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venerdì 24 settembre 2010

Il prete progressista è un istrione narcisista

Pubblichiamo ampi stralci di un articolo di Paul e Daniel C. Vitz, originariamente intitolato Messing with the Mass: The problem of priestly narcissism today” (letteralmente “Aggeggiando con la Messa: il problema del narcisismo dei preti oggi”) e pubblicato nel 2007 su “Homiletic and Pastoral Review”, nel quale viene affrontato, da un punto di vista psicologico, il grave problema del fai-da-te liturgico, ovvero la tendenza, comune a molti preti (ma anche, bisogna dire, ad una certa parte di laici, specie quelli impegnati nella c.d. “animazione liturgica”, musicale e non) a concepire la liturgia come cosa propria, e a sentirsi quindi autorizzati ad introdurvi tutta una serie di varianti, aggiustamenti, trovate più o meno grandi, tanto nelle parole quanto nei gesti, col risultato di commettere dei veri e propri abusi, in barba a quanto prescritto dalle norme. Gli autori descrivono in particolare lo scenario statunitense, ma ognuno sa da sé come il problema sia molto più diffuso, anche dalle nostre parti: credo che ciascuno di noi abbia avuto a che fare almeno una volta con uno di questi preti “improvvisatori” o “primattori” e con le loro stravaganze. Gli esempi si sprecano: da classici come “Il Signore è con voi” o “Pregate sorelle e fratelli perché il nostro sacrificio...” al prete che modifica perfino il testo del Vangelo, fino al caso limite di quei sacerdoti che apparentemente non possono leggere una riga di messale senza sentire il bisogno di infiorettarla o variarla sottilmente, sì da dare l'impressione d'inventarsi la messa lì per lì (chi scrive ha avuto esperienza diretta di tutto ciò). Non possiamo che essere d'accordo con la conclusione dell'articolo: la partita della buona liturgia si gioca nei seminari, al livello della formazione dei futuri sacerdoti (che deve includere la conoscenza e il rispetto della Tradizione); ma è anche affidata, più in generale, alla consapevolezza ed alla buona volontà dei laici, che hanno il dovere di attenersi alle leggi stabilite da Santa Madre Chiesa, come il diritto di avere una liturgia ad esse conforme.


A partire dal Concilio Vaticano II la messa è caduta vittima d'irregolarità di vario tipo. Questo argomento è stato molto discusso da vari punti di vista, ma in questo articolo prenderemo in esame un aspetto fino ad ora trascurato della questione - i motivi psicologici che possono aver spinto i sacerdoti ad introdurre questi cambiamenti.

[...]

Noi proponiamo che la motivazione primaria alla base di molti di questi cambiamenti derivi da sotterranei impulsi narcisistici - ovvero, un amore di sé spinto all'estremo - comuni a molti uomini e donne nella cultura odierna.

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Lasciando da parte gl'importanti aspetti teologici soggiacenti alla questione, possiamo vedere motivazioni psicologiche profondamente radicate alla base del comportamento di quei preti che "individualizzano" le loro messe, dando la loro "impronta personale" alla liturgia. Questi preti trattano con grande disinvoltura le rubriche della messa, trasformano la "brevissima" introduzione dopo il saluto al popolo, autorizzata dall'Ordinamento Generale del Messale Romano, in un'altra omelia. Alcuni perfino individualizzano la preghiera di consacrazione, ed in molti altri modi cercano di rendere conforme la Divina Liturgia ai loro propri gusti ed opinioni.

Buona parte di questo cambiamento è stata a lungo attribuita allo "Spirito del Concilio", ma in realtà è nostra opinione che vi sia lo sprito secolare e narcisistico dei nostri tempi alla base di queste irregolarità liturgiche. [...] L'atteggiamento di chi “personalizza” la liturgia è chiaramente quello di chi rigetta la storia e la tradizione della Chiesa – proprio come la società in generale ha rigettato il suo passato. Ciò si osserva facilmente nel frequente disinteresse, e talora perfino esplicito disprezzo, per le tradizioni liturgiche da parte di coloro che più strettamente dovrebbero essere legati alla Chiesa – i sacerdoti.

Questi abusi riflettono altresì un'effettivo scollamento dal futuro cristianamente inteso. […] Al suo fondo, la Divina Liturgia è un'espressione di speranza per il futuro, ed è una manifestazione terrena della nostra destinazione suprema – il Paradiso. La messa dovrebbe trarci fuori dal tempo presente – dovrebbe muoversi in una dimensione atemporale e trascendente – e dovrebbe anche farci avvertire tutto il passato della Chiesa che ci precede, con le sue tradizioni. Purtroppo, i fedeli se ne vanno da molte delle nostre messe con poca consapevolezza del significato che la liturgia riveste per il passato della Chiesa e per il loro proprio futuro nell'eternità: la messa è stata un'esperienza puramente emotiva e passeggera, presto dimenticata.

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Il narcisismo miete oggi le sue vittime anche fra i laici. La messa viene presentata come una celebrazione dell'assemblea dei fedeli anziché della Presenza Reale di Cristo nell'Eucaristia.

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In fin dei conti, anche il laicato ha il proprio bisogno di narcisismo, che può facilmente manifestarsi durante la messa, creando disordine in vari modi. Un po' di questo narcisismo dei laici si mostra ad esempio nella frequente pretesa di esercitare un controllo sulla messa e sulle relative preghiere a matrimoni e funerali. Sempre più queste funzioni sono “tagliate su misura” per accontentare l'insistenza dei laici.

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Data la tendenza allo "spontaneismo", all'autostima ed all'autoesaltazione, sacerdoti e seminaristi dovrebbero essere messi in guardia dal pericolo d'infilare la propria personalità nella liturgia. Questa tendenza al narcisismo dev'essere fatta oggetto d'attenzione specialmente nel contesto della messa celebrata versus populum. A prescindere dalle personali opinioni circa i rispettivi pregi della messa celebrata ad orientem o versus populum, non v'è dubbio che la tentazione di atteggiarsi a “primadonna" sia molto maggiore quando il celebrante è rivolto verso l'assemblea.

[...]

Dato che le voglie futili e narcisistiche di molti preti stanno dietro alle loro peculiari ed idiosincratiche modifiche della liturgia, è l'ora che questi aspetti sgradevoli e non teologici siano più diffusamente identificati nei seminari cattolici e nella comunità cattolica in generale. Lasciamo al Cardinale Arinze l'ultima parola sull'argomento: la liturgia, egli dice, “non è proprietà privata di nessuno, e quindi nessuno ci deve giocare”.


Quante volte abbiamo sentito il liturgista di turno lamentare il soffocante “rubricismo esasperato” della liturgia tradizionale. Ma alla luce di quanto abbiamo letto, non dobbiamo pittosto vedere in esso quasi un argine eretto dalla Chiesa, nella sua materna prudenza, contro il dilagare della tentazione a mettere noi stessi al centro, a ritenerci più importanti di tutto il resto, tentazione sempre operante in ogni uomo a causa della corruzione della sua natura, ma soprattutto in chi riveste un ruolo di guida, di autorità, come un ministro ordinato? Non dobbiamo piuttosto apprezzare quelle minute prescrizioni che non lasciano al sacerdote spazio di manovra, portandolo quasi ad annullarsi nel rito, sì da lasciare campo libero all'azione dell'unico vero Sacerdote e Mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo (avverando in questo modo le parole del Battista in Gv 3,30)?

E non dobbiamo rimpiangere, tra le altre cose, anche l'abbandono di un simile atteggiamento di umiltà verso il rito, tanto più in quest'epoca di divismo, gossip, social network, che moltiplica la smania e le occasioni di farsi notare, di porsi al centro dell'attenzione?

Certo, abusi erano possibili, e sono sicuramente avvenuti, anche prima dell'ultima riforma liturgica. Ma (è un discorso già fatto altre volte) il Novus Ordo, con la sua minore attenzione alle rubriche, le possibili varianti ad libitum, la scomparsa della sezione "De Defectibus", le traduzioni in volgare continuamente riviste al ribasso, non rischia d'incoraggiare una malintesa idea di "creatività"? Non costituisce perlomeno un "calo della guardia" dinanzi a quella cultura dell'"apparire", un abbattimento del summenzionato "argine" contro ogni tendenza narcisistica?

In fondo, cos'è lo “Spirito del Concilio” se non un cedimento alla mentalità del secolo? Presunto “spirito” che vince sulla “lettera”? Mal concepito “amore” che vince sulla “legge”? Impulso interiore, soggettivo, che vince sulla norma esteriore, oggettiva? “Caritas” senza “Veritas”?

Non è questo un ulteriore esempio di rifiuto da parte del dipendente della sua dipendenza, di uomo che mira a farsi Dio per prenderNe il posto?

Francesco


Contro le tentazioni narcisiste, la ricetta è sempre quella:
Apri il Messale, dì precisamente le cose scritte in nero, fai esattamente quelle scritte in rosso (=le rubriche, da ruber, rosso)

17 commenti:

  1. stupendo !   :)
    stupendo sapere che c'è (di nuovo) tanta consapevolezza .....

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  2. "chi scive ha avuto esperienza di tutto cio"???  abbiamo avuto TUTTI esperienza di ciò!! e a ben cercare nelle nostre diocesi ce ne sono ancora.... e quando magari denunciamo, sempre con amore e sollecitudine fraterna, questi abusi, ci sentiamo dire: "si, hai ragione, ma lo sai che è particolare quel tale sacerdote, e bisogna lasciarlo fare" ecc ecc...

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  3. Spesso non è solo il prete ad essere narcisista, ma l'intera parrocchia (o movimento ecclesiale) nelle sue componenti di consiglio pastorale, laici impegnati, pie donne... a volte i preti sono vittime dei loro collaboratori!

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  4. I preti oggi sono deglia analfabeti liturgici. Pensate che i giovani preti non sanno neppure che esistono gli ammitti, interrogati su cosa siano i veli dei calici essi rispondono dei ''coprileggii'', proposi di fare le torce con i ceriferi e loro non sapevano di che cosa stessi parlando, chiesi di usare il campanello e loro in sacrestia non ne avevano più  e non ne usano mai.

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  5. Ricordo che in parrocchia alla Messa c'era:
    1- omelia iniziale;
    2- ammonizione alla 1.a lettura (orientamento sulla lettura)
    3- prima lettura
    4- salmo responsoriale
    5- ammonizione all'epistola
    6- epistola
    7- alleluja
    8- omelia
    9- preghiera dei fedeli
    10- preghiera dopo la comunione (ovvero lettura di un brano scelto dal parroco)
    11- omelia finale 
    con la sfilata di 5 lettori scelti immediatamente prima della Messa. Vi lascio immaginare la concentrazione dei fedeli.
    Ho cambiato chiesa.

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  6. Ottimo intervento. Culmine del 'primadonnismo' lo scranno del celebrante al centro, spesso fra l'altare nuovo e quello antico dov'è il tabernacolo, con il risultato di dare le spalle al Santissimo.

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  7. ...........e non solo girare le spalle al Santissimo....qui da noi in Istria.....quasi in tutta la Croazia....tutta la Santa Messa di Natale....fino L' Epifania...Tutte le Sante Messe sono stravolte, con gravi abusi nei canti......al posto del Kyrie...Gloria....Alleluia....Santus...Agnus Dei.....cantano le loro canzonette popolari natalizie!!!!!!!!!!!!!!!!! Una roba da schifo!!!!!!!!!!!!! Una vergogna!!!!!!!!!!!!!! In tante occasioni..terminano la Santa Messa con l' inno alla patria!!!!!Un nacionalizmo che mi fa' vomitare!!!!! A queste Messe non ci vado piu'!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Io i preti li manderei a lavorare !!!!!!!

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  8. per me non è questione di narcisismo ma di ignaranza.
    carenza di formazione nei seminari! Spiritualitù rese asfittiche da autentico nutrimento

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  9. <span>per me non è questione di narcisismo ma di carenza di formazione nei seminari! </span>
    <span>Spiritualità rese asfittiche da mancanza di autentico nutrimento</span>

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  10. Grazie per la sua testimonianza!
    Il caldo fluire delle sue parole, l'afflato mistico che aulisce nel suo fraseggio, la rugiada soprannaturale che imperla ogni suo dire mi hanno cambiato la mente e il cuore; domattina al canto del gallo saluterò il sorgher del nuovo giorno con un rogo di manipoli e di trine ponendo così fine ai "vuoti rituali" che hanno fin ora imprigionato la mia fede! Poi uscirò da Gerusalemme, non senza aver prima profanato il recinto sacrale dei Sommi Sacredoti, e griderò al mondo la mia rinata libertà!

