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martedì 24 febbraio 2009

In Inghilterra la stampa vicina all’episcopato diffama un sacerdote che applica il motu proprio



In Inghilterra e Galles, come i lettori di questo sito ormai sanno bene (se volete ripassare, leggete ad esempio qui, qui e qui), esiste uno degli episcopati più refrattari alla riforma liturgica (e non solo) di Papa Benedetto, a partire dall’uscente arcivescovo di Westminster, card. Murphy o’ Connor, che per inciso non è nemmeno tra i peggiori.

Nei sobborghi di Londra, diocesi di Southwark, un parroco più intraprendente e coraggioso degli altri ha pensato opportuno di applicare, semplicemente, il motu proprio del Papa. La domenica, pertanto, celebra quattro Messe (numero normale in molte parrocchie), delle quali tre in inglese, ovviamente col messale di Paolo VI, ed una solenne in rito antico.

Manco a farlo apposta, la Messa straordinaria piace e riscuote un franco successo. Non solo, ma il Parroco, il cui nome è Tim Finigan (foto in alto), gestisce un blog seguitissimo (ha da poco totalizzato un milione di visite) il cui titolo 'papista' è già programmatico: The Hermeneutic of Continuity.

Sconcerto e spavento nei ranghi progressisti che, ormai l’abbiamo imparato, sono costituiti da (pochi) fedeli dai 60 in su e da (tanti) chierici invecchiati, fermi col cervello agli anni Settanta. Hanno quindi pensato di sferrare un attacco, delegando il lavoro ‘sporco’ (e vedremo che lo è davvero) al periodico The Tablet, che fu glorioso, ed è oggi invece la stanca cassa di risonanza dei soliti propugnatori del sacerdozio femminile, del relativismo dogmatico (Maria una vergine? Favolette…), della creatività liturgica.

E così nell’ultimo numero del Tablet è apparso un odioso articolo contro l’ottimo Padre Finigan dal titolo significativo “Quella non era la mia messa” (leggilo per intero qui): l’articolista narra di aver raccolto la voce di protesta di 9 (nove!) parrocchiani, per lo più ex ministri straordinari dell’Eucarestia e lettori ora “congedati” (ecco perché hanno il dente avvelenato...), che non si ritrovano con quella messa in latino e sono costretti (oh sacrificio!) a cambiare orario per ritrovare la loro amata messa ordinaria. “In quella che una volta era una Parrocchia piacevolmente tipica”, elegizza The Tablet “non ci sono più ministri straordinari dell’Eucarestia, sono state installate balaustre e il parroco lascia intendere che preferisce la comunione in ginocchio e sulla lingua. La comunione non viene usualmente offerta nelle due specie”. Il tono è di chi voglia descrivere un campo di rovine.

Ma fin qui siamo ancora nel campo di un lecito dissenso, la cui motivazione è anche candidamente confessata nell’articolo: “I critici temono che la loro parrocchia diventi una bandiera per il rito tridentino” (eccola, la vera paura dei progressisti: del Tablet e della parte di clero che lo sostiene). Poi però si sferra un ingiustificabile colpo basso, laddove l'articolista insinua, con la più bella tecnica della calunnia (“la calunnia è un venticello…”), irregolarità finanziarie del Parroco attaccato, che sperpererebbe i soldi per gli arredi della Chiesa, naturalmente superflui agli occhi dei criptoprotestanti. Ecco che cosa scrive: “Ci sono state lamentele [..] per le spese per arredi tridentini e altri orpelli clericali, l’assenza di un consiglio parrocchiale e la mancanza di rendiconto ai fedeli di come viene speso il denaro della questua”.

Questo attacco è talmente vile, ingiustificato e privo di uno straccio di prova, che è ricaduto pesantemente sugli attaccanti: Damian Thompson pubblica la lettera al direttore del Tablet di un collaboratore di quella stessa rivista, l’affermato compositore cattolico James MacMillan, il quale si lamenta di quell’articolo definendolo “una vergogna” che ha “sfortunatamente toccato nuovi fondi che pensavo non avrei mai visto in una pubblicazione cristiana”. “Tutto il tono è irrispettoso, foriero di danno e opportunistico, privo di senso palpabile di carità cristiana”. Il punto in cui si insinuano irregolarità finanziarie, prosegue il compositore, è anche querelabile. E conclude “possano i parrocchiani di N.S. del Rosario trovare nel loro cuore la forza di perdonarvi e pregare per voi”.

Morale: c'è una sede arcivescovile da occupare, un sacerdote che a rischio di vili attacchi si sforza di applicare la volontà del Papa e che, in una Chiesa normale, sarebbe già diventato vescovo da tempo, come scrive Thompson. Sa evangelizzare, visto che il suo blog ha già raggiunto più di un milione di lettori (quanti altri sacerdoti godono di tanto seguito?). E, soprattutto, non ha sicuramente cadaveri nell'armadio, perché altrimenti Tablet e compari li avrebbero già tirati tutti fuori (aggiungendovi anche qualcosa in più di inventato), per il gusto di diffamarlo.

Che cosa si aspetta dunque a nominare Padre Finigan nuovo Arcivescovo di Westminster?

11 commenti:

  1. Ringraziamo il Reverendo Finigan e preghiamo affinché la situazione volga, nel tempo, a favore dei sacerdoti (e dei laici) obbedienti al Pontefice.

    F.

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  2. Entrate nel blog del reverendo inglese e guardate la foto dalla didascalia "this is not my Mass".
    Non ho parole,come può un vescovo,non un pretino da oratorio, degradare così la liturgia?

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  3. In case Fr Finigan reads messainlatino.it

    Dear Fr Finigan,

    here in Italy too we are experiencing almost weekly, if not daily, such attacks against who - laymen or priest - tries to stick to the Pope's will and rules. Most of this come from "merry" bishops (typically in their 60s) who are afraid of something they do not understand (anymore), i.e. the Tradition. They are biting against a file.

    No need to be lefebvrians of sort, the Tradition - and in particular the lithurgical tradition - will reset itself at the center of the Church.

    There are, however, effective ways to improve the quality on the side of the Novus Ordo mass too. For example, celebrating "towards God" (at the old oriented altar), as Benedict XVI use to do in the Sistina, or leaving any pop-like songs out of the church and recovering the great gregorian legacy (starting from the simplest chants).

    Thank you for what you have done, you are doing and you are going to do. Non prevalebunt!

    F. Partridge

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  4. Padre Finigan cardinale? E' già tanto se lo lasciano in parrocchia, cosa tutta da vedere.
    E quanto agli scheletri nell'armadio, glieli posson sempre mettere.
    Ce ne fosse una cinquantina di preti così in Inghilterra, ci sarebbe da ben sperare!

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  5. “non ci sono più ministri straordinari dell’Eucarestia, sono state installate balaustre e il parroco lascia intendere che preferisce la comunione in ginocchio e sulla lingua. La comunione non viene usualmente offerta nelle due specie”

    Che posto meraviglioso dev'essere quello!!! Praticamente la mia parrocchia ideale...

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  6. La sua nomina a vescovo sarebbe un grande segno per tanti preti attirati dalla tradizione ma timorosi degli strali di vescovi e vicari. Troppo bello per essere vero!

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  7. Il Ministro dell'Eucaristia è il sacerdote; quelli che nella parrocchia in questione sono scomparsi - Deo gratias - sono i ministri della S. Comunione.
    Un'istituzione veramente improvvida nella sua forma attuale e nell'abuso che se ne fa.
    Tali ministri dovrebbero essere istituiti solo lì dove il sacerdote manca o non ha effettivamente possibilità di raggiungere tutti i fedeli. Cioè in casi straordinari.
    L'utilizzo di questi ministri durante la Messa, ad es., ormai diffusissimo, non è previsto dalle norme vigenti (si veda la Redemptionis Sacramentum) salvo un'affluenza di varie centinaia di fedeli che renda estremamente lunga la distribuzione della S. Comunione da parte del solo sacerdote. Circostanza difficilmente riscontrabile.
    In una situazione di normalità, quale è quella di tutte le celebrazioni eucaristiche, non credo che il prete si stanchi se resta in piedi cinque minuti in più, dato che, oltretutto, la distribuzione è veloce più di quella delle caramelle ai bambini dell'asilo.
    Ho un'esperienza devastante di questi ministri nelle campagne della Lucchesia, ed in particolare di Borgo a Mozzano, tanto per non restar nel vago.
    Uno di questi ministri in estate arriva nei paesini in pantaloncini corti ed in maglietta o canottiera, e, prima e dopo aver portato la Comunione a qualche vecchietto, si ferma a chiacchierare e ridere coi paesani, con la gteca in tasca.
    Ho fatto presente con gentilezza la cosa al nuovo parroco (col precedente mi sono scontrato di brutto), ma non so come andrà quest'anno. Certo è che se continuerà questa profanazione, nei miei due mesi di vita campestre, mi troverò costretto ad intervenire con energia.

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  8. Il rev. Finigan ci ringrazia ed ha pubblicato a tal fine un post dove scrive:

    "Vigorous support from Italy

    Sorry I haven't time to translate this article but if you read Italian, you will enjoy this blistering exposé of English liberal Catholicism as exemplified by the Tablet. See: In Inghilterra la stampa vicina all’episcopato diffama un sacerdote che applica il motu proprio

    Raffaella has linked to the article on her Papa Ratzinger Blog.

    Many thanks to these influential Italian blogs for coming out so strongly in support."

    Il link è http://the-hermeneutic-of-continuity.blogspot.com/2009/02/vigorous-support-from-italy.html

    Andate a leggere i commenti dei lettori di P. Finigan

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  9. Sono stato minacciato io che sono laico... per il mio impegno a favore della tradizione figuriamoci un Sacerdote...
    Domani vi racconto, negli uffici competenti sanno tutto, come può un professore di religione cattolica essere stato ricattato per aver servito la messa del Motu Proprio.
    Chi risponderà dell'incipiente esaurimento nervoso che i ricattatori stanno provocando allo "schiavo" insegnante di religione cattolica?
    Andrea Carradori
    Marche, Italia

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  10. Tenga duro anche lei, Andrea!

    La cura della musica liturgica è un aspetto fondamentale. Scriveva un grand'uomo agli inizio del XVII secolo:

    "Però è vero la mutazione della musica significare mutanza di costumi et di stato, come Platone conobbe et oggi si prova nei Luterani, che con quella mutaro la religione"

    Tra l'altro la cura della musica non è in alcun modo impugnabile dagli osteggiatori della gravitas rituale (se non in modo indiretto, attraverso ricatti e diffamazioni, il che, però, assume rilevanza penale, oltre che giornalistica).

    F. Pernice

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  11. Caro Guidotorinese,tu ti chiedi come puo' un vescovo degradare cosi' la liturgia.Va' indietro con la memoria alla Cerimonia di Apertura della Porta Santa in occasione del Grande Giubileo del Duemila,officiata dal Sommo Pontefice, e ti renderai agevolmente conto del perche' e del percome avvengono tanti abomini nella Casa di Dio.O,se vuoi,leggiti Messori,a proposito del sacrificio del pollo(sic!)sull'altare di Santa Chiara ad Assisi durante una delle ecumeniche "gite fuori porta" del defunto Pontefice.

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La Redazione