Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

mercoledì 4 novembre 2009

Un catalogo di cattoprogressisti.

di Luigi Amicone

Ho un debole per Riccardo Chiaberge. Prima di tutto perché ha scritto un bel libro, La variabile Dio, in cui ha lasciato dire ad Arno Penzias (notevole anticlericale ed ebreo agnostico, nonché grande Nobel per l’astrofisica) e lealmente annotato che la Chiesa cattolica ebbe semplicemente ragione ad aspettare le conferme di Newton sulle scoperte di Galileo, mentre Galileo fu semplicemente puerile nella sua causa da protagonista mediatico ante litteram e di servitore del padrone mediceo. In secondo luogo, mi piace perché non è un intellettuale ambiguo e paludato, ma va dritto al sodo e non viene mai meno a un programma che non so se sia laico, ma comunque si pone costantemente, fieramente e perentoriamente all’attacco della Chiesa cattolica. Insomma, mi piace Chiaberge perché gioca a carte scoperte e declina in missione ideale ciò che per certa altra intellighenzia cosiddetta laicista è mera attitudine propagandistica e gregaria.

Cotanta premessa solo per giustificare il fatto che qui ci occupiamo dell’ultima fatica del responsabile delle pagine culturali del Sole 24 Ore. Fatica che, neanche a dirlo, ha per oggetto e puntuale dichiarazione di intenti in prologo l’esposizione della tesi secondo la quale la Chiesa di Roma è ormai l’ultimo Cremlino che resta da espugnare e da sottomettere alla dura lex sed lex dei comandamenti della religione secolare. Oggetto di smantellamento è il Primato petrino e, naturalmente, questo papa, Benedetto XVI, colpevole di non avere nemmeno un dubbio martiniano.

E che anzi, a proposito dell’autodefinizione di «cattolico adulto» che si è dato Romano Prodi e che piace tanto al “laico” Chiaberge, nell’omelìa pronunciata durante la Messa che ha chiuso l’anno paolino (28 giugno 2009), ha detto: «La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo».

Dunque Riccardo Chiaberge, forse ardendo dal desiderio di dimostrare quanto fossero vere le parole di Benedetto, ci propone questo Lo scisma. Cattolici senza papa (in libreria dal 5 novembre per l’editore Longanesi), una bella galleria di campioni di quella “fede adulta” perfettamente descritta da papa Ratzinger.

Si comincia con dom Franco Mosconi, benedettino sui generis, antiberlusconiano doc e, neanche a dirlo, estimatore «di Prodi, persona credente e praticante». Uomo pio, scandalizzato da padre Livio Fanzaga («Ma lo sa che in molti monasteri di clausura le suore mentre lavorano ascoltano Radio Maria? Per me è un veleno») e da quella «minoranza astiosa poco dialogante, chiusa in se stessa» ben rappresentata da, neanche a dirlo, «Cl o l’Opus Dei». Naturalmente il dom guida esercizi spirituali per sposati ed è proprio evangelico («Il tuo dire sia sì sì, no no, il di più viene dal diavolo», Mt 5,37) con la coppia che gli chiede consiglio: «Lei aveva in grembo un bambino malformato. Tutti i medici le avevano consigliato di abortire, e volevano il mio parere. Io li ho guardati negli occhi e ho risposto: non dico né sì né no… in un caso così disperato come faccio io a giudicare?».

Don Verzé l’immortale

Dal benedettino a Martha Heizer, esponente di “La chiesa siamo noi”, che naturalmente si batte per una chiesa i cui esponenti siano eletti come si elegge il parlamento viennese, per «aprire la carriera ecclesiastica alle donne», per l’agenda gay, per la «libertà di contraccezione e autodeterminazione della coppia nelle scelte riproduttive» (leggi: libertà di aborto) e – forse qui berlusconianamente – per «chi non è in grado di rispettare i precetti della morale cristiana». Segue spot per don Ferdinando, parroco erede di don Mazzolari, «colonna italiana del movimento di Martha Heizer», sulle cui spalle si sgrana il rosario delle statistiche che narrano di un cattolicesimo italiano confuso e incoerente. Dunque, conclude Chiaberge con don Mazzolari, il messaggio della Chiesa dovrebbe adattarsi a questa massa di “cattolici adulti”, non continuare a illudersi di custodire e ad annunciare chissà quale verità sull’uomo.

L’affondo procede. E così sale in cattedra il classico ambiguo gesuita. Tale padre Carlo Casalone, provinciale della congregazione e custode delle vestigia ignaziane. Il quale, nell’economia del libro, serve all’autore per fare da predellino alla sua personale tirata in favore della “morte dolce” e contro l’antieutanasico e perciò abietto Camillo Ruini, «mentre il dolente troncone di nome Piergiorgio Welby attende con grande dignità che venga posta fine al suo martirio». Chi la pensa diversa da Beppino Englaro o dal cardinale «liberale» Carlo Maria Martini altri non è che un «dolorista» alla Mel Gibson o «un ipocrita» come i parlamentari italiani che «chiudono ogni spiraglio all’eutanasia». Molto bene.

Potevano mancare alla carrellata il prete sposato che non crede alla confessione, gli “angeli della provetta”, don Colmegna e la corrispettiva suora della libera immigrazione, i mostruosi teocon contrapposti alle devotissime ricercatrici abortiste o ispirate alla potenza creatrice dell’evoluzione che fa dire loro con assoluta laicità che lo zigote non è niente, vada tranquillo alla spazzatura, viva la libera ricerca sugli embrioni umani? Potevano mancare la mistica della “doppia elica di Watson e Crick” e la notizia – un vero e proprio scoop – che don Luigi Verzé ha scoperto l’elisir della lunga, anzi dell’infinita vita? È lo stesso don Verzé a offrire a Chiaberge la soprendente rivelazione: «Lei è la prima persona con cui ne parlo. Stamattina ho raggiunto una quota nuova nella mia esistenza. Ho sempre creduto che dopo la vita terrena ci fosse un’altra vita. Ma ora ho fatto un passo ulteriore: sento che non morirò, lo sento qui dentro – e intanto si porta la mano al petto, sopra la croce d’oro –, è una certezza palpabile, una sensazione fisica». Fantastico. Ecceziunale veramente.

Con Teodori, Mieli e Sergio Romano

Insomma, il nostro Chiaberge questa volta ci ha delusi. Da lucido e affilato seminatore di zizzania quale lo reputavamo si è trasformato, non volente, in un obliquo apologeta della millenaria e ordinaria Chiesa cattolica. Infatti, benché si debba riconoscere una certa professionalità alla penna che insiste nella caricatura degli avversari, siano essi i vescovi della Cei o il Foglio di Giuliano Ferrara, dalla narrazione emerge un quadro di “cattolicesimo adulto” da corte dei miracoli, circo equestre e, soprattutto, da ultima ruota del carro della secolarizzazione. Provaci ancora Chiaberge, e buona prosecuzione di assalto al cielo con la lunga lista di pamphlet forforosi e così integralisti che, chissà, forse vinceranno il grembiulino d’oro nei paraggi di qualche rito scozzesse o francese accettato. Pensate ad esempio come sarà bello, la sera del 29 ottobre, ritrovare insieme al Circolo della Stampa, corso Venezia 16, Milano, Riccardo Chiaberge, Paolo Mieli e Sergio Romano a discutere con l’autore, Massimo Teodori, dell’ennesimo volume antipapista (di nuovo Longanesi), Contro i clericali. Dal divorzio al testamento biologico la grande sfida dei laici. Laici?

Fonte tempi.it, via Papa Ratzinger blog

10 commenti:

  1. Beh adesso abbiamo anche un bell'elenco di tutti questi signori le cui "allegre teologie" - come le chiamava il Card. Siri - continuano a produrre danni pastorali (e di salute delle anime) veramente significativi

    RispondiElimina
  2. fumo....fumo......tutto fumo....!!!
    E le anime si perdono!

    "...occorre mettere in evidenza che, tra le motivazioni che indussero Bernardo a "schierarsi" contro Abelardo e a sollecitare l’intervento del Magistero, vi fu anche la preoccupazione di salvaguardare i credenti semplici ed umili, i quali vanno difesi quando rischiano di essere confusi o sviati da opinioni troppo personali e da argomentazioni teologiche spregiudicate, che potrebbero mettere a repentaglio la loro fede...!" (S. Padre, oggi)

    Oggi chi li difende?
    E le anime si perdono!

    "Pochi uomini, molto pochi purtroppo, comprendono che la terribile crisi della Chiesa dal Concilio Vaticano II è una punizione più terribile di tutte le altre, poiché questa volta la catastrofe è spirituale; ciò che è ferito, ciò che è ucciso senza rumore e in un’indifferenza peggiore della morte, sono le anime. La perdita della grazie in un’anima è la catastrofe più terribile che possa capitare, ma non fa rumore sensibile, non si percepisce. E la voce delle sentinelle ha taciuto. L’appello alla conversione, alla penitenza, alla fuga del peccato, delle tentazioni e del mondo, ha ceduto il posto ad una compiacenza o almeno ad una simpatia verso il mondo. C´è una vera volontà di fare la pace con il mondo moderno" (Mgr Fellay)

    RispondiElimina
  3. Dirsi cattolico adulto è un modo raffinato per indicare che non si combatte la Chiesa dall'esterno, ma dall'interno.

    RispondiElimina
  4. Povero s. Ignazio di Loyola! Chissà quante volte si sarà rigirato nella tomba dal generalato di Arrupe! Nel 1773 iniquamente Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù. Ora i Gesuiti si stanno auto sopprimendo. Erano 36.000 alla fine del Vaticano II, ora sono poco meno di 19.000. Dai frutti riconoscerete la bontà dell'albero. Alessandro

    RispondiElimina
  5. Riprendo le parole pronunciate dal Papa stamattina:

    "...occorre mettere in evidenza che, tra le motivazioni che indussero Bernardo a "schierarsi" contro Abelardo e a sollecitare l’intervento del Magistero, vi fu anche la preoccupazione di salvaguardare i credenti semplici ed umili, i quali vanno difesi quando rischiano di essere confusi o sviati da opinioni troppo personali e da argomentazioni teologiche spregiudicate, che potrebbero mettere a repentaglio la loro fede...!"

    Anch`io stamattina ascoltando il Papa pronunciare quelle parole mi sono detta : e oggi chi interviene?
    Oggi e da 40 anni in qua chi difende i piccoli che sono portati su vie distorte dai vari teologi della domenica,dal guru o fondatore di turno ?
    Chi è intervenuto e interviene per correggere l`errore e l`errante?
    Non solo non si è intervenuti, IMPONENDO la correzione ma si legittima l`errore, lo si incoraggia, si invia anche ad evangelizzare comunità intere che seguono un insegnamento distorto, quello del fondatore, perchè quello corretto non è stato accettato dallo stesso fondatore, si confidano catechesi a questi gruppi che diffonderanno l`errore.
    Ci sono le parole e ci sono i fatti.
    Sì chi salvaguarda i credenti semplici e umili, chi li difende?
    Quanti di questi fedeli sono oggi sviati e confusi a causa di dottrine private ?

    RispondiElimina
  6. A me sembra che Benedetto XVI la difenda, la fede dei piccoli e dei semplici, e non da oggi.

    RispondiElimina
  7. caro don Luigi...hai perfettamenteragione..io in chiesa non ci vado piu'...ho saputo che il nostro parroco anche alla domenica, senza nominare il defunto celebra la messa pei il defunto. Ci sono rimasto malissimo..perche' mi hanno insegnato che la messa di domenica e' per il popolo..per i vivi!!! Qui regna il dio denaro!!

    RispondiElimina
  8. Per Istriano, se avrai letto i miei commenti hai visto quanto mi sta a cuore la fedeltà alla Tradizione, tuttavia vorrei dirti che oggi noi sacerdoti siamo spesso costretti a celebrare messe per i defunti anche di domenica, io mi regolo così quando per venire incontro a leggittime esigenze dei fedeli per amore del prossimo sono costretto a celebrare per i defunti anche di domenica allora faccio dire la santa messa Pro Populo, che noi Parroci siamo tenuti a celebrare, da un altro sacerdote... credimi che lo faccio solo perchè non posso sempre dire di no a pesone che hanno perso i loro cari (magari giovani) di recente o possono venire a Messa solo la domenica.... e non c'è nessuna ombra di lucro.
    Perciò torna a Messa perchè se devi guardare a noi preti troverai sempre qualcosa che purtroppo non va anche se molti sacerdoti si sforzano di fare il loro dovere, altri forse lasciano a desiderare: preghiamo per loro. Magari al tuo Parroco se hai confidenza chiedi qualche spiegazione....
    don Bernardo

    RispondiElimina
  9. caro don Bernardo...purtroppo non mi convince...anche perche' da noila messa ha un prezzo...e poi ilnostro parroco con una messa ha celebrato per cinque defunti.....ma la chiesa non vive delle offerte?

    RispondiElimina
  10. Amicone?...
    Chi???....

    Ma per favore....

    Leggetevi Spaghetticons di Copertino.
    Non prendete la stessa malattia.

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione