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giovedì 8 ottobre 2009

Ecco il magnifico altare che si vuole deturpare con un muro!


Grazie a Fides et forma, che l'ha scovato, leggiamo questo articolo apparso su Tempo Stretto (quotidiano messinese on line) inerente lo scempio di Condrò di cui abbiamo già dato notizia (v. qui). Qui sopra vedete, grazie alla cortesia di Carmelo che ci ha inviato la magnifica fotografia, lo stupendo altare barocco davanti al quale il parroco di Condrò, con la collusione e la connivenza della curia diocesana, ha ritenuto opportuno piazzare uno squallido muro di cemento per farsi, al posto d'onore, il seggiolone della sua bella persona. Vedete l'obbrobrio qui sotto, più eloquente di mille studi sociologici sulla decadenza intellettuale e morale del clero. Per fortuna i fedeli siciliani non sono mammolette disposte a tutto trangugiare, come altrove purtroppo accade.



Il muro della discordia.

Condrò. I fedeli non hanno apprezzato e si sono ribellati davanti ai lavori di ristrutturazione dell'area del presbiterio realizzati nella chiesa S. Maria del Tindari. L'amministrazione comunale chiederà l'intervento della Sovrintendenza per ottenere il benestare alla modifica dei lavori.

I fedeli di Condrò, stavolta, si sono fatti sentire. Giorni di polemiche, di contestazioni vistose contro “quel muro” tanto sgradevole realizzato davanti all'altare dell'antica chiesetta S. Maria del Tindari di Condrò. La questione è nata la scorsa settimana quando, dopo due giorni di chiusura per lavori di ristrutturazione, i fedeli entrando in chiesa, hanno inevitabilmente notato le modifiche realizzate; quello che hanno immediatamente definito “uno scempio”. Da qui alla vera e propria rivolta il passo è stato brevissimo. “Da giorni si stavano eseguendo dei lavori davanti all'altare – dichiara un condronese - ma nessuno poteva immaginare quale fosse l'intento finale ossia la creazione di un muretto con sedili in cemento per la seduta del parroco e dei chierichetti. Un lavoro realizzato in modo assolutamente antiestetico e per niente rispettoso dello stile della Chiesa, che invece vanta un altare in legno bellissimo e dal gran valore artistico”. Queste le motivazione delle lamentele che hanno dato vita ad un confronto piuttosto animato già lo scorso giovedì, alla presenza dei parrocchiani, degli esponenti dell'amministrazione comunale e del parroco don Fortunato De Luca, da 31 anni sacerdote di Condrò, a cui le proteste sono state rivolte. Don Fortunato, dopo aver risposto che i lavori avevano ricevuto l'approvazione della Curia e della Sovrintendenza, rientrando in un'ottica di miglioramento della chiesa, ha chiesto un rinvio dell'incontro per poter permettere l'intervento degli arch. Settineri e Puliafito che ne hanno curato il progetto.

Ieri sera, quindi, tutti presenti per trattare durante l'ennesima riunione un argomento che ha tanto scaldato gli animi a Condrò. Dopo gli interventi dell'architetto Settineri, e dell'arch. Puliafito, l'assessore ai beni culturali, Walter Carauddo, che già aveva preso parte col Sindaco, Campagna, all'incontro di giovedì, si è reso ancora una volta portavoce dei fedeli, chiedendo agli architetti di rivedere il progetto con l'abbattimento di quel muro, ed ha inoltre preso l'impegno di interpellare già oggi stesso la Sovrintendenza per ricevere il benestare alla modifica dei lavori realizzati. “E' giusto che i condronesi, assidui frequentatori della Chiesa, siano messi in condizione di vivere i loro momenti di religiosità in totale armonia col parroco e con l'ambiente sacro in cui si raccolgono - ha dichiarato l'assessore Carauddo, che ha poi aggiunto - Non possiamo ignorare quindi le loro esigenze e le loro lamentele. Inoltre dato che abbiamo un precedente, a cui poterci rifare, per ricevere il benestare della Sovrintendenza, mi riferisco all'episodio che non troppo tempo fa ha fatto insorgere i cittadini di Como per un muro realizzato sul lungo-lago e che poi ha ottenuto l'approvazione della Sovrintendenza per l'abbattimento dello stesso; non vedo per quale motivo non dovremmo ottenerlo per il nostro caso di proporzioni senz'altro più ridotte. Mi sento, pertanto, di poter tranquillizzare i condronesi, perché già domani mattina mi attiverò per chiedere l'intervento della Sovrintendenza e potendo contare adesso anche sul benestare del parroco, don Fortunato, riusciremo sicuramente a far tornare la serenità in paese. In qualità di amministratore comunale ritengo sia un atto dovuto, che seguirò, in prima persona, fino alla fine”.

Piera Trimboli

26 commenti:

  1. Così emerge in tutta la sua chiarezza che questo prete siciliano edificatore non si era minimamente curato di sentire cosa pensassero i suoi parrocchiani della novità ingombrante che voleva introdurre in chiesa. Alla faccia della "partecipazione" dei fedeli che era conculcata dal rito antico mentre adesso, si sa, tutto è cambiato e nessuno si sente escluso.

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  2. 1. O capito male o i parrocchiani erano all'oscuro di tutto (alla faccia della tanto citata Chiesa popolo di Dio) ?
    2. Mi sfugge anche la necessità di pagare 2 architetti per progettare un semplice muretto. Non bastava un geometra?

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  3. Blogger Marco da Cormòns ha scritto:

    "...Non bastava un geometra?

    Da ciò che si vede nella foto, direi che non c'era bisogno nemmeno di un capomastro, bastava un semplice muratore.
    A proposito, si sa quanto è costato finora lo scempio?
    E soprattutto: dove sono stati presi i soldi per realizzare quella schifezza?

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  4. Curioso che la Soprintendenza abbia autorizzato uno scempio simile. Il problema è che gli architetti (compresi quelli della Soprintendenza) non hanno nessun gusto liturgico. Il problema non è solo estetico ma un problema di fede.

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  5. Non sanno cosa sia la liturgia, salvo eccezioni. In caso contrario non si sarebbero verificati le vandaliche devastazioni che durano da 40 anni.
    Pecunia non olet. E così, anche quando sanno cosa sia la liturgia, distruggono.

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  6. prima ancora che di fede è un problema di buon senso, quel buon senso che sta sparendo un po' in tutti (architetti e non architetti, preti e laici ecc.) e la cui perdita si riflette inevitabilmente anche in campo estetico: pensiamo ad esempio ai ragazzi che trovano "bello" riempirsi di piercing o tingersi i capelli di viola o verde, o riempire muri e treni di "graffiti". Non servirebbe neanche una grande fede, basterebbe un po' di quel senso comune per cui anche il più incolto capiva la differenza tra una chiesa e un garage e tra un prete e un animatore turistico. Attualmente i preti hanno lo stesso "buon (?)senso" di un qualsiasi vandalo graffitaro e l'unica estetica che comprendono è quella di deturpare e distruggere quanto hanno ereditato illudendosi forse così di tornare giovani (ma giovani non sono più, mentre sessantottini lo sono ancora...)

    Stefano

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  7. Nelle Soprintendenze c'è gente che di fronte alle richieste di adeguamento del presbiterio di una chiesa giunte dalle varie curie non sarebbero d'accordo sui progetti presentati; purtroppo però le Soprintendenze hanno le mani legate dalle leggi che prevedono, riguardo alla zona presbiterale di una chiesa, laconcertazione con i Vescovi. Ecco spiegato il motivo dell'autorizzazione rilasciata per coprire uno splendido altare barocco con un orrendo muro in cemento armato.
    Nemmeno il progettista ha colpa: egli fa ciò che gli vien chiesto; dovrebbe educare, è vero, ma chi si metterebbe a convincere un prete che ciò che chiede è un orrore?

    Pensate alla moschea di Roma, bellissima, e alle chiese progettate dal medesimo architetto, bruttissime!

    Antonello

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  8. Gli architetti venivano dalla Spagna....!

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  9. Grande Luisa, hai detto tutto...

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  10. Spagna? Gli architetti sono di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, a 15 km da Condrò.
    Comunque, non conosco il livello di responsabilità della Soprintendenza di Messina in questo specifico caso, ma una cosa è certa: metà di coloro che ci lavorano andrebbero arrestati per gli scempi che compiono o hanno compiuto nel messinese...

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  11. Pardon! La svizzera che sono non sapeva che esistesse una Barcellona in Italia...!
    Non commetterò più quell`errore, grazie.
    Comunque d`ovunque essi vengano, spero che il loro progetto realizzato sarà ben presto eliminato =distrutto.

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  12. Condrò. Il muro verrà abbattuto
    http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=articolo&id_articolo=20904

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  13. Articolo dove leggesi: "...prevedendo un rialzamento più ridotto del piano su cui collocare il nuovo altare...".

    Domanda: ma c'è bisogno di un nuovo altare, con tanto di rialzo?

    C'est la folie! Inutile atteggiarsi a Soloni della cautela e della mediazione. Il Papa stesso ha mostrato come si celebra in Novus Ordo versus Deum. Ma a costoro non cale. Ha ragione chi invoca direttive d'autorità, anche se temo che rimarrà inascoltato.

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  14. Il fatto che si preoccupino (solo ora dopo quarant'anni) di piazzare inamovibili altari in cemento invece di quelli amovibili in legno è indizio di inquietudine, caro Sullo. Evidentemente si temono modifiche future e si cerca di contrastarle preventivamente.

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  15. Ah, certo. Un po' come è avvenuto nella cappella dell'Università Cattolica di Milano. Ma se si pensa illude parlando sottovoce, tendendo il profilo basso (e magari anche le brache in mano) si possa fermare o contenere la proliferazione metastatica in corso, si scambiano pie illusioni per grandiose strategie. C'è un tempo per cunctare, ma anche un tempo per agire, per indignarsi, per protestare. Civilmente, ma fermissimamente.

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  16. Ora il pavimento rimarrà segnato. Che gli architetti aggiungano anche questo 'lavoro' ai loro curriculum in modo tale da non commettere più errori del genere, sia chi sia a chiederlo!

    cris

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  17. Cunctare, caro Sullo, non significa affatto alzare bandiera bianca e nemmeno starsene a casa propria al caminetto attendendo che gli eventi maturino. Il grande cunctator Quinto Fabio Massimo agiva eccome, combatteva, compattava le file alleate, faceva terra bruciata intorno al nemico. Solo, aveva capito che nel suo caso la strategia adatta non era la battaglia campale. Ci può insegnare ancora molto.

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  18. E probabilmente quando parlava di chi non sosteneva la causa di Roma, Quinto Fabio Massimo non usava toni da bridge club, nevvero.

    Sullo

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  19. Ma posso anche immaginare cosa pensasse di chi si era andato a infilare con tutte le legioni di Roma in bocca ad Annibale a Canne.

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  20. Ha veramente del maniacale la frenesia di certi vescovi e parroci nell'erigere porcherie all'interno di chiese antiche... i fedeli dovrebbero ribellarsi sempre a queste operazioni barbare, invece spesso si mostrano passivi, se non compiaciuti. Questo perché i parroci ci istruiscono bene, ci danno a bere che certi "adeguamenti" siano obbligatori, ma questa è una bugia enorme! Giù le mani dalle chiese vecchie, fatte come si deve... se volete sfogate la vostra creatività sulle nuove chiese-scatola di cemento armato!

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  21. Delle idee della Curia non me importa nulla : distruggono solo...
    Quello che mi ha lasciato perplesso è stato il placet della LAICA Soprintendenza che dovrebbe tutelare le opere d'arte nel nostro PAESE.
    Sono confuso ...
    Nessuno può far nulla per sapere se la LAICA Soprintendenza ha veramente dato il placet a tale scempio?
    A quale Soprintendenza fa riferimento Messina?

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  22. E' inutile stiracchiare il paragone storico ad indefinitum, caro Jacopo, sia perché la storia ci offre soluzioni molto variegate sia perché la causa di cui ci stiamo occupando e la Seconda guerra punica hanno nature, mi pare, piuttosto diverse.

    La questione non è se partire o non partire per qualche battaglia campale - per cui, tra l'altro occorrono mezzi adeguati - ma se parlar chiaro o procedere per reticenze, preterizioni e mezze verità. L'avrai capito anche tu, credo.

    Sullo

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  23. Ma non mi pare che qui ci siano grandi reticenze, caro Sullo. Parliamo tutti chiaro e diciamo cosa pensiamo. Mi pareva (forse ho inteso male) che il discorso vertesse sull'azione. Bene hanno agito per esempio i parrocchiani di Condrò, che hanno tutto il mio plauso. Hanno dimostrato cosa può ottenere un'opinione pubblica autocosciente. Bisogna lavorare per giungere a questo anche dove, purtroppo, non c'è.

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  24. Sono convinto che le nostre reciproche posizioni le abbiamo ben capite: sono emerse benissimo a proposito dei tre sacerdoti di Novara. C'est tout.

    Sullo

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  25. E' una pietra di paragone molto particolare. No, non ne farei un simbolo identitario, Sullo. Posizioni diverse in questo caso sono più che legittime.

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  26. Jacopo, non ce la fa proprio a non avere l'ultima parola!

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La Redazione