Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

martedì 28 settembre 2010

Musica sacra e progetto culturale CEI

Le splendide esecuzioni musicali nell’Abbazia Anglicana di Westminster e nella Cattedrale Cattolica di Londra in occasione della recente visita di Papa Benedetto XVI mi hanno molto colpito.

Non avevo dubbi, avendo ascoltato più volte quei due celebri cori, sull’effetto “maraviglia” che avrebbero prodotto negli ascoltatori.

L’ottimo vaticanista Sandro Magister ha dedicato al coro dell’Abbazia Anglicana di Westminster un interessante articolo. L’incarico conferito al Maestro James O’Donnell, cattolico, alla direzione del celebre coro della Westminster Abbey fa scattare l’ammirazione nei confronti del Capitolo dell’Abbazia per una scelta così oculata basata esclusivamente sulla professionalità del Direttore.

Anche l’altro celeberrimo coro londinese “Westminster Cathedral Choir” nella messa Papale nella Cattedrale Cattolica ha impartito una lezione a tutti noi, compresi a tanti saccenti liturgisti, di come dovrebbe essere lo “stile” musicale in una celebrazione liturgica.

Fra l’evidente contentezza del Papa, perfettamente a suo agio, il Westiminster Cathedral Choir ha eseguito magistralmente tutte le parti del Proprium della Messa in canto gregoriano.

Quali sono i cori, nelle tante Cattedrali italiane e straniere, che eseguono il “proprium” come anche il Messale paolino prevede?

Non è mancato nulla nella celebrazione nella Cattedrale Londinese: dal canto gregoriano, il Cantus Ecclesiae, alla polifonia al nobile canto dell’assemblea dei fedeli !

Il mio pensiero, sconsolato, sé andato alla nostra amata Patria dove sono stati cacciati, anche recentemente, illustri Maestri, come nel caso della Cattedrale di Cremona, tanto per non fare nomi, perché ritenuti colpevoli di non favorire il canto dell’assemblea dei fedeli !

Non posso, altresì, pensare con una molta preoccupazione al progetto culturale della CEI di cui si sta molto discutendo sia su internet che nelle Diocesi all’inizio del nuovo anno pastorale.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha più volte levato il suo grido di allarme, rivolto per lo più ai giovani, macinati dalla società sempre più materialista, che non riescono ad impostare la propria vita sui valori cristiani.

Dopo il Convegno ecclesiale di Verona la CEI ha elaborato un progetto che è pubblicato sul sito :


Come insegnante e come responsabile di gruppi musicali ecclesiali dovrei essere contento e tranquillo.

Invece non lo sono !

Leggendo le linee programmatiche del progetto culturale della CEI i miei timori si infittiscono.

Per generazioni le sfide educative della Chiesa, anche in tempi perigliosi per i cattolici, sono state sempre improntate all’esaltazione della cultura cattolica evidenziata dalle forme artistiche che hanno avuto molta presa soprattutto nella popolazione.

I risultati di queste feconde scelte pastorali-culturali ancora sono tangibili in tutta la Penisola.

Intere generazioni di musicisti, compositori, organisti, direttori di coro e cantanti, si sono formati soprattutto dopo la pubblicazione nel Motu Proprio di San Pio X sulla musica sacra sia pur in un momento difficile per la nostra Nazione, a causa dell’estesa povertà, e della situazione di conflitto Stato-Chiesa.

Buona parte dei cori liturgici ancora esistenti sono nati a seguito di quello straordinario documento del Magistero che aveva finalmente ripulito la musica sacra da ogni contaminazione teatrale e mondana.

Nei nostri già opulenti giorni la musica sacra e la musica “classica” vengono sistematicamente annientate nelle Agorà e nei raduni diocesani o nazionali in cui i Vescovi, al fine di aggraziarsi i giovani, organizzano sistematicamente esecuzioni di musica rock e altre manifestazioni “alla moda”.

Non mi fido dei progetti culturali proposti dagli organismi culturali della CEI che impongono festival, lasciati gestire dai soliti potentati artistici, che sono completamente avulsi dalla realtà del territorio.

Dov’è l’attenzione e la valorizzazione dei tanto disprezzati cori liturgici che , con spirito di puro volontariato, servono puntualmente l’altare ?

I cori polifonici non stanno, in maniera solitaria e spesso disperata, operando la vera “sfida educativa” ignorata dai burocrati della CEI ?

A causa della prosperità delle Diocesi, che non conoscono la crisi economica, si è verificato un veloce “migrare” di artisti, teatrali e musicali, verso la sponda ecclesiale dalla quale, con le dovute ed immancabili raccomandazioni, ricevono le dovute attenzioni e i sospirati incarichi.

Peccato che questi “migranti” siano unilateralmente schierati solo nelle categorie “che fanno moda”.

Non mi fido, dunque, degli organismi burocratici della CEI che non hanno messo nel loro progetto educativo le Scholae Cantorum , gli organisti e neppure le Confraternite.

Gli organismi culturali della CEI si sono buttati nel folle inseguimento dei modelli mondani dello spettacolo di massa.

Queste forme di spettacolo vengono, come per magìa, spacciati come “modelli educativi” : questo sarà l’annientamento di quel che rimane della spiritualità di un popolo!

Nella Chiesa , soprattutto in Italia, ci sono due categorie di fedeli : quelli che, per devozione e vero spirito ecclesiale, donano con gioia provvedendo con spirito responsabile alle necessità della comunità e quelli che, aimè, dalla Chiesa ricevono altrettanto gioiosamente …

Per questo ringrazio il Westminster Abbey Choir e il Westminster Cathedral Choir per avermi fatto godere grazie alla loro stupenda arte.

I nostri vecchi dicevano “ con il tempo maturano anche le nespole” …

Speriamo che con il tempo il conservatorismo sessantottino delle commissioni CEI possa maturare e vedere che il mondo è andato avanti …

L’Inghilterra, l’America e l’Australia hanno dato esempio di una rigogliosa rinascita religiosa anche per la musica sacra.

Noi, per il momento, grazie anche alle “sfide culturali” della CEI stiamo lontani anni luce …
Andrea Carradori

38 commenti:

  1. Non c'è speranza. E in Vaticano non hanno capito niente, come da decenni i vescovi non capiscono niente, perché sono degli ignoranti, musicalmente e liturgicamente parlando. Costoro non hanno studiato, non sanno cos'è la musica, e anzi ne hanno fastidio, probabilmente, dico io, perché toglie loro il protagonismo sulla scena.
    Ho inviato una recente lettera al moderatore Enrico, in cui lo pregavo di farsi carico della richiesta di enfatizzare lo scandalo che sta creando l'imminente nomina di Palombella alla guida della Sistina, scandalo sottolineato da Sandro Magister. Ciononostante, temo che la macchina vaticana (salesiana) sia inarrestabile, e porterà l'incapace Palombella (giudizio che compete al suo maestro, tale mons. Miserachs Grau) alla guida del coro del Papa.
    L'ennesima nomina sbagliata, che farà compagnia alle tante già prese da questo Papa, purtroppo incapace (e lo si è visto in innumerevoli casi) e governare le complesse vicende della curia.

    RispondiElimina
  2. Un cristiano cattolico che sprizza ottimismo da tutte le parti.
    Nulla da dire! ineccepibile nel suo avre fiducia, trasmettere fiducia!
    scusi. Ma lei è un cardinale trombato che voleva fare il Papa, per caso?

    RispondiElimina
  3. Come hai fatto a scoprirmi?? C...o

    RispondiElimina
  4. Se un musicista, come presumo sia" un amico" per amore della liturgia e della musica sacra critica, con garbo, alcune impostazioni non significa che abbia dell'astio, tanto meno personale...

    RispondiElimina
  5. Redazione di Messainlatino.it28 settembre 2010 alle ore 16:05

    Di garbo ne vedo poco, nei livorosi interventi di "Un amico" (di chi?). Siamo al limite. Intanto non dovrebbe fare di ogni erba un fascio, accusando i vescovi in toto d'ignoranza in materia di musica e liturgia.

    RispondiElimina
  6. A parte il livore e l'indignazione, la ventilata nomina di Palombella alla Sistina potrebbe essere una macchia indelebile su un pontificato esemplare per tanti versi come quello di Papa Benedetto XVI.
    Certo le abitudini curiali non fanno onore alla Chiesa, soprattutto quando sono così smaccatamente a favore di una Congregazione .....
    Che la Cei si sia dimenticata in toto della musica liturgica, questa non è una novità: si preoccupano di organizzare cose che starebbero bene in una kermesse laica, ma da quanti anni la questione liturgica e con essa, la musica del servizio divino, sono abbandonate ai gusti di un manipolo di c.d. "responsabili" che di responsabilità ne hanno molte.
    Sulla coscienza, di cattolici e di sacerdoti!

    RispondiElimina
  7. bellissimo pensiero, molto attinenente alla realta e soprattutto all'ipocrisia degli organismi CEI che hanno fatto del glamour, del politicamente corretto la propria religione.
    In campo musicale gli organismi CEI anzichè formare i musicisti di chiesa presso i pontifici istituti di musica sacra preferiscono organizzare inutili corsi come il "coperlim" dove possono fare il loro lavaggio del cervello a musicisti "generici" improntatnto il lavoro sull'interprezione a senso unico, prettamente sessantottina, dei doucumenti conciliari.
    Purtroppo questi  organismi sono in mano dei piu' biechi esponenti di UNIVERSA LAUS che hanno come scopo piu' o meno conclamato l'estromissione se non l'abolizione di canto gregoriano e polifonia classica per sostituirla con musica di pessima qualità spacciata per essere aderente alla sensibilità e alla spiritualità dell'uomo moderno (leggi "new age").
    L'apoteosi di questi gruppi di lavoro CEI si puo' purtroppo constatare nel nuovo repertorio nazionele di canti per la liturgia dove il pressaposchsimo e l'incompetenza unito agli interessi di alcune case editrice l'hanno fatta da padroni e ora ci viene imposto questo ammsso di sciocchezze e nefandezze musicali come fosse un nuovo "liber usualis" della liturgia rinnovata.

    RispondiElimina
  8. Non direi che nella CEI e nel "progetto culturale" siano sessantottini; sono ex "cattolici democratici" i quali si sono dati una riverniciata e hanno abbandonato quella mentalità in cambio di un tatticismo all'insegna del "sì, ma...". In altre parole capiscono che il cattolicesimo non può continuare a scolorirsi definitivamente ma non vogliono né possono sfidare i luoghi comuni della mentalità dominante.
    A parte questo, mi piacerebbe che qualcuno chiarisse finalmente un punto: perché spesso le medesime persone che presentano come un "progresso" il fatto che Pio X bandì la musica profana dalla chiesa, allo stesso tempo  presentano come un progresso lo stravolgimento della musica sacra avvenuto nel postConcilio all'insegna dell'orecchiare le musichette? Me lo sono sempre chiesto, dato che mi pare sia un atteggiamento contraddittorio, ma non ricevo mai risposta. O forse devo pensare che, se si allontana dalla chiesa la musica operistica va bene perché tanto "è fuori moda", se invece si rifiuta il "beat"o le lagne anni '70 allora si è rei di rifiuto del "progresso"?

    RispondiElimina
  9. Su questo Blog lessi alcuni mesi fa una lettera di mons. Eleuterio Favella (ultimamente tornato all'assalto sulla questione Cappella Sistina), circa un documento dell'Ist. di Musica sacra di Bari, ove pontifica il responsabile dei responsabili. Andatela a leggere e convenitene: è gente che si trastulla con giustificazioni di ordine pseudo-pastorale e partorisce musica brutta, se non addirittura di cattivo gusto.
    So che la stessa persona ha organizzato una sorta di notte bianca della musica (o giù di lì) nelle chiese della sua diocesi. Evidentemente è parte del progetto culturale della CEI

    RispondiElimina
  10. Generalizzare non è mai conveniente, perché in qualche luogo recondito può sempre esserci una prova contraria, ma citatemi un vescovo (a parte Olivieri) che possa essere indicato come amante della musica sacra.

    RispondiElimina
  11. Il recupero della musica sacra non può che passare dalla riaffermazione della liturgia di sempre. Questa ammette solo la musica che -più o meno densa di arte- risponda perlomeno a dei criteri di serietà.
    La deregularion del NOM ha comportato l'apertura a ogni tipo di presenza sonora giungendo e oltrepassando ormai in modo conclamato, le soglie del ridicolo. Se le commissioni, le task force, o come le volete chiamare lavorano alacremente... lassciamole fare, tanto non ci stanno ad ascoltare; quando saranno rimasti soli forse si accorgeranno di aver fatto il cappello di pane a Pinocchio e non la tiara a un Papa.... Per vari motivi non ci ascoltano: non possiamo far altro che lasciar che l'asino si leghi dove il medesimo vuole.

    RispondiElimina
  12. Ti prego Emanuele (mi pare che ti chiami così giusto? se sbaglio chiedo venia), non ti rivolgi a uno qualunque qui dentro, e sei arrivato anche dopo di me. Spero non vi sia l'intenzione di trasformare questo spazio nell'ennesimo blog progressista e buonista... Ho la stima (ricambiata con profonda stima) di molti qui dentro, che sanno che non agisco gratuitamente, ma perché siamo arrivati a un punto di non ritorno.
    L'ha giustamente sottolineato il benemerito dott. Carradori, stimatissimo e sempre puntuale nei suoi interventi.

    Io non parlo a vanvera, sia ben chiaro. Io sono quello, tanto per capirci, che ha documentato il "bordello laterano". Qui non siamo falsi perbenisti, siamo indignati per l'ipocrisia e l'ignoranza di moltissimi vescovi. Enunziami uno solo tra i vescovi che abbia compiuto o si intenda di studi musicali: ve n'è uno solo, che io ricordi, e si trova in Cile (peraltro osteggiatissimo).

    Quando parlo di musica so di che parlo, fidati, so quel che dico.

    RispondiElimina
  13. Direi di essere il portavoce di molti se dico che siamo stufi; se la musica da zecchino d'oro o da vasco rossi in chiesa è inadatta cosa occorre aspettare a cacciarla fuori dalla medesima? Se non è ancora stato fatto, e siamo costretti a sorbirci dei veri e propri vilipendi e blasfemie durante la Messa, vuol dire che evidentemente qualcuno, dall'alto delle loro poltroncine CEI, crede che queste musichette siano degne del Sacrificio che si celebra. E sì che sarebbe tanto facile dire NO! Parlare come ha detto Nostro Signore: sì sì, no no. Quindi, se non è no, come vediamo e sentiamo in tutte le nostre chiese, vuol dire che è sì. Allora ditemi: ci riconosciamo in quello che la CEI ha fatto della Messa? Perché non si fa niente? Basterebbe una parola del papa per dire: in Chiesa via le chitarre! Hanno paura che i giovani non vengano più? Quanta poca fede, allora...

    RispondiElimina
  14. Andateci piano con il ritorno al passato; a qualcuno potrebbe venire in testa di far installare dei juke-box in Chiesa e di  far scegliere i brani direttamente dai fedeli. Ci sarebbe pure un guadagno ....

    RispondiElimina
  15. e perchè il Papa non riesce a dire quel semplice parola: "basta con le chitarre" ?

    RispondiElimina
  16. <span>e perchè il Papa non riesce a dire quella semplice parola: "basta con le chitarre" ?</span>

    RispondiElimina
  17. una semplice frase imperativa che cacci via per sempre bonghi, chitarre e musiche balorde e profane
    equivarrebbe forse ad un "attentato al mega-concilio"  ?

    RispondiElimina
  18. Siamo sempre qui a lamentarci del penoso stato della musica scra in Italia. Se la colpa è dei vescovi (e lo è) non lo è certo per malafede (spero) ma per abissale ignoranza di cose musicali. E non è neanche colpa loro. Chi di noi in qualsiasi scuola di ogni ordine e grado ha mai avuto a che fare con la storia della musica? Ve lo immaginate un professore universitario che non conosca Dante o Leopardi o Michelangelo?  Quanti ce ne sono invece che non hanno la più pallida idea di Bach o Mozart, o Beethoven? Cosa possiamo dunque pretendere come cultura musicale da vescovi che non conoscono neanche il ilatino - ce ne sono con il titolo di maturità tecnica- (!) La cosa sarebbe semplice, basta che si affidino  a musicisti seri. ma, hic cecidit asinus,  ua volta mitrati, riacquistano la scienza infusa.

    RispondiElimina
  19. Mi avevano ben informato.
    Consultate
    http://www.arcidiocesibaribitonto.it/curia/settore-evangelizzazione/ufficio-comunicazioni-sociali/notti-sacre/intervista-a-don-antonio-parisi-ideatore-e-direttore-artistico-dellevento

    e notate i soliti luoghi comuni triti e ritriti dei laici nella Chiesa a cura di Enzo Bianchi, e poi il richiamo del responsabile della musica sacra della CEI alla Gaudium et spes.
    Evidentemente la Sacrosanctum Concilium a lui non interessa.... (!)
    Il resto si lascia valutare da solo.

    RispondiElimina
  20. ...........la musica e' un'arte.....un dono.....per capirla ci vuole tanta sensibilita'.....ma anche saper ascoltarla.........tanti preti non  ascoltano......non hanno l'orecchio per la musica....hanno sempre fretta......di fare niente!!!! Basta vedere quante barbarie hanno fatto con gli altari girati verso il popolo.....senza gusto....dentro sono vuoti...crudeli.....

    RispondiElimina
  21. dall'art. link cit.:

    <span>La <span> </span>Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II ha affermato che “l’uomo vive una vita veramente umana grazie alla cultura....</span>
    <span>Educarci all’arte e attraverso l’arte dovrebbe essere una preoccupazione e un obiettivo di tutte le agenzie educative: famiglia, stato, chiesa. L’arte riesce a trasformare l’uomo,....</span>
     certo, ma...   la cultura   è  dde sinistra, no  ?  e l'arte pure (deve rompere gli "schemi") e allora.....che se ne fanno i "colti" della musica sacra della Tradizione  ?

    RispondiElimina
  22. L'intervistato è il compilatore di quell'altro inutile sussidio che è il Repertorio nazionale.
    Se qualcuno l'ha sfogliato, si accorge subito che non c'è altro criterio alle spalle che quello editoriale....
    Il Signore ci liberi dalla CEI

    RispondiElimina
  23. Per decenni ho svolto volontariamente il servizio di organista parrocchiale (diplomandomi presso una scuola di Musica Sacra) e di maestro si schola cantorum nella mia parrocchia salesiana. Di recente sono cambiati il parroco e il superiore della casa e a qesti ho chiesto se non ritenevano giusto premiare il mio costante impegno con una Una Tantum (chiesto più per non sentire i rimproveri di mia moglie che mi accusa di sottrarre tempo con queste attività alla famiglia). La risposta del consiclgio della casa religiosa che regge la parrocchia è stato: il servizio di organista e maestro del coro si fa solo come volontariato e se è volontariato non si paga!
    Mi domando, se non c'è riconoscimento anche economico come pretendiamo che dei maestri si mettano a servizio delle parrocchie e poi debbano anche lavorare per mantenere sé e le loro famiglie?

    RispondiElimina
  24. Perché scomodare il Signore quando basterebbe il Suo Vicario?

    RispondiElimina
  25. Io li avrei mandati a quel paese, a quel punto.

    RispondiElimina
  26. Verissimo ciò che afferma Primo. L'unica osservazione è che il parametro di riferimento della persona colta in Italia NON può essere il professore universitario, che in molti casi è oggi un formidabile esempio di sottocultura, oltre che di squallore morale e intellettuale.

    RispondiElimina
  27. Non si era detto che le sentenze volte a dar per incapace il Pontefice regnante sono da espungere?

    RispondiElimina
  28. Queste del volontarismo sono solite storie che con i salesiani raggiungono vertici inauditi.
    Agli stessi membri del consiglio della casa si chieda di rinunziare ad una sola vettura (mediamente ogni casa salesiana su 5/7 confratelli dispone di una decina di auto), a portare spesso in pizzeria i giovanissimi animatori e animatrici (mediamente 1 volta a settimana, per 10/15 commensali, visto che le cucine degli istituti sono gestite da personale esterno costoso, poichè che le suore FMA o si sono emancipate per loro conto, o sono state malamente cacciate), a destinare qualche soldo in meno ad impianti di amplificazione e via discorrendo, e ne verrebbe fuori uno striminzito stipendiuccio che potrebbe soddisfare un giovane volenteroso studente serio, o un generoso professionista, non cavilloso sul valore della prestazione in sè.
    Caro Precentor (o Praecentor?), le hanno detto che sono meglio le ragazzine dell'oratorio che cantano "Una notte di sudore".......

    RispondiElimina
  29. Proprio oggi, in questo momento, sto ascoltando la Messa celebrata dai vescovi durante il consiglio della cei; "Agnello di Dio che vieni a salvare il mondo....", musichette indegne e vergognose...Questo, signori, è il progetto musicale della CEI.

    RispondiElimina
  30. Redazione di Messainlatino.it29 settembre 2010 alle ore 11:28

    Mi chiamo Francesco e sono il moderatore di turno. Che la situazione della musica sacra in Italia (ma non solo) sia piuttosto squallida, anche per colpa d'ignoranza e trascuratezza del clero, lo vediamo tutti, e pure io personalmente ne so qualcosa.
    Che il blog diventi "progressista" e "buonista" non credo ci sia pericolo: finora ho preferito non censurare, ma è mio compito impedire che la discussione degeneri, anche per un certo gusto, di segno opposto, per la polemica violenta ed il "politicamente scorretto".
    Vorremmo tutti che il Papa "facesse di più", che a volte si mostrasse meno "prudente", ma prima di sparare a zero su di lui per la sua presunta incapacità di governo, pensiamo ai risultati già ottenuti, alla quantità di fattori di cui deve tener conto nelle sue scelte, ed alle difficoltà e resistenze interne, più volte documentate su questo sito. E la nomina di Palombella ancora non è stata decisa.

    RispondiElimina
  31. Insisto: Rito di sempre. Unico rimedio.

    RispondiElimina
  32. A don Magnifico
    Misuri i giudizi e gli insulti.....
    Non entro nel merito della scelta fatta dai confratelli di quella mia comunità (ma neanche lei ci entri poichè non conosce tutte le ragioni di entrambe le parti).
    Non si permetta di generalizzare su di noi e sul nostro stile di vita; se ha visto dei singoli casi di abusi, mi spiace ( e se vuole li può denunciare al superiore competente), ma non si permetta di gettare fango su una congregazione fatta al 99% da uomini che lavorano con sacrificio e con spirito di povertà.

    RispondiElimina
  33. Redazione di Messainlatino.it29 settembre 2010 alle ore 16:40

    Mi auguro che questa discussione prosegua in modo pacifico.

    RispondiElimina
  34. Redazione di Messainlatino.it29 settembre 2010 alle ore 16:41

    Mi auguro che la discussione prosegua in modo pacifico.

    Francesco

    RispondiElimina
  35. Precentor73 focalizza un punto molto interessante: oggi c'è la convinzione che il musicista sia sempre e solo un dilettante, cioè faccia musica per il sol gusto di esibirsi in pubblico. Questo per il servizio musicale liturgico non sta in piedi.  In pochi casi si possono stipendiare, assicurare e gestire a norma di legge i coristi (che andrebbero prima selezionati etc. etc.) ma Maestro di coro e organista/maestro collaboratore sono ruoli troppo importanti per non esser retribuiti. Ma di ciò non si ha consapevolezza. Conosco ottimi musicisti che a lungo hanno prestato servizio per puro sentimento cristiano, ma non si può pretendere da tutti la stessa cosa (che poi dai colleghi è vista pure in malo modo, giustamente). Un altro grave cancro della musica liturgica è la deprofessionalizzazione.
    Ma tutte queste osservazioni riferite alla Messa nom lasciano il tempo che trovano perché ormai a livello liturgico e musicale è in coma irreversibile.

    RispondiElimina
  36. Ma come mai allora se sai e dici non ti mostri e firmi?
    Di cosa hai paura?
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  37. senti, caro amico di Stoca, vedi di piantarla lì con queste uscite!

    RispondiElimina
  38. le mie lamentele le feci ancora nei primi anni di pontificato del Beato papa giovanni paolo II. La sacra congregazione per la liturgia mi scrisse che avrebbe provveduto a rivedere le norme del sacrosanto concilio. Nulla di fatto perchè, le chitarre ancora ci sono e i gruppi giovanili, attualmente formati da persone cinquantenni o giù di lì, imperversano nelle nostre chiese. Ma quello che più mi preoccupa è che i canti beat o rock, vengono fatte imparare all'assemblea. Non so se mi rimane di cambiare religione!

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione