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martedì 22 febbraio 2011

L'ultima Messa di Padre Pio.

Il mondo può stare anche senza il sole, ma non senza la Santa Messa (Padre Pio)

Il Circolo culturale John Henry Newman, già noto ai lettori di questo blog per tragiche vicende di manganiniana memoria, torna alla carica.
Il 25 febbraio, Alessandro Gnocchi e don Alberto Secci presenteranno «L’ultima Messa di Padre Pio. L’anima segreta del santo delle stigmate».
L’iniziativa rappresenta la naturale prosecuzione dell’incontro precedente, dedicato al rapporto tra il Beato Newman e la Messa di sempre. Non si possono infatti comprendere il cardinale inglese e il frate di Petralcina se non a partire dalla Messa di san Pio V. Padre Pio: il santo delle stigmate, ma anche il santo della Messa di sempre.
Il frate cappuccino amava celebrare Messa perché essa rappresentava «un completamento sacro con la passione di Gesù» e, in essa, il frate subiva i patimenti provati da Cristo durante la Passione. Dal rosso delle piaghe che si formavano sul corpo del padre si innalzava la gloria a Dio e la salvezza dei fratelli.

L’incontro si svolgerà a Seregno, il 25 febbraio, alle ore 21.00, presso la Sala Civica Mons. Gandini, via XXIV maggio, e interverranno Alessandro Gnocchi e don Alberto Secci. Introdurrà Andrea Sandri.

14 commenti:

  1. scusate ma devo dare una bella notizia a tutti, sembra che un pezzetto della chiesa luterana d'America voglia tornare all'ovile! viva il vero ecumenismo, viva i frutti dello Spirito Santo e viva il Papa.

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  2. Avete scritto alberto segni, invece è alberto secci

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  3. Non si aspetti rallegramenti da chi commenta quì ...

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  4. Mi sembra fuorviante parlare di legame tra Padre Pio e la "messa di sempre", oppure chiamarlo il santo "della messa di sempre". Qualsiasi santo morto prima del 1970 è il santo della messa di sempre, per il semplice fatto che non ha mai potuto sperimentare le "gioie" della messa nuova. Sarebbe stato il santo della messa di sempre anche dopo la riforma? Ho qualche dubbio, dato che è noto come applicò con grande acribia ogni minima riforma tra gli anni 1965-1968, anche quelle che andavano a modificare l'ordo missae.

    Forse Escrivà dovrebbe essere considerato il santo della "messa di sempre", dato che continuò a celebrare il rito antico anche dopo la riforma, verso la quale non nascose mai la sua antipatia (sebbene Tornielli, per ingraziarsi qualcuno, scrisse nel suo libro che Escrivà non celebrò mai dopo il 1970, con il rito tridentino. Notizia poi smentita dalla stessa Opus Dei tramite il suo portavoce).

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  5. Alessandro Gnocchi; Alberto Secci e Andrea Sandri per essere corretti..grazie dell'avviso

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  6. Conte, padre Pio chiese esplicitamente al Papa di non essere costretto a dire la Messa nuova, anche se si era all'inizio della tragedia, lui già ne vedeva i frutti. Lo costrinsero a dirla rivolta al popolo, l'ultima Messa, ma disse sempre quella di S.Pio V. Fu l'unica volta che il santo si rivolse al Papa per chiedere di esonerarlo da qualcosa, lui che obbedì sempre anche quando gli aguzzini lo perseguitavano ingiustamente, fu l'unica cosa che chiese, perchè sapeva bene che veniva minato l'onore e la gloria di Dio.

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  7. Redazione di Messainlatino.it22 febbraio 2011 alle ore 18:57

    Non sono tutti così. È una bella notizia.

    FZ

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  8. Annarita, quello che dice è romanzato, ma non è vero. Padre Pio non chiese MAI al papa di evitare di dire la messa nuova, perchè morì due anni prima che la "messa nuova" entrasse in vigore.

    Padre Pio fin dal 1965 applicò tutte le riforme, sebbene avrebbe potuto anche non farlo a causa dell'età avanzata. In modo particolare Padre Pio celebrava senza manipolo, senza il salmo 42 all'inizio della messa, consacrando l'ostia sulla patena anzichè sul corporale, facendo la prima parte della messa alla sede e lasciando proclamare le lezioni dai ministri, distribuendo la comunione con la formula "corpus Christi". Da un punto di vista liturgico la "messa di Padre Pio", differisce molto poco dalla messa di Paolo VI. Sono riportate le cronache di un giovane frate, che venne chiamato direttamente da Padre Pio perchè gli spiegasse le nuove riforme e gliele insegnasse, in modo da sostituirle alle tradizionali. La motivazione che Padre Pio ne diede, al giovane confratello che lo esortava a non cambiare nulla perchè poteva farlo essendo anziano, era che per obbedienza bisogna fare in liturgia TUTTO QUELLO CHE LA CHIESA COMANDA. Se questa era la premessa, non si capisce perchè Padre Pio avrebbe rifiutato il messale di Paolo VI, se fosse riuscito ad arrivare vivo a vederlo promulgato.

    Quanto al fatto che Padre Pio disse la "messa di san Pio V", mi viene da ridere. La messa del 1968 assomiglia molto di più a quella di Paolo VI che a quella di san Pio V.

    L'unica cosa che sembra storicamente accertata che chiese Padre Pio, e che venne concessa e comunicata dal card. Bacci, fu di poter dire la messa (con il rito modificato semi-riformato del 1968) interamente in lingua latina, anzichè in italiano.

    E' un po' diverso dal dire "chiese di non dire la messa nuova". In realtà è chi aderisce all'indulto e al motu proprio che chiede di evitare la messa nuova.

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  9. A me risulta che chiese di essere esonerato dalle riforme liturgiche e lo chiese al Papa. Poi se chi scrive libri su padre Pio scrive bugie non so che dire, purtroppo non sono testimone oculare di ciò che fece padre Pio e mi fido dei biografi. Posso anche credere che lei abbia ragione, e che alla fine non si saprà mai se Padre Pio avrebbe detto o no la nuova Messa, è certo che Dio lo esonerò portandoselo in Paradiso.

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  10. Il cardinale Bacci fa visita a Padre Pio il primo aprile 1964. A seguito dell’introduzione nella “messa con il popolo” di alcune parti da leggere in italiano, su sollecitazione del Padre il 17 febbraio 1965 il guardiano del Convento, padre Carmelo da San Giovanni in Galdo, scrive al cardinale Ottaviani facendo presente che “Padre Pio ha 78 anni, ha la vista indebolita ed è sofferente per la vita di lavoro che conduce e per le altre sofferenze a tutti note”; per queste ragioni chiede “che la Santa Messa da lui celebrata tutte le mattine ad orario inconsueto – 4,30 circa – e cioè due ore prima delle messe ad orario solite a celebrarsi nel nostro Santuario, venga considerata come messa privata e come tale esente dalle norme concernenti la messa con partecipazione di popolo; fermo restando l’aggiornamento a l’uniformità per le altre cerimonie da osservarsi nelle messe private”. Così è documentato nella Positio della causa, vol. III/1, p. 753. La lettera di risposta positiva del cardinale Ottaviani porta la data del 20 febbraio 1965

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  11. per celebrare Lutero nella Santa Madre Chiesa, e per farne memoria andando a piantare alberelli nelle varie Diocesi?

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  12. Ma ci voleva un permesso per celebrarla in Latino (parlando dello stesso Messale)? A me sembra strano questo.

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  13. "<span>Non si aspetti rallegramenti da chi commenta quì ..." </span>
    <span>Non si aspetti ortografia da commenti del genere...</span>

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  14. Ognuno può romanzare, argomentare e perfino citar documenti tirando per il sajo il grande Santo di Pietrelcina.

    Guardiamo le cose come stanno e con grande onestà: la spiritualità, il sensus Fidei, la concezione e il modo di vivere e celebrare la S. Messa di Padre Pio era quello che la macelleria liturgica di Bugnini A. & Soci di là a poco avrebbe finito per introdurre?
    Quindi onestamente si può, nella logica, affermare che la S. Messa di Padre Pio fu sempre quella tradizionale.
    Poi si può dire che le primaverili novità lo avrebbero potuto portare un domani a cantare allegramente l'alleluja delle lampadine o a gigioneggiare coi fedeli all'ambòne in creative preghiere.... Si può dire, certo: ma occhio, ché lui s'arrabbia!

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La Redazione