Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

lunedì 7 settembre 2009

Benedetto XVI: dopo il Concilio, la Chiesa si è autosecolarizzata, e oggi c'è il deserto di Dio

In Brasile, paese un tempo cattolico dove il cattolicesimo si avvia invece a divenire minoranza, a fronte dell'espansione di confessioni "evangelicals" e carismatiche, arraffazzonate sul piano dottrinale (come sempre, nel protestantesimo) ma estremamente rigorose sul piano morale, circola questo detto: se hai un problema col datore di lavoro, vai dal parroco; se vuoi sentir parlare di Dio, vai dal pastore (protestante). Il proverbio la dice lunga sulla percezione concreta, popolare, concernente i preti cattolici riformattati da decenni di pseudoteologia della liberazione: meri sindacalisti! Ovvio che si cerchino altrove le "parole di vita eterna". Fatta questa premessa, ora possiamo capire meglio la reprimenda, particolarmente aspra e severa, che il S. Padre ha inflitto ad un gruppo di vescovi dell'Ovest brasiliano, in visita ad limina. Si apprezzerà anche quel riferimento al celibato, che è la miglior risposta alla petizione per abolirlo di alcuni presbiteri brasileri, indirizzata al Prefetto della Congregazione per il Clero card. Hummes che, per inciso, non era stato del tutto estraneo alla redazione di quella petizione (vedi qui).


[..]
Amati Fratelli, nei decenni successivi al Concilio Vaticano II, alcuni hanno interpretato l'apertura al mondo non come un'esigenza dell'ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come un passaggio alla secolarizzazione, scorgendo in essa alcuni valori di grande spessore cristiano, come l'uguaglianza, la libertà e la solidarietà, e mostrandosi disponibili a fare concessioni e a scoprire campi di cooperazione. Si è così assistito a interventi di alcuni responsabili ecclesiali in dibattiti etici, in risposta alle aspettative dell'opinione pubblica, ma si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale e i novissimi. Inconsciamente si è caduti nell'autosecolarizzazione di molte comunità ecclesiali; queste, sperando di compiacere quanti erano lontani, hanno visto andare via, defraudati e disillusi, coloro che già vi partecipavano: i nostri contemporanei, quando s'incontrano con noi, vogliono vedere quello che non vedono in nessun'altra parte, ossia la gioia e la speranza che nascono dal fatto di stare con il Signore risorto.

Attualmente c'è una nuova generazione nata in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare apertura e consensi, vede allargarsi sempre più nella società il baratro delle differenze e delle contrapposizioni al Magistero della Chiesa, soprattutto in campo etico. In questo deserto di Dio, la nuova generazione prova una grande sete di trascendenza. Sono i giovani di questa nuova generazione a bussare oggi alla porta del seminario e ad aver bisogno di trovarvi formatori che siano veri uomini di Dio, sacerdoti totalmente dediti alla formazione, che testimonino il dono di sé alla Chiesa, attraverso il celibato e una vita austera, secondo il modello di Cristo Buon Pastore. Così questi giovani impareranno a essere sensibili all'incontro con il Signore, nella partecipazione quotidiana all'Eucaristia, amando il silenzio e la preghiera e cercando, in primo luogo, la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Amati Fratelli, come sapete, è compito del Vescovo stabilire i criteri fondamentali per la formazione dei seminaristi e dei presbiteri nella fedeltà alle norme universali della Chiesa: è in questo spirito che si devono sviluppare le riflessioni sul tema, oggetto dell'Assemblea Plenaria della vostra Conferenza Episcopale, svoltasi lo scorso aprile.

Certo di poter contare sul vostro zelo per quel che concerne la formazione sacerdotale, invito tutti i Vescovi, i loro sacerdoti e i seminaristi a riprodurre nella propria vita la carità di Cristo Sacerdote e Buon Pastore, come fece il santo Curato d'Ars. E, come lui, prendano come modello e protezione della propria vocazione la Vergine Madre, la quale rispose in modo unico alla chiamata di Dio, concependo nel suo cuore e nella sua carne il Verbo fatto uomo per donarlo all'umanità. Alle vostre diocesi, con un cordiale saluto e la certezza della mia preghiera, portate una paterna Benedizione Apostolica.

22 commenti:

  1. Diagnosi impeccabile e coraggio da leone.
    Spero che adesso non si semplifichi la questione a pretendere dal medico la cura e pure l'imporne l'assunzione al paziente recalcitrante convinto di essere sano.
    La cura è già stata data, ma se le farmacie restano vuote, perchè non si lavora a rifornirle, la terapia si interrompe...
    Se il farmaco e il medico ci sono, resta sempre la volontà di farsi curare... Non è così scontato e non può fare tutto il medico di famiglia.
    Meno male che, a differenza del SSN, da noi i miracoli sono promessi (ed attesi) e che il "sistema" non mira al proprio profitto, ma alla nostra salvezza...
    Il Medico divino cui ci affidiamo ne sa davvero molte di più del diavolo...
    Quindi preghiamo per il malato (la Chiesa, noi stessi), per il medico condotto e perchè le farmacie non restino vuote...
    Da samaritani soccorriamo i malcapitati, con amore prima di giudicarne le colpe (o siamo di quelli che a uno che sta male diciamo innanzitutto "ben ti sta, è colpa tua"? Non è cristiano...)

    RispondiElimina
  2. TOSTO TOSTO TOSTO! GRANDE BXVI. Il riscaldamento è finito,ora si fa sul serio! Chi ci sta ci sta. Gli altri prima a meditare in panchina e poi in tribuna. Formidabile anche lezione sulla consegna dell'Eucarestia. "Anche se io non posso per via del polso comunque la si consegni ai fedeli in ginocchio."
    Che Dio ce lo conservia lungo!
    Mazzarino da ALMA PREX

    RispondiElimina
  3. Nessuno di noi pensa che il Papa diocesi per diocesi curi i seminari malati. Ma la ratio studiorum e la vita spirituale dei seminari deve provenire dal Papa. Giovanni XXIII emanò la Veterum Sapientia. Promulghi, il Papa, una sua ratio studiorum, le linee precise della formazione spirituale e le imponga ai vescovi, e commini le pene previste a coloro che vìolano la legge. I mezzi per controllare, attraverso "ispettori", i vari seminari non mancano.
    Se le farmacie restan vuote, si ricorre ai trasporti ed alle scorte d'emergenza.
    Se i malati non si voglion curare si rimandano a casa con lettera di dimissione.

    RispondiElimina
  4. Caro Dante,
    impeccabile corollario al primo messaggio, SE il sistema funziona, ma in questo momento dubito che funzioni così da manuale...

    Realismo vuole che si possa anche pazientare (con acume e non con accidia) senza impuntarsi in "grida manzoniane"...

    Certo, ad un'ambulanza in sirena tutto sommato si fa un po' di strada, ma se tutte le ambulanze sono in sirena vuol dire che è successa una tragedia e si blocca tutta la città...

    E' un momento delicato, come se ci fosse in gioco molto di più del "solito"... Ci è chiesto anche di portare un po' la croce, non solo di aggrapparci ad essa. E' dura, ma per Benedetto lo è ancora di più. Aiutiamolo muti, non inveendo contro il sinedrio ed i romani... non è il momento. l momento lo deciderà Dio. E' evidente che chi ha preteso (anche nella Chiesa) di farne a meno, secolarizzando tutto, è fuori strada. Non imitiamoli imponendo per legge il sacro... il "sacro" è sottratto all'uso comune: è abbandono alla Volontà del Padre.

    RispondiElimina
  5. Non imitiamoli imponendo per legge il sacro... il "sacro" è sottratto all'uso comune: è abbandono alla Volontà del Padre.

    condivido!

    RispondiElimina
  6. ... tuttavia ha ragione Dante Pastorelli, la ratio studiorum deve venire dal Papa

    sono i formatori secondo questa ratio che mancano, oggi; ma quel che conterà sempre più dovrà essere la qualità rispetto alla quantità

    RispondiElimina
  7. Caro Mic, credo che il Papa stia abbondantemente dispensando la ratio studiorum...
    Non la impone di certo, ma è impressionante come la capiscano benissimo tutti.

    Tranne quelli che hanno spacciato Benedetto XVI come un "freddo papa teologo", circolano con sottobraccio Mancuso, Kung & Co. e detengono la quasi totalità dei posti chiave della cultura cattolica...
    Per esserci, ci sono...

    Che facciamo? Secondo me intanto dobbiamo scegliere di ignorarli ed aiutare il discernimento altrui evitando piazzate... quando questi sepolcri imbiancati resteranno sempre più soli, l'avvicendamento sarà naturale.

    Il pensiero più inquietante che ho (perchè ho poca fede...) è che ci voglia troppo tempo, non rispetto all'età del Santo Padre, che resterà quanto Dio vorrà, bensì rispetto alla pazienza di Dio: la Bibbia dice che a volte l'intervento è stato politicamente scorrettissimo...

    RispondiElimina
  8. Abbandonarsi alla volontà del Padre non significa tacere. Bisogna parlare, insistere opportune et importune.
    Troppi discorsi lascian il tempo che trovano. Poche e sagge leggi producon frutti copiosi, se si ha la forza e la volontà di farle rispettare.
    La ratio studiorum e la vita morale e spirituale nei seminari va rinnovata: più si procrastina l'intervento più difficile sarà il recupero. L'utopia della rinascenza dal basso può arrecar ulteriori terremoti.
    La Fede nella Divina Provvidenza e la disposizione a portar la croce non esimon nessuno dall'osservazione della realtà e dalla ricerca attenta ed il suggerimento di rimedi.
    Insomma, aiutati che Dio t'aiuta.

    RispondiElimina
  9. Come al solito il prof.Pastorelli ha fatto centro con il suo intervento. Accanto alla ratio studiorum al Papa servirebbe un bel paio di scarponi chiodati da usare sui ben noti sederi episcopali. Che ne dite, forse qualche bel calcio ben assetato farebbe più effetto che sperare di ottenere risultati mostrando l'esempio da seguire? Anche NSGC usò la santa collera contro i mercanti del tempio e vorrei vedere il Suo Vicario usare ogni tanto lo stesso metodo.Peter

    RispondiElimina
  10. Lasciamo gli scarponi chiodati a Stalin e Togliatti.
    Dopo aver inutilmente invitato, pregato, richiamato, il Papa deve imporre la sua autorità. Chi devìa, si depone.
    La deposizione eclatante di uno, due tre vescovi per continente, cardinali compresi, sarebbe segno d'un concreto cambiamento di linea ed uno strumento educativo di sicuro effetto.

    RispondiElimina
  11. Anche in questo post, Pastorelli, mi lasci usare parole forti, anche se noto non essere di suo gusto.
    Temo che il papa abbia più paura di uno scisma (ahimé "di maggioranza") piuttosto che di rispondere davanti a Dio Giudice di non aver ben pasciuto le pecorelle nella Verità.
    Uno il coraggio non se lo può dare, come disse don Abbondio. Il papa ha fatto già i suoi passi, ma la speranza è che il prossimo sia più di polso e non tema di mostrare i denti.
    Ho paura: non accadrà (umanamente parlando).
    Nike

    RispondiElimina
  12. Risposta a Dante Pastorelli delle 15,52. Ha capitpo benissimo che cosa intendessi per scarponi chiodati e calci nel sedere tanto e vero che nel suo post spiega bene che cosa dovrebbe fare il papa ed è quello che intendevo io anche se figuratamente più colorito.

    RispondiElimina
  13. Siccome non son del tutto ringrullito, ancora, ho capito e capisco, torno ad affermare l'infelicità di quell'immagine.

    Anche se spesso, dopo tante speranze, manifesto delusione per certi comportamenti del pontefice o di chi gli sta d'intorno, soprattutto per la riluttanza a servirsi di strumenti coercitivi che il Diritto gli attribuisce, l'affermazione di NIKE non posso accettarla.
    In foro interno giudica soltanto Dio. Ed alla Sua misericordia affidiamo anche le anime dei suoi predecessori.

    RispondiElimina
  14. Giustissimo: in foro interno giudica solo Dio. Non discutevo questo; semplicemente evidenziavo le priorità come vengono viste "in foro esterno".
    Nike

    RispondiElimina
  15. Tanto per osservare la realtà, mentre noi ragioniamo animatamente su quanto ha detto il Papa sull'autosecolarizzazione della Chiesa, non posso non notare che -a parte qualche blog- la stampa ha bucato clamorosamente la notizia.
    Quella cattolica l'ha silenziata, mentre quella massonica l'ha rimossa...
    Il Papa sa bene con chi ha a che fare... C'è puzza di zolfo!
    Bisogna essere astuti come serpenti e puri come colombe.
    La situazione non è "normale"...
    La gerarchia funziona se almeno il 90% è fedele alle consegne, altrimenti si naviga tra rifiuti, distinguo e Babele...
    Alzi la mano chi crede a percentuali del genere!

    RispondiElimina
  16. Torno a ribadir che quella frase di NIKE non la condivido per le sue implicazioni.
    Il Papa non ha paura, neppure di uno scisma di maggioranza: perché mai ci sarà. Vescovi e cardinali dovrebbero formar chiese particolari. E chi li sosterrebbe in questa immane opera? E poi pecunia olet.
    Però minacciar provvedimenti contro 41 ridicole mezzecalzette e non esercitar l'Autorità Suprema contro i loro alti cattivi maestri mi sconcerta. Non comprendo questo operato oscillante in tempi che necessiterebbero una guida ferma e lineare. Meno parole e più fatti.

    RispondiElimina
  17. un ins.di Religione cattolica9 settembre 2009 alle ore 10:05

    analisi lucidissima e come sempre attualissima quella che il grande Benedetto XVI ha fatto!!le sue parole avranno fatto sobbalzare sulla sedia non pochi preti, vescovi e cattolici "adulti"altezzosi e con la puzza sotto il naso,ma sono incredibilmente VERE,VERE VERE!!! DIO ONNIPOTENTE CONSERVI A LUNGO IL PAPA A GUIDA DELLA CHIESA!

    RispondiElimina
  18. La pace liturgica a cui allude P. M.Auge' è riferita al fatto che,contrariamente a quanto si dice su questo blog,la stragrande maggioranza dei fedeli cattolici di tutto il mondo ha accettato di buon grado la riforma liturgica e il Messale promulgato dal Servo di Dio Paolo VI° nel 1970.La stragrande maggioranza dei Sacerdoti cattolici celebra la SS Eucarestia con il Messale del 1970 in modo dignitoso e pio.Ci sono degli abusi sicuramente ma sono circoscritti e comunque nella Chiesa non sono un fatto nuovo!! NON C'E ALCUNA CORSA ALLA MESSA TRIDENTINA NE' FOLLE AFFAMATE DI MESSA ANTICA!!ANZI LA STRAGANDE MAGGIORANZA DEI CATTOLICI,NON E' AFFATTO INTERESSATA ALLA MESSA ANTICA ED E' CONTENTISSIMA DI CELEBRARE CON IL MESSALE DEL 1970.Questa è la realta che vi piaccia o no'!!Se preferirite la Messa del 1962,CHE NON E' LA MESSA DI SEMPRE,siete liberi di PARTECIPARE ma non cercate di imporla agli altri.Non tentate di giustificare le vostre scelte attaccando la riforma liturgica, Il Vaticano II° oppure Mons. A.Bugnini,descrivendolo come un criminale o addirittura il Servo di Dio Paolo VI°.E' inutile continuare a mistificare la verita' tentando di far credere che ci sarebbe in corso una RIFORMA DELLA RIFORMA CHE NESSUN DOCUMENTO UFFICIALE HA ANNUNCIATO E DI CUI IL PAPA NON HA MAI PARLATO.NON ESISTE ALCUNA RIFORMA DELLA RIFORMA.LA FORMA ORDINARIA DEL RITO ROMANO E' E continuera' a d essere QUELLA DEL 1970.Ritengo che semmai ci saranno riforme riguarderanno la liberilizzazione del Messale del 1962 ma in senso restrittivo perche',purtroppo contrariamente alle intenzioni del Papa,la coesistenza di due forme del Rito Romano sta creando enormi problemi pastorali,disordine ,
    agitazione,polemica!Per questo la maggioranza dei Vescovi e dei fedeli cattolici e' perplessa e se non addirittura contraria.Ma voi siete autolesionisti perche con blog del genere non fate altro che peggiorare la situazione.

    RispondiElimina
  19. Pastorelli, a mio parere lo scisma è più vicino che mai.
    Non è forse vero che i soliti teologi brasiliani (padre Boff e altri) ventilarono ai giornali la possibilità di uno scisma, e solo perché il papa aveva tolto la scomunica ai lefebvriani?
    Ma già adesso i vescovi ribelli all'applicazione dell'indulto non stanno praticando uno scisma sommerso (mica poi tanto!)?
    Quanti preti, consacrati/e, laici conosciamo che vorrebbero "innovazioni" del tipo sacerdozio femminile, matrimonio omosessuale, matrimonio dei preti, elezione episcopale dal basso, eliminazione della confessione individuale?
    Il problema vero è che manca la figura carismatica che raggrumi attorno a sé tutte queste "secessioni mentali" come le chiama uno che non citerò. Pareva che dovesse essere Martini l'antipapa, ma per grazia di Dio ora è troppo vecchio, e comunque era troppo intellettuale per poter piacere a tutti.
    Solo il tempo dirà se le mie affermazioni sono realistiche o no.
    Di sicuro, un papa che all'esterno appare "debole", paziente con alcuni, specialmente se vescovi e contrari ai suoi documenti, dà l'impressione di una sorta di pavidità e arrendevolezza. Siamo sicuri che sia la strategia giusta?
    Ricordo che criticare il Santo Padre, in maniera rispettosa della carica e della persona, è diritto e dovere del cristiano, sempre che non coinvolga l'Infallibilità, la quale stando agli esperti è stata esercitata esclusivamente per la proclamazione del Dogma dell'Assunzione.
    Nike

    RispondiElimina
  20. Preciso: diritto e dovere di criticare il Santo Padre quando si allontanasse dalle Fonti della Rivelazione: Parola di Dio, Tradizione apostolica, Magistero precedente. E mi sentirei di aggiungere: necessità o meno di certi documenti, relazioni diplomatiche con certi popoli non cristiani. Nessun riferimento è a caso.
    Nike

    RispondiElimina
  21. Lo scisma è in atto nella sostanza: scisma reale e finzione di comunione.
    Per questo non mi stancherò di ripetere, come fo da anni: atti d'imperio, deposizioni. O vescovi e preti rinsaviscono o se ne vadano e resti la Chiesa, sia pur ridimensioanata, ma fedele alla sua missione.

    Ma ripeto, conoscendo cardinali, vescovi e preti: basta che se ne colpiscano alcuni d'ogni nazione e le velleità scompariranno. I sopra elencati son sensibili al portafogli.

    Che Martini si atteggi ad antipapa m'appar condivisibile e spesso così l'ho definito. Ma che davvero ci siano stati tentativi o manovre preparatorie di consistente scisma con lui a capo è fantariforma.
    Nessuno di costoro ha la malvagia grandezza degli eresiarchi.

    RispondiElimina
  22. In epoca di mediocrità, anche ecclesiale, quel che passa la fabbrica degli eresiarchi è un mobile Ikea: difficile da montare, di materiale scadente e pronto a rompersi appena può...
    Se è così, meglio. Vedremo.
    Nike

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione