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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

mercoledì 13 aprile 2011

S. Messa a Livorno presso il nuovo apostolato dell'Istituto di Cristo Re.

l'ingresso . *
villa S. Cuore, via Numa Campi, ex seminario Diocesano ora casa che accoglie l'Istituto di Cristo Re a Livorno . *
la visita pastorale di S.Ec.za Mons. Giusti, Vescovo di Livorno alla casa dell'Istituto di Cristo Re .
Orazione .
Vangelo

. *


Dal 1° novembre 2010 è nato un nuovo apostolato dell'Istituto di Cristo Re a Livorno, su domanda espressa di Sua Eccellenza Mons. Giusti.

Il 6 Marzo scorso si è ufficialmente aperto questo nuovo apostolato nella Diocesi di Livorno. Iil Vescovo, S.E. Rev.ma Mons. Simone Giusti ha affidato la chiesa di Santa Maria Assunta ai sacerdoti formatisi a Gricigliano e li ha incaricati anche di compiti pastorali oltre che del servizio delle confessioni in Cattedrale e della benedizione delle case di alcune parrocchie. L’Istituto già era presente in Città da novembre, periodo dal quale si è impegnato a sistemare per la propria residenza la villa di Via Numa Campi, presso Montenero, finalmente riportata a condizioni di efficienza e decoro. Questa casa famosa fu data dalla Santa Sede alla diocesi di Livorno e diventò nel 1925 prima la villa e poi la sede del Seminario diocesano, fino al 2004. Ora Mons. Giusti l'ha affidata all'Istituto per sviluppare l'apostolato proprio.

Attività dell'Istituto di Cristo Re a Livorno.


presso la chiesa di Santa Maria Assunta:

(nel quartiere cittadino di Torretta)

ogni giorno

dalle 16:00

esposizione del Santissimo, adorazione, recita del S. Rosario, Benedizione eucaristica

SANTA MESSA FERIALE

*

ogni domenica e festa di precetto

ore 11:00

SANTA MESSA FESTIVA

***


cappella della Casa dell'Istituto (villa Sacro Cuore in via Numa Campi, n.9)

SOLO IL SABATO

SANTA MESSA

.

Recapiti: Chiesa di Santa Maria Assunta, Via delle Cateratte 15 – raggiungibile con la linea urbana ATL n. 5 e n. 10

Villa del Sacro Cuore, Via Numa Campi, 9 – raggiungibile con la linea urbana ATL n. 14 e n. .


24 commenti:

  1. MA VENITE A PIACENZA CHE C'E' UNO SPLENDIDO CARMELO  DA SALVARE!!! ERA LA PIU' BELLA CHIESA DELLA CITTA', MA ORA POTREBBE CADERE IN MANO AI MAOMETTANI!!!!!!!!!!!!!!!!! ED E' STATA COMPLETEMENTE RESTAURATA! una sacrestia lignea ottagonale che da sola è un capolavoro! Ogni volta che ci passo davanti mi si stringe il cuore!! se solo vedeste che interni!! integra, mai rovinata dagli scempi postconciliari, doppio organo, doppio pulpito, altare maggiore da favola, affreschi splendidi e tanto, TANTO altro!

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  2. Errata: "novembre 2011"
    Corrige: ?

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  3. Quando fanno le foto usano il rito del 1962?

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  4. Dal 1° novembre 2011 è nato un nuovo apostolato dell'Istituto di Cristo Re a Livorno, <span>su domanda espressa di Sua Eccellenza Mons. Giusti.</span>  Sembra incredibile!!!

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  5. scusate so che non c'entra nulla qui ma c'è qualcuno che può spiegarmi cosa siano le cosiddette "Tenebrae" che si celebravano prima del concilio durante la settimana santa? (non so se oggi si usa ancora celebrarle). grazie in anticipo!

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  6. Erano la recita corale del mattutino e delle lodi di giovedì, venerdì e sabato santo, anticipati generalmente a dopo i vespri del giorno prima. Di particolare, c'era il fatto che in presbiterio era posto un candelabro triangolare con 15 candele detto saetta, e che ad ogni salmo veniva spenta una luce, fino a lasciare l'ultima candela, che si andava a nascondere dietro all'altare. Durante il canto del benedictus delle lodi, si spegnevano invece le sei candele dell'altare. Quando tutte le candele erano spente, si spegnevano anche le luci della chiesa, e si stava al buio (donde il nome di tenebre). Durante il buio le rubriche precedenti alla riforma pacelliana della settimana santa, prescrivevano di fare casino tramite oggetti particolari, batacchi, sonagli di legno, oppure anche semplicemente picchiando sui banchi o sul pavimento con i piedi. Si dice per simulare lo sconvolgimento naturale dovuto al peccato originale, o il terremoto di quando Cristo è morto. Mio nonno diceva che erano i "giudè", ossia la folla di giudei che reclamava la crocifissione. Sarà per questo che nelle rubriche successive il casino viene vietato.

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  7. <span>Erano la recita corale del mattutino e delle lodi di giovedì, venerdì e sabato santo, anticipati generalmente a dopo la compieta del giorno prima. Di particolare, c'era il fatto che in presbiterio era posto un candelabro triangolare con 15 candele detto saetta, e che ad ogni salmo veniva spenta una luce, fino a lasciare l'ultima candela, che si andava a nascondere dietro all'altare. Durante il canto del benedictus delle lodi, si spegnevano invece le sei candele dell'altare. Quando tutte le candele erano spente, si spegnevano anche le luci della chiesa, e si stava al buio (donde il nome di tenebre). Durante il buio le rubriche precedenti alla riforma pacelliana della settimana santa, prescrivevano di fare casino tramite oggetti particolari, batacchi, sonagli di legno, oppure anche semplicemente picchiando sui banchi o sul pavimento con i piedi. Si dice per simulare lo sconvolgimento naturale dovuto al peccato originale, o il terremoto di quando Cristo è morto. Mio nonno diceva che erano i "giudè", ossia la folla di giudei che reclamava la crocifissione. Sarà per questo che nelle rubriche successive il casino viene vietato.</span>

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  8. no adesso lo usano, da dopo il motu proprio, che più liberare il rito del 1962 sembra aver avuto l'effetto di inibire il precedente (o paradosso)

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  9. Meraviglioso!! Le Tenebrae (l'ho desunto dal "casino" sopracitato) l'hanno mantenuto gli Ortodossi...non capisco proprio come si sia potuto o voluto scambiare questo meraviglioso "casino" con ben altro casino, di battimani, applausi, ole, tamburi...

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  10. Le ville tutte loro.... bhà....

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  11. Con la riforma di Pio XII la tradizione di fare baccano allo spegnersi dell'ultima candela del 'tenebrarium' non è stata abolita, anzi ancora si fa in alcune parrocchie della provincia di Roma che, pur essendo novus ordo, hanno ancora mantenuto la meravigliosa tradizione delle Tenebrae. Si usa anche dalla FSSP alla Trinità dei Pellegrini se non sbaglio. In una di queste parrocchie di paese c'è anche la simpatica e antichissima usanza che se qualcuno riesce a prendere l'ultima candela poco prima che si spenga e la incastra in un foro alla base del tenebrarium, godrà di una speciali grazie per il tempo pasquale.

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  12. Allora mi correggo, ho controllato: negli anni '50 lo strepito si faceva ancora (cfr. Breviario del 1956, post-riforma), nel 1962 invece, pur essendo il rito esattamente identico, viene abolito lo strepito. Sapevo dell'abolizione, ma non pensavo che avessero ulteriormente ritoccato la ritoccata del 1955. Quindi il ritocco finale lo fanno nel 1962, per ovviamente poi abolire del tutto le tenebre con la Liturgia delle Ore.

    Quanto alla tradizione delle tenebre con il novus ordo, sono un po' stupito: il rito moderno ha molti meno salmi (e testi diversi), come si fa a spegnere 15 candele alla stessa maniera? Oppure si cantano quelle vecchie, per folklore?

    Se poi la FSSP lo fa, personalmente me ne compiaccio, dato che per me la liturgia giusta è quella precedente alle riforme degli anni '50, però la coerenza di chi si dice "fedelissimo" al papa, al motu proprio, all'ordine categorico di usare le rubriche del 1962, va un po' a farsi benedire. Ovviamente ognuno fa come vuole, poi però se uno dice che è meglio usare la vecchia liturgia, viene tacciato di sedevacantismo perchè non riconosce "l'autorità di Giovanni XXIII" che ha promulgato le nuove regole. Bene, vedo che siamo in buona compagnia!

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  13. Naturalmente spigolando tra il refuso della data, le gomitatine sul rito, l'ironia "immobiliare", in pochi vedono la reale portata della questione.

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  14. Se l'ICRSPP o i FI dovessero andare dove ci sono belle chiese, in Italia dovrebbero avere ciascuno di loro il dono della decalocazione e probabilmente non riuscirebbero a coprire neppure tutta la Toscana.

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  15. Non è stato solo folklore o almeno non del tutto: vi andai anni fa e facevano parte dei riti della settimana santa pur inquadrate ufficialmente come semplici "devozioni", ma solo il mercoledì santo, a seguito della Messa n.o. Ed erano cantate (molto bene tra l'altro) in latino, dai membri della locale confraternita, con il rito pre-1962, che pare sia rimasto tradizionalmente in uso lì e nei dintorni grazie a questa confraternita nonostante gli scempi successivi in "altri settori". Che te lo dico a fare ovviamente che il momento topico del tutto era proprio il baccano, accuratamente preparato con ogni sorta di strumento in legno, plastica e simili!

    Quanto alla FSSP,  tecnicamente forse violeranno pure nella lettera le rubriche di Giovanni XXIII, ma non è certo con il rubricismo che si misura in primis l'obbedienza al papa.

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  16. Il rubricismo è semmai quello dei sessantaduisti militanti da forum, che pronosticano l'inferno per chi usa il libro dell'anno prima.

    L'obbedienza è una questione fasulla, dato che non ci sono ordini. Casomai la coerenza: se non piace il rito del 62, invece di fare come si vuole e far finta di niente, si dica dov'è il problema.

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  17. Mi sarei aspettato partecipazioni di gioia per la buona notizia (una volta tanto che ce n'è una!).

    Mi sarei aspettato una parola di apprezzamento per il Vescovo di Livorno che - primo in Italia - ha fatto aprire un apostolato tradizionale (monoritualista) nella sua diocesi.

    Mi sarei aspettato la santa letizia dei lettori perché alcuni loro fratelli hanno la possibilità di ascoltare quotidianamente la santa Messa secondo il rito romano antico, di ricevere i Sacramenti in forma tradizionale, di essere seguiti da un sacerdote degno di questo nome.


    Invece no.

    Invece ci si arrovella a cavillare e a questionare sul particolare liturgico, in barba al principio morale dell'epicheia.

    Invece si fanno malevole allusioni circa le "collocazioni immobiliari" dell'Istituto, che peraltro si è limitato ad accettare ciò che il Vescovo, di sua iniziativa, gli ha offerto.

    Ebbene, io sono dell'idea che gli autori di questi commenti si meritino le Messe con i clown, si meritino l'ostracismo nei confronti del motu proprio, si meritino la frivolezza e l'incompeneza che caratterizza tanta parte del clero moderno. Perché quando non si riesce ad abbandonare l'"habitus" della critica neppure di fronte a ciò che è oggettivamente buono, allora si è indegni del buono.

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  18. <span>Mi sarei aspettato partecipazioni di gioia per la buona notizia (una volta tanto che ce n'è una!).  
     
    Mi sarei aspettato una parola di apprezzamento per il Vescovo di Livorno che - primo in Italia - ha fatto aprire, di sua spontanea iniziativa, un apostolato tradizionale (monoritualista) nella sua diocesi.  
     
    Mi sarei aspettato la santa letizia dei lettori perché alcuni loro fratelli hanno la possibilità di ascoltare quotidianamente la santa Messa secondo il rito romano antico, di ricevere i Sacramenti in forma tradizionale, di essere seguiti da un sacerdote degno di questo nome.  
     
     
    Invece no.  
     
    Invece ci si arrovella a cavillare e a questionare sul particolare liturgico, in barba al principio morale dell'epicheia (senza contare che neppure la FSSPX è pienamente fedele al rito del 1962, visto che questo non prevede il secondo Confiteor).  
     
    Invece si fanno malevole allusioni circa le "collocazioni immobiliari" dell'Istituto, che peraltro si è limitato ad accettare ciò che il Vescovo gli ha offerto.  
     
    Ebbene, io sono dell'idea che gli autori di questi commenti si meritino le Messe con i clown, si meritino l'ostracismo nei confronti del motu proprio, si meritino la frivolezza e l'incompetenza che caratterizza tanta parte del clero moderno. Perché quando non si riesce ad abbandonare l'"habitus" della critica neppure di fronte a ciò che è oggettivamente buono, allora si è indegni del buono.</span>

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  19. bravissimoooooooooo!!! Grande Daniele!!! la penso esattamente come te!!!!

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  20. L'ottima portata invero! :)

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  21. Non ci si deve aspettare gli elogi dal mondo.

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  22. Ma nemmeno le ditate negli occhi da chi pensavi amico....

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  23. Ma nemmeno le ditate negli occhi da quei pochi che dovrebbero esserti amici...

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