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mercoledì 11 febbraio 2009

Il padre di mons. Lefebvre ha salvato ebrei dai nazisti?



In calce ad un articolo della Reuters on line è apparso un interessantissimo commento, lasciato in inglese dal sedicente "Dr. Chaim Lehmann, Francia", il 6.2.09 alle ore 1.49 p.m. Egli, ebreo, dichiara che il padre di mons. Lefebvre (nella foto, con la famiglia) salvò la vita ad alcuni suoi parenti. Ecco il testo da noi tradotto:
Perché tutti gli insulti contro la Fraternità S. Pio X, un gruppo monarchico ma molto tollerante che mio fratello come Rabbino in Lione rispetta altamente? Essi sono aperti [?] e non fanno bei discorsi politicamente corretti, ma il loro fondatore, l’Arcivescovo Marcel Lefebvre, perse suo padre, René Lefebvre, cattolico molto pio che aiutò alcuni dei miei parenti ebrei a scappare dalla tirannia nazista nella Spagna neutrale. Marcel perse il suo proprio padre nella guerra alla tirannia nazista, e ora l’intera Chiesa cattolica e Pio XII (che salvò quasi un milione di ebrei aiutandoli a scappare, andare in clandestinità, nascondersi o emigrare! cfr. Pinchas E. Lapide, Three Popes and the Jews), così come questo grande gruppo della FSSPX sono demonizzati dai mass-media antireligiosi. E’ insultante per me come ebreo, che la sofferenza dei miei parenti nei campi della Shoà sia strumentalizzata da propagandisti anticattolici per il loro programma politico. Sembrano essere diventati fanatici anticattolici loro stessi. Io rispetto molto il Vescovo Fellay. Deploro solo le frasi insultanti di Williamson. Ma perché dovrei preoccuparmente? Semplicemente ignoro quelle ridicole asserzioni. Niente più. Noi come Ebrei dovremmo essere solidali coi Cattolici.
Ovviamente non siamo in grado di valutare l’autenticità del commento. Vero è che una presunzione di provenienza autentica assiste le affermazioni fornite di nome e cognome, e quindi verificabili; tanto più che l’interessato ci informa pure di avere un fratello rabbino a Lione.
Comunque, il dato storico appurato (finché non verrà qualche negazionista pure di quello...), che rende verosimili le sopra scritte affermazioni, è che il padre di mons. Lefebvre raggiunse fin da subito la Resistenza e, come spia della Francia libera e degli Inglesi, fu catturato dai nazisti e morì in un campo di prigionia a Sonnenburg, nel Brandeburgo. Pensiamo che la Fraternità che, è inutile negarlo, ha davvero bisogno di rifarsi l’immagine (che conta, purtroppo, dite pur quel che volete) farebbe bene a cercare di contattare questo Dr. Lehmann per raccogliere la sua testimonianza.

4 commenti:

  1. D'altronde è arcinoto che il rabbino capo di Roma dopo la Liberazione si convertì al cattolicesimo e, in segno di riconoscenza a Pio XII, si fece battezzare con il nome di Eugenio. Basterebbe questo per smentire tanti attacchi strumentali. Ovviamente la stessa Chiesa fa finta di non ricordarsene: non sia mai, metterebbe in imbarazzo "il dialogo"...

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  2. In realtà Israel Zolli s'era già convertito nell'anima. Ma la conversione volle mantenerla segreta per esser vicino alla sua gente nel momento dell'orrore ed anche perché non si pensasse ad una conversione di comodo. L'ufficializzazione avvenne nel febbraio (il 13, se non vado errato) 1945.
    Cristo lo affascinò sin da fanciullo e via via crebbe in lui la Sua presenza durante gli studi biblici sui testi del p. Lagrange.
    Di sé ebbe a dire che era sempre stato "naturaliter cristiano".
    Una commovente rievocazione del suo cammino la si può leggere in "Uomini incontro a Cristo", Assisi, 1950, un'antologia di brevi autobiografie di uomini famosi giunti o tornati a Cristo.

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  3. Le conversioni di solito hanno una lenta maturazione. Resta il fatto che episodi come questo smentiscono ampiamente il quadro di una Chiesa antisemtita e criptonazista a cavallo della seconda guerra mondiale che qualcuno oggi cerca di accreditare.

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  4. Eugenio Zolli ebbe in sinagoga la visione,fisica e non intellettiva,di Nostro Signore Gesu' Cristo.Lo affermo' categoricamente lui stesso.Prima venne "corteggiato" dai Protestanti e ad Essi rispose:fino al 1500 voi dove eravate?Poi,una volta battezzato nell'Unica Chiesa,fu fatto oggetto di una ignobile persecuzione da parte dei suoi ex-correligionari,che si estese alla moglie ed alla figlia,anch'esse convertite.Dovette,ad un certo punto,ricorrere ad un alloggio "protetto",come si usa oggi per i collaboratori della giustizia,messo a disposizione dalla Compagnia di Gesu'.La persecuzione e' continuata,e continua,post mortem.Cio' spiega la damnatio memoriae del povero Zolli,anche da parte della Chiesa......Giova ricordare che Zolli,oltre ad essere il "primate"(se cosi' si puo' dire,in via del tutto accomodatizia)degli Israeliti italiani,era uno dei piu' grandi biblisti esistenti a quel tempo,erede di sommo rilievo della Scuola Esegetica Mitteleuropea.

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La Redazione