Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

lunedì 13 aprile 2009

La prossima Frontiera dei progressisti: un cristianesimo ateo

Per ora restiamo nell’ambito del morente Protestantesimo storico (da non confondere con quelle denominazioni protestanti carismatiche e pentecostali, rigide e moraliste al limite del settarismo, e in grande espansione). Ma l’esperienza degli ultimi quarant’anni ci insegna che il Cattolicesimo non è immune dalle influenze (anzi dalle polmoniti) che vengono dal protestantesimo, veicolate da quei virulenti germi patogeni che sono teologi progressisti, liturgisti iconoclasti, novatori per partito preso, ecc. Chissà se arriveremo anche noi a esiti come questi.


Di che parliamo? In Olanda, un pastore protestante ateo (dovrebbe essere un ossimoro, non è vero?), che si era fatto conoscere pubblicando un manifesto ateo, invita il Sinodo generale della sua "Chiesa" (le virgolette sono nostre) ad aprire un dibattito sull’esistenza di Dio. Molti membri della "Chiesa" sarebbero persuasi dell’utilità di un dibattito del genere, come scrive questo pastore, Klaas Hendrikse, al segretario generale della sua "Chiesa", il pastore Arjan Plaisier. Infatti secondo un sondaggio recente un membro su sei del clero non crede più all’esistenza di Dio o non ne è più sicuro.


Il pastore Hendrikse (foto a sin.) ricorda che la "Chiesa" protestante si considera tradizionalmente molto aperta. Egli spiega che la sua convinzione, secondo la quale Dio non esiste, si è rinforzata. [E ora godetevi quel che segue: è... incredibile!] Spiega nel suo libro: "L’inesistenza di Dio non è un ostacolo, per me, ma una condizione preliminare per credere in Dio. Io sono un credente ateo. Dio non è per me un essere, ma una parola che designa quello che può esistere tra le persone. Se, per esempio, una persona vi dice: ‘Non ti abbandonerò’ e poi mantiene questa affermazione, sarebbe assolutamente appropriato chiamare ciò Dio" (ProtestInfo/eni: fonte Journal Chrétien).


La posizione di questo pastore è lungi dall’essere isolata: un caso eclatante è avvenuto in Danimarca, ove un pastore della Chiesa di Stato, Thorkild Grosboll, ateo dichiarato, continuò a esercitare il suo "ministero", nonostante la vescovessa avesse cercato di rimuoverlo. Sue affermazioni non ambigue del genere: "Dio appartiene al passato. E’ veramente così fuori moda, che sono stupefatto che gente moderna possa credere nella sua esistenza. Sono del tutto stufo di parole vuote su miracoli e vita eterna" (Ude og Hjemme, 24, 2005: fonte: wikipedia). Guardate l’argomento: Dio è roba passata e fuori moda. Questo ci ricorda le Lettere di Berlicche di C.S. Lewis: il diavolo anziano Berlicche insegna al giovane demonio Malacoda che non serve perder tempo per convincere gli uomini che Dio non esiste: la verità non interessa a nessuno! Funziona molto di più far credere che l’ateismo è al passo coi tempi, è di moda, è la convinzione delle persone "giuste" e disinvolte... Proprio quello che pensa il pastore Thorkild.

10 commenti:

  1. Beh, se prende piede questa visione, si seppelliranno definitivamente.

    RispondiElimina
  2. Sarebbe interessante verificare, testi-contesti-interpreti alla mano,
    se la frase del pastore Hendrikse non sia casuale,
    ma sia il sottofondo inesplorato della principale riduzione protestantica.
    Vi sottopongo un’ipotesi di lavoro.
    Se la Parola (il cavallo di battaglia protestantico)
    non è in primo luogo
    il “venire di Dio nel mondo”, in altri termini,
    se non è “l'Inviato del Padre” (Cristo),
    se non è “la continuità storica dell'avvenimento che quell'Inviato ha posto in essere” (la Chiesa),
    ma se è solo un libro scritto, fossero pure le sublimi e sacre Scritture,
    allora è facile che, dalla Parola senza Evento, si passi alla semplice parola dell’interprete;
    che, in fin dei conti, potrà dire quello che vuole, fino a deificare qualunque cosa …,
    senza più rapporto con quello che è il "fatto cristiano", con l' "avvenimento storico e trascendente" che è la Chiesa, con la stessa Rivelazione che è la Persona di Cristo.

    RispondiElimina
  3. Se anche all'interno della Chiesa Cattolica si continua a parlare come fa il precedente commentatore, la strada verso il nulla è già bella che spianata.
    Ma è così difficile essere semplici e lineari su certi argomenti? Poi magari si criticano le omelie di preti e dei vescovi, e la loro lingua di legno.

    RispondiElimina
  4. Anche la Fallaci alla fine della sua vita si definiva "atea cristiana", per cui anche dalle nostre parti si può dire che l'idea sia stata recepita, ma la Fallaci a dire il vero non era un ministro del culto (il minimo che si possa dire dei pastori olandesi sopra citati è che forse hanno sbagliato mestiere). A voler pensare bene, con un certo sforzo, si potrebbe interpretare in questi casi la definizione di "ateo" in senso non letterale, ovvero come "dubbioso, in cammino". Però, ripeto, se uno nella vita vuole fare il pastore le idee dovrebbe essersele prima chiarite a sufficienza.

    RispondiElimina
  5. A gentile richiesta dell'anonimo delle 13 aprile 2009 19.35!

    La frase del pastore Hendrikse potrebbe non essere casuale,
    ma potrebbe derivare (inconsapevolmente) dal "primato della Parola" tipico del protestantesimo.
    Se si parla troppo della Parola e meno di Cristo, troppo della Parola scritta (la Scrittura) e meno del destinatario e dell'interprete istituzionale di quella Parola (la Chiesa)
    è facile che si arrivi alla semplice parola dell’interprete, sempre più trasformata in Parola di Dio (un Dio sempre più identificabile con l'io ipertrofico dell'interprete; o di un Dio non esistente e che coincide col rapporto umaano: il caso del pastore in questione).
    Quanto ciò sia ancora cristiano, non saprei proprio dire.
    Aspetto il vostro parere autorevole.

    RispondiElimina
  6. Ma perche fissare l'atenzione sui protestanti?Ma voi credete che sia i preti che i fideli catolici che passano cento volte davante al Santissimo Sacramento senza inginocchiarsi,i preti che danno la Comunione come se fossero biglietini di propaganda per la estrada,quelli altri che negano la comunione o fanno dificolta ai fideli che si inginocchiano per comunicare.quelli(sia preti che fedeli)che estanno in chiessa come se fossino nella spiaggia o nella piazza del mercato,pedofoli che continuano a celebrare la Santa Messa, quelli che fanno tutti tipi d'abussi liturgici, Cardinali, vescovi, preti che negano, ed scandalizano i fedeli con le sue dichiarazioni publiche contro gli insegnamenti di Jesucristo.Quelli catolici che stanno in favore del aborto etc. etc. etc. etc. etc.(etc. senza fine).Credono in Dio?

    RispondiElimina
  7. Stanno a fare i loro comodi pagati e riveriti qualcuno ricordi loro che il cattolicesimo ha avuto come campione del sacerdozio il Santo curato d'ARS. Quanta differenza, con questi Signori, quanta CARITA' e quanta UMILTA'. Questi saccenti sonop oramai ottenebrati dal troppo star bene: telefonini, internet, perpetue ect........

    RispondiElimina
  8. Il problema fondamentale e' sempre la FEDE nella SS. Trinita' Unico Dio

    RispondiElimina
  9. Peccato, avevo lasciato uno spunto, dinito come un seme tra i sassi. Davvero non è possibile più riflessione e meno polemica?

    RispondiElimina
  10. No, Lycopodium, non penso che il problema di questi pastori protestanti, e forse di tanti altri in casa nostra che per ora non escono così allo scoperto, sia di avere interpretato in maniera distorta le Sacre Scritture. Questi hanno piuttosto leggiucchiato o orecchiato un po' di Nietzsche, un po' di Heidegger, un po' di scientismo divulgativo e cercano con una buona dose di ingenuità di adeguarsi.

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione