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giovedì 16 aprile 2009

Il segreto della popolarità del Papa

Dedichiamo al Papa, nel giorno del suo genetliaco, un estratto di questo incoraggiante articolo scritto da Sandro Magister ed apparso sul suo blog poche settimane orsono.

di Sandro Magister.

Che Benedetto XVI sia un papa popolare sembrerebbe contraddetto dalla tempesta di critiche ostili che si abbattono quotidianamente su di lui, dai media di tutto il mondo. Nell'ultimo mese queste critiche hanno registrato un crescendo senza precedenti. Anche rappresentanti ufficiali di governi, ormai, non hanno remore a mettere sotto accusa il papa. Ma se si guarda ai grandi numeri l'impressione che si ricava è diversa. Nei suoi viaggi, Benedetto XVI ha sempre registrato indici di popolarità superiori alle attese. Non solo in Africa ma anche su piazze difficili come gli Stati Uniti o la Francia. A Roma, all'Angelus della domenica mezzogiorno, piazza San Pietro è ogni volta gremita più che negli anni di Giovanni Paolo II. Ciò non significa che queste medesime folle accettino e pratichino all'unisono gli insegnamenti del papa e della Chiesa. Innumerevoli indagini mettono in luce che sul matrimonio, la sessualità, l'aborto, l'eutanasia, la contraccezione i giudizi di un largo numero di persone sono più o meno distanti dal magistero cattolico.
Nello stesso tempo, tuttavia, molte di queste stesse persone manifestano un profondo rispetto per la figura del papa e per l'autorità della Chiesa.Il caso dell'Italia è esemplare. Il 25 marzo su "la Repubblica" – cioè sul quotidiano progressista leader, molto caustico nel criticare Benedetto XVI – il sociologo Ilvo Diamanti ha fornito un'ennesima conferma dell'alto tasso di fiducia che gli italiani continuano a riporre nella Chiesa e nel papa, nonostante il diffuso dissenso su vari punti del suo insegnamento.Ad esempio, richiesti di dire se fossero pro o contro l'affermazione del papa sul preservativo "che non risolve il problema dell'AIDS ma lo aggrava", ben tre su quattro si sono detti contrari.
Ma i medesimi intervistati, alla domanda se riponessero fiducia nella Chiesa, hanno risposto "molto" o "moltissimo" nella misura del 58,1 per cento. Ed è risultata ampia anche la fiducia riposta in Benedetto XVI, col 54,9 per cento.Non solo. Dalla stessa indagine si ricava che la fiducia nella Chiesa e in Benedetto XVI non è in calo ma è in aumento rispetto a un anno fa.
Il professor Diamanti spiega così questo apparente contrasto:"La Chiesa e il papa intervengono sui temi sensibili dell'etica pubblica e privata in modo aperto e diretto. Offrono risposte discutibili e spesso discusse, contestate da sinistra o da destra. Tuttavia, offrono certezze a una società insicura, alla ricerca di riferimenti e valori. Per questo 8 italiani su 10, tra i non praticanti, considerano importante dare ai figli una educazione cattolica e li iscrivono all'ora di religione. Per questo una larghissima maggioranza delle famiglie, vicina al 90 per cento, destina l'8 per mille della propria imposta sul reddito alla Chiesa cattolica".
E per questo stesso motivo – si può aggiungere – il capo del governo italiano Silvio Berlusconi non si è unito nei giorni scorsi al coro di critiche al papa dei rappresentanti di Francia, Germania, Belgio, Spagna, eccetera. Anzi, si è espresso in direzione opposta.Il 21 marzo ha detto che è doveroso rispettare la Chiesa e difendere la sua libertà di parola e di azione "anche quando si trova a proclamare principi e concetti difficili e impopolari, lontani da quelle che sono le opinioni di moda". Con ciò Berlusconi ha semplicemente espresso quello che è il sentire comune di tantissimi italiani.


***

I dati sopra richiamati fanno quindi già intravvedere la sostanza della questione: che cioè la popolarità di Benedetto XVI ha la sua sorgente proprio nel modo in cui egli svolge la sua missione di successore di Pietro.
Questo papa è rispettato e ammirato per una ragione fondamentale. Perché ha posto in cima a tutto questa priorità, da lui formulata così nella lettera ai vescovi dello scorso 10 marzo, documento capitale del suo pontificato:"Nel nostro tempo in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l'accesso a Dio. Non a un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell'amore spinto sino alla fine (cfr. Giovanni 13, 1), in Gesù Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall'orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l'umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più".

9 commenti:

  1. Francamente non vedo motivo per cantar vittoria.
    Non mi esaltavano gli stadi esultanti per la ola di Giov. P. II e dei papa-boys (che lasciavan i campi dov'erano attendati cosparsi di preservativi usati), non mi entusiasmano le folle osannanti Benedetto XVI.
    Che senso ha dire che si ha fiducia nel Papa e nella Chiesa all'x% , quando poi se ne considerano infondati o sorpassati gl'insegnamenti in campo morale? Figuriamoci se si fossero rivolte domande riguardo all'inferno, alla santificazione delle feste, sui precetti della Chiesa ecc., dopo anni d'infausta teologia (e insegnamento catechistico) della salvezza universale.
    Dunque, la fiducia si riduce all'azione in ambito sociale e comunicativo, in qualche vibrazione emotiva.
    Ma l'adesione al Magistero manca, anzi, meglio, la condivisione delle posizioni del Magistero su certi temi manca addirittura per i tre quarti.
    Non si deve cantar alleluja, ma de profundis.

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  2. condivido pienamente il commento precedente

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  3. Il prof. Pastorelli ha ragione nell'essere disincantato però non si esagera forse un pò troppo in pessimismo?
    Certo, so benissimo che su certi temi del Magistero l'adesione dei fedeli è davvero minima ma allora che ne sarà del futuro?
    Il Magistero sarà forse modificato?
    No, se si crede che alla fine è Cristo che governa le vicende della sua Chiesa.
    Non c'è bisogno nè di ottimismo stupido nè di pessimismo eccessivo ma di un sano realimo, dell'aiuto dello Spirito Santo e di tanta pazienza e buona volontà da parte di tutti.

    Antonio

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  4. Sono realista non pessimista. Quando i tre quarti di coloro che si dichiarano entusiasti del papa non ne approvano un elementare magistero, significa che siamo al tempo del piccolo gregge.
    Non ci sarebbe bisogno neppure di perder tempo a far sondaggi: basta aprir gli occhi, senza scambiar per cattolicesimo un incontro mediatico che oltre non va.
    Poi lo Spirito Santo soffierà come e dove vorrà.
    Ma credo che anche Lui si aspetti qualcosa, da noi certo, ma soprattutto dal papa e dai vescovi:
    predicare e governare.
    Governare comporta anche l'esercizio del potere coercitivo, che va usato nella formazione di base: catechisti, seminari, preti e vescovi devono esser ricondotti sulla strada della retta dottrina. Quando occorra con la dolcezza, quando occorra a colpi di pastorale.
    Cambierà il Magistero? Non voglio dir di più, solo osservare che nella Chiesa da quarant'anni si opera troppo spesso e troppo diffusamente contro di esso e se ne predica uno diverso, anche a livello cardinalizio, senza adeguate sovrane reazioni.
    S'i' dico 'l ver l'effetto nol nasconde.
    Si potrà cominciar il rinnovo della vigna del Signore con un profondo scasso, quando i sorveglianti vestiti di rosso, cremisi o nero, saran cacciati nel pubblico ludibrio.

    Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, Te rogamus, audi nos.

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  5. Prof. Pastorelli,ma se ,come Lei dice, è molto numeroso anche il clero non allineato al Magistero ,usando la forza(se esiste ancora) non si rischia un lancinante scisma?
    Certo, la Verità non può essere oggetto di compromessi però credo davvero che chiunque, trovandosi al posto del Papa e volendo bene alla Chiesa, rifletterebbe molto sull'utilità di un simile atteggiamento.

    Antonio

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  6. Finta unità, finta comunione,quindi, e scisma reale in essere, con relative eresie. Insomm conta solo la faciata.
    Non sarebbe meglio che la situazione si chiarisse? E si pulise l'interno della Chiesa?

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  7. Attenzione a non credere troppo ai sondaggi! Anche volendo presumere che siano eseguiti a dovere e in buona fede (il che comunque non sempre accade), non registrano quello che davvero pensa la gente, ma quello che in quel momento sente sia più opportuno lasciar trapelare. Io conosco per esempio diverse persone che amano apparire moderne, ma sì, la convivenza, che male c'è, oggi si usa così, poi però se il figlio/a va a convivere è un dramma. La coscienza, le convinzioni di una persona, anche non religiose, sono qualcosa di estremamente complesso, di cui una domandina di poche parole alla quale si deve rispondere in due secondi sì, no, non so, abbastanza, molto, poco ecc. non può rendere a sufficienza conto. Ricordiamoci inoltre, qualche volta, della parabola del fariseo e del pubblicano. Non è detto necessariamente che tutti coloro che rispondono in modo positivo alle domande del sondaggio costituiscano la "crema" della Chiesa...

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  8. Sì,prof. Pastorelli, un chiarimento sarebbe assolutamente necessario però prima di fare un simile passo bisognerebbe prepararsi molto bene per gestire un eventuale dopo scisma.
    Il Papa ha 82 anni e non so se ritiene di essere in grado di gestire prontamente qst situazione che potrebbe anche essere molto lunga.
    Se si aprisse la sede vacante poi la tensione arriverebbe alle stelle e,Dio non voglia,se fosse eletto magari sotto la pressione di certi poteri occulti o meno un Papa di posizioni diverse?
    Non dico che lei ha torto però serve molto ponderazione.

    Antonio

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  9. Sono d'accordo con quanto ha scritto il Prof. Pastorelli.
    Un'anziana signora, che va sempre a Messa, mi ha stupito dicendomi : " Speriamo che cambi presto il Papa"
    Che dice, signora ? ho replicato.
    E lei.
    " mi dovrei operare di ... il mio medico ha detto che se il Papa avesse dato il placet per l'utilizzo delle cellule staminali io avrei potuto evitare alla mia età l'operazione" ...
    Questa è la disinformazione che taluni circoli abilmente stanno portando avanti per denigrare la figura del Pontefice.
    Lo fecero, all'inizio del Pontificato, con Giovanni Paolo II poi se ne impossessarono, per i loro fini, della figura del Servo di Dio.
    Al Prof. Pastorelli faccio notare che se il Papa dovesse procedere a colpi di pastorale rimarrebbe solo , soletto.
    Un generale ha bisogno dei soldati...
    Che il Signore aiuti la sua unica Chiesa !
    Andrea Carradori

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