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sabato 14 novembre 2009

Mons. Lefebvre: the movie

La Fraternità San Pio X ha deciso di investire su uno strumento di notevole impatto comunicativo per far conoscere il suo fondatore, l'Arcivescovo Marcel Lefebvre: un vero e proprio film (non, quindi, un mero documentario) che ripropone le tappe della vita del famoso Prelato che fu Delegato Apostolico di Papa Pio XII, Arcivescovo di Dakar in Senegal, Padre conciliare al Vaticano II, Superiore dei Padri dello Spirito Santo (e alle prese con le loro derive postconciliari) e infine, nell'ultima e senz'altro più controversa parte della sua vita - quella per la quale passerà alla Storia ecclesiastica - il più famoso disobbediente agli ordini di aggiornamento e cambiamento che la Chiesa dell'epoca imponeva a se stessa e a tutti i suoi membri, anche recalcitranti.

Il film ha un budget di 50.000 euro e ne trovate tutti i particolari a questo sito: http://www.monseigneurlefebvre.org/. Per l'occasione, la Fraternità ha messo a disposizione tutti i propri archivi inerenti la figura del fondatore.


Ecco la presentazione del film:





E riportiamo di seguito una breve biografia dell'Arcivescovo, tratta da quel sito:

Nato nel 1905 in una famiglia profondamente cristiana del Nord industriale della Francia, animata da grande deferenza verso il clero, Marcel Lefebvre era il terzo di otto figli di cui i cinque maggiori entreranno in religione. Il loro padre, un uomo di fede e di dovere, morì in un campo tenuto dai nazisti nel 1943.

Marcel fu educato a Roma, al Seminario Francese di Padre Le Floch, prima di entrare nella Congregazione dei Padri dello Spirito Santo, dopo la sua ordinazione nel 1929. Per quasi trent'anni, ha svolto molto del suo ministero in terra d'Africa, dove era in contatto con le culture e le religioni e dove è stato, come Arcivescovo di Dakar e Delegato Apostolico per l'Africa francese, uno dei padri del cristianesimo in questo continente giovane.

In questa veste è stato chiamato a svolgere un ruolo importante dal 1960 a Roma al comitato preparatorio al Concilio. Per diversi mesi, ha visto il rovesciamento completo della Curia romana da parte della minoranza guidata dal cardinale Bea e il vero "colpo di stato" che inaugurò il Concilio Vaticano II. Pertanto, si attivò per evitare che l’Aula approvasse disposizioni nocive per il mondo cattolico. Alla testa del
Coetus Internationalis, si oppose alle importanti novità conciliari, che furono la libertà religiosa, l'ecumenismo e la collegialità. Infine, nel 1969, ha rifiutato l’applicazione del nuovo Messale, che Paolo VI aveva imposto a tutti i sacerdoti del mondo.

Nel momento in cui si sarebbe guadagnato una meritata pensione, Lefebvre, gradualmente estromesso prima in Africa e poi dalla sua congregazione, ha iniziato una delle sue battaglie più importanti: la conservazione della dottrina e della liturgia cattolici.

Uomo di preghiera, l'arcivescovo Lefebvre non ha deciso per l’inattività. Su richiesta dei seminaristi disorientati dai cambiamenti nella chiesa fu da lui fondata nel 1970 a Friburgo, in Svizzera, la Fraternità Sacerdotale San Pio X e aperse il seminario di Ecône nel Vallese per formare giovani sacerdoti al riparo dalle innovazioni. Ma questa singolarità ben presto attrasse guai. Dopo che il nuovo vescovo di Friburgo ebbe soppresso la Fraternità nel 1975, Mons. Lefebvre fu condannato l'anno seguente a Roma. Continuando a ordinare sacerdoti, fu colpito dalla sospensione
a divinis. La notorietà che gli venne suo malgrado dopo la grande messa di Lilla, nella tarda estate del 1976, moltiplicò le sollecitazioni che lo han portato a stabilire la sua Fraternità in tutti i continenti. Ovunque, cappelle di fedeli e comunità religiose si rivolgevano a lui per sfuggire alle riforme. Ma in un momento in cui avrebbe dovuto sostenere il suo sforzo per salvaguardare una dottrina e una liturgia trascurate dalle autorità ecclesiastiche, i fatti del 1988 lo han portato a consacrare vescovi che potessero rispondere alla chiamata delle anime che si erano affidate a lui. Questa mossa grave, ma resa necessaria ai suoi occhi dalla situazione, nel 1988 ha portato alla sua condanna da parte di Roma, che lo ha scomunicato. Instancabilmente, ha continuato a costruire e costruire case per il bene delle anime prima di morire, due anni e mezzo più tardi, il 25 marzo 1991. Il suo lavoro e la sua lotta fece di lui il padre del tradizionalismo cattolico alla fine del ventesimo secolo. Grazie a lui, la Messa tradizionale è stata salvata. Per suo merito, focolai di cattolicesimo sono stati tenuti lontani dalle innovazioni. Attraverso di lui, c’è l'intera visione della Chiesa, basata sulla filosofia realistica e la tradizione dei papi, che era stata ostracizzata e addirittura perseguitata. Pertanto, sollevando la condanna del 1988, Papa Benedetto faceva ben di più che esercitare un favore ad alcuni vescovi.

17 commenti:

  1. finalmente l'argomento viene sdoganato e varca i confini degli addetti ai lavori e forse potrà smuovere i media nella maniera più corretta e non solo per fatti che generano scoop o informazioni ideologicamente pilotate

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  2. M CHIEDO COME MAI, COME SCRIVETE VOI,LA FRATERNITA' ABBIA SENTITO L'ESIGENZA DI FAR CONOSCERE IL SUO FONDATORE (DI VENERATA E COMPIANTA MEMORIA) PROPRIO ADESSO E NON NEGLI ANNI DELLA LOTTA...MAH, DUBBIO AMLETICO

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  3. Avevo già letto la notizia:
    il sito WXRE ci segnala l’uscita prossima (anno 2010) del film sulla vita di Marcel Lefebvre, a cui stanno lavorando il distretto di Francia della Fraternità di San Pio X e dall’Association de Défense du Patrimoine Chrétien:
    http://wxre.splinder.com/

    Finalità degli ideatori:
    Pourquoi un film ? Parce qu’à l’époque du « tout visuel » et d’internet, il est devenu indispensable de révéler aux plus jeunes d’entre nous, par le canal d’un vecteur qui leur est familier, comment un homme seul a su résister à l’ensemble des pouvoirs en place : pouvoir du nombre, pouvoir de l’argent, pouvoir « du politiquement et du religieusement corrects ».
    http://www.monseigneurlefebvre.org/
    -------
    Buon segno che sta finendo la damnatio memoriae del (quasi) famoso Vescovo, e che l’argomento “difesa della Tradizione” non è più proibito o pericoloso per la propria reputazione nel dibattito pubblico (in Francia!)
    ……
    Dubbio: in Italia un simile film potrà essere vietato ai minori di anni… 90?

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  4. Non posso dirmi un ammiratore di Mons. Lefebvre perché scelse una via forse troppo dura che ha portato a un insensato scontro con la Santa Sede. Sono convinto che se la FSSPX fosse rimasta pienamente nella Chiesa molti "e-cessi" liturgici ultra-riformisti ce li saremmo risparmiati o almeno ci sarebbe stata una vigilanza più continua a questo riguardo.
    Certo, a discapito è giusto dire che alcuni porporati e loro collaboratori ci misero assurdamente tutto il loro impegno nel fomentare ulteriormente lo scontro e arrivare alla ben nota scomunica.

    In ogni caso, coi se e coi ma non si campa e indietro non si può tornare. Possiamo però auspicare che questo film (e mi auguro altre iniziative nell'alveo tradizionalista) possano riportare piena luce sugli eventi di allora e condurre più velocemente a una soluzione positiva per tutta la Chiesa.

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  5. E vabbè... Se "There be dragons" è la biografia filmica di San Josemaría Escrivá de Balaguer, perchè non farla pure Lefebvre? In fin dei conti è un personaggio storico. Così dev'essere ricordato, mettendo a parte si stia d'accordo con i suoi metodi (e io di certo NON lo sono).

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  6. Per Matteo Castagna:
    perchè far sempre dietrologie inutili? Probaqbilmente l'investimento è venuto ora sia perchè magari si sono resi disponibili i fondi necessari, sia perchè oggi forse sarà possibile trovare anche un distributore della pellicola nei circuiti del grande schermo.
    Non basta infatti mettere a punto un buon prodotto, occorre altresì essere in grado di veicolarlo al pubblico.
    Speriamo anzi che il film venga doppiato anche in italiano!

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  7. Mi permetto di dire che non mi par questo il momento adatto per far quel film... Forse sarebbe meglio aspettare il termine dei colloqui della S.Sede ed il rientro canonico(speriamo bene!) della FSSPX.
    Preghiamo per loro.
    Sedes Sapientiae, ora pro nobis.

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  8. Non vorrei che questo film fosse solo un documentario agiografico, che per quanto interessante,potrebbe non suscitare l'interesse di coloro che sono estranei all'ambiente tradizionalista.
    Forse dovrebbero chiedere aiuto a Mel Gibson .....

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  9. Forse dovrebbero chiedere aiuto a Mel Gibson .....
    Che ha una figlia monaca di clausura in un Carmelo tradizionalista (anzi, proprio "lefebvriano") ed altri figli che studiano al Saint Mary, il prestigioso istituto para-universitario gestito direttamente dalla FSSPX negli USA. Però, lo stesso Mel:
    1) è figlio di Hutton Gibson, figura storica del sedevacantismo della primissima ora;
    2) non ha mai fatto mistero che, piuttosto che alla FSSPX, è più vicino a posizioni a metà strada tra, da una parte il sedevacantismo e dall'altra il movimento nato negli anni '40, intorno ai (condannati) gesuiti Finney e Kerry che davano una lettura/interpretazione ultra-rigorista del dogma (perchè non dimentichiamo che di un dogma si tratta) "EXTRA ECCLESIAM, NULLA SALUS", negando, quanto meno tra le righe, anche solo l'ipotesi del battesimo di desiderio implicito e giungendo a dubitare persino di quello esplicito. Movimento, che, è finito de facto, per diventare contiguo al mondo delle c.d. "piccole chiese". Ed i cui seguaci si riconoscono ("si fa per dire") perchè gli uomini vestono sempre in impeccabili giacca e cravatta (stile "mormone"-tdg e/o "multilevellisti") e le donne, se non fosse per gli enormi crocifissi al collo, non sarebbero distinguibili dalle islamiche.

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  10. La storia della famiglia Gibson c'entra come il cavolo a merenda.
    Mi sembra che l'auspicio di chi ha evocato l'attore sia ch'egli produca o interpreti il film.

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  11. Sono sicuro che se si rivolgessero a lui, probabilmente, gli farebbe risparmiare un bel pò, innalzando la qualità della regia e di tutto il resto. Del resto,anche se Mel Gibson fosse sedevacantista, non sarebbe certo peggio di qualunque altro regista.... visto che sono per lo più ebrei e chissà cos'altro. Il suo film " The Passion" non fu forse proiettato in Vaticano alla presenza di Giovanni Paolo II ? Quindi cerchiamo di non fare i puritani e vedere i sedevacantisti dappertutto, sotto i letti e dentro gli armadi. Di sicuro non solo loro il problema della Chiesa e del mondo. Ogni volta che c'è una minoranza discriminata, questa per dimostrare di non essere la più estremista, cerca sempre di trovare qualcuno ancora più estremista da trasformare in capro epiatorio.
    Io non sono sedevacantista, ma mi rendo conto che ci vuole anche un certo coraggio ad essere diversi tra i diversi.

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  12. La chisa di Dante Pastorelli è condivisibile: io giudico Mel Gibson per i lavori che ha fatto e lo apprezzo da Arma Letale a Apocalypto; ritengo che sia riuscito spesso e senza troppe parole (La Passione ma anche Apocalypto, appunto) a dare alti contenuti ai suoi lavori.
    Interessante il film su monsignor Lefebvre, che un film possa addirittura pregiudicare i colloqui mi sembra un'ubìa. Cerchiamo d'esser seri.
    Quanto poi ai sedevacantisti ritengo che sbaglino, e anche di molto. Tuttavia non hanno la coda, bisogna capire le loro personali vicende, e son sempre meglio degli schifosi modernisti che negano l'autorità di Pietro molto più pesantemente.
    AndreasHofer

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  13. error calami! "La chiosa di Dante..."
    scusate,
    AndreasHofer

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  14. Non vorrei che questo film fosse solo un documentario agiografico, che per quanto interessante,potrebbe non suscitare l'interesse di coloro che sono estranei all'ambiente tradizionalista.

    ritengo coloro che promuovono questa "informazione", che mancava e che manca nella Chiesa, di molto superiori al rischio di agiografia prefigurato
    E ben venga una visione, che mi aspetto ben documentata, degli eventi che hanno portato "allo scisma a tutti i costi", voluto più dagli interni avversari nella Chiesa, non certo dai protagonisti di questa sofferta e complessa vicenda storica e spirituale

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  15. ANDREAS, hai fatto bene a precisare che "chisa" stava per "chiosa": di questi tempi qualcuno avrebbe potuto intendere "la chiesa di Dante", tanto ciascuno si fa la sua "chiesa".
    E solo ora torno dalla "mia" chiesa, dopo avervi passato una giornata intera, con uscita di casa alle 8.30.

    Quanto ai sedevacantisti, un manipolo di vescovi e sacerdoti non si sa bene quanti validamente consacrati, senza arte né parte e tanto meno popolo fedele, lasciateli perdere.

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  16. La sua buona conoscenza di tale progetto di film, sono contento, e io pregherò per questo ......

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