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domenica 4 luglio 2010

Spot pubblicitari per (ri)portare a Messa i cattolici



L'Arcidiocesi di Chicago, guidata dal tosto (e abbastanza trad-friendly) cardinale Francis George, ha lanciato una campagna pubblicitaria dal titolo "Catholic come home", cattolici tornate a casa, per risvegliare nei cattolici di nome, tiepidi e refrattari alla pratica religiosa, il desiderio di un ritorno alla Chiesa.

La campagna pubblicitaria è costata cara (circa un milione e trecentomila dollari) ma il risultato è stato ottimo: l'8,1% dei battezzati (quasi uno su dieci) è tornato ad una pratica religiosa regolare; ed anche la frequenza ai sacramenti, eucarestia e perfino riconciliazione, si è accresciuta.

L'idea può sembrare un'americanata, ma intanto funziona; e in fondo, anche in Italia, non si fa forse pubblicità per l'otto per mille? Tanto varrebbe far passare allora sullo schermo qualche idea basica sull'importanza delle pratica religiosa. Certo che se poi il messaggio fosse che la domenica il popolo di Dio si incontra per fare festa e fare comunità...

Ma il bello delle pubblicità è che per farla ci si rivolge ad agenzie specializzate: i testi non li scrivono preti e suore, per fortuna. Ed allora è significativo guardare il video che qui sopra vi proponiamo, in cui è presentata la campagna pubblicitaria. Noterete alcuni particolari, sicuramente non casuali ma frutto di attenti studi di marketing religioso: tutti i riferimenti cultuali sono molto tradizionali, anche se non necessariamente tridentini (incensazione; prete di spalle ad un solenne altare con ciborio, croce e candelabri; adorazione eucaristica con elaborato ostensorio; prima comunione in ginocchio e sulla lingua; fedele in preghiera con inginocchiatoio e candele); si vedono perfino suore d'antan catafratte in austeri abiti.

Insomma, signori ecclesiastici: volete capirla o no che la Tradizione è lo strumento per recuperare i fedeli che si allontanano?


Fonte: Americatho

32 commenti:

  1. immagino cosa avrebbero ideato se a realizzare lo spot fossero stati preti e suore: messe con danze simil pseudo tribali, baci e abbracci, battimani e ole, bandiere arcobaleno; interessantissimo poi sarebbe stato vedere il risultato e compararlo.

    fatta questa premessa aggiungo:

    è una americanata?
    a prima vista può dare questa impressione, e io diffido per natura delle americanate; ma riglettiamo un pochino:
    un secolo fa, due secoli, tre, quattro secoli fa etc. che cosa si faceva per ricordare ai fedeli di andare in chiesa? Si suonavan le campane ( e in qualche posto le si suona ancora). E che altro era quel suono, in sostanza, se non una pubblicità? Una reclame!
    Allora l'iniziativa americana non solo non è per nulla singolare, ma oserei dire molto tradizionale. Si è usato un campanile virtuale oggi seguitissimo come la TV.
    Questo si che è uso saggio dei moderni mezzi di comunicazione.

    Nel nostro piccolo anche noi tradizionalisti sotto questo aspetto siamo modernissimi ( e in confronto a noi, sull'argomento, i progressisti fan la figura dei matusa): non usiamo forse "l'internet" (quanto mi piace questa espressione di BXI) in maniera massiccia martellante ed intensiva?

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  2. Mi pare che, prima ancora che di tradizione, nell'esempio americano (e in fondo non solo in quello) il problema sia di identità... Certo, l'identità si basa su di una tradizione, ma c'è desiderio di riallacciarsi alla tradizione solo quando si ha (o si recupera) una identità forte.
    Non diversamente, secondo me, è il problema del clero. Si parla tanto di preti che soffrono la solitudine ecc. ecc. Non si riflette, però, che se si evitasse di credere alla fola del "mondo in dialogo", dove tutti sarebbero "cristiani anonimi", si eviterebbero le delusioni cocenti che poi conducono allo sconforto e all'isolamento.
    La Chiesa, tutti i cristiani cattolici, devono recuperare il senso della propria specificità e unicità, della propria identità: così di diventa coraggiosi testimoni, il sale della terra, altrimenti si finisce scipiti e buttati via.

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  3. <p><span>Segnalo un articolo che ho trovato per caso in rete, e la cui lettura mi ha fatto oscillare tra il riso e lo sconforto:</span>
    </p><p><span> </span>
    </p><p><span><span>http://www.musicasacrabari.it/Articoli/I%20canti%20eucaristici%20e%20la%20rifoma%20del%20Vaticano%20II.pdf</span></span>
    </p><p><span> </span>
    </p><p><span>Evidentemente per l’esperto autore noi oggi viviamo in un’epoca di “fede adulta” che ha finalmente buttato via le incrostazioni “sentimentali” del buio passato… Tra l’altro il reverendo autore ha una carica importante nella diocesi di Bari, il che, temo, contribuisce a spiegare l’andazzo da quelle parti, dove processioni e immagini sacre e canti tradizionali nei decenni scorsi sono stati letteralmente buttati via. Bisognerebbe fare qualcosa anche per la Puglia.</span>
    <span>Perché non aprire una discussione (con toni pacati, anche se fermi) nel blog?</span></p>

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  4. Personalmente aborro l'uso di questi "strumenti" (inclusa la campagna dell'otto per mille), perché non si tratta in realtà di strumenti, ma di un modo di ragionare che, sempre a mio opinabilissimo avviso, finisce per alterare, se non per contraddire, la prospettiva cristiana. Sì, è un'americanata. Ich stimme nicht ein!

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  5. non c'è nessuno che abbia un po di tempo e voglia fare uno spot della messa tridentina?
    Su youtube ci sono immagini bellissime di messe antiche che potrebbero essere usate per realizzare tale spot.
    Ho appena visto un video di una messa celebrata nella parrocchia romana della SS. Trinità de' Pellegrini ed è stata intervistata pure una cattolica di origini ebraiche la quale afferma che per lei la messa antica manifesta una ritualità che le ricorda l'antico sacrificio che si offriva a Dio nel tempio di Gerusalemme. E non dimentichiamo che la messa è propio il Sacrificio nuovo che ha sostituito l'antico; resentare la messa antica con una dichiarazione del genere sarebbe un argomento formidabile!

    Insomma, fare un bello spot magari da far girare, tanto per iniziare, tra gli amici su facebook.

    La Redazione che ne pensa? 

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  6. Lo aborri perché sei italiano, anche se ti diletti nella barbara lingua d'oltralpe. Agli italiani non piace la pubblicità, sono i campioni mondiali dello zapping. Gli americani invece sono una cultura fortemente influenzata dal mercatismo e dal protestantesimo più aggressivi, quindi pubblicità e proselitismo sono elementi quotidiani della loro vita, sia subiti che praticati, spesso l'uno usa il media dell'altra e purtroppo anche viceversa. In Italia semplicemente non funzionerebbe, come non funzionano le campagne per l'otto per mille, che sarebbe in costante crollo per numero di dichiarazioni. Ma è basato su una ripartizione proporzionale, non corrispondente alle dichiarazioni e questo salva i popò dei nostri cari episcopi.

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  7. Anche nei paesi della barbara lingua (lingua madre, in effetti, della nonna, non mia) la pubblicità piace pochino. Ciò che intendevo dire era però altro.

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  8. Caro Wilhelm Eugen, perchè ce l'hai con lo spot dell'otto per mille? E' una delle pochissime occasioni che ci sono rimaste per vedere qualche sacerdote vestito da prete! Un po' come le ormai scarse vittorie della Ferrari che forniscono ai compagni l'occasione di veder ancora sventolare le bandiere rosse!?

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  9. Volevo fare i complimenti ad Antonello per l'immagine del Beato Carlo d'Asburgo che accompagna i suoi commenti.

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  10. Mah, personalmente ritengo che lo spot dell'8x1000 mostri il modello di ciò che il prete non deve essere... operatore sociale piuttosto che antimafia... e altre ridicolaggini. (in realtà non brutte cose in sè, ma che in un prete non son "fondamentali" nel senso che sono derivate dal suo essere prete, non viceversa). Si vedono poi messe celebrate in maniera non dico indecorosa ma in uno stato decisamente di pauperismo spintissimo e altre amenità simili.
    In più sono di un sentimentalismo insopportabile...
    ....in sostanza: fanno schifo e costano pure un sacco di soldi! :)

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  11. Da un punto di vista del marketing per ravvivare l immagine di un prodotto, l esperto cerca sempre  l esistenza di una storia, di un richiamo ad un immagine , ai cinque sensi, per stimolare nel consumatore il ricordo di qualcosa di piacevole che renda unico l acquistoEbbene provate a portare questa visione in un ipotetica pubblicità per  risvegliare i fedeli, e troverete che tutto e presente nella tradizione:il profumo dell incenso,l  la croce  simbolo universale della morte edella resurrezione,i colori e le luci delle cattedrali antiche  i dolci silenzi delle umili chiese fatte con buon gusto antico,la misteriosa e suadente concretezza della lingua antica che sa colpire con la sua musicalità anche chi non la conosce,la poesia dei paramenti  dei  riti che da più di mille anni accompagnano nella gioia e nella tristezza la vita di milioni di fedeli. Un esperto di fronte a tanto non avrebbe di che sforzarsi per preparare un opera d arte mediatica..perchè esiste già:la tradizione millenaria della Santa Chiesa Cattolica, offuscata dalla stupidità degli uomini.

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  12. <span>Sagge parole, Andrìa: per trovare qualcuno in talare ormai bisogna fare un pellegrinaggio a Gricigliano.</span>

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  13. Verissimo, demetrio. Il fatto è che vendere la Tradizione in tivvù come una saponetta avrebbe l'amaro sapore della profanazione. Lasciamo che in televisione ci vadano i ciotti i mazzi i galli, e lasciamo la Tradizione al mondo serio della realtà.

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  14. Lo spot dell'otto per mille consolida la già affermata immagine della Chiesa associazione filantropica, come piace al mondo che la vuole agenzia umanitaria, missionaria per fare assistenza sociale e basta. Nessun accenno al suo compito di salvezza, ai problemi morali (guai a parlarne, si perderebbe consenso!) ma, guarda caso, siccome conviene all'immagine - si tratta di incassare somme notevoli - si rivede la  vecchia talare... 
    Ora un off topic: secondo voi, quanto avrà trattato, brigato, supplicato Mons. Marini -quello cattolico, non il bugniniano- per aver ottenuto al Papa il permesso, dalla CEA di dare la comunione ai fedeli inginocchiati e sulla lingua? Nicht alle Schlachten verloren. (Non può essere barbara la lingua di Goethe, di Schiller, Bach, Beethoven...e una tonnellata di nomi ancora - così simile al Latino - o preferite il Francese che Schopenhauer chiamava scimmia dell'iItaliano!) Lo so che sono abbondantemente fuori, ma ogni tanto rilassiamoci!  Chiedo scusa ma il mio tedesco è da autodidatta e chissà quanti errori, ma a me mi piace! (Sta bene così).

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  15. <span>"Ma è basato su una ripartizione proporzionale, non corrispondente alle dichiarazioni e questo salva i popò dei nostri cari episcopi"</span>

    Nel caso il cittadino non effettui la scelta. Se però lo destina allo Stato è lo Stato a incamerarlo.

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  16. ... o guardare le repliche di don Matteo. :)

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  17. A volte essere missionari significa anche favorire il riaccostarsi alla Santa Messa ed ai Sacramenti da parte di coloro che si sentono "tiepidi". Quale migliore occasione per invogliarli descrivendo la bellezza delle preghiere in latino e greco, le melodie del canto gregoriano, i silenzi, i magnifici silenzi durante i quali è il cuore che prega!
    Penso che non esista pubblicità migliore, tanto che il passa parola giovanile ha fatto crescere il numero dei frequentatori della Santa Messa Tridentina e questi siano, per oltre il 60%,  giovanissimi e giovani. Per queste cose, nonostante le incomprensioni e l'ostilità verso la S.M.T., credo che Cagliari debba ringraziare il Signore.

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  18. Interessante questo lavoro di studio musicale, dove "Inni e canti " è commentato con:"Naturalmente il testo era un pretesto per poter cantare una bella romanza, pieno di affetto e di
    commozione."
    Poi parla del "Pange lingua" e di "T'adoriam Ostia divina", sempre usando il passato e con toni da"poverini questi ignoranti che cantavano melodrammi commoventi"; tutti canti che a Bari probabilmente non si usano più, ma a Ferrara li cantano tranquillamente anche in seminario! Ma poveri questi futuri preti ferraresi, formatisi su canzonette da donnicciole! :(

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  19. Uhm, di questo non sono del tutto sicuro, ospite, ma visto il mio disinteresse per l'8 per mille (anche perché per ora non raggiungo un reddito sufficiente per qualsivoglia destinazione) potresti benissimo aver ragione. Non è che comunque darli allo Stato sia molto più proficuo. Tutto sta a capire quale boccone è più facile da ingoiare turandosi il naso... :-/

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  20. ...tra l'altro è anche la lingua del Papa...

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  21. Redazione di Messainlatino.it4 luglio 2010 alle ore 22:45

    Sarebbe una bella idea, ma che facciamo? Una colletta per fare spot in prima serata? Costerebbe molto, ma molto di più di un sondaggio.
    Enrico

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  22. (E infatti non è una lingua barbara. E si potrebbe davvero citare una tonnellata di nomi).

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  23. Gli italiani da secoli si sono sempre dovuti barcamenare usando la diffidenza come prima fra le armi....
    Quando qualcuno ci vuol convincere di qualcosa ci chiediamo sempre: "dov'è la fregatura". Questo ci salva (ormai sempre meno però) dai messaggi pubblicitari. Trovo effettivamente sconveniente fare pubblicità all'otto per mille. Non si fa che un elenco di luoghicomuni, luoghicorretti... come siamo bravi e ganzi noi che si fanno i pozzi in Africa, si fa far la doccia ai clochard... etc etc. Ma non si doveva evitare di suonar la tromba quando... non doveva non saper la mano destra quello che.... ma... mah!
    Parafrasando il titolo di una di quelle ridicole canzoni con cui s'abusa la liturgia "Canto per Cristo" ma lotto per mille...

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  24. hai ragione wilhelm  ma dati i tempi non bisogna andare troppo per il sottile, di fronte ad un individuo che non conosce la tradizione  mezzo  che può essere strumento per la sua conversione, la sua salvezza, credo che  con le dovute maniere si possa fare qualcosa anche nel campo della pubblicità,viviamo in questo tempo, dobbiamo usare le armi di questo tempo,armi umane ovviamente,le armi spirituali sono sempre le stesse

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  25. Ferrara è un Signor Seminario, altro che!

    ..dopo aver snobbato gli inni eucaristici della tradizione, l'autore di questo sforzo letterario passa a magnificare i latrati del post-concilio.
    Certo, qualche confetto rosa di critica è scagliato pure ai "primi canti della riforma", tipo ( cito dal testo): "Manca una presentazione teologica del mistero eucaristico, MA viene evidenziato l'aspetto diciamo sociale del pane eucaristico. La musica INVECE creava dei problemi". Qualche maligno direbbe: eh beh, la presentazione teologica del mistero eucaristico è stata adombrata nella Messa stessa, figuriamoci se possa esser presente "chiaramente" nelle canzoni.. Che manchi non è un problema, quindi. La musica, invece, poteva crearne qualcuno! Poteva, imperfetto, perchè poi, col tempo, via ci s'è fatti l'orecchio pure a bonghi, chitarre e canzoni da ultras.
    Ovviamente, il pane eucaristico ha una dimensione sociale.. Lo servono pure alle mense acli, probabilmente. "Mi passi il pane?.. Quello eucaristico? No, quello iposodico, grazie.."

    Dopo aver letto questa frase, si stampi questo fior d'essay su carta morbida, si prenda il foglio e lo si tagli verticalmente in due strisce. Fatto? Bene!.. ora piegate le strisce ordinatamente, e riponetele sull'armadietto della toilette di casa vostra. Vedrete, cari amici, vi saprà tornare utilissimo, magari dopo una scorpacciata di prugne o dopo una festa messicana con gli amici!.. anche questo è art attack.

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  26. Alexander Von Trotta5 luglio 2010 alle ore 10:42

    Negli spot dell'otto per mille i preti non celebranti sono perlopiù in jeans e maglietta e le chiese sono perlopiù casermoni di cemento armato, non so se ve ne siete mai accorti. Nelle altre pubblicità (detersivi, automobili ecc.) invece i preti sono sempre in talare e tricorno e le suore portano in testa la "vela". Ma non è una machiavellata degli art director, semplicemente la gente non identifica con un prete una persona in jeans e maglietta e una spillina vagamente cruciforme appuntata da qualche parte. Le pubblicità ad ogni modo possono forse servire nel breve periodo, ma nel lungo contano i fatti. Qualche giorno fa ho visto su Rai Storia un vecchio reportage di Biagi del 1978, "Dio ha bisogno dei francesi" si intitolava, ed era dedicato alla situazione religiosa in Francia. Intervistavano un collaboratore di Lefèbvre, ed era un anziano sacerdote pure un po' sordo, in mezzo a polverosi volumoni di qualche secolo fa. Poi la scena di spostava in una chiesa piena di gente che si agitava giuliva, un giovane prete dava la comunione in mano ecc. ecc. Ecco, era un bellissimo spottone per la "nuova chiesa", che allora avrà certo convinto molta gente. A distanza di trentadue anni possiamo farci grassissime risate sul bel successo che ha avuto quel modello.

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  27. Effettivamente anch'io non sapevo se ridere o se piangere. Per me andare a Messa alla domenica è uno strazio, sembra di essere al festival di san Remo :'( . Al sabato va un po meglio, ma un bel "Inni e canti" sono anni che non lo sento

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  28. E' che la religione non è un prodotto. Non è merce. Pensare che il problema sia anzitutto, o anche solo in misura significativa, una questione di comunicazione è un errore colossale. E' l'errore commesso dalla gestione navarrovalsiana (& co.) dello scorso pontificato. Si è provato a fare del marketing. Certo, il vecchi papa è diventato una star, i ragazzi affollavano le convention giovanili, ai funerali c'era una folla immensa... ma il Sacro? E tutto il resto? La pulizia - morale e dottrinale - nella Chiesa, il rigore liturgico, il rispetto della Tradizione, l'ottemperanza ai precetti, l'adesione ai contenuti di Fede... Il fatto è che credendo di sfruttare moderni ed efficaci strumenti per una buona causa si dà in realtà la propria adesione a quelli che invece sono veri e propri contenuti, una concezione dell'uomo, del mondo, dell'azione, della relazione, ecc. ecc. E' un po' come nel caso di chi pensa che per la buona causa si possa rubare, raccomandare, tenere acqua in bocca in merito a questo o quel reato, prevaricare, ecc. Indipendentemente dalla purezza degli intenti d'origine, di fatto si finisce con l'essere dei ladri, dei truffatori, dei complici di questo o quel reato, dei prevaricatori, ecc.

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  29. Parisi, Parisi, chi era costui? Sarebbe meglio, per se e per gli altri, che don Parisi facesse Esercizi Spirituali. Ma tanti! La sua fervida memoria si ferma a 40 anni. Prima (compresi i martiri di tutti i tempi) avevano l'anello al naso! 

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  30. Ma non sarebbe male. Visto che il MP non è stato "fatto girare" da chi "doveva", e non  è stata data una ancor pur minima informazione sull'argomento, ad esempio con gli avvisi al termine delle Messa nel periodo della sua promulgazione, ciò che non hanno fatto i vescovi possiamo farlo noi. E non siamo pochi. Almeno lo spero. Personalmente mi quoto. Poi Dio vede e provvede.   

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  31. Proprio così, caro Wilhelm, è la vecchia logica machiavellica del fine che giustifica i mezzi. Nulla di più lontano dalla dottrina cattolica. Mi sembra sia stato il sommo San Tommaso d'Aquino ad insegnare invece che fine da raggiungere e mezzi per ottenerli devono essere buoni. Anzi, paradossalmente, i mezzi potrebbero addirittura giustificare il fine, mai il contrario. 

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  32. Adesso verrà fuori quello che dice che la pubblicità non e' ne' buona ne' cattiva e dipende da come la usi. Che illusione!!!

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione