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venerdì 4 settembre 2009

Intervista al card. Castrillòn Hoyos


Dal sito Pontifex.Roma di Bruno Volpe, riportiamo la seguente intervista al card. Castrillòn Hoyos. Sulle prime, ci è parsa un'intervista certo bella ma quasi trascurabile, poiché ripete concetti già ben noti e ripetuti dal cardinale. Ma, "sedendo e mirando", ci siamo accorti di come la meravigliosa notizia sia proprio quella: il fatto che affermazioni, che fino a pochissimi anni fa sarebbero state considerate sconce e inaccettabili causando non poche lacerazioni delle vesti (o attente obliterazioni e silenzi), siano invece ora diventate talmente diffuse e ripetute da rischiare di non far nemmeno notizia, neppure se provenienti da un cardinale di prima importanza. Certo, il fatto che si diffonda una visione di buon senso della liturgia non ha ancora prodotto frutti apprezzabili nella prassi celebrativa parrocchiale; ma si sa, il pensiero precede l'azione. Lasciamo dunque che, nelle settimane liturgiche di cui si accenna nell'articolo e che avevamo presentato in questo post, "i morti seppelliscano i loro morti" (absit iniuria verbis: ma come definire chi, dopo quarant'anni di cataclisma, ancora finge di credere nei "grandi doni della riforma liturgica conciliare"?) e godiamoci le parole dell'illustre cardinale.


Da poco si è conclusa a Barletta la sessantesima settimana liturgica dal titolo Celebriamo la misericordia di Dio, dedicata prevalentemente al sacramento della Penitenza. Inutile dire che il dibattito ha centrato anche la liturgia in genere. Ne abbiamo discusso con il Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, Presidente Emerito della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, autentico gentiluomo ed esperto di liturgia.

- Eminenza, nel corso del dibattito di Barletta, è emerso un dato per altro già conosciuto. Ovvero, la confessione sacramentale vive un periodo di scarsa fortuna, a che cosa si deve?
La verità è che oggi è spesso sparito o comunque si è attenuato fortemente, il senso del peccato. La gente non sa riconoscere o non vuole, i peccati veniali da quelli mortali, non ha questo criterio e talvolta se ne costruisce di suoi. Questo, per altro lato, svilisce il senso di colpa e il rispetto della Legge di Dio, ovvero dei Comandamenti.

- Solo responsabilità dei fedeli?
Nella maggior parte dei casi direi di sì, ma è triste e penoso riconoscere che qualche volta le responsabilità stanno anche tra i sacerdoti, che denotano una scarsa disponibilità al sacrificio e alcune volte rappresentano le condotte peccaminose in modo soft, dunque facendo quasi credere che certe cose siano naturali o normali.

- Passiamo ad aspetti tipicamente liturgici, visto e considerato che abbiamo parlato di sacerdoti. Molte volte si parla della Santa Messa come di festa o banchetto, condivide?
Dunque, la messa è anche una festa, ma non nel senso pagano in cui si crede. Viene prima,ma molto prima, il concetto di sacrificio incruento di Cristo e una volta compreso che la Messa è sacrificio,dono e mistero, si può parlare di festa. Ma limitarsi alla festa è quasi un aspetto protestante, superficiale

- Secondo alcuni autori e liturgisti sarebbe venuto meno il senso del sacro.
Vero e condivido, è venuto meno il senso del sacro. Nel senso di rispetto di adorazione, silenzio, venerazione. Ecco, perché la Messa deve recuperare al più preso questo aspetto di sacralità.

- In alcune chiese,specie di stile moderno, il Tabernacolo è finito in seconda posizione, quasi in un cantuccio, come se il padrone di casa desse fastidio
Su questo punto io andrei cauto. Credo certamente che la posizione più corretta del Tabernacolo, proprio per favorire l’adorazione, sia centrale, ovvero collocato nell’altare principale. Questo va benissimo in Chiese piccole e specialmente di modesti centri. Il discorso si fa un poco diverso quando pensiamo a cattedrali grandi o città di arte dove le chiese vengono visitate più per motivi turistici che di fede e anche da non cattolici, penso a San Pietro a Roma. In quei casi mettere il Santissimo in una cappella laterale non è male, a condizione che quella cappella sia un luogo consono e degno a quello che ospita.

-Veniamo agli abusi liturgici durante le messe
Si potrebbe fare un campionario,ma io qui non voglio polemizzare e tanto meno stilare paragoni. Mi limito a dire che nessuno è padrone della santa liturgia della Chiesa e ci sono due cose che fanno male al senso del sacro, cioè le invenzioni teologicamente campate in aria di alcuni preti e le arbitrarie modifiche ai testi. Si mettano in testa che nessuno è padrone della liturgia,neppure il sacerdote. Spiacevolmente oggi alcuni sacerdoti, per mania di protagonismo, rassomigliano a mediocri intrattenitori televisivi

- Che cosa pensa delle celebrazione verso oriente?
Lo ripeto,non voglio fare polemiche. Ma io la penso come il Papa su questo punto. Il sacerdote è mediatore tra i fedeli e Cristo, non è protagonista,ma attua nella persona di Cristo e a lui umilmente si rivolge alzando le mani. Dunque se si rivolge a Cristo, la posizione più logica e naturale e direi teologicamente corretta, è verso Oriente non per un motivo geografico, ma perché oriente rappresenta il Sole, ovvero Cristo. Questo per alcune parti della liturgia come per le preghiere. Mentre le letture e la relativa spiegazione non hanno alcuna necessità di collocazione ad oriente e possono benissimo essere fatte di volto ai fedeli.

8 commenti:

  1. Certo che riducendo a bagatelle gli abusi sanzionati da condanna penale, il senso del peccato non si rafforzerà, vero cari amici della CEI?

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  2. Ma Cardinale, certe cose SONO naturali. Il fatto è che la natura, essendo corrotta, non ha sempre ragione! Ma dobbiamo spiegarglielo noi?!

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  3. Bravo Cardinale: è venuto meno il senso del sacro. Questo è il nodo centrale. Però sia meno timido, Eccellenza, non abbia paura di fare polemiche o di sostenere il Papa. Qui c'è bisogno di gente che picchi duro, altrimenti il senso del sacro...

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  4. l'intervista è interessante ma scarna e può dipendere dal fatto che spesso Volpe usa costruire le sue interviste imbastendo le domande e traendo le risposte da precedenti dichiarazioni estrapolate da altri contesti

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  5. Neanch'io voglio fare polemiche, ma ad avere le idee confuse sono soprattutto i preti, che dovrebbero invece essere capaci di chiarire quelle dei laici. Il caso Boffo docet. Abbiamo visto lo spettacolo increscioso di sacerdoti, vescovi e cardinali che con la scusa di difendere l'uomo coprono di fatto una nefandezza accertata. Qui chi non è capace di distinguere tra veniale e mortale sono gli uomini di Chiesa!

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  6. Domine salva nos perimus!!

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  7. Difendere il torto in nome di Dio, questo hanno fatto gli eminentissimi prelati che sono intervenuti sul caso Boffo. Da dimenticare.

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  8. l'intervista all'ex presidente della Ecclesia Dei mi sembra un pò tartufesca. Del resto anche lui è un uomo del concilio ed ebbe a suo tempo a dire di aver adottato subito la nuova liturgia e di aver ripreso a celebrare l'antico Rito dopo tanti e tanti anni: Però pur avendo avuto un ruolo premunente nel mondo tradizionalista celebra indistintamente nei due riti.Boo!

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La Redazione