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martedì 25 agosto 2009

Don Georg celebra ad orientem

Ecco un'immagine della Messa celebrata domenica da don Georg Gaenswein, segretario del Papa, per festeggiare il 25° della sua ordinazione. La Messa (novus ordo in latino) è stata celebrata in Bonndorf. L'immagine mostra un momento del rito ripresa da un maxi schermo montato sotto un tendone all'aperto, dato il gran numero di presenti. All'interno non erano ammessi fotografi.

Fonte: Cathcon

Un filmato che, tra l'altro, mostra l'elevazione versus Deum:



Peccato per le chierichette. Riusciremo a liberarcene una buona volta?


23 commenti:

  1. Al titolo bisogna aggiungere: "in un'ignominiosa tensiostruttura". La notizia resta comunque positiva.

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  2. No: il rito si è svolto dentro una bellissima chiesa (la cui foto trovate al link indicato). Sotto la tensiostruttura c'era il maxi schermo. Purtroppo non abbiamo fotografie della cerimonia prese in chiesa.

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  3. scusate ma quei nastri che scendono giù dal CROCEFISSO non non mi entusiasmano per niente .
    speriamo sia un foto fatta prima , senza contare che la CHIESA ci perde nella sua bellezza .

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  4. Suvvia....quei nastri, ok discutibili....sono ai colori del Vaticano, senza dubbio un`iniziativa per onorare don Georg !
    E poi stamo attenti a quello che scriviamo se no fra poco la Sala Stampa, tramite Benedettini, si sentirà in dovere di correggerci, dirà che don Georg ha celebrato ad orientem perchè non poteva fare altrimenti, che ciò non significa nulla di significativo, che è una scelta personale di don Georg, che ciò non significa che sia questo che vuole il Papa e via dicendo...
    La Sala Stampa così silenziosa sui vari abusi liturgici, sulle varie dichiarazioni di prelati, anche quando fanno a pugni con la dottrina cattolica o contestano il Papa, ha fatto prova di una rapidità di reazione straordinaria per smentire le notizie date da Tornielli!
    Mi sono espressa sul blog di Tornielli sull`argomento , non mi ripeterò qui.

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  5. Buono ma quisquilioso. Noi aspettiamo con fiducia BENEDETTO XVI CELEBRARE IN LATINO

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  6. anonimo precedente, Benedetto XVI in latino celebra già, almeno durante le Messe (novus ordo) nella Basilica Vaticana.
    Piuttosto lo attendiamo celebrare in vetus ordo, e l'occasione propizia può essere una visita alla parrocchia Ss.Trinità dei Pellegrini (a proposito, ma perché gli fanno visitare sempre e solo parrocchie-garages ultramoderne?)

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  7. Certo ste, il latino per noi è quello di messainlatino: IN VETUS ORDO!

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  8. Scusate ma non sapevo dove mettere il mio commento.

    Ho appena letto la lettera del card. Bertone ai partecipanti alla 60a settimana liturgica
    Ebbene amici quando leggo:

    Egli( il Papa) esprime apprezzamento per l’impegno posto in questi decenni, in costante adesione alla dottrina e alle indicazioni della Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, e in sapiente obbedienza all’Episcopato e alla Santa Sede, per proporre il Mistero della fede, che si dà all’uomo nella Chiesa in quanto celebrato (cfr SC, 6-7).
    Invita al tempo stesso il CAL a proseguire questo cammino, con la medesima fedeltà e il medesimo spirito, aiutando ad infondere negli operai della vigna del Signore nuovo coraggio e nuova perseveranza.


    E ancora:

    Grazie alla successione ininterrotta delle Settimane e al valido lavoro di quanti le hanno programmate e attuate, la Chiesa in Italia, e soprattutto le Diocesi in cui sono state celebrate, ne hanno tratto grande beneficio, vedendo crescere lo zelo per "l’incremento della liturgia: essa, infatti, è la prima e per di più necessaria sorgente alla quale i fedeli possano attingere uno spirito veramente cristiano" (SC, 14).

    Come devo reagire?
    Dirmi che si tratta di linguaggio curiale e passare oltre?
    Ma se leggo tenendo gli sportelli del mio cervello aperti, e vedo scritte parole come "costante adesione alla dottrina e alle indicazioni della SC" o ancora sapiente obbedienza all`episcopato( senza dubbio...) e alla Santa Sede (molto meno o zero assoluto...), fedeltà, zelo per l`incremento della Liturgia, come devo reagire, come posso reagire?
    Non una parola sul Summorum Pontificum...così detto en passant...non una sugli abusi e le derive liturgiche, nessun richiamo sulle disobbedienze, tutto va bene madame la marquise.
    Sì esco dalla lettura di quella lettera con la sgradevole impressione che si continui a far finta di niente e che il potere dei vari novatores, che è stato egemoniaco, non è prossimo a svanire e nemmeno a diminuire.


    http://212.77.1.245/news_services/bulletin/news/24254.php?index=24254&lang=it

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  9. Cara Luisa,
    mirum exemplum di "moderno" ecclesiastichese.


    FdS

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  10. Il Cardinale Bertone tuttavia continua

    "Il tema della 60.ma Settimana: Celebrare la Misericordia. "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2 Cor 5,20), si inserisce in questo solco puntando l’attenzione sul Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, con scelta quanto mai opportuna sia per l’importanza sia per l’attualità, a 35 anni dall’entrata in vigore per la Chiesa italiana del nuovo Rito della Penitenza, ed in felice coincidenza con l’Anno Sacerdotale.
    Intendimento del vostro incontro è cogliere l’intero processo penitenziale della vita cristiana, in cui il Sacramento si inserisce quale momento forte, sempre in un contesto ecclesiale. E sarà interessante verificare se, al di là del cambiamento rituale, si sia formata un’adeguata mentalità teologica, spirituale e pastorale.
    A questo riguardo, il Sommo Pontefice, in un messaggio inviato ai partecipanti al recente XX Corso per il foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica, affermava: "In questo nostro tempo, costituisce una delle priorità pastorali quella di formare rettamente la coscienza dei credenti, perché… nella misura in cui si perde il senso del peccato, aumentano purtroppo i sensi di colpa, che si vorrebbero eliminare con insufficienti rimedi palliativi.
    Alla formazione delle coscienze contribuiscono molteplici e preziosi strumenti spirituali e pastorali da valorizzare sempre più" (L’Osservatore Romano, 12.4.2009).
    Ed aggiungeva: "Come tutti i sacramenti, anche quello della Penitenza richiede una catechesi previa e una catechesi mistagogica per approfondire il sacramento ‘per ritus et preces’ … alla catechesi va unito un sapiente utilizzo della predicazione che nella storia della Chiesa ha conosciuto forme diverse secondo la mentalità e le necessità pastorali dei fedeli" (ibid.).
    Inoltre, accanto a un’adeguata formazione della coscienza morale e a un modo maturo di vivere e celebrare il Sacramento, è necessario favorire nei fedeli l’esperienza dell’accompagnamento spirituale. Proprio per questo – osservava ancora il Papa - oggi "c’è bisogno di maestri di spirito saggi e santi", esortando i sacerdoti a "mantenere sempre viva in se stessi la consapevolezza di dover essere degni ministri della Misericordia Divina e responsabili educatori delle coscienze", ispirandosi all’esempio del Curato d’Ars, san Giovanni Maria Vianney, di cui proprio quest’anno ricordiamo il 150° anniversario della morte. (cfr ibid.)."

    NISI TOTA LEGE PERSPECTA IUDICARE VEL RESPONDERE


    FdS

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  11. Fa bene FdS a mettere il resto della lettera del card. Bertone.
    Ma perchè bisogna sempre leggere gli eventuali richiami fra le righe, prendere una lente d`ingrandimento per scovarli, sempre preceduti e seguiti da lodi e ringraziamenti?
    Ad esempio:

    E sarà interessante verificare se, al di là del cambiamento rituale, si sia formata un’adeguata mentalità teologica, spirituale e pastorale.

    Chi verificherà? I partecipanti a questo convegno che già sappiamo a quale fonte si abbeverano, dove attingono la loro ispirazione=ideologia?

    Inoltre, accanto a un’adeguata formazione della coscienza morale e a un modo maturo di vivere e celebrare il Sacramento,

    Modo maturo?
    E che cosa è questo modo maturo ?In che cosa consiste?

    E siamo certi che i partecipanti a quest`incontro coglieranno l`invito ad ispirarsi al santo curato d`Ars?
    Non ne sono sicura.

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  12. A Luisa.Pochi giorni orsono,in un angolo del Web ho letto un'intervista concessa da mons.Piero Marini.L'intervistatore,com'e' ovvio,lo "sfrucugliava".Mons.Marini ha avuto buon gioco leggendo un brano di un discorso del Sommo Pontefice defunto,risalente peraltro a poco tempo fa',nel quale si affermava(cito a braccio,ma il senso e' questo)che la Riforma Liturgica dovuta alle ispirate determinazioni del Concilio aveva dato i frutti piu' lusinghieri e si qualificava come una storica svolta nella vita della Chiesa,sicuramente la piu' valida e significativa del millennio appena concluso,ecc.,ecc.,ecc.Sicuramente il discorso sara' stato preparato da qualcun'altro,ma questo non toglie che e' sempre un messaggio DEL Papa.Morale della favola:anche il Papa "a da campa'".Eugenio

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  13. Alcuni partecipanti a questa settimana....: Mons. Brandolini...Piero Marini....Enzo Bianchi....e altri vescovi la cui posizione sul Summorum Pontificum è conosciutissima, di quelli che apertamente si oppongono al Papa!

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  14. Bene, ma e' pur sempre qualcosa di spurio... un incrocio tra due concezioni di Messa.

    Una messa in rito antico e' un altra cosa.

    Accontentiamoci, magari fra una cinquantina d'anni l'avranno capito anche i Mons. di Curia.


    Sempre politicamente corretti.....

    per Luisa, non saranno i card. neocon a dare qualche contributo significativo ad un cambio importante nelle attitudini ecclesiastiche.

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  15. Chiedo a qualcuno piu' informato di me la carita' di una risposta al mio quesito.Cosa significa che durante la consacrazione il celebrante si deve rivolgere ad orientem?Forse che deve girare intorno all'altare?Che si deve girare su se stesso?Grazie.Eugenio

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  16. Però anche don Geog si è guardato bene di celebrare secondo l'antico rito, ma ha concelebrato "latine" secondo il nuovo. D'altra parte il papa , dopo l'emanazione della Summorum pontificum sta facendo lo stesso. Si predica bene ma si razzola male.Peter

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  17. Per Eugenio:
    Quando si parla di rivolgersi ad oriente durante la Consacrazione (n.b.:per "oriente" si intende l'oriente liturgico, cioè il Crocefisso e non l'oriente geografico) significa che il celebrante, terminata la liturgia della parola, svolta dalla sede e dall'ambone -e quindi in direzione del popolo-, si recherà all'altare per dare inizio alla liturgia eucaristica.

    Nel caso si tratti di un altare moderno staccato dalla parete, il celebrante si posizionerà davanti al lato anteriore della mensa, ovvero quello dalla parte della navata. Presso il lato opposto della mensa, cioè quello dalla parte dell'abside, sarà posto invece, in posizione centrale, il Crocefisso.

    In questo modo sacerdote e fedeli saranno rivolti nella medesima direzione, cioè al Crocefisso.

    Riccardo

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  18. Certo tutti politicamente corretti, nesuno che vuole compromettere la carrirera....

    Ci vogliono ben altri sacerdoti, con ben altro coraggio.

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  19. Riccardo scrive:

    "...(n.b.:per "oriente" si intende l'oriente liturgico, cioè il Crocefisso e non l'oriente geografico)...".

    Leggo però ne La celebrazione "versus populum" di mons. Klaus Gamber:

    "...L'usanza di pregare verso il sole che sorge è antichissima [5]. Nel sole nascente si vedeva il simbolo del Signore che ascende al cielo e che dal cielo ritorna. Anche questa idea la ritroviamo nella già citata Didascalia degli Apostoli (II 57,6): Versus orientem oportet vos orare, sicut et scitis, quod scriptum est: date laudem Deo qui ascendit in caelum caeli ad orientem (Ps 67,33-34) ...".

    http://www.unavoce-ve.it/05-03-31.htm

    Cesare

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  20. Riccardo,grazie mille!Eugenio

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  21. preferisco anche io la celebrazione vetus ordo (e ho già scritto che auspico quanto prima che lo faccia il Papa personalmente e pubblicamente). Ma da qui ad accusare don Georg di carrierismo ce ne corre... Non dimentichiamo che anche solo il latino e la celebrazione ad oriente sono tuttora tabù

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  22. A Cesare:
    Quello che dici è giustissimo, ma la mia riflessione era legata all'architettura degli ultimi secoli.

    Anticamente (sia che la chiesa avesse l'abside a est, sia che vi avesse l'ingresso) l'oriente geografico coincideva quasi sempre con l'oriente liturgico, con la conseguente e più esplicita manifestazione delle significative simbologie descritte da Gamber.

    Fu nel tardo-medioevo che l'usanza di pregare verso est cominciò a cadere in disuso (però si conservò -da allora fino a qualche decennio fa- l'importanza dell'oriente liturgico al quale rimase applicato lo stesso valore di quello geografico).
    Molte chiese infatti, basta guardare la cartina di una grande città qualsiasi, non sono costruite sull'asse est-ovest per cui il Crocefisso d'altare, oriente liturgico, non può ovviamente coincidere con l'oriente geografico. Lo stesso discorso è ancora più evidente se applicato agli altari delle cappelle laterali.
    Riccardo

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  23. Agli impazienti, per citare Father Z.:

    Brick by brick, folks

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La Redazione