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venerdì 19 marzo 2010

La santa speranza della conversione degli Ebrei.

La nuova preghiera Pro conversione Iudaeorum per la forma straordinaria del rito romano: un tentativo di analisi teologica.


Parte II


La santa speranza della conversione degli Ebrei.


Non temere, perché io sono con te;
dall'oriente farò venire la tua stirpe,
dall'occidente io ti radunerò.
Dirò al settentrione: “Restituisci”,
e al mezzogiorno: “Non trattenere;
fa' tornare i miei figli da lontano
e le mie figlie dall'estremità della terra”


(Is 43, 5-6)


Ritornano a sera (Sal 58,7)


Verrà un mattino in cui saranno saziati col pane di vita e di sapienza, quando tutte le genti saranno entrate e tutto Israele sarà salvato. Alla fine del mondo infatti Israele si convertirà: il salmista parla di questa conversione quando dice “Ritorneranno a sera”. La “sera” qui è la fine del mondo, che diverrà mattino per i Giudei convertiti, illuminandoli coi primi raggi della grazia.


(Baldovino di Ford )[1]




1. Lo status quaestionis.


Dopo aver visto che è necessario credere che gli Ebrei si debbano convertire, e che cosa intende con il termine conversione degli Ebrei stessi, ci chiediamo ora quando dobbiamo sperare che questa conversione accada.

Non pretendo certo di indicarne con precisione i modi e il momento: in questo sottoscrivo in pieno quanto diceva l’allora Card. Joseph Ratzinger, nei suoi colloqui con Peeter Seewald:




“... il come e il quando dell’unificazione di Ebrei e pagani, della ricostituzione di un unico popolo di Dio, sta nella mani di Dio”[2].



Il problema sorge dal fatto che non mancano tentativi tendenti ad escatologizzare la conversione degli Ebrei; cioè a differirla in tempi finali oltre i tempi di questa storia, che, invece, come diceva S. Giovanni Apostolo è già “l’ultima ora”[3], e, come spiegava S. Agostino: “un'ora assai lunga ma è pur sempre l'ultima”[4].




2. Le affermazioni del Card. Walter Kasper


Mi riferisco ad alcune affermazioni del Card. Walter Kasper, in un articolo sull’Osservatore Romano, pubblicato nel 2008.
Ci sono due asserti che meritano di essere presi in esame.


Il primo, nel corpo dell’articolo, suona:




“Solo Colui che ha indurito la maggior parte d'Israele, può anche scioglierne l'indurimento. Lo farà, quando «il liberatore» uscirà da Sion ([Rom]11, 26). Costui, secondo il linguaggio paolino (cfr 1 Tessalonicesi, 1, 10), non è nessun altro se non il Cristo che ritorna. Ebrei e pagani, infatti, hanno lo stesso Signore (10, 12)”[5].



Il Card. Kasper si riferisce a Rom 11, 26-27, dove viene detto:




"Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà l'empietà da Giacobbe.
Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati "(Is 59, 20-21).



Secondo Kasper, il liberatore è Gesù Cristo alla sua seconda venuta: e questa è un’affermazione in parte non provata, e in parte errata.


L’affermazione è non provata perché è tutto da dimostrare che il liberatore sia Gesù Cristo: in San Paolo, il verbo ruesthai (liberare con forza, da cui il liberatore, o ruomenos) viene usato sia con Gesù Cristo (1 Ts 1, 10; 2 Ts 3,29) che con Dio (2 Cor 1, 10; Col 1, 13).


Inoltre, molto probabilmente qui con il liberatore si deve intendere Dio per mezzo di Gesù Cristo: cf. Rom 2, 16 (“Dio giudicherà i segreti degli uomini … per mezzo di Cristo Gesù”) e 7, 24-25 (“Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!”).


La affermazione è errata perché l’ipotesi di un liberatore escatologico per l’Israele etnico va contro una condizione imprescindibile perché i rami di olivo recisi (gli Israeliti infedeli) siano re-innestati: che non permangano nella incredulità, cioè che accettino Gesù Cristo come Messia: leggiamo infatti poco prima, in Rom 11, 23:




“Anch'essi, se non persevereranno nell'incredulità, saranno innestati; Dio infatti ha il potere di innestarli di nuovo!”



Non perseverare nell’incredulità significa avere fede, e la fede non è cosa da evento escatologico, ma da tempo prima dell’evento escatologico; la fede è solo dell’uomo viatore, perché dopo o c’è la visione beatifica, o la dannazione.


Anche gli Ebrei dovranno mettere olio nella lampada prima che si chiudano le porte[6]!


Ma ancora più discutibile è una seconda affermazione dello stesso Card. Kasper, offerta in una nota del medesimo articolo:




“Nel senso dell'apostolo Paolo si dovrebbe piuttosto dire che la salvezza della maggior parte degli ebrei viene comunicata attraverso Cristo, ma non attraverso l'entrata nella Chiesa. Alla fine dei giorni, quando il Regno di Dio si realizzerà definitivamente, non ci sarà più una Chiesa visibile. Si tratta quindi del fatto che alla fine dei giorni l'unico Popolo di Dio composto di ebrei e pagani divenuti credenti sarà di nuovo unito e riconciliato”[7].



Che dire: che ci vuole un bel coraggio a pensare che San Paolo possa disgiungere Cristo dalla Chiesa!


Inoltre il Card. Kasper si arrampica sugli specchi dicendo che non ci sarà più una Chiesa visibile, ma poi parla di ebrei e pagani divenuti credenti.


I credenti sono solo in questa vita e in questa storia, perché dopo non c’è più la fede: quando la Chiesa non sarà più visibile, ma sarà sotto la specie di Gerusalemme celeste, non ci saranno più credenti, ma comprensori!


Come spiegare le suddette affermazioni del Card. Kasper? Egli aveva dichiarato nel 2001:




“La sola cosa che desidero dire è che il documento Dominus Iesus non afferma che tutti debbano diventare Cattolici per essere salvati da Dio. Al contrario, dichiara che la grazia di Dio - che, secondo la nostra fede, è la grazia di Gesù Cristo - è a disposizione di tutti. Di conseguenza, la Chiesa crede che l'Ebraismo, cioè la risposta fedele del Popolo ebreo all'alleanza irrevocabile di Dio, è per esso fonte di salvezza, perché Dio è fedele alle sue promesse”[8].



e nel 2002:




“Questo non significa che gli Ebrei per essere salvati devono diventare cristiani: se questi seguono la loro coscienza e credono nelle promesse di Dio e le comprendono nelle loro tradizioni, essi sono il linea con il piano di Dio, che per noi perviene al suo compimento storico in Gesù Cristo”[9].



È evidente come il Cardinale Kasper simpatizzi per la tesi della duplice via di salvezza; e allora escatoligizzando, spingendo fuori dalla storia - da questa pur lunga ma ultima ora - la conversione degli Ebrei, cerca vanamente di far rientrare dalla finestra quello che la nuova preghiera pro Iudeis ha cacciato dalla porta.




3. La speranza della conversione degli Ebrei


Essendo debitori della carità nei confronti dei chiunque, Ebrei compresi, la carità ci spinge a sperare nella loro conversione prima della seconda venuta di Gesù Cristo.


Scrive San Tommaso:




“... la speranza riguarda direttamente il proprio bene, non già quanto può interessare altri. Però, presupposta l'unione affettiva con altri, uno può desiderare e sperare qualche cosa per essi come per se medesimo. In tal senso uno può sperare ad altri la vita eterna, in quanto è unito ad essi con l'amore. E come è identica la carità con la quale uno ama Dio, se stesso e il prossimo, così è identica la virtù della speranza con la quale si spera per sé e per altri”[10].






4. “Allora tutto Israele sarà salvato”


È comune sentire della tradizione della Chiesa che gli Ebrei si convertiranno prima della fine del mondo, e allora ci sarà ciò che San Paolo chiama Tutto Israele.


Scrive S. Agostino:


“È assai ricorrente nelle parole e nei sentimenti dei fedeli che i Giudei, nell'ultimo tempo prima del giudizio, crederanno nel Cristo vero, cioè nel nostro Cristo...”[11]


Quanto scrive il grande Vescovo di Ippona non è altro che l’interpretazione più semplice e corretta dei capitolo XI della lettera ai Romani, dove ci viene rivelato il mistero del sapiente e misericordioso piano di Dio per cui, prima della fine del mondo, tutto Israele sarà salvato[12].


Cosa significa questa espressione? Vale la pena cercare di spiegarla, anche perché viene usata nella nuova preghiera pro Iudeis.


Diamo ora una breve explicatio terminorum:


Israele etnico: i discendenti di Giacobbe; quelli, per intenderci, di cui San Paolo diceva:




“Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne”[13].



A questo Israele sono state fatte le promesse irrevocabili:




“Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; 5a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen”[14].



Il resto di Israele: una minoranza rispetto a tutto l’Israele etnico, che ha creduto in Gesù Cristo: la Madonna, gli Apostoli, i primi discepoli giudeo-cristiani: di questi San Paolo dice:




"E quanto a Israele, Isaia esclama:
Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
solo il resto sarà salvato"[15].



Questo resto continua ad esistere come tale:




“Così anche nel tempo presente vi è un resto, secondo una scelta fatta per grazia”[16].



Questo resto è formato dal numero relativamente piccolo degli Ebrei che continuamente si convertono: Zolli, Edith Stein, Padre Liebermann, Ratisbonne, i fratelli Lémann, etc. etc.


Israele tout-court: i credenti in Cristo, provenienti tanto dall’Israele etnico, quanto dalla gentilità: di questi l’Apostolo dice: “Infatti non tutti i discendenti d'Israele sono Israele”[17] e “i figli della promessa sono considerati come discendenza”[18]. L’Israele tout-court comprende dunque il relativamente piccolo resto dell’Israele etnico che ha creduto e i figli della promessa.


Tutto Israele: prima della fine del mondo l’Israele etnico, non perseverando nell’incredulità, verrà reinnestato e allora avremmo Tutto Israele, cioè quella totalità a cui mira il piano salvifico di Dio: tutto Israele sarà salvato



5. Un primo bilancio.


Adesso siamo già in grado di comprendere la profondità teologica della nuova preghiera


Oremus et pro Iudaeis


Ut Deus et Dominus noster illuminet corda eorum...


Viene ribadita la necessità della grazia che illumini i cuori degli Ebrei, senza parlare di accecamento, e quindi togliendo dei termini che potrebbero dispiacere agli Ebrei stessi. Si tratta forse di ipocrisia? No, perché anche noi pagani ci consideriamo ciechi e bisognosi di luce. Il cieco nato del Vangelo di San Giovanni è figura dei pagani. Siamo assieme racchiusi sotto il peccato per ottenere misericordia.

Baldovino di Ford (1120-1190), abate di Ford e poi successore di San Tommaso Beckett a Canterbury, descrive mirabilmente l’illuminazione del cuore degli Ebrei al momento della loro conversione: si tratta di un commento al versetto “Ritornano a sera” (Sal 58,7); viene quasi da pensare che chi ha redatto la preghiera potesse avere in mente questo brano:




“Verrà un mattino in cui saranno saziati col pane di vita e di sapienza, quando tutte le genti saranno entrate e tutto Israele sarà salvato. Alla fine del mondo infatti Israele si convertirà: il salmista parla di questa conversione quando dice “Ritorneranno a sera”. La “sera” qui è la fine del mondo, che diverrà mattino per i Giudei convertiti, illuminandoli coi primi raggi della grazia”[19].



... ut agnoscant Iesum Christum salvatorem omnium hominum.


Vengono così escluse le vie parallele di salvezza: tutti si salvano riconoscendo Gesù come Cristo Salvatore. Non si prega solo perché gli Ebrei siano salvati da Gesù Cristo: se fosse così si lascerebbe aperte una pur ingiustificata seconda via; ma si prega proprio perché gli Ebrei riconoscano Gesù Cristo. E sarebbe assurdo pregare perché lo conoscano solo alla fine e non adesso.


Oremus. Flectamus genua. Levate.


Omnipotens sempiterne Deus, qui vis ut omnes homines salvi fiant et ad agnitionem veritatis veniant...


Una altro passo di San Paolo che esclude le due vie parallele di salvezza: Dio vuole che non solo gli uomini siano salvi, ma che giungano alla conoscenza della verità[20], secondo la preghiera di Gesù: Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo[21].


E come potrebbe il buon Dio predisporre positivamente un piano di salvezza alternativo in cui alcuni fratelli verrebbero lasciati in uno stato di non conoscenza della verità?


... concede propitius, ut plenitudine gentium in Ecclesiam Tuam intrante omnis Israel salvus fiat. Per Christum Dominum nostrum. Amen.


Ecco la richiesta finale: il Corpo di Cristo che ha raggiunto - secondo il beneplacito divino - la sua pienezza, che comprende tutti i popoli, di cui nessuno si può vantare davanti a Dio, ma tutti sono salvi per la sua sola misericordia.



4. Le ragioni di questa speranza
Come è possibile sperare nella conversione degli Ebrei, quando umanamente parlando, sembra che ciò sia tra le cose più improbabili di questo mondo?


Tra o possibili argomenti, ne vorrei menzionare due: il primo è la conversione di San Paolo, avvenuta proprio nel suo massimo slancio persecutorio nei confronti della Chiesa.
Dio conosce il momento favorevole per tutti, Ebrei compresi.




5. L’Alleanza mai revocata

Il secondo argomento è, niente meno, quello che viene usato dai sostenitori delle due vie parallele per suffragare le loro tesi: la cosiddetta Alleanza mai revocata: i sostenitori delle due vie si fanno forza anche delle parole di Giovanni Paolo II, in particolare dell’espressione “Vecchio Testamento, da Dio mai denunziato” (Mainz, 17-11-1980) e di Alleanza “mai revocata” (Miami, 11-9-1987).


Il giro mentale di tutti coloro che sostengono le due vie è il seguente: visto che l’antica Alleanza non è stata mai revocata, allora gli Ebrei possono vivere in questa alleanza, giacché essa ha sempre un suo valore.


In realtà il contenuto del concetto ”Alleanza mai revocata” non è la permanenza di ciò che con Cristo è “prossimo a scomparire” (Eb 8, 13)[22], trovando compimento in Cristo stesso “termine della legge” (Rom 10, 4); ma sono le promesse di Dio all’Israele etnico, le quali, siccome “la parola di Dio non è venuta meno” (Rom 9, 6), permangono.


Il Messia è offerto prima all’Israele etnico (Cf. Rom 1, 16), e questa offerta da parte di Dio rimane nonostante il rifiuto della maggior parte dell’Israele etnico stesso. Questa tensione verso Gesù che l’Israele etnico ha ricevuto da Dio nella Antica Alleanza, inerisce a tal punto nello stesso Israele che, prima della fine del mondo, esso riconoscerà il Messia e formerà con tutti i credenti in Cristo un unico “tutto Israele”.


Una promessa di Dio, anche se non accolta, non sparisce: San Tommaso, commentando la lettera ai Romani, circa le promesse di Dio di reinnestare l’Israele etnico, dice a questo proposito:




“Ciò che Dio promette, già lo dà in qualche modo: e coloro che sceglie, già in qualche modo li fa oggetto di vocazione”[23].



Quindi Dio mantiene l’Israele etnico relazionato a Gesù Cristo, in attesa di poterlo “reinnestare di nuovo” (cf. Rom 11,23), nonostante l’attuale rifiuto: in questo senso l’Alleanza “non è revocata”.

E non si può affermare che l’Antica Alleanza in quanto tale può essere ora una via di salvezza, perché se è vero l’Antica Alleanza non è mai stata revocata, non si può dire che non è mai stata rifiutata: giacché, siccome “Cristo è fine della legge” (Rom 10, 4), chi rifiuta Cristo di fatto rifiuta tutta la legge. E non può essere una via di salvezza il sostanziale rifiuto della Antica Alleanza, che, se non fosse rifiutata, sfocerebbe inevitabilmente nella fede in Gesù Cristo.



6. Due argomenti portati da San Tommaso


L’Aquinate offre, nella sua Lectiones sopra l’Epistola ai Romani, diversi argomenti per poter sperare nella salvezza degli Ebrei. Non è possibile trattarne in breve (ci vorrebbe uno studio apposito), e quindi rimando il lettore ad attingere direttamente ai testi del Dottore Angelico.
Tuttavia ritengo utile riportare due frasi che mostrano come il principio dell’Alleanza mai revocata è un motivo per sperare nella conversione degli Ebrei e non l’argomento che possa giustificare una via di salvezza parallela.

La prima frase è questa:


“se sono carissimi al Signore è ragionevole che siano salvati”[24].


Per spiegare la portata di questa affermazione, faccio un esempio: i giansenisti avevano coniato il concetto di gratia actualis parva: si tratterebbe di grazia che da un lato non è così efficace da vincere la concupiscenza dell’uomo e quindi non gli permette di compiere l’atto salutare; però questa grazia tutelerebbe Dio da qualsiasi forma di accusa di essere ingiusto, perché questa grazia in sé sarebbe sufficiente, e l’uomo condannato niente potrebbe obiettare alla giustizia di Dio. Che Dio ci liberi da queste grazie!

Ho fatto questo esempio perché la sostanza della tesi tomista è che le promesse di Dio fatte ai Padri non sono grazie da nulla, tipo le grazie attuali parvae dei giansenisti. La rivelazione ci dice che quella grazia particolarissima e abbondantissima costituita dalle promesse ai Padri comunque porterà frutto: “se sono carissimi al Signore è ragionevole che siano salvati”.


Ma non basta agli Ebrei essere carissimi a Dio per essere salvati; l’Alleanza mai revocata non esime gli Ebrei dall’atto fede in Gesù Cristo. E così siamo giunti a una seconda affermazione dell’Aquinate:




“lo stesso dono temporale di Dio e la vocazione temporale di Dio non vengono ad essere indisponibili per un mutamento di Dio che si pente, ma per il mutamento del’uomo che trascura la grazia di Dio”[25].



Nel nostro caso, il mutamento del’uomo che trascura la grazia di Dio è rifiuto di Cristo da parte degli Ebrei: bisogna quindi che gli Ebrei non permangono in questo loro mutamento (la cosiddetta via parallela), per poter essere nuovamente reinnestati.


Conclusione


Il Cristiano, come Paolo, sa che non potrà accogliere il Salvatore che “verrà a giudicare i vivi e i morti” se non finalmente riunito all’Israele etnico.
L’ultima invocazione “Maranatà” (“Vieni Signore nostro”), che farà la Chiesa prima della Parusia, sarà di “tutto Israele”.
Abbiamo visto che la carità ci porta a sperare, e quindi a darci da fare per la salvezza nostra e degli Ebrei insieme a noi, nel “Tutto Israele”; e il tutto cercando che ciò avvenga quanto prima.
L’Alleanza mai revocata non è motivo perché non ci diamo premura per gli Ebrei, ma è - al contrario - la ragione della speranza della loro conversione.
Se la salvezza appartiene alla fase escatologica della storia, le condizioni per acquistare la salvezza (la fede in Gesù Cristo), per tutto Israele (noi e loro), appartengono alla fase apocalittica della storia stessa, cioè a quest’ora, a questa lunghissima ma pur ultima ora. Non possiamo attendere, noi e loro, altro tempo per credere ed essere giustificati: Hic Rhodus, hic salta.



La prossima tappa di questo commento alla preghiera pro Iudeis del venerdì santo verterà sul tema della cossiddetta missio ad Haebreos: vale anche per gli Ebrei di oggi quanto San Paolo dice: “Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?”[26]. E se bisogna annunciare Cristo agli Ebrei, in che modo?


Se Dio vorrà, presenterò, nei prossimi giorni, alcune altre riflessioni su questo blog.








[1] Baldovino di Ford, Tractatus de Sacramento altaris, S.C. 94, 423. cit in Dom Jean-Claude Nesmy (a c. di), I Padri commentano il Salterio della Tradizione, ed. it. a c. di Paolo Pinelli e Luisa Volpi, Torino 1983, p. 260.


[2] J. Ratzinger, Dio e il mondo: Essere cristiani nel nuovo millennio, in colloquio con Peter Seewald, Cinisello Balsamo: San Paolo, 2001, p. 134.


[3] 1 Gv 2, 18.


[4] “Ipsa novissima hora diuturna est; tamen novissima est”; In Ep. Johannis. 3, 3.


[5] W. Kasper, «La discussione sulle recenti modifiche della preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei», L’Osservatore Romano, 10-4-2008.


[6] Cf. Mt 25, 1-13.


[7] Ibidem, nota 6.


[8] “The only thing I wish to say is that the Document Dominus Iesus does not state that everybody needs to become a Catholic in order to be saved by God. On the contrary, it declares that God’s grace, which is the grace of Jesus Christ according to our faith, is available to all. Therefore, the Church believes that Judaism, i.e. the faithful response of the Jewish people to God’s irrevocable covenant, is salvific for them, because God is faithful to his promises.” Walter KAsper, «Dominus Jesus» New York, 1 maggio 2001
, Sessione "Scambio d'informazioni" sulla Dominus Jesus. Testo reperito al sito: http://tinyurl.com/ycprvnk; trad it al sito http://tinyurl.com/yh4o8ba, visitati il vistato il 16 marzo 2010.


[9] “This does not mean that Jews in order to be saved have to become Christians; if they follow their own conscience and believe in God's promises as they understand them in their religious tradition they are in line with God's plan, which for us comes to its historical completion in Jesus Christ”. Walter Kasper, «The Commission for Religious Relations with the Jews: A Crucial Endeavour of the Catholic Church», conferenza preso il Boston College, 6-11-2002. Testo reperito al sito: http://tinyurl.com/yfzroj3, vistato il 16 marzo 2010.


[10] ”... spes directe respicit proprium bonum, non autem id quod ad alium pertinet. Sed praesupposita unione amoris ad alterum, iam aliquis potest desiderare et sperare aliquid alteri sicut sibi. Et secundum hoc aliquis potest sperare alteri vitam aeternam, inquantum est ei unitus per amorem. Et sicut est eadem virtus caritatis qua quis diligit Deum, seipsum et proximum, ita etiam est eadem virtus spei qua quis sperat sibi ipsi et alii” S. Th. IIª-IIae q. 17 a. 3 co..


[11] “...ultimo tempore ante iudicium Iudaeos in Christum verum, id est in Christum nostrum, esse credituros, celeberrimum est in sermonibus cordibusque fidelium...” De Civ. Dei, XX, 29.


[12] Rom 11, 26


[13] Rom 9, 3.


[14] Rom 9, 3.


[15] Rom 9,27.


[16] Rom 11, 5.


[17] Rom 9, 6.


[18] Rom 9, 8.


[19] Baldovino di Ford, Tractatus de Sacramento altaris, S.C. 94, 423. cit in Dom Jean-Claude Nesmy (a c. di), I Padri commentano il Salterio della Tradizione, ed. it. a c. di Paolo Pinelli e Luisa Volpi, Torino 1983, p. 260.


[20] 1 Tim 2, 4.


[21] Gv 17, 3.


[22] Eb 8,13: “Dicendo alleanza nuova, Dio ha dichiarato antica la prima: ma, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a scomparire”.


[23] “... quod Deus promittit, iam quodammodo dat: et quos elegit, iam quodammodo vocat”; Super Rom., cap. 11, l. 4, 926.


[24] “...Si autem sunt Domino charissimi, rationabile est quod a Deo salventur”; Super Rom., cap. 11 l. 4 (923).


[25] “Et tamen ipsum temporale Dei donum et temporalis vocatio, non irritatur per mutationem Dei quasi poenitentis sed per mutationem hominis, qui gratiam Dei abiicit”; Super Rom., cap. 11 l. 4 (926).


[26] Rom 10, 14.

49 commenti:

  1. <span>Se la salvezza appartiene alla fase escatologica della storia, le condizioni per acquistare la salvezza (la fede in Gesù Cristo), per tutto Israele (noi e loro), appartengono alla fase apocalittica della storia stessa, cioè a quest’ora, a questa lunghissima ma pur ultima ora.</span>

    <span>Lunghissima? Qu'en savons-nous?</span>
    Je suis de ceux, moi, qui croient que la Fin est beaucoup plus proche qu'on ne croit. Très proche même.
    Voici, à mes yeux quelques <span>signes actuels, précurseurs des Derniers Temps (ou Temps de la Fin):</span>


    <span> </span>
    <span>Evangile prêché jusqu’aux confins du monde.</span>
    <span>Apostasie générale des nations.</span>
    <span>Explosion universelle de l’immoralité et de la corruption — il est désormais impossible de remonter la pente, des dizaines de siècles de sainteté n’y suffiraient pas ; la société, dont les instances dirigeantes légalisent maintenant la dépravation (quand elles ne l’organisent pas!), apparaît comme perdue et condamnée, et sera sans doute, dans les années qui viennent, très durement châtiée.</span>
    <span>Persécution des catholiques fidèles par le clergé lui-même — folie des réformateurs et novateurs de toute espèce depuis Vatican II.</span>

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  2. <span><span>Autodémolition, donc, et «passion» de l’Église Catholique, dont le chemin de croix, commencé il y a deux siècles et demi (sous Pombal, au Portugal), doit la mener au calvaire et au tombeau, à l’imitation du Divin Maître.</span>  
    <span>Outre les guerres civiles et internationales, multiplication des calamités «naturelles» qui vont en s’aggravant : pandémies diverses, famines, inondations, incendies gigantesques, tremblements de terre (Haïti : 230.000 morts —<span>230.000</span>, excusez du peu… c’est beaucoup plus que Messine, Hiroshima ou Nagasaki…</span></span>

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  3. <span>
    <span>Autre signe très important — et ici je rejoins l’auteur de l’article:</span>  
    <span>Le rapprochement de l’Église et d’Israël, prélude à la conversion finale du peuple juif — la grande affaire du pontificat de Benoît XVI (Gloria olivae</span><span>)…</span>  
    <span>Etc., etc.</span>  
    <span> </span>  
    <span>En guise de conclusion : </span> 
    <span>« Je ne cesse de regarder l’avenir par-dessus la douleur présente, et cette vision me fait tressaillir de joie » (Léon Bloy).</span> 
    </span>

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  4. Dovremmo recitare la preghiera del Venerdì Santo tutti i giorni!

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  5. io penzo che
    ce stà da guardasse in casa propria
    e pregà pe à conversione
    delli sedicenti cristiani!

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  6. Preghiamo per la conversione di tutti! anche la nostra ( io prego tutti i giorni perchè la mia adesione al Vangelo sia più vera e viva :-[ ); però solo perchè anche molti tra noi hanno bisogno di conversione non possiamo smettere di pregare anche per gli altri ( compresi gli Ebrei che sono i primi ad aver diritto alla salvezza, perchè sono discendenti diretti di Abramo).

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  7. <span><span>Non perseverare nell’incredulità</span><span> significa avere fede, e la fede non è cosa da evento escatologico, ma da tempo prima dell’evento escatologico; </span>   
    <span>la fede è solo dell’uomo viatore, perché dopo </span>   
    <span><span>o c’è la visione beatifica, o la dannazione.</span></span>    
    <span> </span>    
    <span>Anche gli Ebrei dovranno mettere</span></span>
    <span><span><span> olio nella </span><span><span>la</span>mpada <span>prima</span> che si chiudano le porte  </span></span><span><span>!</span></span>  </span>

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  8. <span><span><span>Non perseverare nell’incredulità</span><span> significa avere fede, e la fede non è cosa da evento escatologico, ma da tempo prima dell’evento escatologico; </span>     
    <span>la fede è solo dell’uomo viatore, perché dopo </span>     
    <span><span>o c’è la visione beatifica, o la dannazione.</span></span>      
    <span> </span>      
    <span>Anche gli Ebrei dovranno mettere</span></span>  
    <span><span><span>olio nella </span><span><span>la</span><span>mpada </span><span>prima</span> che si chiudano le porte  </span></span><span><span>!</span></span>  </span></span>

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  9. <span><span><span>Non perseverare nell’incredulità</span><span> significa avere fede, e la fede non è cosa da evento escatologico, ma da tempo prima dell’evento escatologico; </span>     
    <span>la fede è solo dell’uomo viatore, perché dopo </span>     
    <span><span>o c’è la visione beatifica, o la dannazione.</span></span>      
    <span> </span>      
    <span>Anche gli Ebrei dovranno mettere</span></span>  
    <span><span><span>olio nella </span><span><span>la</span><span>mpada </span><span><span>p</span>rima</span> <span>che si chiudano le porte  </span></span></span><span><span>!</span></span><span>  </span></span></span>

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  10. <span><span>"Et vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit."</span></span>
    (Mt 24:44)

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  11. Atalai...c'è chi non parla francese....fatti tradurre per cortesia!
    In amicizia
    Matteo

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  12. La prosa francese di Atalaia è assolutamente trasparente!
    :)

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  13. Nessuno ha diritto alla salvezza. Tutti, nessuno escluso, siamo servi inutili e, al massimo, possiamo sperare nella misericordia di Dio che ci salva per i meriti di Suo Figlio.

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  14. <span>sì, ma le nostre buone opere di servi inutili sono necessarie (risposta e  collaborazione alla Grazia, come detto nella parabola dei <span>talenti</span>); aspettiamo la salvezza come dono di Misericordia di Dio,  
    sempre però dopo avergli (ri)consegnato, con la vita, come un compito svolto, le buone opere che, per sua Grazia, abbiamo compiuto e con le quali abbiamo ottenuto meriti per la vita eterna, validi solo in quanto siamo "innestati" nella sua Santa Croce, i cui meriti di Redenzione sono infiniti.  
    Così dicevamo nell'Atto di Speranza (anch'esso passato di moda da 45 anni...):  
    "<span>Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, <span> che io non resti confuso in eterno. Amen"</span></span></span>

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  15. @REDAZIONE

    Ritorno, fuoritema, sulla soppressione della versione italiana del Summorum Pontificum, da parte dei gestori del sito della Santa Sede.
    Avete notizie?
    Sono stupita che la Redazione non dia più  ampio spazio e eco, su quella che resta per il momento una decisione al minimo incomprensibile ma che, in assenza di una qualunque spiegazione, lascia supporre una volontà deliberata di impedire la diffusione del documento del Papa dunuqe di agire contro il Papa.
    Se un sito come questo non dà rilievo ad una notizia come questa, cercando di informarsi e informarci sui motivi di tale soppressione,senza disinteressarne rapidamente,  chi lo farà?
    Resterà un thread, rapidamente sepolto da altri e i responsabili di tali manovre, se tali si avverano essere, continueranno indisturbati la loro opera contro la volontà del Papa.

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  16. Tripparolo lo sai che EXTRA ECCLESIAM NULLA SALUS?

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  17. Devo dire che ha stupito anche me il silenzio della redazione. Forse siamo noi che diamo troppo peso alla cosa?

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  18. Per chi parla francese....
    Matteo Dellanoce

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  19. No, Laico, non credo, ne hanno parlato Rodari, Colafemmina, ma questo è il sito per eccellenza che dovrebbe seguire da vicino la soppressione del testo italiano.
    Difendere la Santa Messa Tridentina, mi sembra terribile dover scrivere"difendere", ma così è, impegnarsi per la sua diffusione, farla conoscere, dare l`iter per agire, è ammirevole, importante, un grande impegno e responsabilità, ma alla base sta il Summorum Pontificum, come accettare allora che il sito dela Santa Sede sopprima il testo in italiano e non lo abbia tradotto nelle altre lingue, ...salvo l`ungherese?

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  20. Ma quando avremo fatto tutto quello che dovevamo fafre restrremo sempre servi inutili.
    Non intendo sminuire la nostra collaborazione per conseguir la salvezza, ci mancherebbe altro! Semplicemente volevo sottolineare l'erronea pretesa da parte di chicchessia d'aver diritto alla salvezza.

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  21. Diglielo in romanesco. Perché potrebbe pensar che "salus" sia il sale per condir la trippa.

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  22. io non lo parlo, ma lo leggo agevolmente e lo intuisco come lingua sorella, molto più comprensibile sia di tanti dialetti "stretti" italiani, sia dello spagnolo (e ancor più del portoghese...) e penso che sia accessibile per tutti, magari con l'ausilio di un mini-dizionario, un discorso dai contenuti chiari e schietti come quelli di Atalaia....
    :)

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  23. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 17:58

    Mi sembra giunta l'ora di prendere atto che esiste un fortissimo contro-potere che, affiancando materialmente la persona e l'autorità del Pontefice, ne intralcia continuamente le decisioni, le disposizioni, le comunicazioni, tenacemente cercando in modo occulto (o quasi) di neutralizzarne l'azione pastorale, rendendo inascoltato e inefficace il suo Magistero, soprattutto mediante la dispersione delle informazioni, che ottiene l'effetto di provocare incertezza, senso di precarietà, sbandamento e dispersione nel Gregge:
    ed è dovere morale di ogni cattolico di sincera Fede e amore per le sorti della Santa Madre Chiesa indirizzare di conseguenza le proprie decisioni di coscienza, nella difesa della Verità, in parole e fatti.
    E' ora di ricordare il monito di S. Pio X, risalente al 1907, ma più che mai attuale:

    <span>Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa,
    per far conoscere alla Chiesa tutta 
    chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano 
    (Da"Pascendi Dominici Gregis")</span>
    <span>....per amore del Papa, per amore del Gregge, per amore della Chiesa, per amore, lode e onore a Gesù Cristo Nostro Signore !</span>

    RispondiElimina
  24. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 17:58

    Mi sembra giunta l'ora di prendere atto che esiste un fortissimo contro-potere che, affiancando materialmente la persona e l'autorità del Pontefice, ne intralcia continuamente le decisioni, le disposizioni, le comunicazioni, tenacemente cercando in modo occulto (o quasi) di neutralizzarne l'azione pastorale, rendendo inascoltato e inefficace il suo Magistero, soprattutto mediante la dispersione delle informazioni, che ottiene l'effetto di provocare incertezza, senso di precarietà, sbandamento e dispersione nel Gregge:
    ed è dovere morale di ogni cattolico di sincera Fede e amore per le sorti della Santa Madre Chiesa indirizzare di conseguenza le proprie decisioni di coscienza, nella difesa della Verità, in parole e fatti.
    E' ora di ricordare il monito di S. Pio X, risalente al 1907, ma più che mai attuale:

    <span>Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa,
    per far conoscere alla Chiesa tutta 
    chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano 
    (Da"Pascendi Dominici Gregis")</span>
    <span>....per amore del Papa, per amore del Gregge, per amore della Chiesa, per amore, lode e onore a Gesù Cristo Nostro Signore !</span>

    RispondiElimina
  25. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 17:59

    <span>Mi sembra giunta l'ora di prendere atto che esiste un fortissimo contro-potere che, affiancando materialmente la persona e l'autorità del Pontefice, ne intralcia continuamente le decisioni, le disposizioni, le comunicazioni, tenacemente cercando in modo occulto (o quasi) di neutralizzarne l'azione pastorale, rendendo inascoltato e inefficace il suo Magistero, soprattutto mediante la dispersione delle informazioni,che ottiene l'effetto di provocare incertezza, senso di precarietà, sbandamento e dispersione nel Gregge:  
    ed è dovere morale di ogni cattolico di sincera Fede e amore per le sorti della Santa Madre Chiesa indirizzare di conseguenza le proprie decisioni di coscienza, nella difesa della Verità, in parole e fatti.  
    E' ora di ricordare il monito di S. Pio X, risalente al 1907, ma più che mai attuale:  
     
    Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa,  
    per far conoscere alla Chiesa tutta   
    chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano 
    <span>  
    (Da"Pascendi Dominici Gregis")</span>  
    <span>....per amore del Papa, per amore del Gregge, per amore della Chiesa, per amore, lode e onore a Gesù Cristo Nostro Signore !</span></span>

    RispondiElimina
  26. Converrà elevare una preghiera di intercessione a S. Giuseppe, perchè ottenga una protezione speciale per il Papa e per la Chiesa, in questo momento così travagliato: basta leggere l'articolo su Panorama di Ignazio Ingrao, dal titolo
    "Chi trama contro il Papa?", dove mette a fuoco le ben 12 croci che affliggono il Papa, le "sante inquietudini" che vanno dai riformatori, agli ecumenici, ai "latinos", ai "curiali" ecc....
    http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefsettimanali/PDF/2010/2010-03-25/2010032515246452.pdf
    (già citato da Raffaella)
    ------------
    Anche se il giorno 19 marzo declina, diciamo
    BUON ONOMASTICO AL SANTO PADRE  !

    RispondiElimina
  27. Cercate "motu proprio Summorum pontificum in italiano" e lo troverete.

    RispondiElimina
  28. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 19:17

    certamente: ma solo perchè alcuni webmasters accorti e previdenti, come quelli di Marantha, prevedendo -ben a ragione- le manovre di occultamento, hanno provveduto a salvare in tempo il testo, prima della sparizione dai servers!
    E' questo il fatto che colpisce, preoccupa ed indigna tutti coloro che credono ancora alla libertà di opinione e di comunicazione, soprattutto riferita alla persona del Pontefice !

    RispondiElimina
  29. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 19:19

    <span>certamente: ma solo perchè alcuni webmasters accorti e previdenti, come quelli di Marantha, prevedendo -ben a ragione- le manovre di occultamento, hanno provveduto a salvare in tempo il testo, prima della sparizione dai servers o dalla cache di Google! 
    E' questo il fatto che colpisce, preoccupa ed indigna tutti coloro che credono ancora alla libertà di opinione e di comunicazione, soprattutto riferita alla persona del Pontefice !</span>

    RispondiElimina
  30. <span>
    <p><span>Je remercie le "gentile convidado" de ce qu'il veut bien dire de mes pauvres commentaires, où je mets, à mon regret, plus de conviction que de style.</span>
    </p><p><span>Si je ne les écris pas dans la langue italienne (que je comprends parfaitement), c'est tout simplement parce que je n'en maîtrise pas assez bien la syntaxe. A quoi bon irriter les lecteurs légitimement soucieux de correction?</span>
    </p><p>En tout cas je suis reconnaissant à Messainlatino.it de bien vouloir tolérer ma présence sur ce blog que, on s'en doute, j'apprécie beaucoup… 
    </p><p><span>Complimenti a tutte e tutti.</span>
    </p></span>

    RispondiElimina
  31. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 19:21

    <span>certamente: ma solo perchè alcuni webmasters accorti e previdenti, come quelli di Marantha, prevedendo -ben a ragione- le manovre di occultamento, hanno provveduto a salvare in tempo il testo, prima della sparizione dai servers o dalla cache di Google!  
    E' questo il fatto che colpisce, preoccupa ed indigna tutti coloro che credono ancora alla libertà di opinione e di comunicazione, soprattutto riferita alla persona del Pontefice !</span>

    RispondiElimina
  32. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 19:21

    <span>certamente: ma solo perchè alcuni webmasters accorti e previdenti, come quelli di Marantha, prevedendo -ben a ragione- le manovre di occultamento, hanno provveduto a salvare in tempo il testo, prima della sparizione dai servers o dalla cache di Google!  
    E' questo il fatto che colpisce, preoccupa ed indigna tutti coloro che credono ancora alla libertà di opinione e di comunicazione, soprattutto riferita alla persona del Pontefice !</span>

    RispondiElimina
  33. accade nella Chiesa19 marzo 2010 alle ore 19:22

    <span>certamente: ma solo perchè alcuni webmasters accorti e previdenti, come quelli di Maranatha, prevedendo -ben a ragione- le manovre di occultamento, hanno provveduto a salvare in tempo il testo, prima della sparizione dai servers o dalla cache di Google!   
    E' questo il fatto che colpisce, preoccupa ed indigna tutti coloro che credono ancora alla libertà di opinione e di comunicazione, soprattutto riferita alla persona del Pontefice !</span>

    RispondiElimina
  34. Cher Atalaia,
    anch'io, come te, non scrivo nè parlo il francese, ma lo capisco benissimo (se non è una prosa complessa o di argomenti filosofici o scientifici o medici, che hanno il loro linguaggio specifico) : capisco i tuoi commenti proprio perchè sono discorsi semplici e chiari, dove la tua opinione è espressa in modo netto, senza ambiguità !
    Penso che sarai uno tra gli ospiti sempre graditi, perchè dialoghi con educazione e rispetto per tutti (ma soprattutto per la Verità!....)
    Merci beaucoup pour ta presence !
    (correggi, se ho sbagliato...)
    :)

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  35. a sor pastorelli
    e meno male!
    io nfatti eccosì che gli avevo capito.
    Sò gnorante, da na famijia povra.
    da bimbino la mia mamma santa donna
    Dio ci a deve avè n'gloria
    me mannò a fà er garzone n'trattoria.
    mò sò vecchiotto ma grazie all'aiuto der bon Dio
    cciò nà trattoria mia bella avviata.
    ma ho faticato, quannto o faticato
    e cciò fato pure a fame da giovine cciò fatto
    io e la mi moglie santa donna
    prima stava n'cucina
    ma mò e gambe nun gli a fà ppiù
    artri tempi a ggiovenezza
    pane e cipolla e tiravo innanzi

    li fijji miei hanno sturiato
    uno è "importante" come se dice oggi,
    però gli ho coll'aiuto de Dio
    nzegnato a modestia
    e lloro ce la hanno

    perchè so brutti li pidocchi saliti n'gloria
    che perdono a scienz e lla memoria.

    BBoNaserà a sor pastorelli.

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  36. Se il Papa cominciasse a circondarsi di collaboratori fidati in tutti i livelli della Curia Romana, sopratturro della Segreteria di Stato, non saremmo a questo livello di boicottaggio. Cominci a liberarsi della marmaglia dei vari Re, Marini, Ravasi, Filoni e via dicendo e le cose comincerebbero subito a cambiare. Dovrebbe avere più polso, più coraggio. Dovrebbe essere più deciso nella scelta dei collaboratori.
    Il proverbio dice: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Sinceramente a me non è mai piaciuto neanche Bertone, è troppo protagonista e sempre dappertutto come il prezzemolo. Poi, se le sue preferenze quanto a nomine episcopali sono del tipo Versaldi a Torino, ecc..., c'è veramente da mettersi le mani sui capelli. Senza contare che non mi risulta affatto che Bertone abbia simpatia per la Messa di sempre. non capisco proprio perchè Benedetto XVI l'abbia voluto alla Segreteria di Stato. Sodano aveva un aspetto e un atteggiamento molto più clericale (in senso positivo) rispetto a lui.
    Ribadisco, comunque, la necessità di creare uno scandalo circa la sparizione della traduzione italiana del Motu Proprio e l'assenza di traduzioni in altre lingue. E' ora di finirla di prestare il fianco ai modernisti: sbugiardiamoli e svergognamoli pubblicamente, facciamogliela pagare la loro viltà...

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  37. Redazione di Messainlatino.it20 marzo 2010 alle ore 00:38

    Ne vous inquietez surtout pas de ce grognon de Bartimeo.

    RispondiElimina
  38. Redazione di Messainlatino.it20 marzo 2010 alle ore 00:44

    Non abbiamo novità sul punto; restiamo quindi in attesa.
    Il testo del motu proprio noi l'abbiamo da sempre in una pagina del sito (tra l'altro, più corretto della versione di Vatican.va, che era fermo alla versione 'giornalistica' e non a quella apparsa sugli Acta Apostolicae Sedis.
    Il punto peraltro non è come trovare il testo del mp; semmai perché il sito ufficiale del Vaticano l'abbia occultato

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  39. <span>Teologi che attraverso l'uso di un linguaggio semplice confondono la gente semplice, con tutti i tipi di errori dottrinali.  
     
    Scrittori che supportati dai titoli accademici si presentano come maestri, mentre con i loro insegnamenti
    tendono a distruggere la fede dei credenti in nome di una fede "più matura e coi piedi per terra".  
     
    Sacerdoti e vescovi che scrivono libri con contenuti contrari al Magistero della Chiesa.  
     
    Maestri di spiritualità viziati da psicologi, orientalismo e new age.  
     
    Gruppi che si autodefiniscono "cattolici pro-choice".  
     
    Religiosi e religiose che si sollevano contro l'autorità e l'insegnamento papale.  
     
    Vescovi che ostacolano gli sforzi del Papa, quelli che dicono no, quando il Santo Padre dice sì, e dicono sì, quando il Papa dice no.  
     
    Sacerdoti che predicano dottrine strane negando la dignità e il ruolo del proprio ministero, ormai trasformati in meri difensori dei diritti umani.  
     
    Liturgisti che promuovono la creatività cercando di svuotare la liturgia della Messa del suo vero significato.  
     
    Desacralizzatori cronici che cercano di eliminare dalla Chiesa ogni segno del soprannaturale.  
     
    Sedicenti cattolici che accusano la Chiesa di essere troppo esigente e poco acconcia ai "tempi moderni".  
     
    Educatori "cattolici" che lavorano nelle nostre scuole e nelle università, facendo lezioni che sono compiaciutamente agli antipodi del modo di pensare e di sentire della Chiesa.  
     
    Ciarlatani infatuati di tutti gli stati di vita che popolano gli sciocchi mezzi radiotelevisivi che sentenziano su tutto ciò che riguarda la vita della Chiesa e i suoi insegnamenti morali.  
     
    "Opinionisti" persi che non fanno altro che assumere quello che definiscono un atteggiamento "critico"nei confronti di una Chiesa più in linea con le loro idee distorte o le loro intenzioni velenose.  
     
    Ecumenisti a tutti i costi, in grado di negoziare fino all'impensabile nel perseguimento di una presunta unità.  
     
    Editori e librai "cattolici", che pubblicano e diffondono qualsiasi bassezza che possa avere un impatto, per screditare il Papa, ferire la Chiesa, e incrementare le vendite.  
     
    <span>Tutti, tutti coloro che si conformano a questa sorta di quinta colonna della Chiesa, devono sapere che non li temiamo, e che noi cattolici, noi poveri peccatori che su questa terra seguiamo Gesù Cristo, guidati dal suo vicario fino al Suo ritorno, ci opponiamo con la preghiera e la nostra azione alla loro malizia. Avanzano contro i più piccoli della Chiesa, brandendo ogni sorta di armi sofisticate, utilizzando trucchi dannosi, mentre noi andiamo in loro difesa, nel nome di Colui che è Padre di misericordia e Signore degli eserciti. Devono sapere che non riusciranno, che si sono arruolati nei ranghi del grande perdente, che è già stato sconfitto. Resta solo da chiedergli, per il bene della loro anima e la gloria di Dio, di cessare di fare del male alla Chiesa di Cristo, e di porsi dietro al Successore di Pietro perché, facendosi carico ciascuno della propria croce, assieme a noi seguano l'Agnello ovunque Egli andrà!</span>
     
    (Pubblicato da Francesco Colafemmina su Fides et Forma)</span>

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  40. questa riportata sopra <span>è una dichiarazione di veri cristiani cattolici, che proclamano la propria fedeltà perenne a Cristo Signore, al Papa, vero e unico Pastore della Chiesa di Cristo, al quale le pecore e gli obbedienti pastori sono fedeli con sincerità e perseverante devozione, lavando le loro vesti nel Sangue dell'Agnello, in questa lunga e grande Tribolazione annunciata nell'Apocalisse di San Giovanni! 
    E' un testo tratto e tradotto dal sito 
    http://la-buhardilla-de-jeronimo.blogspot.com/ 
    e pubblicato da Francesco Colsafemmina su <span>Fides et Forma</span></span>

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  41. Non suonare la tromba davanti a te20 marzo 2010 alle ore 10:05

    Sarei molto grato e lieto sapere, come fare per ottenere il bollino di "vero cristiani cattolico".

    Mi sembra di aver letto "ti lodi un altro, non le parole di tua bocca"
    e anche "chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato",
    nonchè una parabola che ci parla di due uomini che pregano nel tempio.....

    RispondiElimina
  42. <span><span>fedeltà perenne a Cristo Signore e al Papa, vero e unico Pastore della Chiesa di Cristo, al quale le <span>pecore e gli obbedienti pastori sono fedeli con sincerità e perseverante devozione</span>, lavando le loro vesti nel Sangue dell'Agnello, </span></span>
    .............
    obbedienza e fedeltà a Cristo Signore, mediante l'obbedienza al Papa, costante e sincera
    (non per finta !....con due facce, una davanti a lui che dice "W il Papa!" oppure:
    <span>"sì, va bene"</span> e poi con una opposta (e nascosta al Papa)  che dice:
    "faccio a modo mio: il Papa dica quello che vuole...tanto lui sta a Roma: <span>qui comando io</span> e si fa quel che dico io....")

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  43. Redazione di Messainlatino.it20 marzo 2010 alle ore 11:34

    Brontolone, visto che ti lamenti di problemi linguistici.

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  44. Don Alfredo Morselli20 marzo 2010 alle ore 13:15

    A tripparolo... ma vuoi mettere i tortellini... magna ben i turtlen c'le mei di mondi

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  45. avere coscienza della propria identità non mi sembra sia un segno di presunzione, solo di consapevolezza, sempre pregando il Signore che la custodisca nella Fedeltà a Lui

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  46. <span>È esattamente quello è il punto: perchè il sito ha fatto sparire il testo?  
    E aggiungo, in modo più generale: perchè la sezione della Segreteria di Stato incaricata della traduzione dei documenti e testi del Santo Padre, non ha ancora tradotto il testo, pubblicato nel luglio 2007, nelle varie lingue?  
    Quasi tre anni non sono bastati?  
    Come stupirsi se poi pensiamo che ci sia al minimo negligenza, al massimo la volontà consapevole di ostacolare la diffusione di un documento del Papa?  
    Ma la REDAZIONE non crede che bisognerebbe continuare a fare pressione affinchè i responsabili, innanzitutto si spieghino e in seguito ripristino l`accesso al testo in italiano?  Non crede che bisognerebbe consacrare un thread a questa anomala manovra di occultamento?
    Altrimenti, questa soppressione, per il momento ingiustificata e inaccettabile, finirà per finire nel dimenticatoio e non sarebbe giusto.  
    Grazie.</span>

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  47. (oltre alle citazioni dell'Aquinate, già presenti...)

    così direbbe, ancora oggi, s. Tommaso:

    <span><span>Bisogna predicare agli ebrei senza aver paura di urtarli, come Gesù Cristo, senza timore di offenderli, insegnava pubblicamente la verità che loro odiavano e li rimproverava dei loro vizi </span></span>
    <span><span>(S. T., III, q. </span><span>42, a</span><span>. 2). </span></span>

    RispondiElimina
  48. San Tommaso sarebbe in assoluto accordo con il Papa e con il VII....
    "chiunque agisce da se stesso, agisce liberamente; chi invece agisce mosso da un'altro, non agisce liberamente. Perciò chi evita il male non per il male ma per un comando del Signore, non è libero; mentre chi evita il male per il male è libero"
    Tommaso d'Aquino, De Veritate, q. 22, a 1
    Matteo Dellanoce

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione