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venerdì 21 agosto 2009

A chi può far paura la Messa antica?


Spesso, non a torto, scorrendo gli articoli e i commenti dei nostri blog, tende ad emergere la convinzione che le principali resistenze al diffondersi nella Chiesa dell'uso del Rito Gregoriano, vadano ricercate essenzialmente nei Vescovi e nel clero, specialmente quello che visse da protagonista il Concilio e il post-Concilio. Si tende invece a non sottolineare le possibili difficoltà che potrebbero emergere in futuro da una parte del mondo laico.

Certo sappiamo che la materia liturgica appartiene, più di ogni altro settore ecclesiale, ai consacrati o Chiesa docente. E' il clero che ha creato storicamente la Liturgia, sono i sacerdoti a celebrarla quotidianamente.

Ciò premesso tuttavia ritengo che, in prospettiva di un auspicabile avanzamento dell'uso V.O. ed allo scopo di mettere a punto una efficace strategia di penetrazione, non vadano sottovalutate le difficoltà e rigidità presenti fra i semplici "christifideles". Proverò, in queste poche righe, a delineare, sia pur sommariamente, alcuni spunti di riflessione in merito. Ecco infatti alcune categorie di laici che, secondo me, si opporranno decisamente al ritorno in grande stile della S. Messa Tradizionale.

1 - LE PIE DONNE. Si, proprio loro, le devote e senz'altro ammirevoli donne che, a vario titolo, ruotano attorno alle nostre parrocchie. E' indubbio che, a partire dal Concilio, questa "casta" di collaboratrici ecclesiali abbiano progressivamente assunto un ruolo e un "potere" sempre crescente nelle comunità. I parroci sono quasi sempre soli ed anzi, non di rado, costretti a dividersi fra due o tre parrocchie. Sono quasi scomparse le vecchie "perpetue" di manzoniana memoria. Ecco dunque che vi sono sempre persone, in genere donne, che tengono le chiavi della Chiesa, si occupano delle pulizie, aiutano nell'ufficio parrocchiale ecc. Costoro, per effetto poi della riforma liturgica, si sono "conquistate" un ruolo non trascurabile anche sul presbiterio: chierichette, proclamazione delle letture, preghiera dei fedeli, salmo responsoriale, Alleluja, introduzione dei canti, avvisi nel post-communio ecc. Sarà certamente assai dura convincere queste pie donne, lo ripeto senz'altro lodevoli e indispensabili per molte ragioni, a rientrare nei "ranghi". Scendere dal presbiterio per molte di loro può significare una incomprensibile "diminutio" di prestigio.


2 . I MOVIMENTI. Si parla spesso dei neo-catecumenali ma, come loro, anche molti altri cosiddetti movimenti ecclesiali si sono costruiti negli anni quasi delle liturgie "parallele" o personalizzate. Ciò si è reso possibile dall'uso della lingua parlata che, al di là di ogni altra considerazione, invita e trascina in un certo senso all'improvvisazione. Proprio perché il latino ben pochi lo conoscono, tale lingua non rende possibili variazioni disgreganti al rito. Prassi liturgiche molto particolari si sono pertanto affermate fra i carismatici "cattolici" del Rinnovamento dello Spirito, fra i Focolarini, la GIOC (Gioventù Operaia Cattolica), scout ecc. Tutti costoro resisteranno fieramente ad una auspicabile loro riconduzione disciplinare sul piano liturgico.

3 - I MINISTRI STRAORDINARI DELLA EUCARESTIA. Molto spesso si tratta di semplici laici, frequentemente donne, che, dopo aver frequentato un semplice corso e ricevuto un "mandato" episcopale, possono poi distribuire la S. Comunione affiancando o addirittura sostituendo il sacerdote. Anche qui si è ricavata una sorta di "nicchia" di potere potenzialmente difficile da sradicare. Ricordo con tristezza un assessore comunale che sosteneva che, per il fatto che lui distribuiva l'Eucarestia in Chiesa, aveva senza dubbio ottenuto molti più voti alle elezioni amministrative!

4 - Infine una considerazione psicologica che mi è capitato più volte di rilevare anche in questo caso, purtroppo tra i cattolici più ferventi e vicini alla parrocchia. Non sono pochi coloro che mi hanno candidamente confessato che, nelle S. Messe di suffragio per i defunti, preferiscono il N. O. perché... "con quella Messa si sente il nome del mio caro estinto, nella preghiera dei fedeli e nel canone. nella Messa Antica non mi rendo conto che sia celebrata per il MIO parente"!!!

Incredibile davvero ma... bisognerà fare i conti anche con queste piccolezze umane se si vorrà vincere la battaglia del ritorno alla Tradizione.

Marco BONGI

37 commenti:

  1. Pienamente d'accordo con l'analisi. Tra l'altro frequentavo il convegno del Rinnovamento nello Spirito di Rimini e le sue liturgie spettacolari, e certe messe ballerine presso una delle Comunità delle Beatitudini italiane. Mi reputavo convinto che fossero strumento utile alla nuova evangelizzazione. Ma i semplici numeri (dopo qualche anno di entusiasmi, il numero dei partecipanti è notevolmente calato, almeno dimezzato) fanno riflettere le persone di mente aperta sul fatto che sono semplici "specchietti per le allodole".
    Iddio ci liberi dalla peste delle pie donne! Pettegole, protagoniste, ben poco sante, sempre pronte a far fallire una parrocchia se non rispetta la loro divinità, insostituibilità e infallibilità!
    I ministri straordinari: voglio sperare che in Italia il problema, a parte Milano, sia molto relativo (in Germania, a quel che ho visto, la situazione è molto più grave). Ovviamente troppe donne si iscrivono sperando in una variante placebo dell'Ordine conferito alle donne (che, ricordo, in sè non è solo illegittimo, ma invalido, stante la mancanza di un requisito costituivo nei candidati).
    Nike

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  2. È stata una di quelle pie donna la goccia che ha fatto traboccare il vaso con il rischio annesso che mi riallontanassi dalla pratica della fede!
    Ero stata scioccata durante la Messa di ascoltare una versione del Credo da me sconosciuta, ma siccome ero stata lontana a lungo, mi sono detta: mah sarà una delle tante novità, sono dunque andata alla fine della Messa verso il parroco che candidamente mi ha detto che era una versione ecumenica che il figlio della signora, sacerdote, aveva imparato durante una riunione "ecumenica"!!!
    E la detta signora alla fine della Messa si è precipitata all`uscita per porsi accanto al parroco e stringere le mani!
    Ho telefonato al vescovo ausiliario, cercando di esser discreta, e mi sono sentita dire che purtroppo i parroci essendo sempre più occupati e soli, i laici prendono dei poteri che non dovrebbero avere,ma che è così e non si può fare nulla!
    Altri tentativi, altri laici ipervattivi e creativi, cori che si agitano nell`abside, letture fatte da giovanissimi inudibili, signore che vanno a prendere il Santissimo nel Tabernacolo per portarlo sull`altare e poi distribuire la Comunione, sacerdote che se ne sta seduto mentre le dette signore distrbuiscono la Comunione... e poi la gioia di aver ritrovato la "mia" Messa, con una comunità di laici, molto impegnata, ma che non sente il bisogno di agitarsi durante la Messa, una partecipazione intensa, che si vive nel silenzio del colloquio con Cristo, nell`unione con il sacerdote, in preghiera, una comunità viva, unita, una comunione palpabile.
    Così forte che alla fine della Messa, i banchi non si svuotano, ma i fedeli restano in preghiera .
    Sottoscrivo l`analisi di Marco Bongi.
    Purtroppo.

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  3. Condivido anch'io questa breve e concisa analisi. Tuttavia se pensiamo che il primo scopo per il quale viene celebrato il Santo Sacrificio della Messa è quello di rendere alla Santissima Trinità la gloria e l'onore dovutegli si giunge alla logica conclusione che di tali umane piccolezze bisogna infischiarsene: pensiamo prima di tutto al Signore, se poi nel far questo scontentiamo molti cattolici (anzi, dico di più, rimanesse scontento e arrabbiato anche il novanta per cento dei cattolici) pazienza. Non è certo a loro che dovremmo un giorno render conto delle nostre azioni.

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  4. Se le "pie donne" non andavano al sepolcro-----
    Se una pia donna non l'ungeva-----
    se le pie donne non erano ai piedi della croce-----
    se le pie donne non vedevano ove venisse deposto-----

    Lasciate stare le pie donne, senza di esse è la fine.

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  5. Concordo su tutti i punti dell'analisi di Marco Bongi e sarei felice se, partendo da questa analisi realistica, si riuscisse a individuare efficaci rimedi, nonché ridimensionamenti di un 'fare' christifideles-laico che sa molto di protagonismo e poco di fedeltà a Cristo.
    Credo che il problema, come sempre, è a monte.
    Se è giusto 'promuovere' una maggiore collaborazione e partecipazione del laicato nelle parrocchie (i campi di attività pastorale sono già diversi: dalle catechesi per bambini giovani e adulti, alla 'Caritas', e molte altre che possono scaturire anche dalle realtà locali) non la si può portare avanti solo con persone di buona volontà ma con molta improvvisazione e pressapochismo, non adeguatamente formate. Non mi riferisco alla laurea in teologia, ma ad insegnamenti e prassi condivise perché la miglior formazione è 'sul campo'.

    Comunque ho la convinzione che in qualunque parrocchia nella quale
    -si celebra una autentica Sacra e Divina Liturgia, con adeguata formazione a cosa accade e perché
    -si dà spazio all'Adorazione, alle confessioni e si recupera l'identità cattolica, con serena e ferma semplicità e sobrietà senza sensazionalismi, che sono solo specchietti per le allodole, come dice il primo commento

    non ci sarà posto per i protagonismi maschili e/o femminili, si svilupperà un'autentica condivisione ed emergeranno i vari carìsmi

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  6. Concordo pienamente coll'analisi del Sig Bongi.

    Personalmente non temo, sul lungo andare, l’atteggiamento delle baciapile di servizio, anche perché non penso che la forma straordinaria sarà imposta da un giorno all'altro a tutta Romana Chiesa.

    Io capisco tre grandi tappe,: durante la prima, la presente, le due forme sono ammesse; durante la seconda, dove si faranno evolvere in parallelismi semiconvergenti le due forme, rendendo la forma ordinaria più centrata sul Sacro e sul Santo Sacrificio obbligandola a diventare più rigorosada un lato, e dall’altro lato, permettendo alcune evoluzioni logiche della forma straordinaria incorporando un santorale aggiornato, un accesso più vasto alle letture bibliche e forse, perché no, un’epiclesi più sostanziale; ed infine una terza tappa dove per evoluzione sociale naturale che già si annunzia oggi in alcuni paesi d’Europa, un clero rinnovato sempre più numeroso fedele al rito straordinario renderà la forma ordinaria caduca nei fatti.

    Non vedo una minaccia di veder sorgere alcuna mula liturgica: c’è però un rischio, la formazione di una specie di High Church colla forma straordinaria e di una Low Church colla forma ordinaria specialmente intorno a certi movimenti ecclesiali con particolari prerogative.

    Benché faccia fiducia al Sensus Fidei del Populus Dei, mi chiedo però come evolverà la questione specialmente in certi paesi di missione e del terzo mondo: non bisogna dimenticarsi che questo Populus ha “ricevuto”nel 1970 a braccia aperte la forma ordinaria.

    Il che ci dovrebbe interpellare anche teologicamente e pastoralmente parlando ma ad ogni modo è lordo di consequenze.

    SdC

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  7. Il pericolo maggiore? La perdita del senso del sacro e...il diffondersi dell'ignoranza a tutti i livelli!
    E' difficile tornare sui banchi di scuola a una certa età...ma è quello che dobbiamo fare per recuperare al Santo Vangelo la società.
    Insegnare il Catechismo di San Pio X e diffondere il rito romano antico è solo l'inizio.
    Non sono i laici o le pie signore che hanno allontanato i fedeli dalle nostre chiese ma la distruzione sistematica del bello operata da certi vescovi,invero non tutti, sacerdoti e qualche Papa a partire dagli anni settanta in poi.
    Al presente cerchiamo di aiutare Papa Benedetto...il resto lo farà, come sempre, Dio.

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  8. Non vedo una minaccia di veder sorgere alcuna mula liturgica: c’è però un rischio, la formazione di una specie di High Church colla forma straordinaria e di una Low Church colla forma ordinaria specialmente intorno a certi movimenti ecclesiali con particolari prerogative.

    non può esistere una High Church e una Low Church: la Chiesa è UNA ed è quella di Sempre, sia pur "semper renovanda" ma eodem sensu eademque sententia!

    Le altre -quando sono, come sono, contraffazioni- finalmente vanno riconosciute come tali!

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  9. Il che ci dovrebbe interpellare anche teologicamente e pastoralmente parlando ma ad ogni modo è lordo di consequenze.

    ...........

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  10. Dice Mic

    non la si può portare avanti solo con persone di buona volontà ma con molta improvvisazione e pressapochismo, non adeguatamente formate.

    Centro!

    Il problema, come sai caro Mic, è di Formazione!

    Il più grosso ostacolo, come ben evidenziato dall'articolo di apertura, è costituito dall' "assorbimento" di un cinquantennio di "antropocentrismo"!

    Sarà una fatica titanica ri-educare...

    Ed il primo ostacolo alla rinascita della Tradizione Cattolica sarà proprio il veleno antropocentrista iniettato in spesso ignari fedeli...

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  11. Meglio non usare il nome "pie donne", che e` nobile e legato alle donne dei Vangeli. E` opportuno sceglierne un altro. Un mio amico americano le chiama Nazi-feminists.

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  12. Tra l'altro frequentavo il convegno del Rinnovamento nello Spirito di Rimini e le sue liturgie spettacolari, e certe messe ballerine presso una delle Comunità delle Beatitudini italiane

    E come possiamo prendercela con RnS e simili?

    C'è un problema Teologico da risolvere! E speriamo che la San Pio X ci aiuti a risolvero quanto prima.

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  13. Ed il primo ostacolo alla rinascita della Tradizione Cattolica sarà proprio il veleno antropocentrista iniettato in spesso ignari fedeli...

    per questo, caro Steph, basta parlare di Cristo e ripristinare la Rivelazione autentica, senza tante tronfie e vuote parole con la scusa di adattare l'Annuncio all'uomo di oggi, il cui cuore, le cui esigenze, le cui domande sono quelle dell'uomo di ogni tempo

    E' il linguaggio che si deve adattare alla Rivelazione, non la Rivelazione al linguaggio, com'è avvenuto da 40 a questa parte e come ancora continua ad avvenire.
    Non occorre trovare LINGUE NUOVE, occorre tornare a parlare la STESSA LINGUA!

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  14. E` opportuno sceglierne un altro. Un mio amico americano le chiama Nazi-feminists.

    adesso non esageriamo, altrimenti cadiamo in atteggiamenti nazi-maschilist.

    D'altronde i laici, uomini e donne, vanno educati, guidati, formati, non lasciati pascolare allo stato brado e secondo le mode del tempo

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  15. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  16. adesso non esageriamo, altrimenti cadiamo in atteggiamenti nazi-maschilist.

    Certo, non tutte le donne chi si oppongono al VO sono nazi-feminists e d'altra parte esistono alcuni male-chauvinists tra i tradizionalisti, ma ti assicuro che parlo per esperienza personale, come qui riportato:

    http://www.sdnewsnotes.com/ed/articles/2005/0511rk.htm

    Ovviamente ci sono anche molte donne fedeli alla tradizione, come quelle descritte nell'articolo Mosebach, pubblicato qualche tempo fa su questo sito, che lavava con amorevole cura i lini della Messa. Quelle sono le vere pie donne.

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  17. Ovviamente ci sono anche molte donne fedeli alla tradizione, come quelle descritte nell'articolo Mosebach, pubblicato qualche tempo fa su questo sito, che lavava con amorevole cura i lini della Messa. Quelle sono le vere pie donne.

    se non ricordo male, Mosebach ne parla come di una venerazione e cura che scaturiscono 'sorgive' in chi entra nella vera Fede anche in situazioni non ottimali

    mi fai venire in mente anche quelle descritte da Mons. Schneider in Dominus est, che hanno davvero custodito conservato e trasmesso nonostante...

    questo dovrebbe darci una grande fiducia nel futuro e una grande Fedeltà

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  18. Sono anch'io d'accordo con quest'analisi e ho anch'io avuto un'esperienza simile a quella di Luisa. Nelle parrocchie dei piccoli centri ormai è tutto in mano alle 'pie donne' (e gli uomini non si vedono più!) - Nella mia piccola città le chiamano 'le streghe' :(
    Comunque, cari signori, non credo proprio che lo Spirito Santo si fara abbattere da queste resistenze di piccole miserie umane! La VO è sempre stata, sta crescendo, e ci sarà sempre! :)

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  19. Complimenti all'estensore dell'articolo mi trova totalmente daccordo e devo dire che anche io nel mio ministero sacerdotale nel cercare di proporre la messa vetus ordo ho trovato alcune difficoltà simili come ad es. quella relativa al "nome" del defunto da pronunciare a voce alta (proprio ieri sera)....
    Tutto questo però mi convince ancora di più della bontà del Vetus Ordo che educa tutti: sacerdoti e laici ad evitare certe forme di protagonismo e di clericalismo capovolto... Penso insomma che il vetus ordo farà bene anche in questo senso: abbiamo bisogno non di laici mezzo sacrestani, ma di laici davvero tali che abbiano nel mondo e nell'indole secolare il loro specifico compito... sinceramente sono da rimpiangere le benedette balaustre che liberavano i laici e li spingevano a gettarsi nel mondo e non a salire nel presbiterio....
    don Bernardo (scusate lo stile ma sono stanco)

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  20. Era veramente importante fare questa riflessione, anche perche' le "pie donne" si ritengono animate dalle migliori intenzioni.

    Il problema e' poi quello di saper accettare di tornare sui banchi di scuola. Ma piu' per ricordare cio' che si era dimenticato che per apprendere cose nuove.


    FdS

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  21. Trovo profondamente vera quest'analisi. Molti parroci che desidererebbero utilizzare il Vetus Ordo trovano le opposizioni più feroci proprio da parte di ceret pie donne che hanno delegato il sacerdote a loro cappellano.
    Hanno le chiavi della chiesa, aprono e chiudono a piacimento, transitano per il presbiterio con spavalderia, non ammettono intromissioni nelle decisioni relative a tovaglie, croci e candele.
    Se questa è la promozione dei laici che abbiamo ottenuta, poveri noi! E povero soprattutto il prete che incontra queste laiche ... mature!

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  22. A quanto detto da don Bernardo aggiungo: e non abbiamo bisogno di preti mezzi-laici.

    Antonello

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  23. Caro Bongi altro che impedimenti!
    Gli unici impedimenti sono alla corretta applicazione del Vaticano II. L’effetto della riforma della Riforma Liturgica, che lei vuole, sarà il ritorno delle separazioni e delle minorità (il papa sopra i Vescovi, i vescovi sopra i presbiteri, i presbiteri sopra i ministri, tutti sopra i laici, gli uomini sopra le donne … ).
    Ora tutti col libricino bilingue.
    COME SE LEGGERE FOSSE CELEBRARE!
    No più ministri straordinari, solo Forma Straordinaria. No più movimenti o cammini, solo il Sovrano Pontefice come stella fissa e motore immobile. No più laici e laiche corresponsabili, ma solo nonne e le zie zitelle con la corona del rosario e fuori gli uomini in attesa della fine delle Sacre Cerimonie e Solennità i Misteri.

    Che illusi quei santi Vescovi che nel documento dell’ultimo Sinodo raccomandavano che la donna potesse accedere all’accolitato.

    È la fine di un patrimonio che la nostra generazione dava per assodato e irreversibile.

    Ma no dica gatto se no ce l'ha nel sacco.

    RispondiElimina
  24. COME SE LEGGERE FOSSE CELEBRARE!
    No più ministri straordinari, solo Forma Straordinaria. No più movimenti o cammini, solo il Sovrano Pontefice come stella fissa e motore immobile. No più laici e laiche corresponsabili, ma solo nonne e le zie zitelle con la corona del rosario e fuori gli uomini in attesa della fine delle Sacre Cerimonie e Solennità i Misteri.


    riecco gli stereotipi beceri!

    E comunque questo non capisce, perché gli hanno insegnato un'altra teologia, che ai laici dovrebbe essere precluso lo spazio sacro, se non per chi fa servizio all'altare (ministranti).
    Il punctum dolens è che ora lo spazio sacro è quello della Sede Presidenziale, come sottolineava d. Mercenaro!
    Tanto più vero per Inopportuno, nel cui ambito di formazione (chiamiamola così!) è sorta anche la "nuova estetica" antropomorfa che tanti scempi ha operato nelle nostre Chiese. Quel che segue a documentazione:

    "Lungo l'asse principale della navata sono disposte in linea retta: il fonte (pozza) battesimale, l'altare, l'ambone e da ultimo la sede presidenziale. Questa disposizione non è casuale o semplicemente estetica, ma risponde ad un preciso criterio simbolico dell’iniziatore, atto a creare un forte senso conviviale per mezzo delle eucaristie neocatecumenali. Secondo lui, la chiesa-parrocchia (in sostanza, la Comunità NC) è vista come una donna partoriente: l'altare rappresenta la pancia della donna; sulla mensa eucaristica, infatti, si svolge la «santa cena» e non si ripresenta al Padre, in modo incruento, l’offerta del sacrificio di Gesù, morto per la nostra salvezza e ci si nutre del Suo Corpo e il Suo Sangue con riferimento alla Pasqua ebraica piuttosto che all’ultima Cena. L'ambone rappresenta la bocca della donna (dall'ambone infatti si proclama la parola del Signore); infine c’è la sede presidenziale che rappresenta la testa della donna. Il fonte battesimale è l’utero. Il presbitero è il semplice presidente dell'assemblea celebrante, una sorta di primus inter pares il cui carisma è quello semplicemente di ministro del culto. Viene a mancare la figura tradizionale dell’Alter Christus. Il sacerdote non presenzia più in vece di Cristo, ma simboleggia il Cristo.
    Anche la disposizione delle panche in semicerchio e a gradoni, tende ha sottolineare l'aspetto conviviale della liturgia eucaristica, e l'aspetto esclusivamente assembleare della stessa. Per Kiko, infatti è l'assemblea che celebra l’eucaristia con, e attraverso il suo presidente, ossia il presbitero. Sono stati aboliti gli inginocchiatoi perché i fedeli non devono inginocchiarsi neppure alla Consacrazione.
    Secondo questa “nuova estetica” i presbitèri nelle chiese sono totalmente trasformati secondo le inappellabili disposizioni di Kiko: gli altari vengono rimpiazzati da mense quadrate (alte cm 80 e larghe cm 235) attorno alle quali siedono i fedeli come fossero a tavola. Il concetto sacrificale scompare e subentra così l’idea di partecipare ad una cena, dove il sacerdote passa a servire i commensali. Tutto ciò è in stridente contrasto con quanto la Chiesa ha da sempre insegnato. Com’è possibile che un laico, Kiko, abbia potuto avere così tanto potere da “imporre” alla Chiesa queste sue modifiche che non hanno niente in comune con la tradizione cattolica?"

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  25. Se questa è la promozione dei laici che abbiamo ottenuta, poveri noi! E povero soprattutto il prete che incontra queste laiche ... mature!

    ciò non avviene in tutte le parrocchie, ma in contesti nei quali il prete ha completamente perso il suo ruolo ed è assoggettato al potere di "catechisti" laici al pari di tutti gli altri componenti della comunità (neocatecumenale)

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  26. e se siamo arrivati a questo punto, solo un miracolo e un itnervento dal cielo potrà farci tornare indietro.
    E il Signore ha detto "non praevalebunt". E' Lui che ha sempre salvato salva e salverà la Sua Chiesa

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  27. Caro Inopportuno, la Chiesa Cattolica e' una societa' essenzialmente gerarchica.

    RispondiElimina
  28. Caro Inopportuno, la Chiesa Cattolica e' una societa' essenzialmente gerarchica.

    OK. ma andrebbe confutata ad Inopportuno la sua 'visione' di gerarchia
    il ritorno delle separazioni e delle minorità (il papa sopra i Vescovi, i vescovi sopra i presbiteri, i presbiteri sopra i ministri, tutti sopra i laici, gli uomini sopra le donne … )

    quel SOPRA visto in senso deteriore, come se l'Autorità non fosse necessaria per l'ordine e fosse soltanto esercizio di potere...

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  29. Inopportuno,

    facci sognare...

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  30. Comunque l'Inopportuno una domanda seria l'ha posta a tutti:
    LEGGERE E' CELEBRARE?

    Non è poco, visto che i modernisti dicono che il rito è soprattutto "parola". Sintomi di conversione?

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  31. LEGGERE E' CELEBRARE?

    leggere non è celebrare, ma anche la proclamazione dell'Epistola e del Vangelo fa parte della Liturgia e lo spazio Liturgico celebrativo appartiene al Sacerdote: l'Assemblea non celebra in quanto tale ma in quanto unita al Sacerdote alter Christus. E questo non la mette affatto in concidzioni di inferiorità o subalternità: la mette solo AL SUO POSTO insieme a tutti i Communicantes che non sai neppure chi e quali e quanti sono! Ed è estremamente attiva la sua partecipazione. Abbiamo già detto come e perché e con quali immense ricchezze e doni che vengono dalla "Gerusalemme che scende dal cielo", ma questo non volete (o non potete?) capirlo

    Non è poco, visto che i modernisti dicono che il rito è soprattutto "parola". Sintomi di conversione?

    se il rito è soprattutto "parola", e neppure Parola, il Signore cosa è venuto a fare?

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  32. Caro Mic,ti chiedi come mai.........Te lo dico io il perche'.
    Perche'dove non c'e' Dio c'e'superstizione, dove non c'e' preti ci son fattucchieri,dove non c'e'confessionale c'e' lo psichiatra,dove non c'e'Tradizione c'e' Chicco(& Carmencita),ole'!Eugenio

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  33. Bravo Marco Bonghi. Plaudiamo.

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  34. lucidissima e condivisibile l'analisi di Marco Bongi!...sono convinto pero' che x superare questi "ostacoli" si debba puntare sulla formazione dei sacerdoti e dei seminaristi in particolare. sara' difficile infatti che le cose cambino fino a che nelle parrocchie ci saranno preti che quasi si vergognano di essere tali e che danno a "pie donne,movimenti vari,ministri straordinari dell'Eucaristia ecc ecc..."una sorta di "strapotere".se nelle parrocchie arriveranno parroci che sanno il fatto loro e non si lasceranno scavalcare da nessuna di queste "categorie" allora vedrete che le cose si sistemeranno x il verso giusto e nessuno piu' opporra' resistenza!...insomma:secondo me alla fine tutto ruota intorno al prete e, soprattutto, alla sua formazione

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  35. Com'è vero che alcune pie donne sono le più ostili alla messa antica! Ecco il mio caso: appena arrivato in parrocchia trovo una di queste che aveva la fama di essere "il boss". Chiavi di chiesa e canonica, entrava a piacimento dando disposizioni varie. Mi avevano detto in paese che lì "non si muove foglia che R. non voglia ..." Me ne accorsi subito e a mie spese. Proprio a mie spese o, meglio, a spese della parrocchia.
    Infatti quando ho cominciato a manifestare il mio attaccamento alla Liturgia (quella ordinaria!) che volevo rispettata e assolutamente non manovrata a piacimento, sono cominciate le critiche: "Troppo rigido, la Liturgia dev'essere più comunicativa (... e che vuol dire?!). Anche il Vescovo è molto più coinvolgente di lei (sic!)"
    Dopo qualche tempo comincio ad usare anche - di tanto in tanto - il vecchi rito. Ed ecco la rottura completa di ogni rapporto. Viene qualche volta alla Messa nel rito straordinario, ma si ostina a non volersi inginoccchiare nel banco appositamente preparato (giacchè le belle balaustre in marmo sono state buttate nel retro della chiesa subito dopo il Concilio), e mi porte la mano perchè la Comunione la vuole lì. Non posso mettermi a discutere in chiesa e acconsento a malincuore.
    Passa il tempo e non trovo più il biglietto da cinquanta euro nel cestino delle elemosine (non ho dubbio che fosse suo), e a Natale e Pasqua non c'è più la confezione regalo alla porta dell'abitazione.
    Ad un certo punto mi vengono riconsegnate, sdegnosamente, le chiavi della canonica ed infine sono costretto a richiedere io stesso quelle della chiesa perchè la situazione si faceva sempre più pesante e non mi sentivo libero di agire pastoralmente secondo la mia coscienza. Ora non la vedo quasi più a messa. Presumo si rechi in una chiesa dove si celebra più spigliatamente.
    Naturalmente la vendetta non si è fatta attendere: la clientela della signora progressista si sta allontanando da me e si cerca di crearmi il deserto attorno.
    Resistere non è facile, ma sto constatando che anche la fermezza e la coerenza prima o poi ripagano.
    Che il Signore mi sostenga!

    don Acacio

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  36. Coraggio don Acacio,

    la rinascita passa anche attraverso i sacrifici ed un cambio generazionale.

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  37. bll xo nn sn cs + x noi raga...cerkiamo cs+ superficiali e nn complicate....kmq ciao a tt!!!!!!xdxd

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione