chiara secondo riti tribali e la teca con una statua di Budda posta sopra l’altare della chiesa di san Pietro etc.
Ma questi atti non si possono in alcun modo ricondurre al magistero e alle azioni di Giovanni Paolo II.
In ogni modo sembra che Benedetto XVI, onde evitare ogni scandalo – ancorché mere receptum – abbia voluto togliere ogni possibile equivoco: l’unica volta in cui nel programma ufficiale si parla di preghiera, si afferma “tempo di silenzio, per la riflessione e/o la preghiera personali”, e quindi non comuni.
Che questa attenzione non sia casuale, è suffragato anche da una precisazione del Card. Burke: “non uno stare insieme per pregare insieme, in modo disparato, col rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale, con le “credenze religiose” umane e naturali, ma un camminare insieme verso l’unica Verità” [2].
Il discorso di Benedetto XVI
Il discorso del Papa [3] si compone sostanzialmente di due parti: una prima parte in cui viene confutata l’accusa alla religione di essere causa di violenza, e una seconda parte, più breve, in cui vengono distinti gli atteggiamenti morali dei non credenti. È degno di nota il fatto che non è mai citato alcun testo del Vaticano II.
Il Pontefice inizia il suo discorso richiamandosi al fine per cui era stato indetto il primo incontro di Assisi: la preghiera per la pace. La pace – dice Benedetto XVI – è minacciata da un’errata concezione della religione:
“Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudeltà spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del “bene” perseguito. La religione qui non è a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza”.
E così, molto velocemente, si passa alla confutazione di uno dei principali attacchi verso la religione tout court:
“I nemici della religione – come abbiamo detto – vedono in questa [la religione] una fonte primaria di violenza nella storia dell’umanità e pretendono quindi la scomparsa della religione. Ma il “no” a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell’assenza di Dio.”
Non si tratta secondo il Papa solo di conseguenze di un ateismo di stato, ma di un ateismo che pervade tutta la società, motivato principalmente dalla brama di un benessere terreno, per raggiungere il quale non si esita a ricorrere a ogni forma di violenza. È il Papa stesso che riassume in poche parole il suo pensiero:
“Riassumiamo anzitutto brevemente le nostre riflessioni fatte finora. Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre l’orientamento dell’uomo verso Dio, vissuto rettamente, è una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessità del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Dall’altra parte, ho affermato che la negazione di Dio corrompe l’uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza”.
La parte finale del discorso del Papa è una considerazione sul fatto che non tutte le forme di incredulità sono uguali: accanto ad un ateismo aggressivo, nemico di ogni religione, esistono “persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio. Persone del genere non affermano semplicemente: “Non esiste alcun Dio”. Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono “pellegrini della verità, pellegrini della pace”.
Conclusione.
Spesso gli incontri di Assisi sono stai messi in contrasto con quanto scriveva Pio XI nell’Enciclica Mortalium animos: Egli vietava riunioni in cui si potesse pensare che si onora Dio indifferentemente con qualsiasi culto: e condannava “la falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio”.
Niente, in Assisi III, si oppone agli insegnamenti di Pio XI.
È indubbiamente vero che possono esistere non credenti soggettivamente in buona fede e che, per arrivare alla vera religione, prima bisogna capire che bisogna essere religiosi: oggi poi è indispensabile confutare gli attacchi portati dall’ateismo aggressivo, che considera la religione un fatto negativo tout-court e causa di violenza.
[1] Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 22 ottobre 1986.
[2] Prolusione svolta dal cardinale Raymond Leo Burke al Convegno Pellegrini della Verità verso Assisi, svoltosi lo scorso 1 ottobre 2011 a Roma; cf. http://labussolaquotidiana.it/ita/articoli-assisi-2011-istruzioni-per-luso-3454.htm
[3] ttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20111027_assisi_it.html.
venerdì 28 ottobre 2011
Preti moderni e 10 Comandamenti
Ritorniamo almeno al Catechismo!
Un'agghiacciante filmato delle Iene su una serie di interviste a sacerdoti con un'assoluta ignoranza persino dei 10 Comandamenti (oltre ad una quantità di scempiaggini ed eresie pazzesche). Persino sul 6° o sul 5° o sul 3°.
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/255582/di-cioccio-i-10-comandamenti-%28vers-integrale%29.html
Forse sarebbe meglio mandarlo alle Congregazione dei Seminari e del Clero per riformulare i programmi dei Seminari e per far studiare i preti.
Veramente abbiamo dolore e indignazione.
E non ci vengano a dire che questa è una crisi tra le tante: tale disastro di fedeli e di clero non ha precedenti in 2000 anni; neppure nel periodo pretridentino eravamo ridotti così.
Assisi 2011, istruzioni per l'uso
del
27-10-2011
Presentiamo la prolusione svolta dal cardinale Raymond Leo Burke al Convegno Pellegrini della Verità verso Assisi, svoltosi lo scorso 1 ottobre a Roma. Gli atti del Convegno sono stati raccolti nel volume Le religioni ad Assisi. Nessuna rinuncia alla verità, in uscita nei prossimi giorni per i tipi della veronese Fede e Cultura e ordinabile qui.
card. Raymond L. Burke
Il fine che ha mosso il nostro incontro è quello di far emergere anzitutto la grande sfida che oggi interpella il cristianesimo nel confronto con le altre religioni, in una cultura pluralista e in una società fortemente secolarizzata, sorda al sacro, intollerante nei suoi confronti e allo stesso tempo così avida di superare ogni diversità, passando a fianco della verità su Dio e sull’uomo. Si combatte la religione, la si vuole escludere dall’areopago politico-culturale, relegandola nell’ambito della mera soggettività e del sentimento, ma si vuole anche tentare una certa omologazione religiosa, tacendo le diversità e inverandole in un nome di un dio dal volto policromo, un dio con tanti volti quanti sono gli uomini religiosi, quante sono le loro religioni.
Il relativismo, mentre tenta di accomunare ogni manifestazione del sacro in una subdola tolleranza religiosa, pretende anche di superare il fenomeno del sacro, allontanando l’uomo dalla verità e quindi dal problema della religio vera. Si tratta perciò di una vera sfida, come più volte denunciato dal Romano Pontefice, Papa Benedetto XVI: il relativismo è una perniciosa malattia del nostro Occidente secolarizzato, apparentemente benevolo e tollerante verso tutti, ma dal cuore insofferente nei confronti di Dio, della verità della persona umana, della coscienza come sacrario dell’uomo.
Penso, per esempio, al Discorso del Santo Padre nell’incontro con le autorità civili durante il Viaggio Apostolico nel Regno Unito, il 17 settembre 2010, nella Westminister Hall. Riferendosi a questo discorso nell’Allocuzione al Collegio dei Cardinali, la Curia Romana e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, nel tempo di Natale, il 20 dicembre 2010, il Santo Padre ha dichiarato: «Mi piacerebbe parlare dettagliatamente dell’indimenticabile viaggio nel Regno Unito, voglio però limitarmi a due punti che sono correlati con il tema della responsabilità dei cristiani in questo tempo e con il compito della Chiesa di annunciare il Vangelo. Il pensiero va innanzitutto all’incontro con il mondo della cultura nella Westminster Hall, un incontro in cui la consapevolezza della responsabilità comune in questo momento storico creò una grande attenzione, che, in ultima analisi, si rivolse alla questione circa la verità e la stessa fede. Che in questo dibattito la Chiesa debba recare il proprio contributo, era evidente per tutti. Alexis de Tocqueville, a suo tempo, aveva osservato che in America la democrazia era diventata possibile e aveva funzionato, perché esisteva un consenso morale di base che, andando al di là delle singole denominazioni, univa tutti. Solo se esiste un tale consenso sull’essenziale, le costituzioni e il diritto possono funzionare. Questo consenso di fondo proveniente dal patrimonio cristiano è in pericolo là dove al suo posto, al posto della ragione morale, subentra la mera razionalità finalistica di cui ho parlato poco fa. Questo è in realtà un accecamento della ragione per ciò che è essenziale. Combattere contro questo accecamento della ragione e conservarle la capacità di vedere l’essenziale, di vedere Dio e l’uomo, ciò che è buono e ciò che è vero, è l’interesse comune che deve unire tutti gli uomini di buona volontà. È in gioco il futuro del mondo».
Il vero senso del pellegrinaggio ad Assisi è la ricerca della verità che è Cristo, che ci libererà dalla schiavitù del relativismo, permettendoci di capire sempre più chiaramente la vera natura dell’uomo e l’inviolabilità della coscienza umana.
L’incontro di oggi cerca di lumeggiare i presupposti indispensabili per intendere in modo corretto il prossimo incontro interreligioso di Assisi, presupposti, del resto, già evidenziati dall’allora Card. Joseph Ratzinger, e ora tenuti in gran conto nel raduno che si approssima. Il Santo Padre ha voluto sottolineare il concetto di “pellegrinaggio” verso la Verità: non uno stare insieme per pregare insieme, in modo disparato, col rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale, con le “credenze religiose” umane e naturali, ma un camminare insieme verso l’unica Verità. Anche il cristiano cammina, non però solo allo scopo di “cercare la verità”, ma per lasciarsi da essa interamente possedere, certo che la verità non è una somma matematica o un sistema più o meno razionale, ma una Persona, il Signore Gesù Cristo. Camminiamo verso la verità, andando incontro a Cristo e lasciando che Cristo incontri ogni uomo di buona volontà. Camminiamo verso di Lui perché Cristo è per primo venuto verso di noi.
Il Santo Padre ha voluto dare al prossimo raduno di Assisi anche un volto diverso: non si tratta tanto di un incontro interreligioso quanto di un dialogo interculturale sui passi della razionalità, bene prezioso dell’uomo in quanto tale. L’incontro vedrà, infatti, la partecipazione anche di persone non credenti, ma che avvertono nell’istanza religiosa un bene umano positivo e arricchente la società stessa. Sono persone che vedono con la ragione la necessità del bene razionale e naturale per l’uomo, ma non sono ancora giunte al traguardo religioso. Il camminare verso la Basilica di San Francesco, del Santo di Assisi, sarà poi un camminare silenzioso: nel silenzio infatti Dio parla all’uomo.
Del resto, però, non sono pochi i rischi che un tale incontro può sollevare, quanto alla comunicazione massmediatica dell’evento, di cui, come è chiaro, il Pontefice è ben cosciente. I mezzi della diffusione mass-mediale diranno, anche se solo con le immagini, che tutte le religioni si sono ritrovate insieme per chiedere a Dio la pace. Un cristiano poco formato nella sua fede, facilmente potrà trarne la conclusione gravemente erronea che una religione valga l’altra e che Gesù Cristo sia uno dei tanti mediatori di salvezza. Oltretutto, si tratta di modi di pensare non tanto isolati e causati dall’ignoranza del cristiano mancante di una buona catechesi, ma purtroppo, da diversi anni, propalati come nuove teologie del pluralismo religioso.
Per questa ragione il nostro incontro vuole sottolineare, facendo eco al Magistero recente, particolarmente articolato nella Dichiarazione Dominus Iesus della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 6 agosto 2000, la dottrina cattolica circa il dialogo interreligioso. Ahimè, il pluralismo religioso è finito con l’essere inteso, anche nella Chiesa, non solo tale di fatto ma purtroppo anche di principio. La Notificazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 24 gennaio 2001, con la quale si riprovavano le aperture sincretistiche del Padre Jacques Dupuis, contenute nel suo libro, Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso, in effetti sintetizza i principali errori in questa materia, facendo riferimento in particolare all’insegnamento del Magistero presentato nella Dichiarazione Dominus Iesus.
Vorrei riportare questi errori principali in modo schematico, per renderci conto della grande posta in gioco quando si affronta il tema del dialogo interreligioso:
I. A PROPOSITO DELLA MEDIAZIONE SALVIFICA UNICA E UNIVERSALE DI GESÙ CRISTO
1. Deve essere fermamente creduto che Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso e risorto, è l’unico e universale mediatore della salvezza di tutta l’umanità.
2. Deve essere pure fermamente creduto che Gesù di Nazareth, Figlio di Maria e unico Salvatore del mondo, è il Figlio e il Verbo del Padre. Per l’unità del piano divino di salvezza incentrato in Gesù Cristo, va inoltre ritenuto che l’azione salvifica del Verbo sia attuata in e per Gesù Cristo, Figlio incarnato del Padre, quale mediatore della salvezza di tutta l’umanità. È quindi contrario alla fede cattolica non soltanto affermare una separazione tra il Verbo e Gesù o una separazione tra l’azione salvifica del Verbo e quella di Gesù, ma anche sostenere la tesi di un’azione salvifica del Verbo come tale nella sua divinità, indipendente dall’umanità del Verbo incarnato.
II. A PROPOSITO DELL’UNICITÀ E PIENEZZA DELLA RIVELAZIONE DI GESÙ CRISTO
3. Deve essere fermamente creduto che Gesù Cristo è il mediatore, il compimento e la pienezza della rivelazione. È quindi contrario alla fede della Chiesa sostenere che la rivelazione di/in Gesù Cristo sia limitata, incompleta e imperfetta. Inoltre, benché la piena conoscenza della rivelazione divina si avrà soltanto nel giorno della venuta gloriosa del Signore, tuttavia la rivelazione storica di Gesù Cristo offre tutto ciò che è necessario per la salvezza dell’uomo e non ha bisogno di essere completata da altre religioni.
4. È conforme alla dottrina cattolica affermare che i semi di verità e di bontà che esistono nelle altre religioni sono una certa partecipazione alle verità contenute nella rivelazione di/in Gesù Cristo. È invece opinione erronea ritenere che tali elementi di verità e di bontà, o alcuni di essi, non derivino ultimamente dalla mediazione fontale di Gesù Cristo.
III. A PROPOSITO DELL’AZIONE SALVIFICA UNIVERSALE DELLO SPIRITO SANTO
5. La fede della Chiesa insegna che lo Spirito Santo operante dopo la risurrezione di Gesù Cristo è sempre lo Spirito di Cristo inviato dal Padre, che opera in modo salvifico sia nei cristiani sia nei non cristiani. È quindi contrario alla fede cattolica ritenere che l’azione salvifica dello Spirito Santo si possa estendere oltre l’unica economia salvifica universale del Verbo incarnato.
IV. A PROPOSITO DELL’ORDINAZIONE DI TUTTI GLI UOMINI ALLA CHIESA
6. Deve essere fermamente creduto che la Chiesa è segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini. È contrario alla fede cattolica considerare le varie religioni del mondo come vie complementari alla Chiesa in ordine alla salvezza.
7. Secondo la dottrina cattolica anche i seguaci delle altre religioni sono ordinati alla Chiesa e sono tutti chiamati a far parte di essa.
V. A PROPOSITO DEL VALORE E DELLA FUNZIONE SALVIFICA DELLE TRADIZIONI RELIGIOSE
8. Secondo la dottrina cattolica si deve ritenere che «quanto lo Spirito opera nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e religioni, assume un ruolo di preparazione evangelica». È dunque legittimo sostenere che lo Spirito Santo opera la salvezza nei non cristiani anche mediante quegli elementi di verità e di bontà presenti nelle varie religioni; ma non ha alcun fondamento nella teologia cattolica ritenere queste religioni, considerate come tali, vie di salvezza, anche perché in esse sono presenti lacune, insufficienze ed errori, che riguardano le verità fondamentali su Dio, l’uomo e il mondo.
Inoltre, il fatto che gli elementi di verità e di bontà presenti nelle varie religioni possano preparare i popoli e le culture ad accogliere l’evento salvifico di Gesù Cristo, non comporta che i testi sacri delle altre religioni possano considerarsi complementari all’Antico Testamento, che è la preparazione immediata allo stesso evento di Cristo».
Questa notificazione e la stessa Dichiarazione Dominus Iesus, furono davvero provvidenziali. Infatti, molti – i fautori della discontinuità – ritenevano che col Vaticano II la Chiesa dovesse abbandonare il suo insegnamento assertivo e censorio, per limitarsi ad una descrizione dei dati di fede di tipo pastorale, lasciando così pullulare gli errori. Invece, il Magistero funge da guida per i fedeli, indicando loro la verità rivelata da custodire fedelmente e mettendoli in guardia dagli errori dottrinali e morali.
L’incontro con i capi delle altre religioni, pertanto, non vuole minimamente offuscare, nel Magistero e nella coscienza dei fedeli, il dovere che ha la Chiesa di annunciare a tutti la salvezza in Gesù Cristo per mezzo della Chiesa. La Chiesa non potrà mai esimersi dal dovere di far seguire al dialogo l’annuncio del Vangelo.
Dominus Iesus, citando il Catechismo della Chiesa Cattolica, ha ribadito ciò con fermezza: «“Dio ‘vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità”’(1Tm 2,4): vuole la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità. La salvezza si trova nella verità. Coloro che obbediscono alla mozione dello Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la Chiesa, alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro desiderio offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di salvezza, la Chiesa deve essere missionaria”. Il dialogo perciò, pur facendo parte della missione evangelizzatrice, è solo una delle azioni della Chiesa nella sua missione ad gentes. La parità, che è presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, non ai contenuti dottrinali né tanto meno a Gesù Cristo, che è Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni. La Chiesa infatti, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà, dev’essere impegnata primariamente ad annunciare a tutti gli uomini la verità, definitivamente rivelata dal Signore, ed a proclamare la necessità della conversione a Gesù Cristo e dell’adesione alla Chiesa attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, per partecipare in modo pieno alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. D’altronde la certezza della volontà salvifica universale di Dio non allenta, ma aumenta il dovere e l’urgenza dell’annuncio della salvezza e della conversione al Signore Gesù Cristo».
In conclusione, potremmo interpretare l’animo di Papa Benedetto XVI, il quale ha voluto l’incontro di Assisi, alla luce di una sua omelia, pronunciata in S. Pietro, nella Solennità dell’Epifania 2007. Diceva in modo accorato il Pontefice: «Mi riferisco alle guide spirituali delle grandi religioni non cristiane. A distanza di duemila anni, possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell’umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L’Epifania ce lo mostra in stato di "pellegrinaggio", cioè in un movimento di ricerca, spesso un po’ confusa, che, in definitiva, ha il suo punto d’arrivo in Cristo, anche se qualche volta la stella si nasconde. Al tempo stesso ci mostra Dio che a sua volta è in pellegrinaggio verso l’uomo.Non c’è solo il pellegrinaggio dell’uomo verso Dio; Dio stesso si è messo in cammino verso di noi: chi è infatti Gesù, se non Dio uscito, per così dire, da se stesso per venire incontro all’umanità? […] Ai capi dei popoli, ai ricercatori e agli scienziati, oggi più che mai, è necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civiltà, specialmente nelle "grandi anime", che hanno contribuito a edificare l’umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù. Cristo è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio!».
Preghiamo perché per il prossimo incontro del Santo Padre con i capi delle altre religioni e i non-credenti ad Assisi sia un vero pellegrinaggio verso Cristo, pienezza della rivelazione di Dio a noi. Certamente, Egli ci sarà per venire incontro a tutti quanti faranno il pellegrinaggio ad Assisi per cercarlo.
giovedì 27 ottobre 2011
Ferrandina : Rochus a Monte Pessulano, Convegno di studio
PEREGRINUS, TAUMÀTURGUS, SANCTUS.
CONVEGNO DI STUDIO E RIFLESSIONE SCIENTIFICO RELIGIOSA
Con la partecipazione di
S.E. il CARDINALE JOSE' SARAIVA MARTINS
Prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi
Ferrandina
28 - 30 ottobre 2011
INTERVERRANNO AL CONVEGNO
Paolo ASCAGNI - Direttore Centro Studi Rocchiani Comitato Internazionale - CREMONA
Gerardo Pio BELLETTIERI - Medico Legale - POTENZA
Don Nicola BUX - Consultore della Congregazione per le cause dei Santi - BARI
Stefano CAMPANELLA Direttore teleradio Padre Pio - San Giovanni Rotondo
Michele CIOFFREDI - Docente - ALBANO DI LUCANIA
Saverio D'AMELIO - Docente-FERRANDINA
Berardino D'ANGELLA Preside - Pisticci
Federica DANUZZO - Studentessa Liceo Classico "Emanuele Duni" - Matera
ANTONIO DELICIO - Presidente UNPLI Basilicata - Montescaglioso
Giuseppe DE ROSA - Preside Liceo Classico "Emanuele Duni" - Matera
Rocco DE ROSA - Giornalista, scrittore - Potenza
Giorgia IANNUZZIELLO - Studentessa Liceo Classico "Emanuele Duni" - Matera
Salvatore LATRONICO - Medico Anestetista - Ferrandina
Pietro Quintino LOBELLO - Docente LUMSA - Taranto
Angelo MARTELLOTTA - Studioso del Culto dei Santi - Alberobello
Don Vittorio MARTINELLI - Arciprete della Chiesa Madre - Montescaglioso
Gaetano MASCIULLO - Studente Liceo Classico "Emanuele Duni" - Matera
Don Luciano MICHELI - Arciprete della Chiesa Madre - Ferrandina
Don Domenico MONACIELLO - Parroco Santa Lucia - Montescaglioso
Nicola MONTESANO - Vice Presidente Associazione San Rocco di Montpellier – Tolve
Antonio PARRELLA - Medico Ossigeno-Ozono Terapeuta - Potenza
Franco POSOCCO - Architetto, Guardian Grando Arciconfraternita San Rocco - Venezia
Giovanni SCHINAIA - Docente di Lettere Classiche - Taranto
Don Giuseppe TARASCO - Arciprete della chiesa madre - Miglionico
Emanuele VENEZIA - Medico Ortopedico, Sovrano Ordine Militare di Malta -Taranto
Mario VENEZIA - Medico Cardiologo,Direttore Sanitario - Ginosa Marina
dott. Paolo Antonio VENEZIA - Milano
Pietro VENEZIA - Chirurgo, Diretto. Comitato Intern.di Ricerca Scientifica San Rocco -Bari
Gian Paolo VIGO - Presidente Associazione Nazionale San Rocco Italia - Sarmato
COMITATO SCIENTIFICO
Direttore: Dottor Pietro VENEZIA Professoressa Angelarita CAPURSO VENEZIA, Dottor Salvatore LATRONICO, Professor Giuseppe PERRONE, Professoressa Rosanna RUSSO
Comune di Ferrandina, Fondazione Dottor Paolo Venezia, Asso. San Rocco Italia, Ass. Itliana S. Rocco di Montpellier
INAUGURAZIONE DEL CONVEGNO : a.d. IV Kal. Novembres
FERRANDINA PALAZZO DI CITTA' 29 ottobre A.D. 2011
ore 8.30 - registrazione dei partecipanti
ore 8.45 Cerimonia Inaugurale indirizzi di Benvenuto
S.E. Rev.ma Mons. Salvatore LIGORIO Arcivescovo Diocesi di Matera - Irsina
Senatore Professor Saverio D'AMELIO - Sindaco della Città di Ferrandina
Dottor Paolo Antonio VENEZIA - Presidente Fondazione Dottor Paolo Venezia
Dottor Guido VICECONTE - Sottosegretario di Stato
Dottor Vito DE FILIPPO - Presidente della Giunta Regionale di Basilicata
Professor Mauro FIORENTINO - Magnifico Rettore Università di Basilicata
Dottor Franco STELLA - Presidente della Giunta Provinciale di Matera
Senatore Salvatore ADDUCE - Sindaco di Matera
ALLOCUTIO
S.E. IL CARDINALE JOSE' SARAIVA MARTINS Prefectus emeritus de Causis Sanctorum "Sanctitatis Mysterium in Christiana historica Vita
(A.C.)
XIX Convegno di Studi Cattolici della FSSPX
IL CONCILIO VATICANO II: MITO E REALTÀ
Rimini 28 – 29 – 30 ottobre 2011
Hotel Carlton , via Regina Margherita, 6 Marebello di Rimini
La Fraternità San Pio X annuncia l’annuale convegno di studi dedicato integralmente all’analisi storica del Concilio Vaticano II.
Gli interventi inizieranno venerdì sera alle ore 21 e si protrarranno per tutta la giornata di sabato.
Ingresso libero.
PROGRAMMA
Venerdì 28 ottobre
ore 21.00 Elena Bianchini Braglia
Dal Risorgimento rivoluzionario all’aggiornamento conciliare.
Il ruolo del cattolicesimo liberale.
Sabato 29 ottobre
ore 9.00 saluto ai partecipanti e inizio dei lavori
ore 9.15 Matteo D’Amico
Oltre il mito dell’ermeneutica della continuità. Il problema del rapporto tra fede cristiana e età moderna.
ore 10.15 Don Davide Pagliarani
Vera e falsa idea di Tradizione. Il nodo del problema.
ore 11.30 Mario Palmaro
La nuova Babele teologica. La rinuncia al linguaggio giuridico e le sue conseguenze.
ore 12.30 Pausa pranzo
ore 15.30 Massimo de Leonardis
Gli effetti di secolarizzazione della Dignitatis Humanae. L’ermeneutica dei fatti.
ore 16.30 Alessandro Gnocchi
La rivoluzione di carta. Il Vaticano II come mito mediatico.
Conclusione di Don Davide Pagliarani
Domenica 30 ottobre
ore 10.30 Santa Messa Solenne al Priorato Madonna di Loreto Missa Papae Marcelli di Palestrina
ore 12.30. Pranzo ufficiale al Priorato Madonna di Loreto (Offerta libera, iscrizione obbligatoria).
mercoledì 26 ottobre 2011
Il Papa va ad Assisi per evitare guai peggiori
«Comprendo molto bene la sua preoccupazione rispetto alla mia partecipazione all’incontro di Assisi. Però questa commemorazione deve essere celebrata in ogni caso e, dopo tutto, mi sembrava che la cosa migliore fosse andarvi personalmente per poter cercare in tal modo di determinare la direzione del tutto. Tuttavia farò di tutto affinché sia impossibile una interpretazione sincretista dell’evento ed affinché ciò resti ben fermo, che sempre crederò e confesserò quello che avevo richiamato all’attenzione della Chiesa con l’enciclica Dominus Iesus»
martedì 25 ottobre 2011
Il Pontificale di Silvi : un paese in festa !
Non è facile affidare alle foto le emozioni che hanno pervaso tutti coloro che hanno partecipato al Primo Convegno d’Abruzzo “LA SACRA LITURGIA PER IL RINNOVAMENTO DELLA VITA CRISTIANA” svolto a Silvi ( Teramo) nei giorni 22 e 23 ottobre.
Inizieremo con alcune foto del Pontificale di chiusura del Convegno che Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Dario Castrillon Hoyos, presidente emerito della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha officiato nella Chiesa Parrocchiale del Santissimo Salvatore.
Una festa di popolo in cui sono stati protagonisti, ancora una volta, i “volontari liturgici” : dal sarto che ha addobbato la chiesa, alla signora che di buon mattino ha portato i fiori; dai ministranti ai cantori gregoriani e polifonici.
Tutti hanno potuto lodare il Signore nel Suo tempio santo con lo stesso entusiasmo liturgico che ha rimpito il cuore dei loro devoti padri del corso dei secoli .
L’organizzazione del Convegno liturgico, che ha avuto una bella lettera di presentazione dal Vescovo di Teramo, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Michele Seccia, è stata curata in toto dal gruppo dei fedeli “Ordo Chistianus Miles”.
Quello che , giustamente, interessa ai lettori di MIL, sono le foto del rito che, grazie al cerimoniere don Marco Cuneo, è stato particolarmente snello per consentire ai tantissimi fedeli convenuti nella Chiesa Parrocchiale di elevarsi spiritualmente senza essere travolti dalla lunghezza del rito.
Il Cardinale, nella splendida omelia, ha voluto anche per questo sottolineare : “La grandiosità del rito gregoriano non dove essere guardata come semplice esteriorità, piuttosto quale atteggiamento adorante dell'anima conscia di trovarsi al cospetto della Trinità Divina".
Grazie di cuore agli amici di Silvi hanno organizzato il solenne Pontificale a chiusura del Convegno liturgico che rimarrà certamente scolpito nel cuore dei paesani esattamente come la lapide commemorativa realizzata appositamente : “ ad perpetuam rei memoriam”. ( A.C.)
Sacri Ministri : Diacono : don Luciano Micheli, Parroco di Ferrandina; Suddiacono don Francesco Ramella; Prete assistente : don Roberto de Meo; Cerimoniere don Marco Cuneo.
Hanno assistito in coro : don Andrea Di Bonaventura, Parroco di Silvi; Canonico Don Roberto Bertoia, Parroco di Montesilvano; Padre Vincenzo Nuara OP Pontificia Commissione Ecclesia Dei; don Bruno Lima, Cappellano del Sacro Militare Ordine di San Giorgio.
Gentiluomo : Nob.Lodovico Valentini.