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  11. Ad ogni pubblicazione di documenti del tenore di questo mi sento sempre  più lontano ed impossibilitato a qualsiasi reazione. Ma per voi (Redazione) questo è DIFATTISMO.

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  12. Gesu' ha continuato ad amare chi lo inchiodava alla croce....ti pare che si faccia problemi se qualcuno gli volta le spalle???
    Non me ne faccio io che sono ben lontano dall'essere Santo....figurati Lui

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  13. concordo! Non c'è più trasferimento di sapienza e quindi nei seminari vale il "cogito ergo sum" ... d'altra parte vale anche il contrario ... io non sono nulla così si è fatto fino ad ora e così si deve fare ... a prescindere dal fatto che l'uomo è andato sulla luna!
    Matteo Dellanoce

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  14. Siamo alle solite, aria fritta e per di più con olio rancido. Rubrica = superstizione, idolatria del potere (questa poi che vorrà dire? Però suona bene, magia delle frasi fatte e dei luoghi comuni), comunità di ascolto, (ma senza farsi condizionare dalle regole - rubriche - cosi come nei talk show, tutti parlano anzi, si parlano addosso, nessuno ascolta, le voci si sovrappongono, non si capisce niente...). Basta con un Gesù a senso unico. Egli incontrava tutti, mangiava nelle case dei ricchi, non andava in cerca di prostitute ma perdonava quelle che incontrava (se pentite!), le sue "assistenti" erano donne ricche, dell'alta società. Non poteva mancare la "condivisione" e difatti alla fine è venuta! Comunque, è sbagliato mettere in contrapposizione ritualità e cerimoniale liturgico con la pratica delle virtù cristiane, come se una cosa escludesse l'altra, come se  celebrazione sciatta, noncuranza delle rubriche = pratica della carità, mentre  deve essre  celebrazione attenta e precisa e carità attiva. La nuova Gerusalemme è la Chiesa, tempio e altare sono il sacrificio della croce rinnovato incruentemente ma efficacemente in ogni S. Messa, e senza di esso non c'è salvezza. Senza questo tempio e altare, ogni opera è inefficace.

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  15. Reverendo d. Mercenaro, ammesso che la "d." stia per "Don", e se così non fosse voglia Lei scusarmi se tiro un sospio di sollievo,  appartiene per caso al CNC?  volevo chiederlo visto che  Lei usa una terminologia riscontrabile anche nelle catechesi dell'Auguello nelle quali tra l'altro ricordo si nega la presenza Reale di NS Gesù Cristo nell'Eucarestia e la confessione auricolare.

    ad ogni modo, Lei pensa che Ns. Gesù (mi perdoni, ma parlare i "Gesù Storico" mi sembra una panzana, come se la natura umana e Divina del Salvatore fossero due cose separate) non seguisse forse le prescrizioni rituali della religione Ebraica? che quando in unione con il Padre e con lo Spirito Santo dettò a Mosè i Comandamenti e ispirò la scrittura della Bibbia, ha forse messo la postilla secondo cui: "fate ciò che vi dico ma non esagerate"?

    Ora, siccome leggo nel Catechismo della Chiesa Cattolica che le fonte dell' ortodossia Cattolica è , dopo la Sacra Scrittura, la Tradizione, in quanto autentica interprete della Scrittura, devo dedurre che le norme  proposte da questa stessa Tradizione, non servono a niente?

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  16. Ma Gesù non ha detto anche "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto" ?

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  17. Il narcisismo è la peste bianca delle Chiese Cattoliche, moltissimi preti non sanno vivere il celibato, non sanno obbedire se non a se stessi e di povertà hanno una loro personale interpretazione : non esiste. Poi non parliamo degli ordini religiosi: per es i Domenicani sono fuori controllo, schegge impazzite, vivono solo di cultura e mostrine. L'idea è che ormai è finita, siccome non è possibile vivere Cristo ed il Suo Santo Evangelo, allora adattiamolo alle nostre esigenze..... Follia da furbi narcisisti e mercenari. State alla larga da questi sacerdoti, non dategli i figli o bambini nelle loro mani ve li rovinano definitivamente!! TOBY

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione