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lunedì 11 maggio 2009

Il principe mussulmano e la Messa in latino

Ecco di seguito un brano tratto dal discorso di benvenuto rivolto dal principe musulmano Ghazi Bin Muhammad Bin Talal a Papa Benedetto XVI, ricevuto il 9 maggio 2009 presso la Moschea di Amman.
E' da rilevare il particolare incipit dell'intervento del Principe Ghazi: in latino!
Saluto, oltretutto, veramente significativo, poiché, se pur pronunciato nelle diverse lingue, è comune sia al Cristianesimo (Pax vobiscum), sia all'Ebraismo (ShalomAlekheme) sia all'Islam (as-salamalaykum): augura la pace sul interlocutore.
Nel seguito del suo cortese messaggio, inoltre, il Principe fa riferimento alla volontà del Papa di "reintroduzione" della Messa in latino. Egli non esprime giudizi diretti né aggiunge commenti: ma, elencando nel suo discorso le opere e i meriti del Papa per i quali riserva lodi e apprezzamenti al gradito ospite (chiamandolo, poche parole prima "maestro teologo cristiano"), è senza dubbio evidente che anche questa scelta del Pontefice (il Motu Proprio Summorum Pontificum) è oggetto dei plausi espliciti del Principe.
E così, dopo l'approvazione del Rabbino, e del Patriarca ortodosso, ecco un nuovo e gradito (ancor più, perché inatteso) messaggio di compiacimento da parte del Principe musulmano.
Purtroppo la notizia non è stata diffusa in maniera degna dalla stampa, ma sarebbe gustoso poter vedere da un piccolo spioncino la faccia livida di quanti tra i novatores devono sopportare questi sempre più numerosi segni di cordialità e "approvazione" dell'operato del Papa che, con maggior frequenza, provengono dal fuori della Chiesa (nonostante i loro meschini tentativi di limitare e sminuire quelli provenienti dal suo interno).


"Pax vobis. In occasione di questa storica visita alla moschea Re Hussein Bin Talal, qui ad Amman, le porgo, Santità, papa Benedetto XVI, il benvenuto in quattro modi.
[...] Oggi, proprio come la ho accolta in quattro modi, la ricevo in quattro modi, Santità.
La ricevo come leader spirituale, supremo pontefice e successore di Pietro per l'1,1 miliardi di cattolici che vivono accanto ai musulmani ovunque, e che saluto, ricevendola.
La ricevo come papa Benedetto XVI, il cui pontificato è caratterizzato dal coraggio morale di fare e parlare secondo la propria coscienza, indipendentemente dalle mode del momento, e che è anche un maestro teologo cristiano, autore di encicliche storiche sulle belle virtù cardinali dell'amore e della speranza, che ha reintrodotto la tradizionale messa in latino per chi la sceglie, e ha contemporaneamente fatto del dialogo interreligioso e intrareligioso la priorità del suo pontificato, per diffondere buona volontà e comprensione fra tutte le popolazioni della terra.
La ricevo come capo di Stato, che è anche un leader mondiale e globale su questioni vitali di morale, etica, ambiente, pace, dignità umana, alleviamento della povertà e della sofferenza e persino crisi finanziaria globale.
La ricevo, infine, come un semplice pellegrino di pace che giunge con umiltà e gentilezza a pregare laddove Gesù Cristo, il Messia – la pace sia con lui! – è stato battezzato e ha cominciato la sua missione 2000 anni fa.Quindi, benvenuto in Giordania, Santo Padre, papa Benedetto XVI! Dio dice nel Sacro Corano al profeta Maometto: "Sia gloria al tuo Signore, il Signore della potenza... E la pace sia con i messaggeri, e si renda lode a Dio, il Signore dei mondi".


Il testo completo, inedito assoluto, è disponibile sul lodevole sito diretto da S. Magister (clicca qui)

5 commenti:

  1. Io penso che dietro le belle espressioni del principe di Giordania e anche dietro il suo saluto latino, che si è ripetuto anche in Israele, vi sia l'azione di Dio che vuole dire al Papa: coraggio vai avanti: col Motu proprio hai imboccato la strada giusta: la Chiesa cattolica deve tornare ad essere orgogliosa della sua Tradizione, del suo Passato della sua lingua liturgica che è e sarà sempre il latino. I Mussulmani e gli ebrei ci stanno dicendo: cari cattolici siate voi stessi, abbiamo bisogno di una Chiesa con la spina dorsale, una chiesa che parli di Dio, del cielo non di assistenti sociali, tuttologi, falsi ecumenici senza fede.... Meditate Meditate cari vescovi: questi sono i veri segni dei tempi.... Signore fa che presto il Santo Padre celebri pubblicamente la Messa di sempre... sento che presto avverrà...

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  2. Qu'un prince, même musulman, fasse l'éloge de la Tradition de l'Église Catholique, est dans la nature des choses. Qu'est-ce, en effet, que la monarchie, sinon l'amour du passé et de la tradition des anciens? Le vrai prince n'est-il pas le garant de l'observance de la Loi divine par ses sujets, le serviteur du Tout-Puissant, une sorte de pont (de pontife) entre le Ciel et la Terre? Saint Thomas d'Aquin a dit là-dessus des choses essentielles que l'on va peut-être redécouvrir.

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  3. Bene hai tu detto, gallico Raullo,
    ché ’l prence Gazzi, ancor che sarracino,
    cieco non è, né mutolo, né grullo
    et perlaudabilmente in suo latino
    lo nostro estolle e fa di tronfio nullo
    onne divisamento di Bugnino,
    tal che per complacentia Benedicto
    a gregorianeggiar sarà constricto.

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  4. quale vescovo cattolico ha mai accolto e ringraziato Benedetto XVI con un simile panegirico? Panegirico essenziale e non aulico. Eppure i vescovi di Francia, di Grmania, di Svizzera e d'Italia continuano ad essere disobbedienti. La loro mente continua d essere ottenebrata nonostante che, un musulmano che teologicamente vive su un altro pianeta, abbia compreso l'essenziale. Alessandro

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  5. ¡¡ Auguri, principe di Giordania e tante grazie !!

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La Redazione