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mercoledì 25 novembre 2009

Il nuovo Presidente dell Unione Europea: il solito...."cattolico adulto"


Di Gianfranco Amato, tratto da L'Occidentale del 23-11-2009.

L'intero articolo lo potete leggere da Raffaella Papa Ratzinger Blog, che - come al solito - ringraziamo.

Herman Van Rompuy chi è costui? Questo Carneade della politica internazionale è appena stato nominato primo presidente dell’Unione europea. Cattolico, moderato, atlantista, Van Rompuy rivendica le radici giudaico-cristiane dell’Europa ed è scettico sull’ingresso nell’Unione della Turchia. Ottimo mediatore – al punto da vedersi affibbiato il soprannome di “orologiaio dei compromessi impossibili” –, dicono che ami proclamare in pubblico la propria ispirazione alla dottrina sociale della Chiesa. Ce n’è quanto basta per suscitare i facili entusiasmi dei cattolici di casa nostra. Eppure, la Santa Sede ha accolto la notizia della nomina con prudentissima cautela. Eh sì, perché quel Van Rompuy è lo stesso Van Rompuy che oggi ricopre la carica di primo ministro del Belgio.
Il Vaticano non ha dimenticato quella sgradita visita che il 15 aprile scorso l’ambasciatore belga fece al ministro degli Esteri vaticano Mons. Dominique Mamberti per trasmettergli la risoluzione del parlamento di Bruxelles contenente la «condanna delle dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa» e la conseguente nota di protesta ufficiale presso la Santa Sede.
Neppure la Spagna zapaterista o la laicissima Francia erano mai arrivate a tanto. La risoluzione di condanna contro Benedetto XVI è stata approvata dal parlamento belga il 3 aprile 2009 con 95 voti a favore (compresi i cristiano-democratici fiamminghi, cui appartiene il premier Van Rompuy), 18 contrari (nazionalisti fiamminghi insieme all’estrema destra) e 7 astenuti.
Il Vaticano non ha neppure scordato le parole che in quella occasione pronunciò lo stesso Van Ropuy a difesa della condanna: «Non spetta al Papa mettere in dubbio le politiche della sanità pubblica, che godono di unanime sostegno e ogni giorno salvano delle vite».
Dura e piccata fu la replica della Segreteria di Stato della Santa Sede attraverso una nota che, dopo aver parlato di «campagna denigratoria» contro Benedetto XVI, arrivò a «deplorare il fatto che una assemblea parlamentare abbia creduto opportuno criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d'intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall’esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e di insegnare la dottrina della Chiesa». Anche l’Osservatore Romano non fu tenero: «L’ovvio e dovuto rispetto per un’istituzione di rappresentanza democratica non deve far dimenticare quello altrettanto doveroso nei confronti della libertà di espressione di un’autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo, soprattutto quando le sue affermazioni non risultano comprese nella loro intenzione».
L’episodio della reprimenda belga contro la Chiesa Cattolica, e l’atteggiamento tenuto da Van Rompuy in quell’occasione, non fa certo sperare bene per i cattolici, se si considera che il Parlamento europeo ha condannato il Papa e la Santa Sede per violazione dei diritti umani una trentina di volte, mentre Paesi del calibro di Cuba e Cina non hanno subito più di una decina di reprimende da parte di Bruxelles. Sommando relazioni, proposte di risoluzione, interrogazioni e dichiarazioni scritte presentate da parlamentari europei negli ultimi tredici anni, si arrivano a quantificare più di 60 attacchi alla Santa Sede ed alla Chiesa cattolica, sempre oggetto del tentativo di farla apparire come un pericoloso covo di fondamentalisti.
L’Europa che Van Rompuy dovrà rappresentare è la stessa che ha giudicato «deplorevoli le ingerenze della Chiesa e delle comunità religiose nella vita pubblica e politica degli Stati, in particolare quando mirano a limitare i diritti umani e le libertà fondamentali, come in campo sessuale e riproduttivo, o quando incitano ed incoraggiano discriminazioni» e che ha deplorato le chiese che propugnano «l´esclusione delle donne dai posti di comando nella gerarchia» (risoluzione 13.3.2002). Durante il triste episodio della risoluzione parlamentare belga, l’intervento del cristiano-democratico Van Rompuy si limitò a stemperare la formula iniziale della condanna che parlava di «affermazioni pericolose e irresponsabili», ottenendo che fosse cambiata in «affermazioni inaccettabili». Un compromesso al ribasso che non può certo fare onore a chi si candida a rappresentare l’Unione Europea.
Ma cosa aveva detto esattamente il Papa al giornalista Philippe Visseyrias di France 2 durante quel viaggio in Africa? Questa era stata la domanda: «Santità, la posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro l’Aids viene spesso considerata non realistica e non efficace. Lei affronterà questo tema durante il viaggio?». E questa è stata la risposta data a braccio: «Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai Camilliani, a tante altre cose, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati (…). Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con soldi, pur necessari. Se non c’è l’anima, se gli africani non aiutano (impegnando la responsabilità personale), non si può superarlo con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema. La soluzione può essere solo duplice: la prima, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro; la seconda, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo ed importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno».
Sono queste le parole ritenute inaccettabili dal “cattolico” Van Rompuy, al punto da meritare la condanna ufficiale attraverso un atto parlamentare. Non pare davvero un buon inizio per questa povera Unione Europea.

20 commenti:

  1. nella risposta dell'Osservatore Romano c'è qualcosa che inquieta...

    «L’ovvio e dovuto rispetto per un’istituzione di rappresentanza democratica non deve far dimenticare quello altrettanto doveroso nei confronti della libertà di espressione di

    un’autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo,

    soprattutto quando le sue affermazioni non risultano comprese nella loro intenzione»."

    ma la Chiesa non è "una" (delle tante?) autorità religiosa, è LA autorità religiosa (l'unica) che parla a nome e per conto di Gesù Cristo. E la cui autorità non è dovuta "all'oltre miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo".

    a me preoccupa più una simile risposta letta sul giornale semiufficiale del Papa che non i politici-cattolici adulti che purtroppo conosciamo bene.

    G. Mandis

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  2. Puzza di Bilderberg, direbbe Blondet.

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  3. Ma chi si crede di essere questo Van Rompuy? Non lo sa che il Papa lo possono criticare solo i cattolici tradizionalisti duri e puri per la sua incapacità di tenere a bada i neocatecumenali, per non decidersi di ridurre allo stato laicale i vescovi disubbidienti, e che arrivano a mettere in dubbio la validità della sua ordinazione episcopale?

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  4. Perlomeno lo criticano per ragioni serie, a parte quella dell'ordinazione, che è cosa da sedevacantisti.
    Andria, comincia per h e non è hotel!

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  5. Come è stato rammentato anche dall'indimenticabile Don Dario COMPOSTA (ne, I cattolici di ieri e di oggi di fronte alla morale politica, in Questione cattolica e questione democristiana, Padova, 1987, p. 26 ss.), mentre i "cristiano sociali" indirizzavano tendenzialmente la loro attività politica alla volta di una trasposizione "in temporalibus" della Dottrina sociale della Chiesa, al contrario i "democratici cristiani" hanno sempre seguito tutt'altra impostazione, inserendosi nel più amplio contesto ideologico del "progressismo politico" di matrice apertamente "aconfessionale", il quale « … può subire commistioni cristiane, tanto da dare origine appunto al progressismo cristiano … », senza che, tuttavia, neppure entro i limiti concettuali imposti da tale sua ultima variante, si possa giungere ad una rappresentazione attenuata del caratteristico primato della libertà sulla verità e del correlato mito rivoiluzionario « … dell’evoluzione inarrestabile della storia … » (così COMPOSTA, op. cit., p. 44) .

    Non a caso, lo stesso Pio XII (ex multis, si veda anche l'autorevole testimonianza di GEDDA, 18 aprile 1948. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare, Milano, 1998, p. 140), aveva esplicitamente avuto a considerare la Democrazia Cristiana italiana nelle vesti di un « … male minore … » .

    Ciò posto, assolutamente non stupisce che anche l'on. Herman Van Rompuy (non già cattolico, ma, altresì, semplicemente "democristiano"), a seconda della sua impostazione ideologica, interpretando riduttivamente il cristianesimo quale "movimento sociale" (sulle orme di Lamennais, Buchez, Maritain e Mounier), da un lato, rivendichi culturalmente le radici giudaico-cristiane dell’Europa (ma rivendicherebbe altrettanto delle radici "cristiane tout court" ?) e dall'altro, da buon "cattolico adulto", ritenga di poter censurare l'opinione del Sommo Pontefice, anche in materia di morale .

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  6. Facendo ammenda per il mio commento provocatorio delle 20.17 (al buon Matteo dell'intervento scomparso ricordo che dalla bocca di ognuno esce ciò che c'è dentro) credo che sia ineccepibile quello anonimo delle 21.39. Del resto se pensiamo a casa nostra non dobbiamo dimenticare che le nefande leggi del divorzio e dell'aborto sono state approvate da governi a maggioranza democristiana. Tornando al Belgio, l'esempio del compianto Re Baldovino è unico, fatto salvo il Granduca di Lussemburgo. Oggi come ieri, e in ogni luogo, il politico che si dichiara cristiano, tranne rarissime eccezioni, lo fa solo per attirare il voto dei fedeli ingenui, infischiandosene completamente degli insegnamenti magisteriali.

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  7. @Andria
    " ... il politico che si dichiara cristiano, tranne rarissime eccezioni, lo fa solo per attirare il voto dei fedeli ingenui, infischiandosene completamente degli insegnamenti magisteriali ..."
    ------------------

    ... quando "democristiano"; per il fatto di aver ideologicamente scelto di anteporre la "democrazia sociale" all'insegnamento della Chiesa, così come dimostrato, fra l'altro, anche dal tenore del cosiddetto "Codice di Camaldoli" (cfr. BAGET BOZZO,, L’intreccio. Cattolici e comunisti 1945 - 2004, Milano, 2004,p. 51) .

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  8. L'Europa ha il suo primo presidente? ma niente, niente ci stiamo avvicinando al futuro Anticristo?
    ^__^

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  9. caro Giovanni, i tempi sono cambiati e l'infelice editto di Teodosio che fece diventare il cattolicesimo religione di stato, grazie a Dio, è solo un brutto ricordo. Continuiamo ad amare la Chiesa senza imporre agli altri che è "l'unica autorità reiligiosa"

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  10. Noi non ci sogniamo neppure di imporre la religione agli altri, nè di battezzarli o portarli a Messa; però abbiamo il dovere di dire a tutti: noi riconosciamo come unica legittima autorità religiosa il Papa e i vescovi a lui fedeli ( vescovi a lui fedeli, è molto vago in effetti...).

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  11. Dio onnipotente ed eterno, Riguarda con occhio benigno a questa nostra povera Europa, spazza via tutti questi politici catto-liberali che, mascherati da tuoi discepoli, disseminano distruzione nel tuo ovile già così sottile; flagella tutti i governanti, specialmente coloro che, pur appartenedo ad antiche dinastie un tempo cattoliche, assistono in silenzio e al riparo a questo abominio; mandaci persecuzione, affinché dal sangue dei tuoi ormai pochi fedeli possa nascere una nuova progenie di tuoi figli. Amen.

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  12. caro maggio55
    editto o non editto,
    nessuno impone nulla a nessuno,
    ma che la Chiesa sia l'unica autorità religiosa perchè unica religione rivelata da Dio è un dato di fatto costitutivo della Chiesa stessa; dal momento che è stata edificata dal Cristo, vero Dio e e vero uomo. La sua autorità non dipende dal numero di fedeli sparsi per il mondo.

    se la Chiesa fosse come dici tu (o come dice l'Osservatore Romano) una delle tante autorità religiose, avrebbe perfettamente ragione il Van Rompuy o qualsiasi altra istituzione politica nel dire alla Chiesa di non impicciarsi in affari che non la riguardano.

    G. Mandis

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  13. Finora Dio Onnipotente ed Eterno ha spazzato via i fondamentalisti traditori della Sua Legge: i potentati dell'Ancien Regime, gli inquisitori spietati, i prevaricatori della libertà altrui, eccetera eccetera.

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  14. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  16. caro Giovanni, quello che dici è vero come atto di fede per coloro che hanno conosciuto (e accettato) Cristo, per gli altri uomini no. Noi possiamo dirlo ma non imporlo: oltretutto sarebbe irrazionale (oltrechè offensivo per la grandezza e la misericordia di Dio) pensare che coloro che non hanno conosciuto Cristo siano tutti nell'errore e non rientrino nel piano di salvezza di Dio. Io preferisco crederlo e affermarlo sottovoce come una preghiera nell'intimità non come un venditore al mercato che deve urlare più degli altri. (Ovviamente questa è solo la mia opinione)

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  17. maggio55,
    ho espresso solo la mia inquietudine per il fatto che in riferimento alla Chiesa cattolica si legga sull'OSSERVATORE ROMANO (mica sul corriere di bruxelles o su liberation, sul times, repubblica etc) la seguente frase:

    "un’autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo,";

    all'Oss.Romano non sanno che la Chiesa non è "un'autorità religiosa" qualunque?

    G.Mandis

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  18. ho capito...basta pensare comunque che l'Osservatore Romano è solo un quotidiano non un riferimento catechistico e forse l'inquietudine si attenua...

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  19. ma l'Osservatore Romano non è "solo" un quotidiano...

    G.Mandis

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  20. Ma che cavolo ne capite voi cristiani di politica.

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