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sabato 23 ottobre 2010

Aneliti di rinascita tridentina all'Aquila



Abbiamo ricevuto questa commovente mail: ci lascia invero ammirati che tra le macerie di una città distrutta dal sisma si pensi a far rinascere la Messa tradizionale. Ecco la lettera, e speriamo ardentemente che grazie a questo post si riescano a contattare altri tradizionalisti abruzzesi.


Salve a tutta la Spettabile Redazione, mi chiamo Luca D'Antonis e da poco ho individuato il vostro sito internet che trovo assai utile e che rappresenta per me sostegno a particolare speranza.

La riscoperta di una ritualità pura e profonda chiaramente connaturata col rito antico non è a mio avviso uno strumento secondario oggi, nell'impegno in testimonianza a cui ogni cattolico deve sentirsi chiamato per definizione.

Non mi dilungo troppo sull'argomento che è già assai mirabilmente illustrato nelle pagine del vostro sito internet.

Quello che vorrei chiedere invece è un aiuto da parte Vostra.

Ho visionato e scaricato il materiale con lo statuto per formare l'associazione mirante l'obiettivo di inoltrare richiesta alle autorità di Curia locali.

Vorrei sapere se avete già nel vostro archivio (come voi stessi consigliate di chiedere), qualcuno che in questa disgraziata città condivide questo intendimento.

Premetto che già in passato (anche se non risulta sul vostro elenco) qui a L'Aquila si tenevano Messe in Latino. Avveniva presso la oramai semidistrutta Chiesa di Santa Maria della Misericordia, una Chiesa con una storia originale, fatta edificare dai cittadini in modo autonomo a loro stesse spese e di proprietà di una associazione.

Officiava il rito una volta al mese (a volte anche due) Monsignor Ignacio Barreiro Caràmbula, e contribuiva ad animare la celebrazione in senso organizzativo l'Ing. Giovanni Alberini.

L'ultima celebrazione s'ebbe il 5 Aprile 2009, nella Chiesa privata di Piazza Vincenzo Rivera, la mattina del 6 la città andò distrutta assieme alla Chiesa, alle nostre case e alla vita e alle speranze di molti.

Oggi purtroppo, in conseguenza al sisma che ha distrutto tutte le chiese storiche della mia citta natale, non ho più notizie di questa occasione preziosa di cui sento profonda nostalgia e bisogno interiore.

Dell'Ing. Alberini non ho più alcun recapito nè notizie di sorta, come non ne ho degli altri fratelli nella fede che partecipavano al tempo. Ho cercato i loro recapiti, ho provato a scrivere anche lettere, ho cercato recapiti telefonici, ma non ho ottenuto risultati.

Vorrei tentare di poter riottenere almeno una celebrazione anche mensile in città e sono disponibile in tal senso a dare contributo in impegno sincero e fermo. Spero potrete darmi un aiuto.

Ho anche chiesto tra amici e conoscenti qualche adesione e pur non avendone ottenute a iosa, su qualcuna posso contare con grande affidamento, ma si tratta comunque al massimo di una decina [come gruppo, è già sufficiente].

Resto in attesa speranzosa ed umile di un vostro prezioso riscontro.

In fede.

Luca D'Antonis

10 commenti:

  1. Gentile sig. Luca,
    potrebbe chiedere presso la Curia Metropolitana (località Campo di Pile) del rev.do don Alessandro Benzi; segretario del Metropolita. Ottimo sacerdote che certamente si metterà a Sua completa disposizione. Io stesso mi informerò - non appena mi sarà possibile - e Le darò buone nuove.

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  2. Credo che, per chi non sta in zona, l'unico aiuto possibile sia quello di rafforzare le preghiere di Luca e dei suoi con l'unione spirituale ad esse; e credo pure che sia doveroso farlo.

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  3. siamo tutti in unione spirituale con Luca e i suoi compagni, che portiamo nel cuore e nelle nostre preghiere

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  4. La Sezione locale di Una Voce Italia, con tutte le difficoltà del caso, è esistente e si sta riorganizzando: potrebbe essere un modo di raggiungere l'Ing. Alberini, per ripartire insieme. Potrebbe scrivere a Una Voce, all'indirizzo unavoce-italia@libero.it

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  5. Anche alcune famiglie di fedeli della FSSPX, vivono da quelle parti. Loro hanno spesso avuto la visita di preti e la grazia di Messe in casa e, non penso, però, che siano interessati ad essere coinvolti in tale inoiziativa. 

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  6. sarebbe invece molto profetica una bella 'osmosi' tra amanti della Tradizione. Se non c'è dal punto di vista canonico, si potrebbe cominciare a realizzarla tra fedeli. Vi sembra una sciocchezza?

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  7. <span>Sarebbe invece molto profetica una bella 'osmosi' tra amanti della Tradizione. Se non c'è dal punto di vista canonico, si potrebbe cominciare a realizzarla tra fedeli. Non vedrei niente di disdicevole che come, in mancanza di messe VO, si partecipa a celebrazioni della FFSPX, altrettanto avvenisse in senso inverso nei luoghi dove la Fraternità non ha cappelle fisse...</span>

    <span>Vi sembra una sciocchezza?</span>

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  8. de facto già succede. non sempre, però, coloro che celebrano si comportano in modo da far restare chi è di sensibilità diversa. Caso limite, in tempo di INDULTO, IL PRETE CHE VENIVA DIR Messa a San Ferdinando. Giungeva appena in tempo per l'ora della celebrazione. Non confessava, non faceva omelia e, una rara volta che indugio' un po' prima di andarsene, disse che, se avesse avuto il benchè minimo sospetto che uno solo fra i presenti, la pensasse come "Quelli là": NEPPURE SOTTO LA MINACCIA DELLE ARMI, sarebbe venuto a dir Messa.
    Senza giungere a quel caso limite, certo, la sensazione di trovarsi in casa d'altri, la si sente. Si sente quando il singolo prete, pur pio e buono, è lui per primo che non si sa confrontare con chi, ormai, è formato diversamente. 

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  9. Carissimo Luca spero d'incontrarti al più presto con Raimondo per mettere nero su bianco e partire seriamente anche qui a L'Aquila come già a Teramo quotidianamente e a Silvi saltuariamente. In un modo o nell'altro mi farò vivo nei prossimi giorni. A presto! Laudetur Jesus Christus.

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  10. Caro Luca, prova a chiedere di don Bruno Lima

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La Redazione