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giovedì 11 marzo 2010

L'Arciconfraternita della Misericordia - Torino

E' attiva a Torino dal 1578 (quando venne istituita dal duca Emanuele Filiberto di Savoia per accompagnare i condannati al supplizio), la Arciconfraternita della Misericordia; tuttora essa si occupa dell’attività di assistenza ai carcerati ed ai liberati dal carcere. Insomma: opere di bene sul serio.

Ma se ci interessa qui, non è solo per tale attività assistenziale, bensì perché l'Arciconfraternita rappresenta un gruppo stabile ante literam che da anni organizza la Santa Messa Tradizionale in Torino. Copiamo dal sito internet: la S.Messa con Rito Antico e canto gregoriano, autorizzata dall'Ordinario Diocesano, viene celebrata alle ore 11.00 la Domenica e le Feste di Precetto; alle ore 10.30 viene recitato il S. Rosario. La domenica, dalle ore 10.30 è altresì presente un Sacerdote per le confessioni. Naturalmente, nella chiesa dell'Arciconfraternita, in via Barbaroux n. 41.

Ogni primo venerdì del mese, alle ore 18.30 Adorazione Eucaristica e celebrazione della S.Messa. La chiesa rimane chiusa nel mese di agosto. L'arciconfraternita viste le pressanti richieste di molti fedeli sta verificando le possibilità di una celebrazione feriale pomeridiana.

Segnaliamo quindi la presenza di un sito internet curato, a questo indirizzo: http://www.arciconfraternitadellamisericordia.it/

17 commenti:

  1. mai meno di trecento presenze

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  2. Io ho partecipato qualche volta. La chiesa era sempre piena, con parecchia gente in piedi.
    Il sacerdote è preparato e dignitoso. Forse un pò troppo aggressivo nelle prediche.

    Sulle trecento presenze.... be, mi sembrano un pò troppe.

    Saluto cordialmente

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  3. Ma quale rito si celebra? 1962 - 1965 o altro?
    Ricordo un fax di mons. Perl, molto informale per giunta, che autorizzava questa Misericordai a seguire le innovazioni entrate, dopo la morte di mons. Lefebvre, al Barroux ed in qualche altro monastero. Non so poi cosa sia accaduto.

    Il Motu proprio e prima i documenti dell'indulto citano espressamente il messale del 1962, quindi scavalcano 1965 e 1967. Insomma l'importante è che non si facciano pastrocchi.

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  4. Seguo abitualmente la Santa Messa alla Misericordia di Torino. Ringrazio il Signore mille volte e mille per questa grande gioia che ha voluto donarmi, di domenica in domenica, da quando l'ho "scoperta".
    Quando fa freddo (e a Torino capita spesso) si battono i denti, perché il recente benemerito restauro non è riuscito a regalarci un impianto di riscaldamento; ma l'amore, la competenza, l'umorismo di mons. Savarino, che celebra il rito, scaldano il cuore e arricchiscono l'anima. La schola cantorum è dignitosissima, riesce sempre ad esaltare la bellezza del rito e a incitare alla partecipazione: so bene di non essere un grande cantore, ma lo splendore del gregoriano e il suono dell'organo mi spingono a lodare Dio anche col canto, insieme - del resto - a quasi tutti i fedeli, ragazzi e vecchi, coppie giovani e attempate, famigliole e bimbi piccoli.
    Trecento presenze no, la chiesetta faticherebbe a contenerle, ma i banchi sono sempre pieni e c'è sempre un sacco di gente in piedi.
    La Confraternita, grazie alla disponibilità di mons. Savarino, organizza anche, ogni anno, un ciclo di conferenze serali di grande interesse.
    Che Dio benedica l'iniziativa, chi l'ha voluta, chi la porta avanti. Ad maiora! (Sogno, a occhi chiusi e aperti, l'istituzione di una parrocchia personale. Arcivescovo nuovo, qui si parrà la tua nobilitate!).

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  5. Si segue il Messale del 1962.
    La Confraternita ha provveduto anche alla stampa di un messalino festivo completo (ordinario e proprio) e lo mette a disposizione dei fedeli ogni domenica. Molti di noi, peraltro, dispongono di messalino quotidiano personale...

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  6. Ho erroneamente scritto dopo la morte di mons. Lefebvre. Volevo scrivere dopo le consacrazioni di mons. Lefebvre che segnarono il distacco del Baroux che sino all'88 al vescovo francese era legata.

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  7. Bene, grazie GIUSEPPE. Ricordo (e da qualche parte ne ho fotocopia) quel fax di mons. Perl in risposta ad una richiesta da parte della Misericordia di possibili "aggiornamenti" da apportare nel vecchio rito.

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  8. Finalmente gente soddisfatta! Bravi.

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  9. Davvero complimenti a questa bella e interessante realtà!

    Un solo appunto liturgico: nel video della Messa del settembre '09 presente sul sito, si vede chiaramente che non viene seguito il messale del '62. Si utilizza infatti una forma ibrida tra la messa letta a quella cantata, si celebra anche dalla sede, si recitano ad alta voce parti non previste (per ipsum...).
    Le famigerate rubriche non sono un "optional" inventato per formalisti fissati, ma sono la guida, i binari che la Chiesa, più sapiente ed esperta di noi, ci offre a giovamento della nostra crescita spirituale. La Liturgia, che non è di nostra proprietà, esige il meglio delle nostre possibilità per rendere gloria al Signore.

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  10. E' proprio a innovazioni del genere che si accennava nel fax di mons. Perl. Innovazioni introdotte anche altrove autorizzate formalmente da chi non si sa bene (il fax di Perl è molto informale: seguite l'esempio del Barroux).
    Ora mi si dice che è il rito del '62. Non avendo mai partecipato a quella Messa non posso che  credere alle parole di Giuseppe.
    Il rito del Barroux è una mescolanza di messali. Un monaco di quell'ordine, che incontrai alcuni anni fa a Firenze a S. Miniato, mi disse che questa scelta  aveva provocato lacerazioni interne e che il monastero aveva perduto  la sua impronta  tradizionale e diverse erano state le defezioni.
    Relata refero, non so come effettivamente stiano le cose.

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  11. No, Dante, non fidarti troppo delle mie parole!  :)  Il mio livello di competenza è scarsino anzichennò. Quando scrivo "si segue il Messale del 1962", mi riferisco al fatto che ad esso ci si adegua per quanto riguarda le feste, i paramenti, le letture, le preghiere, i canti. Del Messale del '65 ricordo molto poco, ma se non sbaglio si recitavano in italiano alcune preghiere ed erano sparite le preghiere ai piedi dell'altare. Nel rito della Misericordia niente di tutto questo, anzi i fedeli rispondono in coro insieme ai "chierichetti". Le letture (Epistola e Vangelo) sono in italiano, ma questo, sempre se non sbaglio, era consentito anche prima del Concilio Vaticano secondo. Prima della Comunione, alla Misericordia non recitiamo il cosiddetto "secondo Confiteor" (che poi sarebbe il terzo!), ma se non sbaglio fu proprio il Messale del '62 ad abolire questa usanza.
    Rispetto ai miei ricordi pre-Bugnini, due sono le cose che mi lasciano perplesso, nel rito della Misericordia:
    1 - All'inizio il celebrante dovrebbe recitare "In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. Introibo ad altare Dei". Alla Misericordia, invece, "Amen" viene detto dai chierichetti e da noi fedeli. Non capisco perché, forse si tratta semplicemente di una stupida abitudine derivata da incongrua consuetudine.
    2 - La "Secreta" dovrebbe, appunto, essere recitata sottovoce. Alla Misericordia, invece, è proclamata e cantata. Non so perché, francamente.

    Ecco, spero di essere stato più utile. Il dialogo Dante/Ospite esigeva una maggiore precisione da parte mia. Il che non toglie granché al mio entusiasmo per la Messa della Misericordia. Il Vetus Ordo è talmente "grande" che può tollerare (a parer mio) anche qualche piccola imperfezione. 

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  12. Allora le informazioni che avevo corrispondevano in qualche modo al vero. Forse il vostro messale è più quello del 65 che quello del 62, o comunque quello del 62 rivisitato e "aggiornato" con introduzione di elementi degli altri messali successivi e d'innovazioni come le preghiere alla "sede".

    Ora non credo che sia difficile adeguarsi in toto al Messale del 62. Una volta che i fedeli hanno già compreso la struttura della Messa, ritornare alla pienezza del rito che è stato riportato in vigore in modo incontrovertibile  sarebbe proficuo per uniformare le realtà "tradizionali" perché i fedeli, passando eventualmente da una città all'altra, non si si trovino a disagio non rendendosi conto dei motivi delle differenze.
    A maggior ragione potreste seguir in ogni sua parte le rubriche del 62 dato che ora avete anche un messalino con ordinario e proprio.
    Ma se anche il messalino è stato improntato alla prassi voluta - non imposta dall'alto - della Misericordia non è facile tornare indietro.
    Peccato.

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  13. <span>Allora le informazioni che avevo corrispondevano in qualche modo al vero. Forse il vostro messale è più quello del 65 che quello del 62, o comunque quello del 62 rivisitato e "aggiornato" con introduzione di elementi degli altri messali successivi e d'innovazioni come le preghiere alla "sede".  
      Ora non credo che sia difficile adeguarsi in toto al Messale del 62. Una volta che i fedeli hanno già compreso la struttura della Messa, ritornare alla pienezza del rito che è stato riportato in vigore in modo incontrovertibile  sarebbe proficuo per uniformare le realtà "tradizionali" perché i fedeli, passando eventualmente da una città all'altra, non si si trovino a disagio non rendendosi conto dei motivi delle differenze.  
    A maggior ragione potreste seguir in ogni sua parte le rubriche del 62 dato che ora avete anche un messalino con ordinario e proprio.  Ma se anche il messalino è stato improntato alla prassi voluta - non imposta dall'alto - dalla Misericordia non è facile tornare indietro.  Peccato.</span>

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  14. GIUSEPPE, non per curiosità, ma per capire, ti chiedo almeno due cose:

    Nelle preghiere iniziali ai piedi dell'altare, dopo "iuventutem meam" continuate con il salmo "Iudica me Deus" o passate direttamente all' "Adiutiorium"? ecc.? Alla fine il sacerdote recita il vangelo di Giovanni?

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  15. Alle due domande rispondo con due sì. Sì al salmo "Iudica me Deus", sì all'Ultimo Vangelo.

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  16. il vangelo di giovanni viene recitato.

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  17. Riguardo all'uso del volgare nell'epistola e nel Vangelo letti al popolo, mons. Savarino ha spiegato in occasione della Messa del card. Castrillon Hoyos (22 maggio 2010) che si tratta di un'antica concessione ex indulto alle confraternite francesi. Non so bene perché si sia ritenuto che la concessione fosse valida anche per Torino (forse era stata accolta una richiesta di avvalersi dell'indulto) né perché il sacerdote non reciti più le letture all'altare mentre vengono lette al popolo (come avveniva anni fa). In ogni caso nella celebrazione del card. Castrillon Hoyos si sono osservate le stesse disposizioni ex indulto.

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