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mercoledì 27 gennaio 2010

Ancora sull'Opus Dei e la Messa tradizionale

Abbiamo riferito alcuni giorni orsono (link) della positiva evoluzione liturgica dell'Opus Dei verso forme di celebrazione eucaristica più vicine alla bimillenaria Tradizione della Chiesa; questo in adesione alla solida ortodossia dottrinale dell'Opus e, soprattutto, alle nette idee in materia di liturgia del fondatore, S. Escrivà de Balaguer il quale dopo la riforma di Paolo VI aveva chiesto, e ottenuto, di poter continuare a celebrare la Messa di Sempre (v. qui).

Rorate Caeli informa che nella basilica di S. Apollinare a Roma, presso l'Università pontificia di Santa Croce gestita dall'Opus Dei, viene celebrata una missa sine populo (ma a cui, come precisa il motu proprio, chi vi capita può partecipare) il lunedì, martedì e mercoledì mattina, ad un altare laterale.

Conclude Rorate che, dopo la soppressione l'anno scorso della Messa presso l'Antonianum, questa è l'unica Messa antica che sia celebrata in un ateneo romano.

10 commenti:

  1. San Escrivà celebrava in maniera che tutti dicessero le risposte e non solo l'accolito. C'è un trafiletto sul numero dell'Apollinare di questo mese che spiega bene come celebrava. Spalle al popolo, sobriamente elegante, partecipazione attiva ( silenzio più risposte). Poi, una considerazione di non poco conto. Le omelie di Escrivà sono di tutt'altro spessore di quelle di certi vescovi odierni....
    Matteo Dellanoce

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  2. Certo che negli atenei romani vige la legge del sospetto ( anche sui Sacerdoti che portano la talare...).
    Gli studenti - Sacerdoti non hanno bisogno di rischiare : essi celebrano " digne, attente ac devote" in tridentino la mattina presto prima di andare a lezione.
    E' una cosa meravigliosa vedere, in diverse chiese, tanti giovani sacerdoti celebrare la mattina presto su diversi altari contemporaneamente e sottovoce.
    Il loro intimo colloquio con la Croce e con Dio è la nostra speranza " per un mondo migliore".
    Un grazie ai tanti Sacerdoti, per lo più stranieri, che ogni mattina preferiscono alzarsi molto presto offrendo la loro preghiera ed i loro sacrifici per tutta la Santa Chiesa.

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  3. Mi sa tanto di catacomba, di cose fatte di nascosto. Scommetto poi che chi celeba non un sacerdote dell'Opera. Spero comunque di sbagliarmi.

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  4. Vogliamo i colonnelli27 gennaio 2010 alle ore 10:45

    Rendiamo grazie a Dio per questa grande vittoria della tradizione e per un frutto eccelso del Motu Proprio di Sua Santità: finalmente una fondamentale messa il martedì mattina, in un altare laterale, senza popolo (inutile dire che le messa tridentine non hanno la categoria della partecipazione o meno del popolo, essendo questa una rubrica del messale paolino-vaticanosecondino, che quello che ha scritto il Motu Proprio evidentemente riteneva fosse anche nel precedente Missale), ma se qualcuno c'è, non si caccia.

    Con ogni probabilità, non sarà un prete dell' Opera, ma uno studente dell'ateneo, che verrà fucilato quanto prima (magari anche grazie a questa inaspettata pubblicità tramite internet, curioso strumento con cui ciò che è riservato viene condiviso da milioni di sconosciuti).

    Penso che potremmo folleggiare, per la gioia.

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  5. "Con popolo" è una Messa che abbia un orario fisso, un posto fisso, pubblico. Una messa "con popolo" va fatta comunque anche se non ci sono fedeli in Chiesa. E' una Messa fissata e pubblica a cui tutti hanno DIRITTO di partecipare.
    "Senza popolo" è una Messa, anche in luogo aperto al pubblico, che non necessita della pubblicità dell'ora e del posto. Di qui l'affermazione vaga dell'articolista "il lunedì, martedì e mercoledì mattina, ad un altare laterale". A che ora? A quale altare? Essendo una Messa "senza popolo" non c'è risposta a queste domande.
    Prima di dare dell'ignorante al Papa, io m'informerei!

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  6. Poco chiara la cosa... più semplice Messa parrocchiale et similia e Messa "privata" a mio avviso

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  7. Vogliamo i colonnelli27 gennaio 2010 alle ore 15:46

    la messa con popolo è quella che inizia con l'introito e pospone l'atto penitenziale perchè presuppone che il "popolo", partecipi coralmente. La messa senza popolo, è quella che inizia come quella tridentina con l'atto penitenziale, del solo sacerdote, e pospone l'introito che viene letto quando si apre il libro, immaginando ancora una struttura di atto penitenziale ai piedi dell'altare, fattibile solo privatamente, e non un ingresso accompagnato dai canti, come nel rito nuovo dovrebbe essere la norma.

    Ho comunque dato dell'ignorante al redattore del testo, non necessariamente al papa. Ma lo estendo di cuore anche a colui che ha scritto il messaggio sopra.

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  8. Lei confonde la Messa privata con la Messa senza popolo. Due cose diverse.

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  9. Seppur giovane sono vecchio abbastanza per aver fatto il ministro di una Messa "sine populo" che in nulla differisce da una Messa "cum populo". Infatti l'OGMR indica dal punto di vista liturgico:
    <p><span><span>
    </span></span> <span><span>252.</span> </span><span><span> Nella Messa celebrata dal sacerdote con la sola presenza di un ministro che gli risponde, si osserva il rito della Messa con il popolo (Cf. nn.120-169).
    Il ministro secondo l'opportunità pronuncia le parti che spettano al popolo.

    </span> </span><span><span> 253.</span> </span><span><span> Se tuttavia il ministro è un diacono, egli compie gli uffici che gli sono propri (Cf. nn.171-186) e svolge le altre parti del popolo.

    </span> </span><span><span> 254.</span> </span><span><span> La celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo. In questo caso si tralasciano i saluti, le monizioni e la benedizione al termine della Messa.

    </span></span> <span><span>255.</span></span><span><span> Prima della Messa i vasi sacri necessari si preparano o alla credenza o sull' altare al lato destro.</span></span>
    </p><p> 
    </p><p>Non risulta quindi nessuna modifica liturgica alla celebrazione "sine populo" se non per le monizioni e i saluti. Da dove abbia Lei dedotto le modifiche citate non saprei. Anzi, se è vero che nelle Messe "cum populo" i canti sono convenienti, il 115 dello stesso OGMR dice che una Messa con popolo "<span><span>si può fare però anche senza canto".</span></span>
    </p><p> 
    </p><p>Dal punto di vista del diritto resta quanto detto nel mio precedente commento. La pubblicità della celebrazione "cum populo" è obbligatoria diversamente da quella "sine populo".
    </p><p> 
    </p><p>Ognuno si diletta a dare dell'ignorante a chi vuole, fermo restando che tra il papa, i suoi collaboratori e i vari commentatori che autorevolmente hanno dato un proprio giudizio sul SP senza evidenziare questa incongruenza e un anonimo firmato "vogliamo i colonnelli" sospetto d'ignoranza resta quest'ultimo a discapito dei primi.</p>

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  10. Vogliamo i colonnelli27 gennaio 2010 alle ore 23:32

    Le ho dedotte dalle rubriche del messale romano, nella traduzione italiana del 1973, "Principi e norme", che prevedono una "Forma Tipica" della "Messa con il popolo", che al n.83 che dice "durante la processione all'altare, si esegue il canto d'ingresso", mentre il n.87 dice "dopo l'atto penitenziale si dicono il Kyrie e il Gloria...", poichè si da per scontato che l'introito è stato già eseguito. Questa è la forma tipica della messa con il popolo.

    il n. 213 dice che nelle messe senza popolo, il sacerdote dice prima l'atto penitenziale, poi sale all'altare e apre il libro, dicendo l'introito e tutto il resto.

    Se la terza edizione del messale ha variato, si constata che si è ulteriormente peggiorati con un distacco ancora peggiore dalla tradizione.

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